23 SETTEMBRE: EQUINOZIO D’AUTUNNO 2018. A GRAN VOCE SOLLECITIAMO RISPETTO PER
L’INIZIATO.
Non sembri strano l’incipit di questo scritto, rispetto al
carattere e alla personalità di chi scrive ed a quanto coerentemente sostenuto
in decenni di vita iniziatica: ma c’è un momento in cui, guardandosi attorno, ci
si rende conto che la quercia intorno alla quale si incentrava ogni riflessione,
in realtà è diventata un bonsai,
mostrando peraltro i segni impietosi del trascorrere del tempo.
Proprio per ciò, il ricondursi
ancora una volta alle notizie di cronaca - che riportano a una Massoneria
Italiana sempre più incerta e confusionaria, sempre più travagliata, e anche sempre
meno difendibile a fronte di vicende negative e negativizzanti, specie per
accuse di compromissione di uomini e strutture sospettate di essere impegnate
in affari contigui alla criminalità organizzata ovverosia in questioni diametralmente opposte al corretto modo di essere Massoni – è alfine demoralizzante
e persino di scarsa utilità pratica, visto il muro di gomma e le nebbie che
– spesso in un tutt’uno – avvolgono situazioni, uomini e cose. Peraltro, tale esercizio ci porta costantemente
al classico parametrare, pesando e
misurando fatti e persone, con l’eterno quesito: quale detersivo si può utilizzare per pulire in modo risolutivo un capo
sporco, unto, macchiato in svariati modi? Si è preso così atto che tutti ormai sanno:
o per esperienza diretta o per averne letto o per averne sentito o per avervi personalmente
assistito; ne consegue la riflessione che, chi ancora permane in contesti
discussi o discutibili, o ne ha l’interesse o spera di averne un qualche
vantaggio presente o futuro, o non ha ben compreso cosa significhi essere un
Massone, o ritiene che la Massoneria sia un teatrino in cui possano trovar
posto pavoni, emergenti, damerini e perfettini, propensi e disponibili a tutto.
Questo per lo più a livello di base, poiché sappiamo che, chi amministra, è ben
consapevole di quel che fa e di quel che accade, traendone comunque prebende e
vantaggi pratici. Fosse solo per i lauti rimborsi-spese di cui possa godere con
larghezza e troppo spesso con scarsi controlli.
Per quanto precede, dopo
moltissime analisi, dopo innumerevoli interventi attraverso scritti e incontri,
anche insieme a chi nel tempo possa aver espresso similari valutazioni, siamo
stati indotti ad abbandonare ogni interesse per questa italica condizione, a
dir poco scabrosa, per concentrarci in modo esclusivo sulle nostre attività,
pur senza chiuderci al mondo e proseguendo l’eterna costruzione: destinando così
ogni più utile energia alla realizzazione di progettualità concrete e il più
possibile innovative, destinate ad altra
e diversa, ampia, dimensione.
In primo luogo, non possiamo
né vogliamo più identificarci – anche solo nominalmente - con questa Massoneria, poiché, se lo
facessimo, condivideremmo – comunque in un qualche modo, anche passivo – tutto
ciò che in essa, anche solo per responsabilità di chi ne possa anche solo spacciare
il nome, possa avvenire in Italia o che in Italia trovi ricettacolo e facile,
deteriore, sponda. Per essere più precisi, a scanso di possibili equivoche o
strumentali interpretazioni, ora come per il futuro dichiariamo di dissociarci
da ciò estraniandoci quindi da un generico contesto in ogni caso compromesso e viziato
nel suo complesso. Automaticamente, ciò
ci pone anche nella condizione di non perdere tempo nell’evitare di meravigliarci
ogni volta, o di assumere una veste censoria per riferirci in un qualche modo
al tizio o al caio di turno, ovvero a questo o quel contesto. Premesso che non
intendiamo ergerci a giudici ma essere solo di stimolo per un rinnovamento,
preso atto del tutto, esprimiamo che la complessità della situazione e della
condizione della Massoneria Italiana non suscita in noi il forte interesse di
prima, avendo constatato che ha ormai assunto i tristi connotati di sabbie
mobili circondate da acque stagnanti. D’altronde, è lampante come ciascuno – nel
proprio ambito – sia nella condizione di individuare da sé il male e di porvi
autonomo rimedio, senza attendere l’imbeccata giusta di possibili suggeritori. Occorre
solo aver coraggio e determinazione:
e il coraggio o c’è o è inutile cercarlo tra gli scaffali di un supermercato.
Parlando con un Illustre
Fratello all’estero, riflettevamo: traiamo illuminante esempio
dall’impressionante crollo del viadotto di Genova (dinanzi alle cui vittime
chiniamo il capo in silenzio, nella massima solidarietà e affiancandoci ai Cittadini
che a gran voce chiedono Verità e Giustizia). Un viadotto fatto con moderni
materiali e con studi appropriati, come lo sono stati altri ponti e altri
viadotti negli anni e nei secoli precedenti: ma ancora in piedi e ben solidi,
basti solo pensare ai manufatti di epoca romana, ancor oggi resistenti ai
terremoti o alla enorme pressione delle acque o ai movimenti naturali dei
terreni o al semplice passare del tempo. Forse che la sabbia e gli agglomerati
cementizi di epoca romana fossero più selezionati e curati, e quindi solidi?
