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sabato 22 marzo 2014

2014: 70° ANNIVERSARIO DELLE FOSSE ARDEATINE

      La Memoria, con il suo ritmico scandire,  porta prepotentemente le nostre menti alla tragica data del 24 Marzo 1944.
    Quel giorno, si consumò uno dei tanti drammi della Seconda Guerra Mondiale; quello poi assurto a emblema - specie per le future generazioni - per i suoi contenuti più crudi e inumani: l'Eccidio delle Fosse Ardeatine.
     335 Esseri Umani, 335 Persone, 335 Civili e Militari Italiani, caddero sotto il piombo dell'odioso oppressore nazista: un nemico  che, specie attraverso le rappresaglie, tentava di contrastare e reprimere le sempre più forti pulsioni di quegli Italiani che - anche a prezzo della propria Vita - inseguivano i propri Ideali di Libertà.
     Non è un caso che tra di loro fossero molti i nostri Fratelli iniziati alla Massoneria, proprio perché - e forse più di altri - avevano ben chiari i Nobili contenuti per loro iscritti nell'antico, classico,  Trinomio LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATELLANZA e anche particolarmente correlati al concetto di AMORE PER LA PROPRIA PATRIA.   
    Chi vive nella Luce di Alti Ideali - quali sono quelli esoterici e simbolici, culturali e sociali, filosofici e spirituali, della Massoneria: quella, ovviamente, più genuina e incontaminata, legata alle più Antiche Tradizioni Cavalleresche - non esita a esprimere le proprie Idee ed a farne strumento utile al progresso dell'Umanità in generale, ma più in particolare non ha indugi nel mettersi a disposizione di chi soffre: ovverosia di quel prossimo nei confronti del quale il Vero Massone deve porre in atto il proprio massimo impegno a ben dire, ben pensare,  ben fare, nel contesto di un vero e schietto sentimento di amore fraterno.
     Ciò, lungi dalle lusinghe e dagli onori, lontano dal luccichio degli orpelli, all'opposto dei luoghi ove dimorano interessi specie se mercantili.
    Un Potere positivo, propositivo e costruttivo, fatto di cultura, pensiero e azione; di Qualità delle persone; di Bellezza delle idee, di Nobiltà d'animo, di Disinteresse nell'agire, di vocazione al Sacrificio: ossia vocazione al sacrum facere, all'operare con azioni ricche di contenuti e pregne delle tinte più trasparenti e luminose, quasi che ogni azione fosse tanto elevata nei contenuti da poter assurgere al valore di sacralità
   Anche quest'anno - così come l'anno scorso - desidero proporre un diverso livello di Memoria per i tanti nostri Fratelli uccisi alle Fosse Ardeatine: indifferentemente che appartenessero alla Comunione di Piazza del Gesù o a quella di Palazzo Giustiniani (tanto per riferirsi ai toponimi storici a tutti più noti);  con ciò citando per tutti Placido Martini, Gran Maestro della Massoneria allora unificata  ed Eroe d'Italia (apparteneva alla "Brigata Vespri" del Fronte Clandestino di Resistenza Romana, e venne insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare), il cui sangue si unì per sempre a quello delle altre 334 Vittime innocenti.
    La Memoria va così oltre: va anche a quei nostri Fratelli Massoni morti non solo nel corso di azioni per la loro Patria, ma anche a quelli deceduti nella ristrettezza della prigionia o del confino: non solo in Europa, ma - trattando il tema in modo più complessivo - nel Mondo.

Roma, 24 Marzo 2015  
                                                                         Giuseppe Bellantonio (*)

(*)   Gran Maestro Emerito
     Gran Loggia Nazionale Italiana
     Corpo Azzurro degli AA.LL.AA.MM.
     Comunione di Piazza del Gesù

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lunedì 17 marzo 2014

ALCUNE CONSIDERAZIONI LEGATE ALL'EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2014

