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giovedì 27 settembre 2018

BRECCIA DI PORTA PIA ... E DINTORNI

l'Ill.mo e Risp.mo Fr. ANTONIO URZI'  BRANCATI ha tracciato nei giorni scorsi alcune importanti riflessioni, rappresentate con estrema oggettività e, quindi, carenti da pulsioni animate da un qualche malanimo. L'Illustre Fratello, ancorché presiedere un importante Ordine Martinista, è studioso attento, competente, profondo e appassionato: è per tale motivo estremamente apprezzato tanto in Italia che oltre i nostri confini naturali, ed è sicuro punto di riferimento per una Comunità Iniziatica ampia e varia, che guarda alla sostanza.
Diamo spazio su questa pagina ad due suoi post consecutivi, pubblicati su FaceBook, così come lo diamo a quanti ce lo possano richiedere con il fine di dare un contributo alla buona causa Massonica: un Ordine esoterico-iniziatico di cui troppo ed a sproposito si parla, sovente deviando dal corretto contesto per approdare a situazioni di basso profilo; situazioni che, è bene dirlo, con la 'vera' Massoneria poco o niente c'entrano, tanto ne sono distanti.
Per correttezza, abbiamo chiesto espressa autorizzazione all'Autore al fine di porgere il testo alla cortese attenzione di una platea più ampia.
Ovviamente, nel rispetto di un corretto e asettico pluralismo, siamo a disposizione, per la pubblicazione di loro eventuali repliche, di chi possa sentirsi chiamato in causa.
Buona lettura! 



 Breccia di Porta Pia

In occasione del XX Settembre, qualcuno mi ha ricordato che i Massoni celebrano, proprio in questo giorno, la Libertà, commemorando la breccia di porta Pia a Roma. Ho risposto in quanto ritengo l’abbinamento una inesattezza. Ho risposto, dato che non ero in FB, tramite messanger. Ciò significa che molti di coloro che adesso sono destinatari di queste mie riflessioni le hanno già ricevute, non dico lette, in messanger. A costoro chiedo scusa. Desidero però far risentire il mio pensiero in FB iniziando da un evento ancora attuale al quale, per me, è stato attribuito un significato che non posso condividere. La mia riflessione:

Molti appartenenti alla Massoneria sostengono che il 20 settembre, celebrando la breccia di porta Pia, vivono la giornata come la giornata della libertà. Una libertà che i Massoni vogliono difendere con forza, coraggio, vigilanza e perseveranza contro coloro che vogliono opprimere le coscienze e alzare steccati che confinano l’uomo nelle gabbie dell’antidemocrazia, nelle nebbie mortali dell’irragionevolezza. (Le ultime parole non sono mie, non mi approprierei mai di ciò che non mi appartiene, ma del Gran Maestro del GOI).

Parecchi sono convinti che la Breccia di porta Pia fu l’inizio della libertà degli Italiani, molti però sostengono, specie in Sicilia, che la breccia di porta Pia, portò a molti fame, miseria, diseguaglianze, privilegi di alcuni a danno di altri. Ma questa é politica ed io non voglio interessarmi di politica, anzi, da Iniziato, quale mi ritengo di essere, non debbo interessarmi di politica o quantomeno debbo interessarmi di politica tenendo presente il concetto esoterico di Libertà e non quello sociale o politico. Gli Iniziati sanno che il concetto esoterico è assoluto mentre quello sociale, politico, è relativo. Il concetto esoterico si basa sulla conoscenza assoluta quello sociale o politico sulla imposizione delle idee e dei comportamenti da parte di un gruppo su un altro. Possiamo quindi ben dire che il concetto esoterico unisce mentre quello sociale o politico può anche divedere. 

Da parte dei massoni, di esoteristi, di iniziati, ci si aspetta quindi che per celebrare e difendere la LIBERTÀ si scelga un simbolo venuto agli iniziati dalla tradizione e non dalla storia. Se il simbolo che si sceglie è politico permettetemi di dire che coloro che lo adoperano non lo adoperano da iniziati ma da politici. Se sono Massoni e fanno politica senza usare simboli massonici, possono dare l’impressione di farlo in quanto vogliono usare la massoneria per portare avanti ideologie mascherandole da simboli tradizionali. 

Anche i non Massoni sanno, in quanto lo dicono parecchi libri che si possono trovare in qualsiasi libreria, che sopra la cattedra del Maestro Venerabile campeggia il trinomio, Libertà, Uguaglianza, Fraternità. So che molti Massoni ritengono che tale trinomio non sia tradizionale, che è stato mutuato dai rivoluzionari francesi e che, pertanto, non è un simbolo come bisogna intendere i simboli. Io dico però che le azioni umane, come i concetti, debbono rispecchiare le norme universali. La libertà in senso esoterico è purezza, mancanza di condizionamenti. Solo se si è puri, se non si è condizionati, si può costruire il concetto relativo, terreno, di libertà senza che esso divenga un espediente per esercitare la propria maggiore forza nei confronti di altri che hanno un concetto di libertà magari diverso. La Massoneria ha proprio questo compito. Essendo un Ordine Esoterico, Iniziatico, deve mettere a disposizioni gli strumenti necessari per tornare puri, come si era prima della nascita, per perdere i condizionamenti che si sono acquisiti dalla nascita in poi per potere poi accedere alla conoscenza del cosmo e delle sue regole. Dopo aver ottenuta tale conoscenza si può, direi si deve, fare in questa dimensione, nella nostra terra, ciò che serve per perfezionare l’opera nell’intero cosmo. La breccia di porta Pia non è utile per ottenere tale risultato. 
Non per completare la disamina ma solo per aggiungere qualche concetto, ed approfittando dell’occasione fornitaci dalle gerarchie del GOI relative alla celebrazione della libertà in occasione della breccia di porta Pia, accostamento da me già contestato, desidero aggiungere: è più che evidente che la massoneria del GOI non fa alcun accostamento fra celebrazione della libertà e commemorazione dell’anniversario della breccia di porta Pia. Come ho già detto la Massoneria celebra la “LIBERTÀ” attribuendo ad un simbolo storico, che separa, una valenza tradizionale, che unisce. In effetti ha ragione chi sostiene che il GOI, con la manifestazione cennata, non intende affatto accostare la celebrazione della libertà con il rito dell’equinozio di autunno, che è caduto il 23 settembre.
In ogni caso, dal punto di vista esoterico l’equinozio, a mio parere, non è simbolo di libertà, ma simbolo di uguaglianza. Simbolo della libertà, sempre a mio parere, è il solstizio. Dobbiamo considerare questi momenti interpretandoli analogicamente e dobbiamo dare ad essi la valenza esoterica cioè valida per tutto il cosmo e non solo per questa nostra terra. Ma nello stesso tempo dobbiamo considerare esotericamente anche i concetti di libertà, gia da me enunciato, ed il concetto di uguaglianza che deve essere inteso, quest’ultimo, come situazione di purezza, che rende tutte le manifestazione dell’Emanazione uguali tra di loro e che l’uomo, in questa dimensione, ottiene dopo aver raggiunto la libertà cioè dopo essersi liberato da ciò che lo condiziona. 
Come tutti sanno vi sono due momenti solstiziali e due momenti equinoziali. Entrambi i momenti esprimono il primo, quello solstiziale, il concetto di libertà, il secondo, quello equinoziale il concetto di uguaglianza. 
Non sto a descrivere quì il rito da celebrare in entrambi i momenti, desidero solo richiamare l’attenzione sul fatto che l’anno comincia in occasione dell’equinozio di primavera per tutti o quasi tutti gli Ordini Esoterici; dico quasi tutti in quanto, per esempio, la Massoneria del GOI ha, in un primo tempo, avvicinato parecchio l’inizio del proprio anno ponendolo al 1 marzo e poi, con Corona Gran Maestro, che agì in un momento particolarmente difficile, ha eliminato i residui di esoterismo che vi erano ancora nel GOI, e l’ha posto il 1 gennaio. Aggiungo poi che in entrambi i momenti i rispettivi riti prevedono, oltre ad una effettiva purificazione che si effettua con fuoco ed acqua, fuoco che non brucia ed acqua che non bagna, un accostamento con gli altri elementi della natura che richiamano il detto di Ermete che ciò che é in basso é come ciò che sta in alto.