Non spetta a noi dirlo, ma solo constatare che il viadotto è crollato: altri
devono indagare, scoprire le ragioni, le cause lontane e recenti, le
responsabilità ed i relativi livelli. Noi possiamo solo prendere atto che
qualcosa non ha funzionato e che – evidentemente – la ‘sabbia’ o la ‘malta’ di
un tempo, non sono più quelle di oggi. Lo stesso concetto vale per la
Massoneria Italiana di oggi: se in parte vi sono profondissime crepe e se a
tratti ha miseramente ceduto, non resta che prenderne dolorosamente atto; ad
altri spetterà l’analisi delle cause, la contestazione delle responsabilità.
Oggi, noi, possiamo solo
pensare ad offrire ogni più utile contributo per aiutare chi possa intendere di
rimuovere le macerie, dando così
ausilio alla ricostruzione di
qualcosa di alter e diverso destinato
a durare nel tempo: per la diversità e robustezza dei materiali adoperati, o per
la innovativa diversità con cui l’agglomerato di acciai e cementi possa essere
costituito, o anche solo per la eccellenza della progettualità.
Forti delle peculiarità
storiche, culturali ed iniziatiche esclusive della Comunione di Piazza del Gesù, intendiamo identificarci maggiormente
attraverso quegli elementi, quei presupposti, da noi identificati per primi in
un contesto che abbiamo qualificato e quindi indicato essere la Massoneria delle Antiche Pietre: una
definizione che vuol testimoniare la ferma volontà di ricondursi alle Alte
Tradizioni del passato attraverso tutto ciò che possa portarci sostanzialmente
allo spirito e alla lettera di quanto abbia preceduto la c.d. Massoneria Moderna, storicamente nata
nei primi anni del 1700: ossia, dopo
e con altre e diverse regole che non
prima. Un modello fin qui – a torto o a ragione – preso da tutti a modello di
base, da osservare.
Per noi il punto dal quale
si dipana ormai il nostro percorso contemporaneo
al pari di quello futuro, è
costituito da uno schema che, pur tenendo in debito conto tutto ciò che possa
essersi sin qui manifestato, tenendo conto che la fase dominata
dall’Illuminismo è ormai superata – tutt’al più ci troviamo in un fase post-illuminista, tutto da decifrare: in
eccesso o in difetto – si rifà alla Massoneria
delle Antiche Pietre: individuata e definita tra la fine dello scorso
secolo e l’avvio di quello attuale, attraverso studi e approfondimenti incrociati
su antichi testi italiani e stranieri potuti individuare in raccolte e
biblioteche di prestigiose Università, anche parametrano il tutto alle diverse
e numerose realtà seriamente e proficuamente impegnate all’estero: realtà che
sovente ci esprimono persino la loro difficoltà a comprendere perché in Italia
abbiamo adottato il termine ‘massone’, che così poco esprime nella nostra
lingua, diversamente dai vocaboli che, sempre all’estero, riconducono
letteralmente al lavoro di muratorìa e quindi all’attività del Libero Muratore.
Chi nel tempo abbia voluto
seguirci, sa che fin da subito tanto la definizione – Massoneria delle Antiche Pietre – che i contenuti sono stati
ripresi e studiati all’estero: nei paesi di lingua inglese come in quelli di lingua
tedesca, francese, spagnola e portoghese; testimonianza dell’interesse per le
tematiche e le dinamiche trattate, e per le relative innovative riflessioni.
Con le conseguenze per noi che quest’ultime comportavano: ritenere che la
nostra vita quale comunità iniziatica per essere degna dev’essere vissuta non
solo correttamente ma soprattutto con pienezza, attraverso atti concreti e
significativi piuttosto che non solo programmatici. Forte dei propri particolari
e ineguagliabili trascorsi storici, iniziatici ed esoterici, fin qui potuti
capitalizzare grazie alla cura nella conservazione della Originarie e Antiche Tradizioni, questa diversa via sottolineerà ai
Fratelli tutti l’esigenza di aprire ben bene gli occhi, spaziando oltre i
normali confini, così godendo di quel respiro più ampio che si può sviluppare
solo attraverso il Pensiero Libero, la
Libertà, l’Unione, la Tolleranza, l’Amore Fraterno. Proprio quell’Amore Fraterno che, in uno all’Amore per il Prossimo e alle azioni a fin di Bene, è la vera molla
interiore che tutto unisce e tutto raccorda, in magnifica Armonia.