 
   Quest'anno l'Equinozio di Primavera cade il 20 Marzo: così che, allo scoccare delle 17,57 in Italia, quel giorno il Sole entrerà in Ariete segnando l'inizio di quella nuova stagione, la Primavera, tanto ricca di significati che risalgono alla notte dei Tempi e peraltro testimoniati e corroborati da una vasta letteratura densa di profondi contenuti esoterici e simbolici.
   Momento magico, allo scoccare del quale Giorno e Notte scandiscono identici tempi, in un mirabile equlibrio della Natura e del Cosmo, e che classicamente simboleggia il risveglio dopo il letargo invernale.
   Il calore del Sole viene ora percepito in modo via  via crescente, riempiendo di Luce ed Energia la nostra quotidianità, favorendo il rapido risveglio della Natura: la sua tavolozza di colori tinge allegramente e generosamente dalle gemme ai fiori, alle foglie; tutto risplende di colori ora intensi ora delicati come la carezza del vento.
   Equinozio. Primavera. Risveglio della Natura.
Cosmologicamente, primo giorno del segno dell'Ariete: il potere palese che, quale energia vitale, scaturisce dal Divino, dall'Uno - il cui Spirito penetra attraverso il proprio Figlio nell'umano - nell'Essere e nella  sua Anima.
Ariete.  Segno quindi che presiede allo Sviluppo Interiore attraverso il controllo del Sé.
   Risveglio.
   Decantazione.
   Abbandono di ogni scoria.
   Rigenerazione.
   Rinnovamento.
  E' l'Aria primaverile lo strumento attraverso il quale questi fenomeni si innescano e circolano nel Mondo.
   E' quest'Aria che ci sollecita alla riflessione, ad acuire i sensi così da percepire il meraviglioso fruscìo di ogni filo d'erba che cresce.
   Con i giusti occhi, con i giusti sensi, potremo cogliere le vibrazioni e alcuni toni della meravigliosa Armonia del Creato.
   Ma non tutte le vibrazioni.
   Ma non tutti i toni.
   Poiché solo gli Esseri Perfetti hanno tale possibilità: e di perfetto c'è solo Dio e ciò che dal Divino, dal Suo Logos, ha diretta scaturigine. 
   Così che noi esseri umani, imperfetti ma perfettibili, potremo sempre cogliere solo parti del Tutto, ma mai il Tutto.
   Sole, Energia, Calore.
   Natura, Colore.
   Vibrazioni, Armonia.
   Tutto contribuisce a esaltare le nostre facoltà, ad aprire le nostre menti dopo che il pensiero - nell'Inverno - ha cullato ed elaborato con intensità tutto ciò che è stato osservato e ascoltato, mutandolo - in un alchemico crogiuolo - in lava ardente pronta ad esplodere con luminosa, magica, infinita Potenza, non appena la Natura ha lanciato il proprio segnale.
    Così le Forze più sottese dell'Inverno si mutano nell'Energia prepotente della Primavera.
    Riportandoci anche alle antiche considerazioni - e al relativo, fortissimo rispetto - che dai Tempi più remoti ha legato Uomini e Pensatori al concetto di quella Madre Terra che da troppo tempo reca le nostre sempre più profonde ferite.  Negativa quanto simbolica testimonianza  della nostra perduta capacità di prepararci compiutamente ai cicli del rinnovamento seguendo i ritmi scanditi da milioni di anni dalla Natura: ritmi che ogni corpo umano ha iscritti in sé e che non riusciamo più a percepire correttamente, tanto siamo storditi dal frastuono dei tanti pifferai "magici" che vogliono imbonirci.
    Ritroviamo quanto smarrito.
    Ricerchiamolo con volontà piuttosto che non superficialmente.
    Non potremo che goderne intensamente.
   Nuova Forza e Nuovo Calore, dunque, che rafforzano il nostro Pensiero e tonificano la nostra Coscienza, abbeverando la nostra Anima.
   Aiutandoci a sintonizzare meglio tanto il nostro Corpo che il nostro Spirito alla meravigliosa Maestà del Creato, aiutandoci - specie in questo periodo di Transito - a meglio affrontare le difficoltà del quotidiano, veicolando verso il Cielo le nostre più umane istanze. 
   Solo così potremo aiutare noi stessi a superare l'inquietante normalità della vita di tutti i giorni, osservandola con maggior distacco, con minor pathos: potremo scoprire che tutto ciò che ci sembra banale può rivelare aspetti sorprendentemente interessanti, quasi magici.
   Tali da far scattare in noi la curiosità, nuovi pensieri, il desiderio di scoprire nuove considerazioni: anche sugli aspetti per noi più scontati.
   Proprio quelli circa i quali ormai non ci soffermiamo più ovvero ci estraniamo.
Solo così potremo sì aiutarci ma soprattutto aiutare il nostro prossimo, specie se sofferente.
   E' il mio un messaggio di serenità e di stimolo per tutti: ma, in special modo, per quanti  siano stati correttamente iniziati alle discipline esoteriche e che percepiscano in se stessi il fragore della continua crescita di quell'esile, brillante, robusto e tagliente,  filo d'erba.
  Un filo d'erba che, nella sua essenziale semplicità, può costituire testimonianza ora delicata e tenera ora robusta e tagliente: come il filo di una spada. 
   Lo rammento in particolare ai miei Fratelli; invitandoli a vestire ancora una volta il piumaggio della Fenice, poiché "è il tempo di cambiare rotta": lasciando alle loro spalle tutto ciò che confligge apertamente con l'alto e nobile messaggio di cui l'Antica Massoneria, quella delle più Antiche Tradizioni, quella delle Antiche Pietre, è portatrice sana.
   Equinozio di Primavera, dunque.
   Rigenerazione e Rinnovamento profondi.
   Rinnovata scoperta della meravigliosa normalità chiamata Vita.
   Prepariamoci, dunque: poniamoci nella giusta sintonia con l'Armonia che - sempre e comunque - ci circonda!
 
Roma, alla Luna Piena del 16 Marzo 2014
                                                                   Giuseppe Bellantonio





 

 

 

 

giovedì 13 marzo 2014

QUALCHE NOTA SU CHI SIANO GLI AA.LL.AA.MM.


In questi ultimi tempi - anche a seguito dell' "effetto traino" di alcuni impegni elettorali per il rinnovo delle principali cariche, nel contesto di  alcune comunità massoniche - alcuni mezzi di informazione hanno riportato interventi redazionali, ovvero interviste, nel cui contesto è utilizzata la sigla  "A.L.A.M." oppure acronimi similari a tale indicazione.
Oltre ciò, sono state esplicitate posizioni e valutazioni in netto contrasto con la realtà storicamente documentata e quindi comprovata circa aspetti di riconducibilità a precisi periodi, luoghi e fatti.
Da più parti, mi sono giunti segnali di incertezza valutativa delle dichiarazioni di cui sopra, per lo più basate sulla non-conoscenza ovvero sulla incompleta o errata conoscenza di fatti e soggetti, nonché della stessa Storia della Massoneria Italiana, dei diversi rituali adottati, degli aspetti più profondi e concreti dell'esoterismo e di quant'altro di correlato e/o collegabile al contesto iniziatico massonico in generale.
Il tutto, a comprova dello scarso livello qualitativo della complessità dei singoli soggetti coinvolti, forse troppo sommariamente "tegolati", forse soggetti a cerimonie di iniziazione sì pittoresche ma inconcrete, forse superficiali nel recepire appieno il significato ed il valore dell'appartenenza ad un contesto tanto importante, forse resi troppo frettolosamente  titolari di gradi cui non corrisponde tanto la preparazione esteriore che - soprattutto - quella interiore.
Ciò, senza che la cosa suoni offesa per quei Massoni che riconosco ed apprezzo come tali, ma con profonda disistima per quanti si iscrivono - o "vengono iscritti", come pure "promossi" -  per solo interesse e cinico calcolo: specie se amministrativo-finanziario ovvero per motivi mercantili. 
Ma è utile ricordare che - risoluzioni, regolamenti, rituali e statuti alla mano: nei testi "ufficiali" deliberati proprio nei Conventi internazionali -  de facto è irregolare e opera irritualmente qualunque corpo massonico che, ancorché munito di patenti e/o riconoscimenti e/o trattati con altro/i corpo/i, possa attribuirsi la condizione di "scozzese" (R.S.A.A.) senza essere AA.LL.AA.MM. ovverosia senza praticarne, con le regolari insegne e adottando la necessaria e unica simbologia e ritualità, l'operatività massonica.
Relativamente al tema degli "A.L.A.M." - e più correttamente a quello degli "AA.LL.AA.MM.", ossia Antichi Liberi Accettati Massoni -  qui ripropongo un  mio intervento di qualche anno fa, nella serie "Massoneria da Sfogliare", i cui contenuti ritengo del tutto attuali.
Del pari, chi fosse interessato a seguire correttamente lo scorrere di eventi lontani nel tempo ma storicamente certi e documentati, utili a chiarire l'esatto svolgersi dei fatti, potrà leggerne su questo stesso blog e su quello della Comunione di Piazza del Gesù.
Buona lettura, quindi!
Roma, 13 Marzo 2014                                                       Giuseppe Bellantonio
 