Ritengo opportuno, dopo quanto ho scritto sulla commemorazione fatta dal GOI della breccia di porta Pia, esporre come intendo io l’Ordine Massonico. Riporto quindi un mio scritto di alcuni anni or sono che forse ho già pubblicato in parte o interamente. Giova comunque ripetere.
Ho trascorso molti anni in Massoneria ed essendo curioso per natura, ho avuto contatto con diverse esperienze esoteriche, anche non massoniche. Credo di aver raggiunto un certo grado di preparazione in questa materia o almeno questo è quello che molti amici mi fanno credere e, spero, non solo per togliermi di mezzo. Oltre che curioso sono anche un irrequieto. Lo dimostra il fatto che in Massoneria sono stato iniziato in una Loggia, ma dopo dieci anni ho partecipato alla fondazione di un'altra e dopo venti anni di appartenenza a quest'ultima ho fondato, insieme ad altri Fratelli, una terza Loggia alla quale ho appartenuto fino al mio allontanamento dalla Massoneria. Ho detto che sono irrequieto e questo già è sufficiente per spiegare i miei movimenti. Ma la natura umana fa sì che l'uomo debba darsi una spiegazione ragionevole a tutte le intemperanze da lui stesso commesse e quindi anch'io ho "costruito" i motivi che giustificano, almeno a me, questa irrequietezza. 

Ho sempre saputo e mi è stato sempre detto che la Massoneria è un Ordine Esoterico - Iniziatico. Frequentando l'ambiente però mi rendevo conto che l'attività che si svolgeva in Loggia era solo ed esclusivamente di natura culturale. In sostanza mi rendevo conto che i "lavori" che si svolgevano in Loggia potevano essere svolti in un qualsiasi circolo culturale specializzato nello studio dell'esoterismo. Mi rendevo conto anche che tutto ciò che si diceva in Loggia era contenuto nei tanti libri che trattano di esoterismo e che spesso le cd "Tavole" erano il frutto non della cultura di chi le "scolpiva" ma.....del copia ed incolla. Nonostante queste constatazioni aspettavo comunque con ansia che mi si dessero gli strumenti per poter raggiungere quel sapere impedito ai non iniziati. Il tempo però passava. Mi sono stati dati i gradi che da semplice apprendista mi hanno elevato prima a compagno e poi a maestro. In cuor mio, però, non notavo alcuna differenza. Mi rendevo conto anzi che i gradi, gli avanzamenti di paga, venivano dispensati quasi esclusivamente in base all'anzianità di iniziazione, ovvero di ingresso in Massoneria, constatando che erano di grado inferiore solo quelli che erano entrati dopo. Leggevo e mi veniva detto, spesso anche in "tavole" roboanti lette in Loggia, che l'aumento di paga lo si deve meritare. Che l'aumento di paga si ottiene solo dopo aver dimostrato di aver bene appreso l'uso degli strumenti che si adoperano nel grado precedente. Belle parole e basta. Constatavo che gli strumenti dei gradi erano illustrati nei vari rituali del grado specifico ed in alcuni oggetti posti in determinati parti del Tempio. Ma nessuno, pur illustrandomi il significato di quegli strumenti, il significato degli oggetti, mi sapeva dare istruzioni su come adoperarli. Era come se di una macchina ti illustrassero le varie componenti ma nessuno ti informasse che cammina e ti insegnasse come si fa a farla camminare. Oltre ad essere curioso sono anche ostinato per cui sapendo che nella Massoneria della quale facevo parte operano anche alcuni Riti, ho aderito ad uno di questi credendo che i veri segreti Massonici mi sarebbero stati svelati proprio in detto Rito. Anche in questo ho fatto "carriera". Ma anche questo mi ha deluso. Aumentavo di grado, le insegne di volta in volta erano diverse, in qualche maniera aumentava la mia cultura ma nessuno mi dava le istruzioni su come guidare quella macchina. In Loggia, anche in quel Rito venivano lette "tavole" che trattavano argomenti che avevo già letto nei libri prima della cerimonia con la quale mi si conferiva il grado. Di percorso che dalla terra porta al cielo non si parlava, come nei primi tre gradi, o almeno se ne parlava ma solo in teoria, tanto per parlarne. E tutto ciò non solo nei gradi subito successivi al terzo ma anche nei gradi piuttosto alti. Mi sono dimesso (messo in sonno) anche da quel rito, ed ero giunto già alla soglia del grado più elevato. Voglio raccontarvi un episodio occorsomi in una delle "tornate" di quel Rito. È opportuno precisare che quella tornata si svolgeva nel capoluogo regionale e riguardava un grado alquanto alto. Tanto alto che la Loggia era solo nazionale ed era stata creata, come di consuetudine, una "succursale" Regionale. Ebbene in quella tornata si discuteva dei simboli del grado, dei simboli che si trovavano o si dovevano trovare nel Tempio di quel grado. L'oratore ci espose una brillante tavola ricca di elementi presi o estratti dal Farina, dal Porciatti, dal Pike, ovvero da libri che si possono trovare in qualsiasi libreria. Non parlò del sotterraneo e delle raffigurazioni che lo stesso conteneva e mi viene il sospetto che non ne parlò in quanto i libri citati non ne parlano. Eppure del sotterraneo si parlava nel rituale del grado e nello stesso rituale si parlava anche delle immagini dipinti nello stesso. Dopo l'Oratore ufficiale io fece un intervento. Descrissi il sotterraneo e diedi la mia spiegazione delle immagini che ivi si trovavano. Ebbene, a seguito del mio intervento mi accorsi che molti dei presenti non sapevano del sotterraneo, in sostanza non avevano letto neanche il rituale del grado, e molti, che avevano invece letto il rituale, non conoscevano il significato delle immagini. Voglio riferirvi di due episodi che hanno condizionato i miei comportamenti. Il primo: nel 1983 è morto un mio parente, massone. Fra le sue carte ho trovato degli scritti massonici di Giacomo Tallone. Allora comincia a leggerli più per curiosità che per altro. Mi accorsi però che in quegli scritti erano contenute le istruzioni per.....guidare la macchina. Tallone infatti illustrava strumenti Massonici e leggendo mi rendevo conto che sia l'ordine che il rito che allora frequentavo mettevano a disposizione gli "attrezzi" atti a percorrere la via iniziatica. Tentai di utilizzare quegli strumenti che indicavano sia Tallone che le Logge, dell'ordine e del rito. Non mi fu possibile. Non mi fu possibili in quanto mi è stato impedito con mezzi riconducibili alla tronfia prosopopea di coloro che si definiscono Massoni, mi fu impedito dalla difficoltà della Massoneria di creare dei veri Maestri. Il secondo avvenimento. Mi imbattei, in quel tempo, in un altro Ordine Esoterico. In quest'ultimo non si chiacchierava, si operava ed incominciai ad operare. Mi resi conto che la Massoneria, ovvero l'Ordine Iniziatico che conoscevo io non era in condizione di condurre l'uomo nel percorso. Non era in condizione nei primi tre gradi e non lo era neanche nei i gradi "superiori" presenti nel rito che avevo frequentato. Al massimo era in condizione di acculturare i suoi membri imponendo la redazione o l'ascolto di scritti che per generosità possiamo definire speculativi. Al di fuori di quel "massimo" è possibile trovare i più squallidi "metalli" che l'uomo si porta appresso e che ritiene normale introdurre nella Loggia per soddisfare le proprie ambizioni o velleità. L'esperienza massonica, divenuta ormai notevole, se non altro per anzianità, mi parlava di altro Rito, sempre nell'ambito della stessa Obbedienza, essenzialmente Operativo. Avendo abbandonato il precedente Rito, mi avvicinai a quest'ultimo. In effetti, almeno a livello locale, forniva la possibilità di intraprendere il percorso esoterico che avevo conosciuto leggendo gli scritti di Tallone. Mi sono trovato quindi a frequentare la Massoneria dei primi tre gradi, il Rito al quale avevo aderito e l'Ordine Esoterico non Massonico e operativo. Mi venne l'idea di approfittare dei tre ambienti diversi, uno dei quali da me già creato (la loggia nei primi tre gradi), gli altri due da creare, (il Rito e l'ordine esoterico diverso dalla Massoneria) per percorrere e far percorrere a più persone possibile la via iniziatica. È opportuno a questo punto fornire alcune spiegazioni per chiarire il mio progetto. La Loggia nei primi tre gradi viene frequentata dai Fratelli Iniziati o accolti nella stessa, tranne poche eccezioni costituite dai visitatori ovvero da Fratelli di altre Logge che vengono in visita; nel Rito confluiscono Fratelli di tutte le Logge della stessa città; in un Ordine estraneo alla Massoneria possono confluire non iniziati alla Massoneria e donne che, nel caso di Logge Massoniche nelle quali non possono essere iniziate, rimangono al di fuori delle stesse. La Loggia che io frequentavo appartiene ad una Istituzione che non inizia donne. In teoria quindi avrei avuto la possibilità, oltre che di lavorare nella mia Loggia, di iniziare e quindi di far percorrere la via a Massoni non appartenenti alla mia Loggia e a profani e donne non appartenenti alla Massoneria. A distanza di anni e dopo aver messo in pratica il mio progetto, posso dire che nella Massoneria funziona solo, e non perfettamente, la Loggia che io frequentavo nei primi tre gradi, mentre il Rito si è dissolto completamente. Funziona abbastanza bene l'Ordine Iniziatico diverso dalla Massoneria. Non sono soddisfatto. Vorrei che funzionassero e anche bene le altre due realtà. Non mi arrendo anche se il mio progetto può essere da alcuni frainteso e da altri considerato velleitario.

