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sabato 16 dicembre 2017

PENSIERO-PAROLA-AZIONE: LA 'MIA' IMPRONTA



Moltissimi, tra quanti hanno la cortesia e la pazienza di seguirmi e quindi leggermi, hanno ormai ben presente quanta importanza io attribuisca alla parola.
La parola - così come la stessa viene concepita e quindi poi matura, viene formulata e quindi manifestata anche sotto forma scritta - è strumento principe per consentire l'esternazione e quindi l'apprezzamento di idee, pensieri e ragionamenti, come pure è il modo, lo strumento, il mezzo, la via eminente con cui la Cultura e soprattutto il progresso sociale e culturale si dipanano, si affermano, si porgono tanto all'attenzione che alle valutazioni, alle speculazioni intellettuali.
Parola, quindi, quale segno e testimonianza di Cultura, Progresso, Civiltà intellettuale quanto sociale e giuridica.
Se la parola ha questi requisiti e questa enorme forza, specie tenendo conto del suo strettissimo ed intimo legame con il pensiero - che rappresenta la fase cerebrale e dell'animo attraverso la quale il pensiero nasce, si forma ed emerge - è indubbio come essa costituisca cartina di tornasole che esplicita il nostro pensiero, divenendo persino propedeutica alle nostre azioni (pensiero-parola-azione).
Parola, che alfine costituisce testimonianza certa (proprio perché espressione di una elaborazione cerebro-intellettuale) anche utile per sostenere tesi e antitési, e per essere a ragione - ove trasposta in documenti o file audio e video - il mezzo precipuo per attestare soprattutto a futura memoria fatti e versioni dei fatti; in particolare, allorché, con il passare del tempo, ricordi e parole si siano affievoliti, con il rischio di venire manipolati da chi possa averne un qualche interesse, così distorcendo quella che - a tutti gli effetti, giorno dopo giorno, ora dopo ora, attimo dopo attimo - costituisce quel bagaglio socio-culturale, antropologico e giuridico chiamato Storia.
Quanto precede, pone in risalto cose certamente ovvie, ma giova a chi scrive per sottolineare come proprio attraverso questa parte del processo cognitivo, elaborativo e speculativo, egli intenda analizzare, ma anche mettere nella giusta luce, fatti e situazioni che possono essere persino meglio evidenziati attraverso la destrutturazione di ciò che non solo attraverso i comportamenti, ma in particolare attraverso la parola lascia tracce: discorsi, scritti o testimonianze che possano essere.
Il mio pensiero, e quindi la parola che lo rispecchia, specie attraverso i miei scritti si dipana in riflessioni, considerazioni, ragionamenti, enunciazioni, valutazioni o interpretazioni, il cui complesso articolato rende praticamente impossibile nascondere e truccare alcunché.
SOLSTIZIO D'ESTATE, OGGI...
Pensare, il fiume che ne sgorga, esprimersi in un qualche modo e sotto qualsivoglia forma, rappresentano - in uno a ciò che facciamo, che poniamo in essere - l'impronta del nostro essere, della nostra sensibilità, dei nostri sentimenti, del nostro sentire, e per tanto del nostro stesso modo di porgerci: del nostro stile.
E' proprio "...il nostro stile - come spesso sottolinea la mia Amica Rosanna Marani nei suoi scritti - che esprime la nostra parola".
Tutto questo discorso, Carissimi e numerosissimi Lettori che mi gratificate della Vostra cortese attenzione, per evidenziare non solo il mio punto di vista sul tema, quanto il fatto che - proprio giovandosi della parola - la mia memoria ripropone ricordi e persino le sensazioni originariamente percepite: con inalterata vividezza. Così che la mia memoria, nella trattazione di tematiche e problematiche del particolare contesto della Storia della Massoneria Italiana - nelle sue plurime variegate sfaccettature - rappresenta in realtà una delle poche memorie storiche ancora in vita.
Memoria storica che - considerando il mio 'pessimo' carattere... che non mi fa trascurare alcunché di 'storto' o 'distorto' che possa giungermi all'orecchio - mi induce a censurare aspramente chiunque possa inventarsi verità menzognere, ovvero menzogne travestite da verità, irregolarità o irritualità: attività che sembra essere particolarmente amata da chi non esita a prendere in giro o persino circuire anche i Fratelli, e la loro buona fede, sostenendo 'pseudo-verità' o menzogne mascherare dalla patina luccicante e ammiccante del 'simil-vero'.
Proprio per questo mio modo di fare, per questa mia impronta personale, da sempre ho fatto un patto espresso con chi possa leggere un mio scritto, una mia nota, un mio appunto: poiché il pensiero e la parola sono la mia forza, se doveste rilevare una mia inesattezza, una mia corbelleria, fatemelo cortesemente notare, precisando dove io possa essere incorso in errore...
Ma sono certo di non sbagliare allorché sottolineo la forte irregolarità di quanti, più o meno solennemente, celebrano il Solstizio d'Inverno oggi o domani, ieri o il ventidue di dicembre... O, peggio ancora, che non danno solennità alla data del 27 di Dicembre.