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                                    “QUALCHE NOTA SUGLI “AA.LL.AA.MM.”

Affrontando le tematiche correlate alla Figura di San Giovanni Evangelista e all'uso corretto che di tale nome può essere fatto in indicazioni e titoli, si è visto come tanto i ragionamenti che le fonti originarie ed originali citate, al pari dell'ampia bibliografia di corredo, fissano in modo incontrovertibile che il San Giovanni riferito e riferibile ai Massoni di Rito Scozzese – Antico ed Accettato - è unicamente SAN GIOVANNI EVANGELISTA .

In precedenza, ho anche ricordato come - successivamente alla nascita della c.d. “Massoneria Moderna”, e segnatamente quando la fase “operativa“ venne considerata sostanzialmente e formalmente esaurita - si fosse aperta in modo più ampio la “ricerca speculativa”. Fu quella la fase temporale a far data dalla quale, specie dopo una serie serrata di incontri internazionali, vennero decise importanti mutamenti formali ma anche strutturali: nella nomenclatura ufficiale i Liberi Muratori cedettero il posto ai Massoni; le Logge presero il posto delle Officine (di cui, liricamente, si ricorda il clangore: a sottolineare l'alacrità degli operai impegnati nei lavori, particolarmente tipici in specie nelle botteghe dei fabbri e dei maestri scultori); la Muratorìa assunse il titolo di Massoneria a livello mondiale ossia Universale; venne riaffermato il palese riferimento ad un Principio Creatore Unico, identificato nel G.A.D.U. ed alla cui Gloria è dedicata la Comune Opera; venne ribadita l'assoluto valore della Massoneria Azzurra nei primi Tre Gradi dell'Ordine (gradi che, è utile ricordare, venivano conferiti simbolicamente: da cui, “Ordine Simbolico”); venne stabilito in modo univoco e rigido che non potessero esservi “confusioni” tra l'amministrazione rituale delle Logge dei primi Tre Gradi dell'Ordine Simbolico e le Camere Superiori del Rito. Ma cosa ancora più importante, fu stabilito che i Fratelli Massoni che avrebbero seguito il percorso scozzese avrebbero dovuto operare nel richiamato rispetto di ben precise formule: così che avrebbero potuto e dovuto appartenere al Corpo Azzurro – e quindi Simbolico - degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni (professanti, dopo l'acquisizione dei primi Tre Gradi, il Rito Scozzese Antico e Accettato). 


Nasceva così l'acronimo AA.LL.AA.MM .

L'argomento AA.LL.AA.MM. dovrebbe essere un tema non solo interessante ma anche diffuso e molto noto, specie per i lettori che da lungo tempo operano in Massoneria, costituendo un concetto cardine della propria qualità. Invece ho dovuto prendere atto che – almeno secondo le moltissime segnalazione ricevute – sono in molti a fare confusione, o ad avere cognizioni parziali quando non del tutto inesatte: condizione, quest'ultima, che comporta una dannosa reazione a catena, moltiplicatrice di erronei convincimenti e conseguentemente di erronee condotte massoniche.

Passando alla specifica trattazione del tema, mi permetto di richiamare l'attenzione dei lettori circa due elementi: all'inizio- sulla base dei deliberata nelle Potenze Massoniche Mondiali, nell'ambito dei periodici Conventi - fu data solo alle Grandi Logge riconosciute – e quindi complessivamente “giustamente costituite e regolari ” - l'autorizzazione a potersi fregiare di questo significativo – ma anche più completo e impegnativo – titolo; vale la pena di annotare che, in quegli anni, l'autorizzazione per l'Italia venne solo ed esclusivamente concessa alla Gran Loggia Nazionale che faceva capo a Piazza del Gesù n° 47 (in quanto unica ad essere riconosciuta “regolare”, al pari del proprio Supremo Consiglio). Un'autorizzazione non concessa ad altri e che tuttora risulta vigente. L'altro elemento è che la doppia “M” (poiché di plurale si tratta, e come tutte le pluralità nelle abbreviazioni massoniche il raddoppio è una prassi corrente e consolidata) si riferisce senza dubbio al termine “Massone” e non certo al precedente “Muratore”: ciò perché – con molta semplicità - i termini afferenti la trascorsa fase operativa erano stati “superati” da nuovi e più “moderni” concetti, di tipo speculativo. Appare quindi del tutto anacronistico chi abbia deciso di utilizzare ovvero adattare la terminologia “muratòria” in epoca successiva a tali deliberazioni internazionali, assumendo titoli che da soli già danno un'idea di contenuti sui quali riflettere: ovviamente, in termini di “regolarità” operativa.