Mi sono arreso peró. 
Mi sono arreso per disperazione. 
Sono arrivato ad una veneranda età e nulla é cambiato. 
Mi sono arreso ed ho, in FB e per rabbia, scritto alcune mie considerazioni, ritenute offensive, relative al responsabile nazionale della Massoneria alla quale ho appartenuto. Mi fu mossa una tavola di accusa. Io, dopo le accuse, mi sono dimesso dalla Massoneria. Mi sono allontanato avendo preso atto della mia incompatibilità con quel tipo di Massoneria. Coloro che hanno mosso la tavola di accusa, mi allontanarono a loro volta, ritengo io perchè infastiditi da chi continuava a esaltare una massoneria diversa da quella che loro ed i loro mandanti conoscevano o dicevano di conoscere. Bene così, continuerò a manifestare ciò che penso dal di fuori. 
Ho constatato, comunque, che molti che appartengono alla Massoneria manifestano il disagio che io stesso ho manifestato. Costoro rimangono ed io spero che rimangano solo nella speranza che un giorno si verifichi il miracolo e la Massoneria, da Ordine Esoterico quale la si ritiene, torni ad occuparsi solo di strumenti iniziatici e nella giusta maniera. A costoro io mi permetto di dire: fate politica, politica Massonica. Scacciate dal Tempio i mercanti che dello stesso si sono impadroniti. Io non l’ho fatto. Forse perchè mi ritenevo un puro. 
Non so se sarei riuscito a scacciare i mercanti dal Tempio, (periodo ipotetico) così però, certamente, non l’ho neanche tentato.

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domenica 23 settembre 2018

EQUINOZIO D'AUTUNNO...RISPETTO...PENSIERO LIBERO



23 SETTEMBRE: EQUINOZIO D’AUTUNNO 2018.                                                                                      A GRAN VOCE SOLLECITIAMO RISPETTO PER L’INIZIATO.