Proprio tale considerazione,
ci ha sempre portato al raffronto con Terre, con Paesi, dove i concetti di Libertà, Democrazia, Fraternità, Equità,
Verità e Giustizia siano vissuti
appieno e quindi coerentemente ai contenuti tutti insiti in tali archetipi
oltre che nelle singole e diverse Carte istituzionali: contenuti non
negoziabili, non interpretabili secondo umori e sofismi di parte, affatto posti
in discussione in ogni momento del vivere quotidiano. Peraltro, ciò intende anche testimoniare il
nostro sconcerto nel dover prendere atto che non c’è alcuna potenza massonica che dall’estero faccia
propria l’ansia e le difficoltà dei Massoni Italiani. Ma vuol testimoniare anche
una nostra irrequietezza interiore, per quella Massoneria che a livello
internazionale stabilisce per sé e per tutti regole, regolette e norme
interpretative: senza sentire l’esigenza di una consultazione preliminare di
tutti coloro che pur ad essa possano riferirsi, in quanto Iniziati (e non
importa dove!). In questa sede, così come fatto con l’esempio del viadotto
crollato, non interessa altro che prendere atto che gli sbagli si verificano, assumendo
le conseguenti e opportune distanze allorché questi possano essere intesi quali
imposizioni o prevaricazioni, illiberali e persino al limite dell’irrazionale -
visto il nostro particolarissimo contesto – o persino avversi a quel comune
sentire fin qui appreso e applicato, persino in modo sofferto.
Questa constatazione, ci ha
portati ad altra conseguente seppur sofferta decisione: abbandonare ogni
Trattato, ritenuti ormai superflui se non inutili; buoni solo ad essere
incorniciati ed essere posti in bella mostra, persino indipendentemente dalle
qualità intrinseche di chi li possa esporre.
Ci riferiamo ora alla
controversa ma esistente e travagliata ‘questione femminile’.
Per oltre 300 anni, un certo
contesto massonico – ora facendo perno su questo, ora su quello – ha imposto un
allineamento strettamente parametrato alla propria visione e quindi al proprio
interesse, divenuto così modello ortodosso
che disconosceva e respingeva la presenza nelle Logge di soggetti non di sesso
maschile. Esplicitando ancor meglio, in detto contesto l’elemento femminile non
solo non era ammesso, ma era persino guardato con sufficienza e distacco (sotto
il profilo iniziatico, ovviamente): con conseguenti prese di posizione e
radicali distinguo, che molto spesso si sono trasformate in vere e proprie
separazioni tra Fratelli che pur si stimavano, avevano moltissimo in comune e
ritenevano di poter percorrere insieme un buon percorso iniziatico. Vogliamo
qui prescindere dai seri limiti mostrati nel tempo da questa norma, fatta
valere all’insegna del prendere o lasciare (ossia, o si lavora con parametri –
da altri - definiti ‘regolari’, o non si è tali) e collateralmente sostenuta da
studi e sofismi ritualistici, storici, filosofici, simbolici ed esoterici a
giustificazione della posizione assurta a livello di vero e proprio dogma; ma è un fatto che con il passare
dei secoli l’humus sociale, politico,
economico, familiare e fideistico, sia mutato profondamente. Le Donne, specie
dagli anni ’60 dello scorso secolo, hanno subito una profonda presa di
coscienza e una emancipazione che, nel contesto occidentale, fungono oggi da
campione per le altre Donne nel mondo tuttora in condizioni di vera e propria
sudditanza fisica, morale, psicologica e materiale, nei confronti di un sesso
maschile sovente disattento e persino arrogante, quando non violento. Certo, 300 anni or sono, tutto ciò non era
neanche lontanamente ipotizzabile ovvero prevedibile: le poche Donne colte o
munite di una qualche particolare abilità, dovevano possedere una buona cultura
di base o appartenere a classi sociali di alto profilo, o appartenere alla nobiltà
(ossia, essere cresciuti quindi in ambienti di per sé più colti e raffinati).
Per la gran parte che ne residuava, le Donne erano relegate in stretti ambiti
familiari, poco presenti e visibili in incarichi di tipo pubblico, impegnate in
lavori faticosi (specie nei campi) attive in ambito conventuale, ma sempre
soggette all’autorità e alla energia maschile, fatta valere come vera e propria
padronanza dell’uno nei confronti dell’altra. Ma, dicevamo, storia alla mano, ogni epoca ha
le proprie realtà: così che una norma realmente discriminante varata oltre 300
anni fa, è rimasta applicata a lungo, nonostante il graduale variare delle
situazioni di contorno. Certamente, ci siamo sempre posti degli interrogativi: fu
una discriminazione ‘sociale’? Di tipo ‘fideistico-religioso’, ‘concettuale’,
‘aprioristico’, ‘di principio’. ‘ritualistico-simbolica’, basata su un qualche
presidio di ‘purezza’ o esclusivamente e semplicemente di ‘genere’? O ancora,
fu una sorta di antico retaggio di natura eminentemente esoterico-simbolico e
quindi iniziatico? Le risposte sono
plurime e le intersecazioni tra l’uno e l’altro campo frequentissime, e talune speculazioni
intellettuali appaiono più valide che non altre tanto sono impregnate di concatenazioni
logiche: ma la spiegazione non
c’è e non è mai stata fornita da chi tale norma ha pur posto.