Proprio sulla base di questa e in particolare delle Note di studio sul nostro San Giovanni, posso sostenere che quanti oggi intendano seguire un proprio cammino rifacendosi al “San Giovanni di Scozia”, per onorare questo titolo e seguire un indirizzo ritualistico regolare e di tipo scozzese, devono necessariamente tenere presenti un insieme non casuale né banale di elementi: rammentando che la Massoneria non è nata né nel XVIII° secolo, né nel XIV° o nel XV° secolo e che l'Opera di chi senta in sé il “fuoco” dei veri Iniziati deve tendere al recupero delle Antiche ed Originarie Tradizioni. Proprio quelle che negli ultimi trecento anni sono state accantonate, abbandonate, dimenticate e molto, troppo, spesso tradite.

Anzi, dando credito a ciò che ci viene riportato di quegli infausti momenti dei primi del 1700, Anderson raccolse tutti i rituali e gli scritti che riportavano all'Antica e Vera Massoneria, per darli alle fiamme: cancellando in un solo colpo un enorme patrimonio di Storia e di Cultura Iniziatica e Sociale.

Dopo aver ribadito che nelle Regolari Logge (RR.LL.) della Massoneria Azzurra, l’indicazione AA.LL.AA.MM. contraddistingue solo ed esclusivamente gli Scozzesi – così fornendo di per sé esatta connotazione rituale anche della Gran Loggia nel cui ambito queste operano – è opportuno specificare che non possono assolutamente fregiarsi della qualità di AA.LL.AA.MM. (ossia: Antichi, Liberi ed Accettati Massoni) e quindi di “veri e completi” Scozzesi, delle loro prerogative, dei relativi segni distintivi, simboli e araldica: 
 
1) quanti non pratichino in modo corretto lo Scozzesismo – anche nell’ambito dei rapporti concorrenti a collegare – per il completamento della c.d. Piramide Scozzese - le attività proprie dell’Ordine Simbolico con quelle del R.S.A.A., e viceversa - secondo le regole fondamentali già stabilite nei Conventi Mondiali e attualmente in uso nel contesto di detta regolare Piramide.
2) Quanti non riconoscano l’esistenza di un “Corpo Azzurro” ovvero di una “Massoneria Azzurra” (anticamente, detta anche “Massoneria Turchina”), ovvero ne calpestino l’essenza oltre che trasgredirne i relativi attributi, simboli e segni distintivi.

3) Chi non onora la Festa dell’Ordine, non celebrando il Patrono San Giovanni Evangelista (Patrono delle Logge Azzurre Scozzesi, ovvero delle Logge AA.LL.AA.MM., dette anche “Logge di San Giovanni di Scozia”) il 27 Dicembre di ciascun anno.

4) Chi – in dispregio dei deliberata assunti dai Conventi Mondiali, accettati ed in uso specialmente presso chi faccia riferimento al concetto di “regolarità” – opera attualmente in modo difforme dai Landmarks e dagli Statuti Generali dell’Ordine Simbolico (per noi, Napoli: 1820-1821) ovvero perpetra miscugli di Rito e di Ordine, anche coinvolgendo il Corpo Azzurro degli AA.LL.AA.MM. in gestioni irregolari del Rito e della stessa ritualità delle Logge, specie se dette irregolarità ed irritualità si riferiscono all’applicazione di testi – o, ancor peggio, di parti di essi – alterati ovvero dichiarati decaduti in quanto modificati dai Conventi Mondiali dell’Ordine Massonico: testi spacciati per buoni, quindi, ma in realtà superati, inefficaci, quanto non irregolari ed irrituali. Al punto da poter essere considerati falsi e scismatici.

5) Quanti, pur se dicentisi AA.LL.AA.MM., operino con rituali diversi da quelli oggi in uso a seguito dei deliberata internazionali, come pure operino irritualmente in Templi i cui arredi, la disposizione degli stessi e persino le insegne personali siano difformi da quanto stabilito per le “Logge Azzurre” della “Massoneria Azzurra”.

6) Quanti, pur se dicentisi AA.LL.AA.MM., operino in comunità massoniche ove siano presenti e/o attuate Logge la cui composizione é difforme da quella c.d. ortodossa prevista per i Gradi Simbolici, e ove sussistano commistioni di Ordine e di Rito con sovrapposizione e confusione di organi amministrativi, rituali e disciplinari: così ponendo in opera una pratica massonica avulsa da ogni regolarità e quindi da ogni pur minima legittimità, inventandosi – letteralmente, e talvolta quotidianamente – regole e procedure per così distorcere la Nobile Arte Reale a favore di proprie visioni e/o utilità soggettive, che nulla hanno a che fare con le reali Regole della Massoneria Universale contemporanea.

7) Quanti non professino un Credo fermo ed assoluto in un Principio Unico Creatore convenzionalmente e quindi simbolicamente indicato - per sommo rispetto alle idealità religiose dei singoli Fratelli - con il nome di Grande Architetto dell'Universo. Ossia, Colui dalla cui sola Volontà ed Energia é emanata la scintilla costruttrice e vitale della Creazione del Tutto. Creatore di un Universo inteso, peraltro, nella sua più ampia quanto classica e complessiva accezione. Costoro non solo non potranno mai essere dei veri AA.LL.AA.MM., ma non potranno mai essere dei veri Massoni (né, come tali mai dovrebbero e/o potrebbero ricevere alcuna forma di iniziazione!).

Concludendo, non può esistere un Corpo Azzurro che non sia costituito da AA.LL.AA.MM.  come pure non può definirsi “un Massone scozzese regolare” chi operi in un Ordine che si definisca AA.LL.AA.MM. ma che non pratichi il R.S.A.A.. Norme alla mano – comunque, nell'ambito della Giurisdizione Italiana –, secondo il mio punto di vista opera in modo non ortodosso o persino irregolare quanti possano asserire di essere Corpo Azzurro, o A.L.A.M. o Scozzese e invece indossino insegne dei Gradi Simbolici diverse da quelle Azzurre (ad esempio insegne riconducibili ad altri “riti” che pur tentando di “emulare” , in realtà “non sono”).