Non sembri strano l’incipit di questo scritto, rispetto al carattere e alla personalità di chi scrive ed a quanto coerentemente sostenuto in decenni di vita iniziatica: ma c’è un momento in cui, guardandosi attorno, ci si rende conto che la quercia intorno alla quale si incentrava ogni riflessione, in realtà è diventata un bonsai, mostrando peraltro i segni impietosi del trascorrere del tempo.
Proprio per ciò, il ricondursi ancora una volta alle notizie di cronaca - che riportano a una Massoneria Italiana sempre più incerta e confusionaria, sempre più travagliata, e anche sempre meno difendibile a fronte di vicende negative e negativizzanti, specie per accuse di compromissione di uomini e strutture sospettate di essere impegnate in affari contigui alla criminalità organizzata ovverosia in questioni diametralmente opposte al corretto modo di essere Massoni – è alfine demoralizzante e persino di scarsa utilità pratica, visto il muro di gomma e le nebbie che – spesso in un tutt’uno – avvolgono situazioni, uomini e cose.  Peraltro, tale esercizio ci porta costantemente al classico parametrare, pesando e misurando fatti e persone, con l’eterno quesito: quale detersivo si può utilizzare per pulire in modo risolutivo un capo sporco, unto, macchiato in svariati modi?    Si è preso così atto che tutti ormai sanno: o per esperienza diretta o per averne letto o per averne sentito o per avervi personalmente assistito; ne consegue la riflessione che, chi ancora permane in contesti discussi o discutibili, o ne ha l’interesse o spera di averne un qualche vantaggio presente o futuro, o non ha ben compreso cosa significhi essere un Massone, o ritiene che la Massoneria sia un teatrino in cui possano trovar posto pavoni, emergenti, damerini e perfettini, propensi e disponibili a tutto. Questo per lo più a livello di base, poiché sappiamo che, chi amministra, è ben consapevole di quel che fa e di quel che accade, traendone comunque prebende e vantaggi pratici. Fosse solo per i lauti rimborsi-spese di cui possa godere con larghezza e troppo spesso con scarsi controlli.
Per quanto precede, dopo moltissime analisi, dopo innumerevoli interventi attraverso scritti e incontri, anche insieme a chi nel tempo possa aver espresso similari valutazioni, siamo stati indotti ad abbandonare ogni interesse per questa italica condizione, a dir poco scabrosa, per concentrarci in modo esclusivo sulle nostre attività, pur senza chiuderci al mondo e proseguendo l’eterna costruzione: destinando così ogni più utile energia alla realizzazione di progettualità concrete e il più possibile  innovative, destinate ad altra e diversa, ampia, dimensione.
In primo luogo, non possiamo né vogliamo più identificarci – anche solo nominalmente - con questa Massoneria, poiché, se lo facessimo, condivideremmo – comunque in un qualche modo, anche passivo – tutto ciò che in essa, anche solo per responsabilità di chi ne possa anche solo spacciare il nome, possa avvenire in Italia o che in Italia trovi ricettacolo e facile, deteriore, sponda. Per essere più precisi, a scanso di possibili equivoche o strumentali interpretazioni, ora come per il futuro dichiariamo di dissociarci da ciò estraniandoci quindi da un generico contesto in ogni caso compromesso e viziato nel suo complesso.  Automaticamente, ciò ci pone anche nella condizione di non perdere tempo nell’evitare di meravigliarci ogni volta, o di assumere una veste censoria per riferirci in un qualche modo al tizio o al caio di turno, ovvero a questo o quel contesto. Premesso che non intendiamo ergerci a giudici ma essere solo di stimolo per un rinnovamento, preso atto del tutto, esprimiamo che la complessità della situazione e della condizione della Massoneria Italiana non suscita in noi il forte interesse di prima, avendo constatato che ha ormai assunto i tristi connotati di sabbie mobili circondate da acque stagnanti.   D’altronde, è lampante come ciascuno – nel proprio ambito – sia nella condizione di individuare da sé il male e di porvi autonomo rimedio, senza attendere l’imbeccata giusta di possibili suggeritori. Occorre solo aver coraggio e determinazione: e il coraggio o c’è o è inutile cercarlo tra gli scaffali di un supermercato.
Parlando con un Illustre Fratello all’estero, riflettevamo: traiamo illuminante esempio dall’impressionante crollo del viadotto di Genova (dinanzi alle cui vittime chiniamo il capo in silenzio, nella massima solidarietà e affiancandoci ai Cittadini che a gran voce chiedono Verità e Giustizia). Un viadotto fatto con moderni materiali e con studi appropriati, come lo sono stati altri ponti e altri viadotti negli anni e nei secoli precedenti: ma ancora in piedi e ben solidi, basti solo pensare ai manufatti di epoca romana, ancor oggi resistenti ai terremoti o alla enorme pressione delle acque o ai movimenti naturali dei terreni o al semplice passare del tempo.  Forse che la sabbia e gli agglomerati cementizi di epoca romana fossero più selezionati e curati, e quindi solidi? Non spetta a noi dirlo, ma solo constatare che il viadotto è crollato: altri devono indagare, scoprire le ragioni, le cause lontane e recenti, le responsabilità ed i relativi livelli. Noi possiamo solo prendere atto che qualcosa non ha funzionato e che – evidentemente – la ‘sabbia’ o la ‘malta’ di un tempo, non sono più quelle di oggi. Lo stesso concetto vale per la Massoneria Italiana di oggi: se in parte vi sono profondissime crepe e se a tratti ha miseramente ceduto, non resta che prenderne dolorosamente atto; ad altri spetterà l’analisi delle cause, la contestazione delle responsabilità.
Oggi, noi, possiamo solo pensare ad offrire ogni più utile contributo per aiutare chi possa intendere di rimuovere le macerie, dando così ausilio alla ricostruzione di qualcosa di alter e diverso destinato a durare nel tempo: per la diversità e robustezza dei materiali adoperati, o per la innovativa diversità con cui l’agglomerato di acciai e cementi possa essere costituito, o anche solo per la eccellenza della progettualità.
Forti delle peculiarità storiche, culturali ed iniziatiche esclusive della Comunione di Piazza del Gesù, intendiamo identificarci maggiormente attraverso quegli elementi, quei presupposti, da noi identificati per primi in un contesto che abbiamo qualificato e quindi indicato essere la Massoneria delle Antiche Pietre: una definizione che vuol testimoniare la ferma volontà di ricondursi alle Alte Tradizioni del passato attraverso tutto ciò che possa portarci sostanzialmente allo spirito e alla lettera di quanto abbia preceduto la c.d. Massoneria Moderna, storicamente nata nei primi anni del 1700: ossia, dopo e con altre e diverse regole che non prima. Un modello fin qui – a torto o a ragione – preso da tutti a modello di base, da osservare.
Per noi il punto dal quale si dipana ormai il nostro percorso contemporaneo al pari di quello futuro, è costituito da uno schema che, pur tenendo in debito conto tutto ciò che possa essersi sin qui manifestato, tenendo conto che la fase dominata dall’Illuminismo è ormai superata – tutt’al più ci troviamo in un fase post-illuminista, tutto da decifrare: in eccesso o in difetto – si rifà alla Massoneria delle Antiche Pietre: individuata e definita tra la fine dello scorso secolo e l’avvio di quello attuale,  attraverso studi e approfondimenti incrociati su antichi testi italiani e stranieri potuti individuare in raccolte e biblioteche di prestigiose Università, anche parametrano il tutto alle diverse e numerose realtà seriamente e proficuamente impegnate all’estero: realtà che sovente ci esprimono persino la loro difficoltà a comprendere perché in Italia abbiamo adottato il termine ‘massone’, che così poco esprime nella nostra lingua, diversamente dai vocaboli che, sempre all’estero, riconducono letteralmente al lavoro di muratorìa e quindi all’attività del Libero Muratore.
Chi nel tempo abbia voluto seguirci, sa che fin da subito tanto la definizione – Massoneria delle Antiche Pietre – che i contenuti sono stati ripresi e studiati all’estero: nei paesi di lingua inglese come in quelli di lingua tedesca, francese, spagnola e portoghese; testimonianza dell’interesse per le tematiche e le dinamiche trattate, e per le relative innovative riflessioni. Con le conseguenze per noi che quest’ultime comportavano: ritenere che la nostra vita quale comunità iniziatica per essere degna dev’essere vissuta non solo correttamente ma soprattutto con pienezza, attraverso atti concreti e significativi piuttosto che non solo programmatici. Forte dei propri particolari e ineguagliabili trascorsi storici, iniziatici ed esoterici, fin qui potuti capitalizzare grazie alla cura nella conservazione della Originarie e Antiche Tradizioni, questa diversa via sottolineerà ai Fratelli tutti l’esigenza di aprire ben bene gli occhi, spaziando oltre i normali confini, così godendo di quel respiro più ampio che si può sviluppare solo attraverso il Pensiero Libero, la Libertà, l’Unione, la Tolleranza, l’Amore Fraterno.    Proprio      quell’Amore Fraterno che, in uno all’Amore per il Prossimo e alle azioni a fin di Bene, è la vera molla interiore che tutto unisce e tutto raccorda, in magnifica Armonia.
Proprio tale considerazione, ci ha sempre portato al raffronto con Terre, con Paesi, dove i concetti di Libertà, Democrazia, Fraternità, Equità, Verità e Giustizia siano vissuti appieno e quindi coerentemente ai contenuti tutti insiti in tali archetipi oltre che nelle singole e diverse Carte istituzionali: contenuti non negoziabili, non interpretabili secondo umori e sofismi di parte, affatto posti in discussione in ogni momento del vivere quotidiano.  Peraltro, ciò intende anche testimoniare il nostro sconcerto nel dover prendere atto che non c’è alcuna potenza massonica che dall’estero faccia propria l’ansia e le difficoltà dei Massoni Italiani. Ma vuol testimoniare anche una nostra irrequietezza interiore, per quella Massoneria che a livello internazionale stabilisce per sé e per tutti regole, regolette e norme interpretative: senza sentire l’esigenza di una consultazione preliminare di tutti coloro che pur ad essa possano riferirsi, in quanto Iniziati (e non importa dove!). In questa sede, così come fatto con l’esempio del viadotto crollato, non interessa altro che prendere atto che gli sbagli si verificano, assumendo le conseguenti e opportune distanze allorché questi possano essere intesi quali imposizioni o prevaricazioni, illiberali e persino al limite dell’irrazionale - visto il nostro particolarissimo contesto – o persino avversi a quel comune sentire fin qui appreso e applicato, persino in modo sofferto.
Questa constatazione, ci ha portati ad altra conseguente seppur sofferta decisione: abbandonare ogni Trattato, ritenuti ormai superflui se non inutili; buoni solo ad essere incorniciati ed essere posti in bella mostra, persino indipendentemente dalle qualità intrinseche di chi li possa esporre.
Ci riferiamo ora alla controversa ma esistente e travagliata ‘questione femminile’.
Per oltre 300 anni, un certo contesto massonico – ora facendo perno su questo, ora su quello – ha imposto un allineamento strettamente parametrato alla propria visione e quindi al proprio interesse, divenuto così modello ortodosso che disconosceva e respingeva la presenza nelle Logge di soggetti non di sesso maschile. Esplicitando ancor meglio, in detto contesto l’elemento femminile non solo non era ammesso, ma era persino guardato con sufficienza e distacco (sotto il profilo iniziatico, ovviamente): con conseguenti prese di posizione e radicali distinguo, che molto spesso si sono trasformate in vere e proprie separazioni tra Fratelli che pur si stimavano, avevano moltissimo in comune e ritenevano di poter percorrere insieme un buon percorso iniziatico. Vogliamo qui prescindere dai seri limiti mostrati nel tempo da questa norma, fatta valere all’insegna del prendere o lasciare (ossia, o si lavora con parametri – da altri - definiti ‘regolari’, o non si è tali) e collateralmente sostenuta da studi e sofismi ritualistici, storici, filosofici, simbolici ed esoterici a giustificazione della posizione assurta a livello di vero e proprio dogma; ma è un fatto che con il passare dei secoli l’humus sociale, politico, economico, familiare e fideistico, sia mutato profondamente. Le Donne, specie dagli anni ’60 dello scorso secolo, hanno subito una profonda presa di coscienza e una emancipazione che, nel contesto occidentale, fungono oggi da campione per le altre Donne nel mondo tuttora in condizioni di vera e propria sudditanza fisica, morale, psicologica e materiale, nei confronti di un sesso maschile sovente disattento e persino arrogante, quando non violento.  Certo, 300 anni or sono, tutto ciò non era neanche lontanamente ipotizzabile ovvero prevedibile: le poche Donne colte o munite di una qualche particolare abilità, dovevano possedere una buona cultura di base o appartenere a classi sociali di alto profilo, o appartenere alla nobiltà (ossia, essere cresciuti quindi in ambienti di per sé più colti e raffinati). Per la gran parte che ne residuava, le Donne erano relegate in stretti ambiti familiari, poco presenti e visibili in incarichi di tipo pubblico, impegnate in lavori faticosi (specie nei campi) attive in ambito conventuale, ma sempre soggette all’autorità e alla energia maschile, fatta valere come vera e propria padronanza dell’uno nei confronti dell’altra.   Ma, dicevamo, storia alla mano, ogni epoca ha le proprie realtà: così che una norma realmente discriminante varata oltre 300 anni fa, è rimasta applicata a lungo, nonostante il graduale variare delle situazioni di contorno. Certamente, ci siamo sempre posti degli interrogativi: fu una discriminazione ‘sociale’? Di tipo ‘fideistico-religioso’, ‘concettuale’, ‘aprioristico’, ‘di principio’. ‘ritualistico-simbolica’, basata su un qualche presidio di ‘purezza’ o esclusivamente e semplicemente di ‘genere’? O ancora, fu una sorta di antico retaggio di natura eminentemente esoterico-simbolico e quindi iniziatico?  Le risposte sono plurime e le intersecazioni tra l’uno e l’altro campo frequentissime, e talune speculazioni intellettuali appaiono più valide che non altre tanto sono impregnate di concatenazioni logiche: ma la spiegazione non c’è e non è mai stata fornita da chi tale norma ha pur posto.
Non tralasciamo poi un’altra nota stonata: è il mantenimento della parola razza nei parametri di appartenenza/adesione/ammissione: il testo recita che quest’ultima debba avvenire ‘senza distinzione di razza’. Orbene, fin dalla fine dello scorso secolo, la Scienza ha stabilito con certezza che di razza ce n’è una sola, ed è quella umana. Non sarebbe il caso che l’enunciato, visto il suo chiarissimo limite attuale, venisse adeguatamente corretto da parte di chi pur avrebbe tale onere? Magari, con l’appropriato termine etnia. O anche ciò che è erroneo deve diventare tradizione?   
Ma se è vero che nessuna modifica è avvenuta – e siamo ben oltre ogni lecito limite di tempo – pur di fronte all’evidenza delle cose, è plausibile che anche relativamente all’esclusività della presenza maschile – e quindi alla non presenza femminile – qualcosa alfine possa fin da subito essere cambiata: solo che, con flemmatica indifferenza, non se ne è voluto prendere atto.  Quindi… la discriminazione prosegue e proseguirà… fino a che (loro) non decideranno diversamente! Proprio a questo riguardo, è stato con enorme stupore che abbiamo appreso che - con una vera e propria impennata di modernità, con grande solennità ed i toni delle grandi occasioni – proprio chi si è arrogato il diritto di riconoscere i buoni dai cattivi, ha diramato una nota ove si esplicita che un Iniziato che da uomo sia ‘transitato’ a donna potrà continuare a frequentare la propria Loggia inglese (come se nulla fosse): unica accortezza, il consiglio di indossare abiti sobri di colore scuro. I mezzi di informazione, hanno sottolineato che la GLUE avrebbe così agito tenendo conto dei cambiamenti sociali intervenuti, invitando i propri confratelli a mostrare maggiore ‘misericordia’ e tolleranza verso i trans. Peraltro - in tema di stranezze, e per la serie ‘non ci facciamo mancare niente’ – risulterebbe che a Parigi abbiano iniziato un transgender, cioè un uomo che si sente e si comporta come una donna.
Questa la notizia com’è stata diramata dai mezzi di informazione in Italia. Ma anche in questo caso, l’informazione è stata superficiale e carente, e con un traduzione discutibile proprio dei termini più importanti: quindi, prima ancora di pronunciarci sui contenuti, è opportuno conoscere le cose per come siano realmente avvenute. Ecco dunque cosa risulta dalle nostre informazioni: tali da dare una diversa, più completa e corretta visione della situazione.  I Massoni inglesi si adeguano alla tendenza attuale aprendo le loro porte alle persone transgender che siano passate da uomo a donna. La GLUE, che ha giurisdizione su Inghilterra, Galles e alcuni ambiti d’oltreoceano, con una propria nota di orientamento relativa all’identità di genere, ha comunicato di aver stabilito che una “donna che è diventata un uomo” debba essere trattata “allo stesso modo di qualsiasi altro candidato maschile”. Tale donna potrà dunque essere o diventare un massone a tutti gli effetti, con l’accortezza che in Loggia sia presente con sobrie vesti maschili, ossia nell’identità di genere uomo. Un documento certamente extra-ordinario e dagli effetti certamente sensibili, sottolinea come la riqualificazione di genere di un Massone dovrebbe essere “trattata con la massima indulgenza e sensibilità (.) nessun candidato dovrebbe essere soggetto a domande relative al proprio genere, poiché potrebbero causargli sensazioni di disagio per tali motivi, se un aspirante membro della loggia è una persona transgender, ci si aspetta che “riceva il pieno sostegno dai suoi Fratelli. Il portavoce della UGLE Michael Baker, ha spiegato come la novità appena introdotta sia il frutto di una volontà di adattarsi al mutato contesto sociale in fatto di identità sessuali, dichiarando: “sebbene non ci sia stata una richiesta generale di orientamento sulla riassegnazione di genere, le domande sull’argomento diventeranno sempre più comuni in futuro, e ora sembra essere un momento opportuno per fornire orientamenti generali ai nostri membri”. Baker ha anche precisato che la GLUE, in ogni caso continuerà a mantenere ben distinti il ramo maschile e quello femminile, evidenziando che “le persone che la legge classifica come femmine non potranno ancora aver accesso all’UGLE. Queste, potranno, naturalmente, divenire membri delle due logge esclusivamente femminili: l’Order of Women Freemasons (OWF - Ordine delle Donne Massoniche) e l’Honourable Fraternity of Ancient Freemasons (HFAF - Onorevole Fraternità degli Antichi Massoni).
I commentatori all’estero hanno rilevato che tale documento di allineamento in fatto di sessualità reso pubblico dalla GLUE, non debba stupire più di tanto, riconducendone i motivi all’energica lotta della (purtroppo, non solo locale) Massoneria contro il cattolicesimo. Motivo, ricordiamolo, che l’ha indotta a promuovere e sostenere tutti quei teoremi, che possano essersi presentati nell’ambito dei processi di cambiamento anche di tipo rivoluzionario: teoremi sempre indirizzati ad aggredire e scardinare in particolare quell’Ordine Naturale sostenuto dal Cristianesimo in generale e dal Cattolicesimo in particolare.  Una conflittualità pluricentenaria ed a volte acerrima testimoniata da un vero e proprio scontro tra visioni del mondo e della stessa civiltà: contrapposte e difficilmente conciliabili. Qui ricordiamo per chi ci legge talune evidenze dai verbali del Convento Mondiale Massonico di Liegi (1865)  “Sono quattrocento anni che noi scalziamo il cattolicesimo, la macchina più forte che sia stata inventata in fatto di spiritualismo. Essa è ancora solida, disgraziatamente”. E le posizioni ufficiali di allora non sono mutate.
Già questo, pur essendo un elemento apparentemente di mera rilevanza storica, è in realtà uno dei fondamentali distinguo tra le posizioni tradizionali sostenute senza soluzione di continuità dalla Comunione di Piazza del Gesù – sempre prossima a quelle radici alimentate dalla tradizione giudaico-cristiana – con maggiore energia rimarcate dal 1906, e le posizioni nominalmente laiche ma in realtà laiciste (e con tendenze persino atee in taluni contesti) di altra grande parte della comunità massonica italiana. Una posizione, quest’ultima, pedissequa a quella della Massoneria filo-anglicana e filo-luterana, sulla quale le posizioni sono incrostate da lunghissimo tempo nonostante le italiche tradizioni.   Questa situazione, da parte nostra ha sempre suscitato grande attenzione e mai condivisione, per una nostra diversa concezione, interpretazione e persino riconducibilità alle antiche Tradizioni degli Antichi Mestieri e della Libera Muratorìa: ricordiamo che fino gli inizi del 1700 i Lavori si aprivano con chiare, ampie, inequivoche invocazioni al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, a Maria Madre ed ai Santi Quattro Coronati. E noi a ciò siamo rimasti sempre coerentemente legati: lo stesso rispetto e studio per la Bibbia è per noi fondamentale, poiché la presenza del Libro Sacro in Loggia non è casuale né limitata alla lettura di brevissimi passi evangelici.
In tale ottica – premettendo che rispettiamo tutte le libertà personali in fatto di sessualità, purché vissute con atteggiamenti corretti ed affatto spavaldi – mal comprendiamo come possa esse degna di enfasi una condizione legata ai gusti sessuali piuttosto che non a malattie correlate a errori genetici (in questo caso la casistica è infinitamente più ridotta). Non ci interessa la Massoneria di oggi, che va a braccetto con le teorie promosse dall’ideologia LGBT e dalla lobby gender internazionale: la stessa Massoneria che ieri, nel pieno della contestazione globale del 1968, appoggiava il movimento femminista, che così prendeva posizione in Francia circa la emancipazione/liberazione della donna: “La prima conquista da fare è la conquista della donna. La donna deve esser liberata dalle catene della Chiesa e dalla legge (.) Per abbattere il cattolicesimo, bisogna cominciare col sopprimere la dignità della donna, la dobbiamo corrompere assieme alla Chiesa. Diffondiamo la pratica del nudo: prima le braccia, poi le gambe, poi tutto il resto. Alla fine, la gente andrà in giro nuda, o quasi, senza più batter ciglio. E, tolto il pudore, si spegnerà il senso del sacro, s’indebolirà la morale e morirà per asfissia la fede” (L’Humanisme, rivista trimestrale del Grande Oriente); frase riportata e analizzata più volte sulla rivista La Civiltà Cattolica, e che ha costituito motivo di franca trattazione tra chi scrive e alcuni redattori della stessa negli anni ’80 del 1900.                                      
Come vedete, posizioni chiarissime, tanto quelle inglesi che quelle francesi, ma mai fatte nostre: riteniamo anzi indiscutibile che la crisi contemporanea sia una crisi morale e religiosa, nel cui contesto vengono date poderose spallate alla fede e all’azione cristiana – in generale – e cattolica – in particolare -, per far venir meno la residua saldezza di punti di riferimento che, in Europa come altrove, hanno costituito la struttura portante di crescita e progresso. Noi siamo ancorati a tali Alti Valori, e non ci facciamo tramortire dal pensiero unico, poiché una Società senza fede, senza Dio, non ha futuro.
Commentare in modo più consono e quindi profondo, sarebbe lungo e, forse, accenderebbe molto gli animi, persino alterandoli: e poi, altro è parlare altro è discutere, poiché quanto si è in troppi a parlare si fa confusione a capire come pure a capirsi. Diciamo semplicemente STOP a ‘questa’ massoneria, ‘questo tipo’ di massoneria che continua a non interessarci, e – aggiungiamo ancora– non può più interessare i veri Iniziati all’Arte Reale. Avremmo tanto preferito che, se nota dovesse esserci, avrebbe potuto e dovuto riguardare le Donne, l’Universo Iniziatico Femminile,  piuttosto che un equilibrismo sui simil-uomini o sulle simil-donne - non uomini né donne, quindi, ma solo apparentemente tali -: che, a nostro avviso, sempre limitandoci alla questione trattata, sono solo simulacri e feticci di un contesto sempre più piegato su se stesso sotto la spinta prepotente del gender diktat globale imposto dalle lobby di riferimento, sciaguratamente avallato da taluna politica spicciola, spacciato per modernità e apertura sociale.
Se mai vi fossero ancora delle remore nel comprendere quanto di politico e di religioso ormai si consumi apertamente nella Libera Muratorìa continentale, ci riconduciamo ad altra e diversa notizia proveniente da Londra.  Con un altro calcio alle Tradizioni, il Governo di S.M. ha proposto di eliminare dalle scuole l’insegnamento della religione cristiana: e non può stupire la conseguente presa di posizione favorevole sia da parte delle autorità religiose anglicane, sia da parte delle varie strutture atee. Anche in questo caso, si è sottolineato che l’imminente rivoluzione dei programmi didattici studenteschi viene operata per adeguarsi alla “costante trasformazione” della “multiculturale” società britannica; avremo così l’insegnamento obbligatorio alla “Educazione alle visioni del mondo” in sostituzione di quello – ad oggi facoltativo - alla “Religione cristiana”.  Nulla da eccepire, se non fosse che a plaudire a questa iniziativa, condividendola, sia stata anche la locale massoneria ovvero autorevoli parte di essa, fortemente anglicana e strenuamente anticattolica.