Non tralasciamo poi un’altra
nota stonata: è il mantenimento della parola razza nei parametri di appartenenza/adesione/ammissione: il testo
recita che quest’ultima debba avvenire ‘senza distinzione di razza’. Orbene,
fin dalla fine dello scorso secolo, la Scienza ha stabilito con certezza che di
razza ce n’è una sola, ed è quella umana.
Non sarebbe il caso che l’enunciato, visto il suo chiarissimo limite attuale,
venisse adeguatamente corretto da parte di chi pur avrebbe tale onere? Magari,
con l’appropriato termine etnia. O
anche ciò che è erroneo deve diventare
tradizione?
Ma se è vero che nessuna
modifica è avvenuta – e siamo ben oltre ogni lecito limite di tempo – pur di
fronte all’evidenza delle cose, è plausibile che anche relativamente
all’esclusività della presenza maschile – e quindi alla non presenza femminile
– qualcosa alfine possa fin da subito essere cambiata: solo che, con flemmatica
indifferenza, non se ne è voluto prendere atto. Quindi… la discriminazione prosegue e proseguirà…
fino a che (loro) non decideranno diversamente! Proprio a questo riguardo, è stato con enorme stupore che abbiamo appreso che - con una vera e propria
impennata di modernità, con grande
solennità ed i toni delle grandi occasioni – proprio chi si è arrogato il
diritto di riconoscere i buoni dai cattivi, ha diramato una nota ove si
esplicita che un Iniziato che da uomo sia ‘transitato’ a donna potrà continuare
a frequentare la propria Loggia inglese (come se nulla fosse): unica
accortezza, il consiglio di indossare abiti sobri di colore scuro. I mezzi di
informazione, hanno sottolineato che la GLUE avrebbe così agito tenendo conto
dei cambiamenti sociali intervenuti, invitando i propri confratelli a mostrare
maggiore ‘misericordia’ e tolleranza verso i trans. Peraltro - in tema di stranezze, e per la serie ‘non ci
facciamo mancare niente’ – risulterebbe che a Parigi abbiano iniziato un transgender, cioè un uomo che si sente e
si comporta come una donna.
Questa la notizia com’è stata diramata dai mezzi di
informazione in Italia. Ma anche in questo caso, l’informazione è stata
superficiale e carente, e con un traduzione discutibile proprio dei termini più
importanti: quindi, prima ancora di pronunciarci sui contenuti, è opportuno
conoscere le cose per come siano realmente avvenute. Ecco dunque cosa risulta
dalle nostre informazioni: tali da dare una diversa, più completa e corretta visione
della situazione. I Massoni inglesi si adeguano alla tendenza attuale aprendo
le loro porte alle persone transgender che siano passate da uomo a donna. La GLUE,
che ha giurisdizione su Inghilterra, Galles e alcuni ambiti d’oltreoceano, con
una propria nota di orientamento relativa all’identità di genere, ha comunicato di aver stabilito che una “donna che è diventata un uomo” debba essere trattata “allo stesso
modo di qualsiasi altro candidato maschile”. Tale donna potrà dunque essere o diventare un massone a tutti gli effetti, con l’accortezza che in Loggia sia
presente con sobrie vesti maschili, ossia
nell’identità di genere uomo. Un
documento certamente extra-ordinario
e dagli effetti certamente sensibili, sottolinea come la riqualificazione di
genere di un Massone
dovrebbe essere “trattata con la massima indulgenza
e sensibilità (.) nessun candidato dovrebbe essere soggetto a domande relative
al proprio genere, poiché potrebbero causargli sensazioni di disagio” per tali motivi, se un
aspirante membro della loggia è una persona transgender,
ci si aspetta che “riceva il pieno sostegno dai suoi Fratelli
“. Il portavoce della UGLE Michael
Baker, ha spiegato come la novità appena introdotta sia il frutto di una volontà
di adattarsi al mutato contesto sociale in fatto di identità sessuali,
dichiarando: “sebbene non ci sia stata una richiesta generale di
orientamento sulla riassegnazione di genere, le domande sull’argomento
diventeranno sempre più comuni in futuro, e ora sembra essere un momento
opportuno per fornire orientamenti generali ai nostri membri”.
Baker ha anche precisato che la GLUE, in ogni caso continuerà a
mantenere ben distinti il ramo maschile e quello femminile, evidenziando che “le
persone che la legge classifica come femmine non potranno ancora aver accesso
all’UGLE. Queste, potranno, naturalmente, divenire membri delle due logge
esclusivamente femminili: l’Order of Women Freemasons (OWF - Ordine delle Donne
Massoniche) e l’Honourable Fraternity of Ancient Freemasons (HFAF - Onorevole
Fraternità degli Antichi Massoni).