Per estensione, ritengo che non possa definirsi “regolare” o “tendente al regolare”, chi non accetti l'esistenza della Massoneria Azzurra al pari di quella degli AA.LL.AA.MM., pur asserendo di aderire al R.S.A.A.: così dimostrando di praticare con .pressapochismo tanto l'uno che l'altro.

Del pari non riesco a trovare neanche un'ombra di regolarità in chi possa operare praticando miscugli di Rito e di Ordine, peggiorando la situazione se vengano effettuati miscugli impropri di AA.LL.AA.MM. e R.S.A.A. (ancor peggio se trattasi di altro Rito... ) facendoli convergere in un tutt'uno (il fatto che costoro possano eventualmente rifarsi al dettato federiciano, con tutta evidenza giova a rendere il quadro più complesso, atipico quanto irregolare).

Rammento a me stesso come l'opera di Federico II° sia stata esaminata, analizzata, rivista e profondamente rivisitata nei Conventi mondiali, pur se lo spirito di detta opera è rimasto fieramente presente e attuale sotto il profilo storico ed iniziatico. Ricordiamo come il dettato federiciano prevedesse un'unica Piramide Scozzese, senza soluzione di continuità dal I° al XXXIII° Grado, posta sotto il maglietto del Sovrano.

Non entro qui nel merito delle tematiche correlate a quella ritualità riconducibile ai gruppi c.d. “misti”, pur se mi sono ripromesso di trattarne in seguito. La mia visione della vexata quaestio è molto semplice e di ordine pratico, tanto stanziale quanto al di fuori dei consueti schemi.

A prescindere dalle diversità che la Natura ha imposto ai due sessi - sotto il profilo della biochimica e della fisica, come pure del modo in cui si formano il pensiero, le valutazioni, le decisioni, le azioni e le reazioni - la presenza maschile nei Lavori ove siano presenti delle Sorelle crea in queste una disarmonia estremamente marcata pur se nel profondo della loro percezione interiore. Si determina – dapprima in modo non percepito a livello cosciente - confusione, un depauperamento della loro autonomia e della stessa loro energia vitale oltre che ad un calo della loro concentrazione nei momenti più significativi della ritualità celebrativa, così determinando un appannamento pur sfumato delle finalità iniziatiche poste a loro obiettivo e della stessa crescita interiore, che così può risultare alfine incostante.

E' per me evidente che questa disarmonia e questo sbilanciamento che analisi alla mano si determina nei gruppi misti non avviene nei gruppi squisitamente a componente femminile, dove le Sorelle seguono un percorso più equilibrato e costante, con più serenità e con una dinamica ed un ritmo eccellenti scevri da inibizioni alle pulsioni più autentiche. E' un fatto che io nutra profondo rispetto per il mondo iniziatico femminile, che personalmente ritengo possa richiamare maggiore attenzione e miglior credito allorché riuscirà ad affrancarsi da strane ed anomale combinazioni, emancipandosi e così rendendosi autonomo, senza soggezioni psicologiche più o meno palesi, più o meno profonde, e soprattutto adottando un proprio articolato complesso di norme e di rituali che non suoni come semplice adozione e modifica di tradizioni, allegorie, simbolismi e modelli definiti su un archetipo tipicamente maschile. Va da se l'auspicata, fattiva collaborazione – nell'ambito di un confronto partecipativo ed attento delle rispettive autonomie – che deve permeare i rapporti tra i due contesti: nella certezza che gli stimoli per la buona crescita verranno così potenziati al massimo.

Grazie per l'attenzione e un cordiale saluto ai pazienti Lettori

Roma, 20 Ottobre 2011                              f.to Giuseppe Bellantonio
 
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sabato 1 marzo 2014

RISPOSTE E CONSIDERAZIONI AI QUESITI DI ALCUNI LETTORI...

 
   Nell'ultimo periodo mi sono stati formulati molti quesiti: alcuni pertinenti riferimenti storici e di tipica cultura massonica - specie ritualistica e simbolica -, altri con chiavi di lettura riferibili ad avvenimenti di cui alle cronache quotidiane.   Alla più parte di tali quesiti ho fornito risposte dirette e quindi personali, così come richiestomi dagli interessati, mentre per quelle qui di seguito ho inteso mantenere il carattere della pubblicità a mezzo del presente blog
   Ecco i quesiti cui in questa sede fanno da contrappunto  le mie risposte, al pari delle mie più dirette considerazioni:
 
Egr. Sig. Bellantonio la ringrazio per la sua risposta al mio intervento. Resto pertanto in attesa del seguito da lei preannunciatomi.  La sua risposta è stata fin qui per me interessante anche per avermi dato altri spunti per riflettere.  Uno tra questi è capire cosa si intenda per potenza (ho sentito adoperare questa parola da molti massoni di una numerosa comunità di Roma) e se la cosiddetta potenza di un gruppo massonico sia rapportato al numero degli iscritti, se esistono dei parametri internazionali di riferimento, e come mai la presenza della massoneria in italia è oggetto di tante controversie e di forte opposizione tanto a livello politico che religioso che da parte di molti esponenti della comunicazione. Negli ultimi giorni mi è capitato di leggere in rete notizie su una nuova Confraternita in cui anche lei è inserito: può dirmi di cosa si tratti e dove operi? La ringrazio ancora una volta, restando in attesa di sue gradite informazioni. Massimo Dedas     
Preg.mo Gran Maestro Bellantonio, lei è a conoscenza che io seguo i suoi blog trovandone interessanti i contenuti: mi creda, non perchè a scriverli sia lei o un altro, quanto perchè quasi sempre gettano una luce nuova – sotto l’aspetto valutativo, come sotto quello esplicativo – sulla Massoneria in generale.   Leggendo recenti dichiarazioni rilasciate in una intervista da un esponente massonico di recente nominato a Sovrano, mi sono divertita a fare una ricerca come i gamberi, cioè andando a ritroso nel tempo per quello che Internet oggi possa consentire. Non è stato semplice ma sono riuscita a trovare quelle che potrei definire, da docente, “dichiarazioni di insediamento” dei soggetti a capo di molte comunioni massoniche: esse sono sorprendentemente ripetitive e vuote di contenuti, ossia sono semplici enunciazioni dietro le quali ascoltare rulli di tamburi e suoni di trombe. Posso chiederle come mai ciò avvenga secondo lei? E come mai quello che salta agli occhi di noi esterni non salti agli occhi e alle orecchie degli iscritti che imperterriti continuano a dare fiducia a soggetti che almeno all’apparenza “non hanno niente di nuovo da dire”?  Grazie e cordiali saluti. Giulia Bellini
 