Se agli altri poco o niente interessa di ciò che avviene in Italia, a noi poco interesserà di ciò che avviene all’estero: detto in linguaggio pratico chacun pour soi, Dieu pour tous! Noi proseguiremo nel solco: fedeli ai concetti cardine del rispetto delle Tradizioni più sane e genuine, e quindi Antiche, ancorate all’Ordine Naturale delle cose ed alle regole che umanamente lo hanno sempre regolato, consentendo centinaia e centinaia di anni di crescita e sviluppo disciplinati da un sostanziale equilibrio morale, fortemente ancorato ai valori giudaico-cristiani oltreché a fattori storici e culturali di forte rilievo. Siamo quindi rimasti sempre coerentemente posizionati sul divieto che di politica e religione la Massoneria non debba interessarsene: salvo che non porsi al servizio della collettività per contribuire al miglioramento dell’Uomo e quindi della Società, attraverso studi, proposizioni e note d’ordine assolutamente generale. Ciò per sottolineare ancora una volta che, nello stesso momento in cui taluno possa prendere delle posizioni su specifici temi, espliciti o particolari, nello stesso momento in cui si compiano degli atti che si riverberino sul sociale e quindi sui rapporti con la polis, con la comunità, vuol dire che queste regole antiche vengono infrante.  E se vengono infrante, i rapporti stessi tra gruppi massonici anche a livello internazionale muta profondissimamente: facendo persino venir meno qualsivoglia rapporto di disciplina, contatto o obbedienza/sudditanza, o la stessa sussistenza di accordi o intese.
Di conseguenza, trovandoci all’opposto di certi ragionamenti, di certe tesi spregiudicate, di certe forme impositivo-costrittive prendiamo oggi distanze ragguardevoli non solo – oggettivamente - dalle strutture generatrici di falsi modelli e quindi di falsi presupposti operativi, ma anche – soggettivamente – da chi in nome di erronei, falsi o falsificati presupposti, possa indurre i Fratelli in errore, generando forme di massoneria che non sono ‘la’ Massoneria, ossia il modo unico e corretto di esprimere la stessa. Al di là di regole e regolette: utili, queste, a tener buoni entro recinti predefiniti, con pseudo-verità preconfezionate a bella posta. Così come anche nel 1700 ebbe a verificarsi, ma con un panorama mondiale e con una realtà storica e sociale assolutamente diversi, sotto l’assoluta influenza di monarchie dinastiche fortissime: nelle quali la figura del monarca andava a coincidere con quella di capo della chiesa.  Rifacendoci particolarmente alla situazione italiana, intendiamo confermare che prendiamo le distanze tanto da quei soggetti che pare abbiano più a cuore l’ ‘essere’’, l’ambizioso ‘manifestarsi’, il suono ed il fascino dei ‘metalli’ – anche attraverso forme di presenza e/o propaganda quantomeno anomale -, piuttosto che non tematiche e problematiche diversi, assolutamente più coerenti con la sostanza dei sodalizi massonici.
Preghiamo ora i Lettori di acuire la propria attenzione Se n Italia dovessero continuare a manifestarsi – specie per colpa di chi operi scorrettamente, in Massoneria – forme di pressione materiale ovvero psicologica e morale, o di alterazione di quelle prerogative riconosciute universalmente e riconducibili alla libertà di associazione, di espressione, di parola, di stampa e di informazione, ci dichiariamo fin da ora pronti all’esilio, ancorché temporaneo: presso Genti che, invece, tali Valori possano apprezzare e praticare con costanza.  Unico modo per tutelare il valido mantenimento in vita di tutto quel patrimonio storico, esoterico, iniziatico, filosofico, sociale, ritualistico, etico e morale, che pur ci appartiene e che oggi – lo ripeto: per colpa di chi della Massoneria possa avere fatto mestiere e ambito affaristico o economicamente speculativo, se non di peggio – viene messo in discussione da soggetti che, della Massoneria, tutto ignorano o ne parlano per lo più per sentito dire, o accodandosi al seguito dei meri detrattori.
Ma, al di là delle conseguenze, sono le cause ad avere radici purtroppo solide: tali da sembrare inestirpabili: e chi ha la qualità per far ciò, estirpando la gramigna che abbondantemente alligna nell’humus massonico, sono solo i Fratelli: e nessun altro potrà farlo per loro.
Per parte nostra, continueremo a operare nel pieno rispetto di ogni regola: tanto interna quanto sociale, mantenendo alta la bandiera della Libertà, della Giustizia, della Dignità, dell’Equità e della Verità sul nostro pennone: così dando forma e sostanza a tutto ciò che è e resta incentrato sul Libero Pensiero dell’Uomo. Libero Pensiero e Libertà che rappresentano l’anelito insopprimibile su cui si basa la Vita dell’Uomo. Soprattutto respingeremo fermamente tutto ciò che è contrario alle Tradizioni della nostra Famiglia, forti del non esserci arresi a quel deleterio politically correct che ci vuole racchiusi e limitati in un pensiero unico e piatto, umanamente scardinati dai nostri Ideali, dai nostri Principii e dai nostri Valori. Lo stesso pensiero unico, lo stesso politically correct che fa di tutto per inchiodarci nelle trappole di cui si serve  la comunicazione manipolativa di menti e coscienze:  accettando i (falsi) principii dell’immigrazione selvaggia, clandestina e incontrollata; facendoci propendere per la pseudo-filosofia gender; facendoci accettare l’orrore dell’aborto, spacciandolo per grande conquista sociale e (soprattutto) della Donna; facendo di tutto per farci sottovalutare di quanto invivibili siano diventate le nostre (invase) città; stornando in ogni modo la nostra attenzione da un’economia dissanguata e stremata; imponendoci – come se si trattasse di grandi conquiste di civiltà – ‘strane’ famiglie in cui spesso non c’è una madre o manca il padre, o dove si tenta di asessuare la personalità dei piccoli così che questi, in età, idonea possano poi ‘liberamente’ dar luogo a ciò che si sentono di essere… Situazioni talmente cervellotiche e indegne da non meritare alcun commento!
Per finire, avendo richiamato nei titoli la solennità dell’odierno Equinozio d’Autunno, è utile qui riprenderne i contenuti tutti di natura esoterico-simbolica che sono racchiusi in tale particolare momento e circa i quali una copiosa letteratura ha scritto di tutto e di più, confidando che gli Iniziati sappiano farli propri. 