I
commentatori all’estero hanno rilevato che tale documento di allineamento in
fatto di sessualità reso pubblico dalla GLUE, non debba stupire più di tanto,
riconducendone i motivi all’energica lotta della (purtroppo, non solo locale) Massoneria
contro il cattolicesimo. Motivo, ricordiamolo, che l’ha indotta a promuovere e
sostenere tutti quei teoremi, che possano essersi presentati nell’ambito dei
processi di cambiamento anche di tipo rivoluzionario: teoremi sempre
indirizzati ad aggredire e scardinare in particolare quell’Ordine Naturale
sostenuto dal Cristianesimo in generale e dal Cattolicesimo in particolare. Una conflittualità
pluricentenaria ed a volte acerrima testimoniata da un vero e proprio scontro tra
visioni del mondo e della stessa civiltà: contrapposte e difficilmente conciliabili.
Qui ricordiamo per chi ci legge talune evidenze dai verbali del Convento
Mondiale Massonico di Liegi (1865) “Sono quattrocento anni che noi
scalziamo il cattolicesimo, la macchina più forte che sia stata inventata in
fatto di spiritualismo. Essa è ancora solida, disgraziatamente”. E le posizioni ufficiali di allora non sono
mutate.
Già questo, pur
essendo un elemento apparentemente di mera rilevanza storica, è in realtà uno
dei fondamentali distinguo tra le posizioni tradizionali sostenute senza
soluzione di continuità dalla Comunione
di Piazza del Gesù – sempre prossima a quelle radici alimentate dalla tradizione
giudaico-cristiana – con maggiore energia rimarcate dal 1906, e le posizioni
nominalmente laiche ma in realtà laiciste (e con tendenze persino atee in taluni contesti) di altra grande
parte della comunità massonica italiana. Una posizione, quest’ultima,
pedissequa a quella della Massoneria filo-anglicana e filo-luterana, sulla
quale le posizioni sono incrostate da lunghissimo tempo nonostante le italiche
tradizioni. Questa situazione, da parte
nostra ha sempre suscitato grande attenzione e mai condivisione, per una nostra
diversa concezione, interpretazione e persino riconducibilità alle antiche
Tradizioni degli Antichi Mestieri e
della Libera Muratorìa: ricordiamo
che fino gli inizi del 1700 i Lavori si aprivano con chiare, ampie, inequivoche
invocazioni al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, a Maria Madre ed ai Santi
Quattro Coronati. E noi a ciò siamo rimasti sempre coerentemente legati: lo
stesso rispetto e studio per la Bibbia è per noi fondamentale, poiché la
presenza del Libro Sacro in Loggia non è casuale né limitata alla lettura di
brevissimi passi evangelici.
In
tale ottica – premettendo che rispettiamo tutte le libertà personali in fatto
di sessualità, purché vissute con atteggiamenti corretti ed affatto spavaldi –
mal comprendiamo come possa esse degna di enfasi una condizione legata ai gusti sessuali piuttosto che non a
malattie correlate a errori genetici (in questo caso la casistica è
infinitamente più ridotta). Non ci interessa la Massoneria di oggi, che va a
braccetto con le teorie promosse dall’ideologia LGBT e dalla lobby gender internazionale: la stessa
Massoneria che ieri, nel pieno della contestazione globale del 1968, appoggiava
il movimento femminista, che così prendeva posizione in Francia circa la emancipazione/liberazione della donna: “La
prima conquista da fare è la conquista della donna. La donna deve esser
liberata dalle catene della Chiesa e dalla legge (.) Per abbattere il
cattolicesimo, bisogna cominciare col sopprimere la dignità della donna, la
dobbiamo corrompere assieme alla Chiesa. Diffondiamo la pratica del nudo: prima
le braccia, poi le gambe, poi tutto il resto. Alla fine, la gente
andrà in giro nuda, o quasi, senza più batter ciglio. E, tolto il
pudore, si spegnerà il senso del sacro, s’indebolirà la morale e morirà per
asfissia la fede” (L’Humanisme,
rivista trimestrale del Grande Oriente); frase riportata e analizzata più volte
sulla rivista La Civiltà Cattolica, e
che ha costituito motivo di franca trattazione tra chi scrive e alcuni
redattori della stessa negli anni ’80 del 1900.
Come
vedete, posizioni chiarissime, tanto quelle inglesi che quelle francesi, ma mai
fatte nostre: riteniamo anzi indiscutibile che la crisi contemporanea sia una crisi morale e religiosa, nel cui contesto vengono date poderose spallate
alla fede e all’azione cristiana – in generale – e cattolica – in particolare
-, per far venir meno la residua saldezza di punti di riferimento che, in
Europa come altrove, hanno costituito la struttura portante di crescita e
progresso. Noi siamo ancorati a tali Alti
Valori, e non ci facciamo tramortire dal pensiero unico, poiché una Società senza fede, senza Dio, non ha
futuro.