Egr. Sig. Bellantonio, leggo a volte i suoi articoli seguendo le segnalazioni che saltuariamente fa Google. Mi interesso di massoneria e sono rimasto incuriosito da un recente articolo che parla del primo massone di colore a capo di una loggia italiana. Non capisco cosa ci sia di tanto strano se tale fatto fosse vero, cioè non comprendo bene cosa ci sia da sbandierare, pubblicizzare, a meno che questo non possa rientrare in una specie di campagna promozionale. Dal suo blog sembra che lei sia uno studioso si storia massonica, se non le dispiace può darmi qualche ragguaglio quantomeno generico? Grazie.
Massimo Dedas
 
      Da sempre, a presiedere e quindi dirigere i Lavori di una Loggia Massonica, è posto un soggetto riconosciuto dagli altri propri Fratelli di Loggia in possesso delle migliori qualità soggettive e delle più qualificate conoscenze in ordine esoterico, simbolico e ritualistico. Un soggetto munito quindi delle peculiarità della maestrìa, in grado di poter presiedere e dirigere i Lavori, stimolando e guidando la crescita dei Fratelli di Loggia anche colmando le loro eventuali quanto possibili lacune in ambito di cultura storica e massonica. 
     E' la sua una figura Venerabile di Maestro, scelto - oggigiorno - tra gli altri Maestri presenti nella propria Loggia, e dagli altri Maestri, nel corso di riunioni specifiche.          
    Ai tempi in cui la Muratorìa era costituita da Apprendisti e da Compagni già molto qualificati nella conoscenza dell'Arte - rimandiamo  quanti intendano approfondire alla forte valenza del compagnonaggio - , era riconosciuto Maestro e quindi loro guida pro-tempore, colui il quale aveva quel quid in più utile a "fare la differenza" tra un gruppo di Lavoro ed un altro, palesando le proprie qualità di "più capace tra i capaci". 
     Possono essere tanti i Maestri? La risposta non suoni sgarbo nei confronti di coloro i quali oggi abbiamo conseguito tale Grado: per questo tendo a fare dei paragoni con altre situazioni.
  Poniamo il caso di una costruzione strutturale operativa, amministrativa e rappresentativa classica, come può essere quella di un "esercito" (antico, moderno... non fa differenza).    
   Truppe, con vario livello di preparazione, specializzazione e qualifica; graduati in grado di trasmettere le direttive  che provengono da chi possa stabilire in modo competente e autorevole le disposizioni tattiche; ufficiali di grado superiore che, interpreti delle direttive anche politicamente assunte nell'interesse apicale, delineano le opportune strategie e formulano anche le indicazioni di massima su quelle che poi saranno le tattiche sui teatri operativi.
    Una catena di comando, quindi, in cui tutti hanno ruoli ben individuati e chiari, non equivocabili tra di loro, nell'ambito di una struttura sicuramente diffusa quanto piramidale, di cui la base numericamente più cospicua in assoluto è e deve essere quella della truppa.   Mano a mano che la catena di comando sale, dalla truppa alle espressioni di vertice, ovviamente il numero dei componenti si riduce drasticamente, fino a raggiungere quel "maggior stato" - ovverosia "stato maggiore" - numericamente molto ridotto ed essenziale all'emanazione delle direttive principali di detto esercito.
    Se la struttura piramidale dovesse avere rapporti numerici di presenza/costituzione diversi, la piramide stessa assumerebbe altre forme atipiche, geometricamente incerte.
   Ma non solo: riuscirebbero ad immaginare i Lettori un esercito costituito da un numero di soldati di truppa e di graduati inferiori, con un pari numero di ufficiali - tutti in potenziale posizione di comando, quantomeno per il grado conseguito -, a loro volta guidati da un "maggiore e ultimo stato" di ufficiali superiori?
    Credo che la risposta non possa essere che una ed una sola, e negativa, poiché vi sarebbero certamente degli squilibri specie funzionali, ancor maggiori se rapportati al normale dipanarsi e funzionamento della catena di comando.
    Anche per altre considerazioni: quali possono essere i livelli di conoscenza, di preparazione e quindi di competenza di ciascuno di questi "strati" allorché si siano dilatati oltre ogni logico rapporto di equilibrio/armonia interna?
    Veniamo alla nomina di questo soggetto Venerabile (ossia degno di venerazione | molto rispettabile | degno di essere onorato, proprio sulla base delle qualità sopra ricordate); egli rappresenta l'insieme tutto dei Fratelli di quella Loggia e - quantomeno sulla base di quelle che sono le norme generalmente adottate nella Massoneria Moderna originata dopo il 1717 - deve essere "cittadino del suo Stato": se ci riferiamo alle Logge italiane, queste devono essere quindi costituite da cittadini italiani, qualunque possa poi essere la qualità assunta a seguito di una cerimonia iniziatica (Apprendista, Compagno o Maestro).
     Certamente - oltre a questo requisito essenziale, al pari di altri tipicamente indicati dagli "Statuti Generali dell'Ordine" ma anche dai Landmarks  - le norme non fanno alcun distinguo né sul colore dei capelli, né sulla statura, né sul colore degli occhi, né sulla personale fede religiosa, né se possa essere abbronzati o pallidi, o altro.
    Quindi, condivido il non-stupore del Sig. Dedas nel suo commento a una notizia di stampa: semmai, lo stupore sarebbe scaturito qualora a presiedere/dirigere una Loggia italiana fosse stato un cittadino straniero, anche se temporaneamente residente nel nostro Paese.  Che sia un italiano, qualunque possano essere le sue caratteristiche di genere (proprio perché la Massoneria non è "razzista", mentre lo sono alcuni gruppi o strutture che in uno ai propri sodali con i propri atteggiamenti si pongono come  "diversi, in quanto superiori ed eletti"), è quindi cosa del tutto normale. 