Un modo per noi degno di dare solennità a questo particolarissimo Equinozio d’Autunno, è quello di custodire i nostri semi più preziosi nelle pieghe di una terra feconda, ancora ricca dei tepori estivi, al riparo dai freddi invernali e dai dilavamenti delle piogge, pronti al risveglio della prossima Primavera.  Per noi questo significa il dare solennità a questo  momento autunnale dell’Equinozio: ponendoci così - ancora una volta, come ormai nostra consolidata Tradizione - ben distanti   da chi continui a far coincidere tale evento cosmico non solo con la data del 20 Settembre, ma con tutta quella enfasi falsa oggi attribuibile ad una data tuttora – quella del XX Settembre, appunto - permeata di divisorio significato e da radicate, negative, pulsioni ideologiche; una data ormai non solo ricordata, ma persino celebrata massonicamente – in modo assolutamente contro-iniziatico - da narcisisti compulsivi. Una data che da tempo non intendiamo più ricordare massonicamente, se non per l’umana e fraterna pietas per chi per quella breccia là ha lasciato la propria vita, mentre strani soggetti animati dal materialismo, da un pernicioso laicismo, da eccessi di anticlericalismo, e persino da marcati rigurgiti di ateismo, tentano di sopraffare i reali sentimenti dei Massoni Italiani, esibendosi in questa o in quella pratica, apparentemente muro contro muro  con chi - a torto o a ragione - identifica quella data con il cedimento forzato del proprio, terreno, potere.