Commentare in modo più consono e quindi profondo, sarebbe
lungo e, forse, accenderebbe molto gli animi, persino alterandoli: e poi, altro
è parlare altro è discutere, poiché quanto si è in troppi a parlare si fa
confusione a capire come pure a capirsi. Diciamo semplicemente STOP
a ‘questa’ massoneria, ‘questo tipo’ di massoneria che continua a non interessarci, e – aggiungiamo
ancora– non può più interessare i veri Iniziati
all’Arte Reale. Avremmo tanto preferito che, se nota dovesse esserci, avrebbe
potuto e dovuto riguardare le Donne, l’Universo Iniziatico Femminile, piuttosto che un equilibrismo sui simil-uomini o sulle simil-donne - non uomini né donne,
quindi, ma solo apparentemente tali -: che, a nostro avviso, sempre limitandoci
alla questione trattata, sono solo simulacri e feticci di un contesto sempre
più piegato su se stesso sotto la spinta prepotente del gender diktat globale
imposto dalle lobby di riferimento, sciaguratamente
avallato da taluna politica spicciola, spacciato per modernità e apertura
sociale.
Se
mai vi fossero ancora delle remore nel comprendere quanto di politico e di religioso ormai si consumi apertamente nella Libera Muratorìa
continentale, ci riconduciamo ad altra e diversa notizia proveniente da
Londra. Con un altro calcio alle
Tradizioni, il Governo di S.M. ha proposto di eliminare dalle scuole
l’insegnamento della religione cristiana: e non può stupire la conseguente
presa di posizione favorevole sia da parte delle autorità religiose anglicane,
sia da parte delle varie strutture atee. Anche in questo caso, si è
sottolineato che l’imminente rivoluzione dei programmi didattici studenteschi
viene operata per adeguarsi alla “costante trasformazione” della “multiculturale”
società britannica; avremo così l’insegnamento obbligatorio
alla “Educazione alle visioni del mondo” in sostituzione di quello – ad oggi facoltativo - alla “Religione cristiana”. Nulla da eccepire, se non fosse che a
plaudire a questa iniziativa, condividendola, sia stata anche la locale massoneria
ovvero autorevoli parte di essa, fortemente anglicana e strenuamente
anticattolica.
Se agli altri poco o niente
interessa di ciò che avviene in Italia, a noi poco interesserà di ciò che
avviene all’estero: detto in linguaggio pratico chacun pour soi, Dieu pour tous! Noi proseguiremo nel solco: fedeli
ai concetti cardine del rispetto delle Tradizioni più sane e genuine, e quindi
Antiche, ancorate all’Ordine Naturale delle cose ed alle regole che umanamente
lo hanno sempre regolato, consentendo centinaia e centinaia di anni di crescita
e sviluppo disciplinati da un sostanziale equilibrio morale, fortemente
ancorato ai valori giudaico-cristiani oltreché a fattori storici e culturali di
forte rilievo. Siamo quindi rimasti sempre coerentemente posizionati sul
divieto che di politica e religione la Massoneria non debba interessarsene: salvo
che non porsi al servizio della collettività per contribuire al miglioramento
dell’Uomo e quindi della Società, attraverso studi, proposizioni e note
d’ordine assolutamente generale. Ciò per sottolineare ancora una volta che,
nello stesso momento in cui taluno possa prendere delle posizioni su specifici
temi, espliciti o particolari, nello stesso momento in cui si compiano degli
atti che si riverberino sul sociale e quindi sui rapporti con la polis, con la comunità, vuol dire che
queste regole antiche vengono infrante.
E se vengono infrante, i rapporti stessi tra gruppi massonici anche a
livello internazionale muta profondissimamente: facendo persino venir meno
qualsivoglia rapporto di disciplina, contatto o obbedienza/sudditanza, o la
stessa sussistenza di accordi o intese.
Di conseguenza, trovandoci
all’opposto di certi ragionamenti, di certe tesi spregiudicate, di certe forme
impositivo-costrittive prendiamo oggi distanze ragguardevoli non solo – oggettivamente
- dalle strutture generatrici di falsi modelli e quindi di falsi presupposti
operativi, ma anche – soggettivamente – da chi in nome di erronei, falsi o
falsificati presupposti, possa indurre i Fratelli in errore, generando forme di
massoneria che non sono ‘la’ Massoneria,
ossia il modo unico e corretto di esprimere la stessa. Al di là di regole e
regolette: utili, queste, a tener buoni entro recinti predefiniti, con
pseudo-verità preconfezionate a bella posta. Così come anche nel 1700 ebbe a
verificarsi, ma con un panorama mondiale e con una realtà storica e sociale
assolutamente diversi, sotto l’assoluta influenza di monarchie dinastiche
fortissime: nelle quali la figura del monarca andava a coincidere con quella di
capo della chiesa. Rifacendoci
particolarmente alla situazione italiana, intendiamo confermare che prendiamo
le distanze tanto da quei soggetti che pare abbiano più a cuore l’ ‘essere’’,
l’ambizioso ‘manifestarsi’, il suono ed il fascino dei ‘metalli’ – anche
attraverso forme di presenza e/o propaganda quantomeno anomale -, piuttosto che
non tematiche e problematiche diversi, assolutamente più coerenti con la
sostanza dei sodalizi massonici.