  Una situazione, quella della eventuale nomina di un "non italiano" a Venerabile di una Loggia italiana, che quindi sarebbe  irregolare e irrituale (in quanto opposta e contraria alle disposizioni che presiedono allo svolgimento dei Lavori, espletati sulla base di un idoneo quanto antico cerimoniale dai contenuti per la più parte simbolici), che non può quindi verificarsi in un contesto regolare; pena la perdita de facto di tale qualità.
    Come i Lettori rileveranno, indico un termine - regolarità -, che unitamente a quello di riconoscimento popola le conversazioni di iniziati e non.   Tema da me studiato e trattato, circa il quale tornerò in altra sede.
   Ma si sono già verificate situazioni diverse: ad esempio, una grande comunità massonica italiana, se non sbaglio nel 2006, aprì una propria Loggia in Medio Oriente (o, se vogliamo essere precisi sotto l'aspetto ritualistico: una Loggia sita fuori dall'Italia,  presieduta da un cittadino non certo italiano e costituitasi in Medio Oriente, si pose all'obbedienza di una Grande Loggia italiana, così recependone e adottandone gli  statuti, le norme generali, i regolamenti particolari). Sempre che la memoria non mi tradisca, venne allora - giustamente - enfatizzato dai cronisti come detta Loggia rappresentasse, nel proprio particolare contesto, un insieme rappresentativo di circa nove religioni in un contesto geografico e sociale non dei più facili. 
    Una nota storica si impone, a questo punto: negli anni tra il 1920 e il 1981, in Italia, anche in regime di clandestinità,  nelle comunità massoniche più importanti, fu dato asilo a singoli e gruppi di Fratelli massoni provenienti da altri Stati in cui le libertà individuali e collettive erano violate e/o  represse; Fratelli - questi - che erano in buona parte anche rappresentanti in esilio della loro Nazione oltreché uomini di profonda cultura e levatura sociale.
   In Italia, questo fenomeno avvenne prima che in altri Paesi, per poi concentrarsi in modo più consistente tra Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.
  Inoltre, così come esistevano "governi in esilio" esistettero "Supremi Consigli" piuttosto che non "Grandi Logge" in esilio, in rappresentanza della continuità e dei diritti dei Fratelli Massoni rappresentati dagli esuli. Ma anche come voluta esaltazione dei forti ideali di libertà e di uguaglianza che caratterizzavano da sempre il fraterno contesto massonico in ambito generale, universale, anche nei momenti storici in cui le libertà erano calpestate ed i sentimenti di fratellanza vilipesi e profondamente, violentemente, lacerati.
    Ricordiamo qui, per quanti potrebbero averlo dimenticato, che il 5 Marzo del 1946 fu proprio Winston Churchill, nel corso di un memorabile discorso negli USA, a indicare al mondo intero che a Varsavia come a Berlino, a Vienna come a Praga, a Belgrado come a Budapest, a Bucarest come a Sofia, era calata una pesante e poco penetrabile "cortina di ferro".
     Indichiamo qui per completezza e solo per amore di verità che, specie nell'epoca culminante dell'occupazione di molte Nazioni europee nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la comunità massonica italiana di maggior riferimento fu senza dubbio la "Comunione di Piazza del Gesù", l'unica peraltro ad aver avuto i crismi del riconoscimento internazionale anche dopo l'uscita dalla clandestinità, seguita al crollo ed alla sconfitta del nazi-fascismo.
    Alcuni dati relativi e pertinenti a tale particolare momento storico, verranno da me diffusi contestualmente all'uscita di un libro complessivamente descrittivo della lunga e particolarissima presenza proprio della "Comunione di Piazza del Gesù" e delle sue relazioni in ambito internazionale, e certamente molta sarà la curiosità che circonderà tale opera (non semplice, vista la dispersione o il saccheggio che la Comunione in questione, detta anche "Comunione Italiana"  - anzi, l'unica ad essere tale -,  ebbe a partire). E' poi ovvio che non saranno pubblicate che solo le iniziali di nomi di soggetti non pubblici (quali quelli che operarono in regime di intelligence) rimasti fin qui riservati per scelta individuale ovvero degli Stati cui ebbero a riferirsi o delle loro famiglie.
    Chiarito il meccanismo delle "truppe" e degli "eserciti", nonché quello dei Maestri che assurgendo a guida di una Loggia acquisiscano la qualità di Venerabile, è il caso di parlare della "potenza" che possa emanare da un gruppo o da una di quelle che si indica generalmente come "istituzione massonica".
    Per "potenza" di un contesto massonico non può intendersi una energia, una forza, una potenzialità che faccia gravare la propria presenza. Premesso che un contesto massonico "regolare" al pari dei propri membri (sempre in applicazione delle norme e degli statuti adottati) non svolge certo attività politica o simil-politica ovvero religiosa o simil-religiosa, è altrettanto evidente che questi piccoli o grandi "eserciti" non vanno certo a impegnarsi o essere impegnati su immaginari campi di altrettante immaginarie battaglie, dove la consistenza numerica (al pari della preparazione complessiva...) possa giuocare un ruolo propedeutico ad una vittoriosa conclusione.
Se per "potenza" si voglia poi intendere la possibilità per un ente di questo tipo di essere presente   e attivo, e con potestà di agire nei gangli degli apparati sociali/finanziari/politici di una Nazione al fine di favorire interessi individuali o di gruppo, ebbene anche questo concetto di "potenza" è errato e sbaglia profondamente chi possa esercitarlo (persino in violazione di specifiche norme di Legge, negli Stati ove queste sussistano).