EQUINOZIO D’AUTUNNO 2018:                                                                                                                    UN MODELLO PER CELEBRARE IL PENSIERO LIBERO.

Altrove, dei Carissimi e degnissimi Fratelli sono rimasti impressionati e affascinati allorché – anni fa – venne enucleato dalla Comunione di Piazza del Gesù il concetto di Massoneria delle Antiche Pietre: un concetto che è ormai parte integrante della Comunione stessa e che ne costituisce parte fondamentale. Costoro, ne sono rimasti talmente colpiti a tal punto da avviare, nei loro luoghi di residenza, tutto un processo di revisione del loro pregresso operare, aderendo intellettualmente alle linee guida da noi chiaramente evidenziate, trovate del tutto consone al loro desiderio di crescita, di serietà nel porgersi alla Società,  e di profondità di tutta una serie di studi il cui fine ultimo è quello di ricondursi ad una Massoneria delle Origini: scuola di Vita e forgiatrice di Uomini. Un nuovo e diverso modello d’azione, insomma.
I rinnovati schemi operativi di questo folto raggruppamento – pur tenendo conto delle realtà degli insegnamenti fin qui da loro appresi  e delle peculiarità dei rispettivi luoghi - rimuovono con decisione ciò che nel passato possa avere segnato i limiti tipici della routine, così riappropriandosi del senso più autentico dell’essere Liberi Muratori, tornano a chiedersi il perché ‘si faccia  così’, dei significati autentici di parole, gesti, formule (certamente non ‘truculente’ avendo essi  abbandonato ogni riferimento alla lettera di testi ormai antichi, e quindi rifacendosi allo spirito simbolico-esoterico che li costituisce). Hanno così dato vita ad una sorta di vera e propria ‘palestra’ di tipo fondamentalmente culturale – nell’accezione più ampia del termine -, attraverso la quale studiare, approfondire, comprendere, cimentarsi, per elevare i singoli livelli di ‘conoscenza’, ma soprattutto per gustare appieno la gioia dello stare insieme e quindi del ritrovarsi senza il timore di essere colti da un … colpo di sonno nel corso di quelle (tediose e inespressive) riunioni che altrove possano esservi. Per intenderci, quelle riunioni dove, lo sosteniamo da decenni, tra l’apertura e la chiusura dei Lavori, vi sia solo un mortificante, inespressivo, vuoto: ossia niente di realmente, iniziaticamente, costruttivo e degno di nota.
Oltre al Rito Scozzese A. e A. di base, verrà dato spazio anche a tutti gli altri Riti utili e possibili, anche esaltando i rapporti con strutture e organizzazioni eminentemente cavalleresche, in un’ottica significativamente internazionale che consenta proficui scambi e interazioni: con uno spirito che intende ‘non escludere’ ed anzi ‘includere’ tutto ciò che di buono e giusto possa aiutare nella ricerca verso quella perfezione cui si tende nell’Opera: con Vitalità, Energia, Onore, Saggezza, nobiltà d’animo, Amore Fraterno e profondo senso dell’Armonia..