Preghiamo ora i Lettori di
acuire la propria attenzione Se n Italia dovessero continuare a manifestarsi – specie
per colpa di chi operi scorrettamente, in Massoneria – forme di pressione materiale
ovvero psicologica e morale, o di alterazione di quelle prerogative
riconosciute universalmente e riconducibili alla libertà di associazione, di
espressione, di parola, di stampa e di informazione, ci dichiariamo fin da ora
pronti all’esilio, ancorché temporaneo: presso Genti che, invece, tali Valori
possano apprezzare e praticare con costanza. Unico modo per tutelare il valido mantenimento
in vita di tutto quel patrimonio storico, esoterico, iniziatico, filosofico,
sociale, ritualistico, etico e morale, che pur ci appartiene e che oggi – lo
ripeto: per colpa di chi della Massoneria possa avere fatto mestiere e ambito
affaristico o economicamente speculativo, se non di peggio – viene messo in
discussione da soggetti che, della Massoneria, tutto ignorano o ne parlano per
lo più per sentito dire, o accodandosi al seguito dei meri detrattori.
Ma, al di là delle
conseguenze, sono le cause ad avere radici purtroppo solide: tali da sembrare inestirpabili:
e chi ha la qualità per far ciò, estirpando la gramigna che abbondantemente
alligna nell’humus massonico, sono
solo i Fratelli: e nessun altro potrà farlo per loro.
Per parte nostra,
continueremo a operare nel pieno rispetto di ogni regola: tanto interna quanto
sociale, mantenendo alta la bandiera della Libertà, della Giustizia, della
Dignità, dell’Equità e della Verità sul nostro pennone: così dando forma e
sostanza a tutto ciò che è e resta incentrato sul Libero Pensiero dell’Uomo.
Libero Pensiero e Libertà che rappresentano l’anelito insopprimibile su cui si
basa la Vita dell’Uomo. Soprattutto respingeremo fermamente tutto ciò che è
contrario alle Tradizioni della nostra Famiglia, forti del non esserci arresi a
quel deleterio politically correct
che ci vuole racchiusi e limitati in un pensiero
unico e piatto, umanamente scardinati dai nostri Ideali, dai nostri Principii
e dai nostri Valori. Lo stesso pensiero
unico, lo stesso politically correct
che fa di tutto per inchiodarci nelle trappole di cui si serve la comunicazione manipolativa di menti e
coscienze: accettando i (falsi)
principii dell’immigrazione selvaggia, clandestina e incontrollata; facendoci
propendere per la pseudo-filosofia gender;
facendoci accettare l’orrore dell’aborto, spacciandolo per grande conquista
sociale e (soprattutto) della Donna; facendo di tutto per farci sottovalutare
di quanto invivibili siano diventate le nostre (invase) città; stornando in
ogni modo la nostra attenzione da un’economia dissanguata e stremata;
imponendoci – come se si trattasse di grandi conquiste di civiltà – ‘strane’
famiglie in cui spesso non c’è una madre o manca il padre, o dove si tenta di
asessuare la personalità dei piccoli così che questi, in età, idonea possano poi
‘liberamente’ dar luogo a ciò che si sentono di essere… Situazioni talmente
cervellotiche e indegne da non meritare alcun commento!
Per finire, avendo
richiamato nei titoli la solennità dell’odierno Equinozio d’Autunno, è utile
qui riprenderne i contenuti tutti di natura esoterico-simbolica che sono
racchiusi in tale particolare momento e circa i quali una copiosa letteratura
ha scritto di tutto e di più, confidando che gli Iniziati sappiano farli
propri.
Un modo per noi degno di
dare solennità a questo particolarissimo Equinozio d’Autunno, è quello di
custodire i nostri semi più preziosi nelle pieghe di una terra feconda, ancora
ricca dei tepori estivi, al riparo dai freddi invernali e dai dilavamenti delle
piogge, pronti al risveglio della prossima Primavera. Per noi questo significa il dare solennità a
questo momento autunnale dell’Equinozio:
ponendoci così - ancora una volta, come ormai nostra consolidata Tradizione -
ben distanti da chi continui a far
coincidere tale evento cosmico non solo con la data del 20 Settembre, ma con
tutta quella enfasi falsa oggi attribuibile ad una data tuttora – quella del XX
Settembre, appunto - permeata di divisorio significato e da radicate, negative,
pulsioni ideologiche; una data ormai non solo ricordata, ma persino celebrata massonicamente
– in modo assolutamente contro-iniziatico
- da narcisisti compulsivi. Una data che da tempo non intendiamo più ricordare
massonicamente, se non per l’umana e fraterna pietas per chi per quella breccia là ha lasciato la propria vita, mentre
strani soggetti animati dal materialismo, da un pernicioso laicismo, da eccessi
di anticlericalismo, e persino da marcati rigurgiti di ateismo, tentano di
sopraffare i reali sentimenti dei Massoni Italiani, esibendosi in questa o in
quella pratica, apparentemente muro contro muro
con chi - a torto o a ragione - identifica quella data con il cedimento forzato
del proprio, terreno, potere.
EQUINOZIO
D’AUTUNNO 2018: UN MODELLO PER CELEBRARE IL PENSIERO
LIBERO.