    Di conseguenza, le "campagne di reclutamento/arruolamento" che possano svolgersi ventilando la "potenza" di un ente di questo tipo, quale palese o sottinteso potenziale per favorire un qualche accesso ad una serie di assist preferenziali o particolari, sono pratiche profondamente "profane" e "massonicamente irregolari , arbitrarie e illecite": al punto da mettere a nudo che non si può trattare di un ente riconducibile alle Tradizioni, alla storia ed alla cultura tipiche della Massoneria, bensì di un aggregato associativo/consociativo la cui vocazione di fondo è affaristica - seppur camuffata da rutilanti abiti a festa - ed il cui abbraccio avviluppante riconduce più alla collosità del polipo più che a sentimenti di filantropia, di beneficenza o di amore fraterno quanto universale.
    La "forza" espressa correttamente da quanti vivano ed operino in modo corretto la realtà iniziatica di tipo massonico, riconduce al prestigio e all'autorevolezza che emana dalla qualità (essere o appartenere) in virtù di ciò che in essa, con essa e attraverso detta appartenenza vada a costituire una crescita personale in senso etico, morale, culturale (ivi inclusi tutti gli studi utili a maggiori/migliori conoscenze in ambito storico, filosofico, ritualistico-simbolico, di studio delle tradizioni, ma anche civico), attraverso la quale tanto il singolo iniziato che il gruppo cui egli liberamente aderisce possano esprimere quelle qualità utili essenzialmente al proprio prossimo, ossia a quella che oggi definiamo la "sfera" del sociale.
     Perché qui è il vero nodo della questione: a cosa serve l'associazionismo massonico e la stessa Massoneria se non vi è contributo formale e sostanziale al contesto sociale di una Nazione? Se non vi è estrinsecazione sociale di tutte le "belle qualità" che trovano coacervo nel contesto associativo dell'ente, può sostenerne l'utilità sociale? Risposta non semplice, affatto semplice, e i frettolosi nel rispondere potrebbero restare delusi dalle controdeduzioni. 
    Per altre cose "non rituali" che si possano voler ottenere attraverso una adesione/iscrizione, gli interessati diversamente motivati possono ben rivolgersi ad altre tipologie associative, con o senza cornice conviviale, idonee per propria vocazione a favorire contatti e possibilità di intraprendere affari.    Certo non avrebbero la "cornice" tipica della Massoneria; ma chi ama il teatrino può mettersi davanti ad uno specchio nell'intimo della propria abitazione, vestendo gli orpelli del simil-massone, pavoneggiandosi quanto più gli piaccia!
    I motivi sopra evidenziati, ossia il pervicace attaccamento a forme di "potere" marcatamente profano e scarsissimamente esoterico-spirituale, la contaminazione con la politica e la forte, irresistibile, tentazione di "toccare" tematiche correlate alla religione, forme di gestione "casereccia" e "affaristica", non appartengono alla Massoneria; così come chi li ponga in atto è massone per  modo di dire, ossia ne veste semplicemente gli abiti pur non essendo tale.
    Riferendomi ad un rilievo posto dalla Sig.ra Bellini, la Massoneria contemporanea si avvale di mezzi di comunicazione moderni, sia pure diffondendo toni colmi di contenuti eccellenti di tipo "tradizionale" e persino "retorici", quantomeno all'ascolto ovvero alla lettura specie esterno.
    Risentendo dei tempi, così come ascoltiamo sempre "belle parole e buoni propositi" nel contesto sociale, anche chi si avvicenda nelle cariche rappresentative massoniche, a ben vedere, cambia le sfumature ma non la sostanza di enunciati anch'essi colmi di "belle parole e buoni propositi" che dicono tutto senza dire alcunché di impegnativo, quantomeno in termini contrattuali.
    Ecco perché è necessario che la Massoneria Italiana, per risorgere dal proprio attuale stato, abbia l'insopprimibile e indifferibile esigenza di percorrere altre vie rispettose delle più antiche e autentiche Tradizioni, per così decantarsi.
    Passiamo oltre.
   Come uno dei Lettori ha indicato, sono stato parte nell'enunciato di una Confraternita iniziatica di tipo federiciano (con espresso riferimento allo Svevo ed a tutto ciò che possa aver direttamente/indirettamente rappresentato): fatta la mia parte iniziale di tale percorso, ho inteso ora lasciare alla cura ed alle capacità degli altri Ill.mi Confratelli la definizione e l'enunciazione dei passi successivi. Un procedere che mi auguro possa essere sostanziale e rapido.
     Certamente, in ambito storico il "tempo" è una definizione di per se stessa relativa, ma mi accorgo che, anno dopo anno, lustro dopo lustro, decennio dopo decennio, si è perso tanto, troppo, tempo nel mettere a punto concettualità  anche sofisticate e raffinate; al punto che, una volta giunti al termine di un certo iter, si è spesso dovuto prendere atto che o si era stati sopravanzati da qualcuno che magari aveva "scopiazzato" l'idea originario agendo in modo "disinvolto" ma pratico e più celere, o l'idea stessa aveva perso la propria vis, così andando a costituire "una delle idee" piuttosto che non l' "idea".
    Tutte cose opposte al mio personale carattere, queste ultime.   Pensiero esaltato oggi, per me come per tutti i Massoni, dagli influssi di questa Luna Maestra di Marzo, inizio di un nuovo e rinnovato Periodo di Lavoro: quello dell'Anno di Vera Luce 6014.
   Luna utile ai costruttori, piuttosto che non ai sedentari ancorché architetti o ingegneri fors'anche abili nel tracciamento di elaborati e schemi.
    Spero di aver ben affrontato i quesiti postimi così soddisfacendo l'interesse dei Gent.mi Lettori.

Roma, 1 Marzo 2014
 
                                                                                             Giuseppe Bellantonio

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