I Fratelli in questione stanno costituendo non una semplice associazione, bensì una Fondazione dedicata alla difesa del Libero Pensiero: presidio quindi non meramente formale ma ricco di contenuti specie nelle forme divulgative con cui essi saranno presenti, stabilendo rapporti affettuosi e fraterni con quanti possano essere compatibili con il loro operare.
Certamente, vi sarà un ruolo guida: senza arzigogoli e forzature, si ricondurrà agli stimoli, alle energie, di una Loggia Madre, in possesso di tutti i titoli per operare correttamente e compiutamente.  Dal canto nostro, visto che i Fratelli intendono prenderci a loro modello, si conferirà speciale autorizzazione all’uso esclusivo del nostro appellativo di Massoneria delle Antiche Pietre: così che la Comunione di Piazza del Gesù, speculativamente divenga per loro la scuola di riferimento.
Cosa che con grande soddisfazione abbiamo appreso, specie alla luce di quanto sopra espresso, è che queste Officine si siano poste come avanguardie intelligenti e sensibili del progresso, costituendosi quale parte dinamica nell’interpretare le mutazioni sociali e dei costumi così come queste possono correttamente riverberarsi nella Libera Muratorìa, dando così luogo alla presenza femminile nel loro contesto. Un segnale preciso, netto, di ampia apertura: si avranno così strutture operanti al maschile, altre al femminile, altre miste; senza preclusioni aprioristiche, lasciando quindi spazio alla sensibilità personale di ciascuno. Ma anche per poter fare emergere ogni possibile energia sin qui inespressa, dando così coerenza alla propria mission iniziatica: che non intende fermarsi agli usuali disciplinari, per poter offrire ogni più ampia possibilità di riferimento e di crescita. Qui ricordiamo: la Libera Muratorìa – per proprio patrimonio di Idealità e di Storia - è stata sempre non solo Scuola di Vita e fucina di Uomini, ma anche – proprio per le peculiarità di elevata ed esclusiva cultura – elemento precursore di eventi che, nella società e nella storia si sviluppavano ovvero si riverberavano. Ossia, si formavano – così come si formeranno – Uomini che apparterranno ad una ristretta e selezionata compagine culturale, ad una scuola di pensiero e azione – lontana da contaminazioni ideologiche, di segno opposto al pensiero unico dilagante, e quindi al livellamento di masse senza più pulsioni logiche e razionali - in grado di porsi al servizio della Società per dare il proprio contributo ai cambiamenti che il futuro possa indicare e quindi richiedere.  Si sentono già in sintonia con l’essere Famiglia, così come anche noi lo siamo sempre stati.   A questi Fratelli, che amano la discrezione ma che certamente faranno sentire alta la loro voce e la loro presenza – non solo nei loro Paesi - auguriamo ogni bene: Uomini Liberi non allineati, non omologati, che intendono essere alternativi, ai quali, come da loro sollecitatoci, mettiamo a disposizione – con chiaro spirito di servizio – tutto il nostro bagaglio di esperienza, di Storia, di memorie, nel segno delle Antiche Pietre.

Queste unità operative – che hanno stilato un vero e proprio nutritissimo  cursus studiorum, nel cui contesto grande enfasi viene data al pensiero di matrice rinascimentale, ispirandosi all’impronta culturale lasciata da Federico II, lo stupor mundi, e ancora attuale, come pure all’Itinerarium in mentis Deo di S. Bonaventura - hanno voluto ritrovare il gusto dell’operosità più autentica, pregna non solo di contenuti ma anche densa di quella sana ‘rumorosità’ originata dall’entusiasta accavallarsi dei dialoghi: nuove e vitali onde che bagnano una spiaggia illuminata da un altro e diverso Sole. Più luminoso, più caldo, che fa sentire i suoi raggi avvolgenti in ogni ora del giorno.
Per tutto ciò, ringraziamo continuamente Dio, il Grande Artefice degli Universi, l’Uno ed il Tutto, il Creatore, per tutto ciò che ci dona e che, per Sua volontà e attraverso Lui, ci perviene. Per noi Dio non è solo una mera e persino astratta enunciazione filosofica, bensì la Rivelazione – diretta o attraverso Sue emanazioni - e la Luce che ci accompagna in Eterno, in ogni attimo della nostra Vita, fisica e non. Dalla Sua Luce, emana l’indicazione di quale percorso dobbiamo seguire per raggiungerla, e su Chi possiamo fare affidamento per assisterci in ogni istante lungo questo cammino: dal primo giorno di Vita al primo giorno della nostra Nuova Vita.    Un cammino di Fede e di Speranza, cui noi contribuiamo con grande modestia ma con la massima consapevolezza nello stesso modo con cui una Scuola possa contribuire alla crescita dei propri Allievi: fornendo loro – comunque in modo secolare - orientamento, cultura, assistenza e la possibilità di verificare continuamente il percorso compiuto e quello da compiere, guardando analiticamente e consapevolmente dentro sé stessi e confrontandosi con gli altri. Senza alcuna possibilità di facili alibi ovvero di poter/voler ‘barare’.
Nulla di più, nulla di meno: questa è per noi la vera Massoneria, quella Massoneria che è Scuola di Pensiero e Stile di Vita. Questa è la Massoneria a misura d’Uomo che, attraverso la Cultura, il filosofare, le considerazioni integrative in chiave esoterico-simbolica, contribuisce alla crescita interiore dell’Uomo. Questa è la Massoneria intrisa di Amore Fraterno, di Armonia e di quel Divino sentire che è concreta radice delle più Antiche Tradizioni.  Antiche Tradizioni come Antiche sono le iscrizioni nel Tempo: un Tempo che noi, anche con sofferenza, abbiamo imparato a dipanare e riavvolgere. Per ciò che ci è concesso da Lui e sempre con lo sguardo rispettosamente e filialmente rivolto al nostro Creatore.
Ecco… come vedete, tematiche amplissime che evidenziano il nuovo respiro da parte di una Massoneria - concretamente a misura d'Uomo, anche sulla base di un rinnovato Umanesimo - che intende scrollarsi finalmente da qualsivoglia vincolo e parassita che fin qui ne abbia potuto succhiare le energie più vitali, mortificandola. Una Massoneria rinnovata nello stile, nella forma, nel modo di presentarsi e rapportarsi: lontano dalle muffe stantie e dal contagio di piaghe purulente e infette.

Una Massoneria che, indipendente dal luogo ove possa operare, sia casa trasparente e franca che apre le braccia a tutti gli Iniziati e dove i Fratelli possano ritrovarsi con il sorriso, riconoscendosi l’un l’altro con una stretta di mano, con un abbraccio sincero e cordiale, così ritrovando la giusta ispirazione, lontani da schemi e briglie, in una più corretta dimensione dove potersi librare: ricordando così di essere aquile che possono volare alte nel cielo, piuttosto che non timidi passerotti che volano brevemente tra una grondaia e l’altra.

Roma, 23 Settembre 2018, h. 3,54   

Giuseppe Bellantonio  


(Questo scritto è dedicato alla Memoria degli Alti Spiriti che ci hanno preceduti nella Via, e che – con il loro insegnamento – sono stati sicura indicazione di come poter improntare la nostra Opera. Guardando al futuro.)  


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