Ora: il 21 Dicembre cade il Solstizio d'Inverno, mentre il 27 di Dicembre ricorre ogni anno il San Giovanni Evangelista.
Posto che nella nostra Bella Arte, grande ruolo riveste il Simbolismo, come pure tutto ciò che simbolicamente possiamo esprimere ovvero interpretare, che senso ha dare solennità a date e circostanze in giorni (o secondo 'modalità' e 'tempi') diversi? Allora, se dovessimo ridurre tutto all'operare in modo 'simbolico', potremo già festeggiare il Capodanno o la Pasqua o l'Equinozio di Primavera. Tanto... Ma in questo caso il 'tanto' assume un significato di routine (il fare qualcosa perché lo si deve fare).
Ma questa piccola e tremenda parolina - 'tanto' -, non potrà mai assumere il significato pieno del celebrare, del dare, solennità; perché?
Perché se la solennità di Solstizi ed Equinozi è legata ad un tempo ben preciso, il tempo 'giusto e corretto' è da identificare nel momento in cui un fenomeno si manifesta piuttosto che non 'a partire' da quel momento o - peggio ancora' prima' di quel momento.
Dalla notte dei tempi, ad avere solennità è il momento: si pensi a quanti vegliavano in attesa, per cogliere l'attimo magico, essenziale, dal quale la classe sacerdotale non di rado traeva auspici e previsioni.
Ora, in Massoneria, per antico retaggio collegato a Sacerdoti, Costruttori, Antichi Mestieri e Tradizioni, tutto era incentrato sul 'momento astrale': basti pensare alle posizioni con cui venivano costruite chiese e cattedrali, templi, rosoni, fori... lo stesso Tempio di Salomone: con il trono posto a ovest, di fronte all'ingresso del Tempio, sul lato est, sormontato da un'ampia finestra, attraverso la quale il Sole nascente faceva passare i suoi raggi, che illuminavano proprio tale trono e chi vi sedeva.
Costruzioni, situazioni, perfette... fatte non 'tanto per fare'... basti pensare al Machu Picchu ... alle Piramidi... agli obelischi... dove tutto avveniva in 'quel' giorno, a 'quella' data ora, in 'quel' dato momento...
Mi si vorrà dire: ma se i Fratelli non sono comodi in quel giorno ed a quell'ora, cerchiamo di incontrarci tutti in un giorno e ad un'ora più congeniale a tutti...
Ma allora, proprio perché 'più congeniale', 'tanto vale' che si faccia una Tornata ordinaria dove Oratore o Venerabile, nel contesto della riunione, citino en passant la ricorrenza, senza inutili solennità. Tanto...
Un 'tanto' segno della impreparazione, della sommarietà, della inconcludenza, della decadenza dei tempi e dei costumi massonici: tutti pronti a esibirsi in dotte citazioni, ma poco inclini alla regolarità specie rituale e ritualistica, tutti protesi a reclutare iniziandi spinti dal miraggio di laute somme da incassare.
Vogliamo parlare poi della data del 27 Dicembre?
Una moltitudine di Logge che asseritamente si definiscono 'scozzesi', o - persino, quanto temerarimente - 'di San Giovanni', sono in realtà un ibrido anomalo, massonicamente irregolare e irrituale - anzi, tagicamente irrituali, se anche 'miste' -: così che del San Giovanni Evangelista se ne infischiano altamente, buggerandosene se sia il Santo patrono delle Logge Scozzesi e quindi delle Logge Azzurre.
Come vedete, un contesto persino ridicolo, se non fosse già di per sé tragico!
Ai Fratelli - ma anche alle Sorelle - che operano in siffatti contesti, dove date, ricorrenze, simbolismi e ritualità varie vengono vissute con la disinvoltura del 'tanto', dico: ma che ci state a fare dove vi sia tanta povertà di contenuti?
Quale impulso corretto possono imprimere alla vostra crescita, alla discussione, alla crescita culturale e quindi alla 'conoscenza'?
In mano a chi avete posto il vostro desiderio di apprendere, di vivere secondo ideali Antichi quanto Nobili?
Ecco quindi che ancora una volta la parola e la memoria si sovrappongono, riportandomi alla memoria i tempi in cui Tito Ceccherini, Francesco Bellantonio, Italo Letizia, Vittorio Di Majo, Guglielmo Ventre e cento altri, fino ai nostri giorni, celebravano i giusti riti, alla giusta ora, nel giusto tempo!
La grande amarezza è che il malvezzo di cui sopra,sia purtroppo amplissimamente diffuso: segno che un 'certo deteriore contagio' ha ormai pervaso tutto.
Ma non deflettiamo: io, noi, continuiamo a seguire le Antiche Orme, le impronte di quella Massoneria delle Antiche Pietre, ovverosia delle più Antiche Tradizioni, che per noi è motivo d'orgoglio e punto di riferimento certo.
(parte prima)
Roma, 16 Dicembre 2017
Giuseppe Bellantonio
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