Altrove, dei Carissimi e
degnissimi Fratelli sono rimasti impressionati e affascinati allorché – anni fa
– venne enucleato dalla Comunione di
Piazza del Gesù il concetto di Massoneria
delle Antiche Pietre: un concetto che è ormai parte integrante della
Comunione stessa e che ne costituisce parte fondamentale. Costoro, ne sono
rimasti talmente colpiti a tal punto da avviare, nei loro luoghi di residenza,
tutto un processo di revisione del loro pregresso operare, aderendo
intellettualmente alle linee guida da noi chiaramente evidenziate, trovate del
tutto consone al loro desiderio di crescita, di serietà nel porgersi alla Società, e di profondità di tutta una serie di studi
il cui fine ultimo è quello di ricondursi ad una Massoneria delle Origini:
scuola di Vita e forgiatrice di Uomini. Un nuovo e diverso modello d’azione,
insomma.
I rinnovati schemi operativi
di questo folto raggruppamento – pur tenendo conto delle realtà degli
insegnamenti fin qui da loro appresi e
delle peculiarità dei rispettivi luoghi - rimuovono con decisione ciò che nel passato
possa avere segnato i limiti tipici della routine, così riappropriandosi del
senso più autentico dell’essere Liberi Muratori, tornano a chiedersi il perché
‘si faccia così’, dei significati
autentici di parole, gesti, formule (certamente non ‘truculente’ avendo
essi abbandonato ogni riferimento alla
lettera di testi ormai antichi, e quindi rifacendosi allo spirito
simbolico-esoterico che li costituisce). Hanno così dato vita ad una sorta di
vera e propria ‘palestra’ di tipo fondamentalmente culturale – nell’accezione
più ampia del termine -, attraverso la quale studiare, approfondire, comprendere,
cimentarsi, per elevare i singoli livelli di ‘conoscenza’, ma soprattutto per gustare
appieno la gioia dello stare insieme e quindi del ritrovarsi senza il timore di
essere colti da un … colpo di sonno nel corso di quelle (tediose e
inespressive) riunioni che altrove possano esservi. Per intenderci, quelle
riunioni dove, lo sosteniamo da decenni, tra l’apertura e la chiusura dei
Lavori, vi sia solo un mortificante, inespressivo, vuoto: ossia niente di
realmente, iniziaticamente, costruttivo e degno di nota.
Oltre al Rito Scozzese A. e
A. di base, verrà dato spazio anche a tutti gli altri Riti utili e possibili, anche
esaltando i rapporti con strutture e organizzazioni eminentemente
cavalleresche, in un’ottica significativamente internazionale che consenta
proficui scambi e interazioni: con uno spirito che intende ‘non escludere’ ed
anzi ‘includere’ tutto ciò che di buono e giusto possa aiutare nella ricerca
verso quella perfezione cui si tende nell’Opera: con Vitalità, Energia, Onore, Saggezza,
nobiltà d’animo, Amore Fraterno e profondo senso dell’Armonia..
I Fratelli in questione
stanno costituendo non una semplice associazione, bensì una Fondazione dedicata
alla difesa del Libero Pensiero: presidio quindi non meramente formale ma ricco
di contenuti specie nelle forme divulgative con cui essi saranno presenti,
stabilendo rapporti affettuosi e fraterni con quanti possano essere compatibili
con il loro operare.
Certamente, vi sarà un ruolo
guida: senza arzigogoli e forzature, si ricondurrà agli stimoli, alle energie,
di una Loggia Madre, in possesso di tutti i titoli per operare correttamente e
compiutamente. Dal canto nostro, visto
che i Fratelli intendono prenderci a loro modello, si conferirà speciale
autorizzazione all’uso esclusivo del nostro appellativo di Massoneria delle Antiche Pietre: così che la Comunione di Piazza
del Gesù, speculativamente divenga per loro la scuola di riferimento.
Cosa che con grande
soddisfazione abbiamo appreso, specie alla luce di quanto sopra espresso, è che
queste Officine si siano poste come avanguardie intelligenti e sensibili del
progresso, costituendosi quale parte dinamica nell’interpretare le mutazioni
sociali e dei costumi così come queste possono correttamente riverberarsi nella
Libera Muratorìa, dando così luogo alla presenza femminile nel loro contesto. Un
segnale preciso, netto, di ampia apertura: si avranno così strutture operanti
al maschile, altre al femminile, altre miste; senza preclusioni aprioristiche,
lasciando quindi spazio alla sensibilità personale di ciascuno. Ma anche per
poter fare emergere ogni possibile energia sin qui inespressa, dando così
coerenza alla propria mission
iniziatica: che non intende fermarsi agli usuali disciplinari, per poter
offrire ogni più ampia possibilità di riferimento e di crescita. Qui
ricordiamo: la Libera Muratorìa – per proprio patrimonio di Idealità e di
Storia - è stata sempre non solo Scuola di Vita e fucina di Uomini, ma anche –
proprio per le peculiarità di elevata ed esclusiva cultura – elemento
precursore di eventi che, nella società e nella storia si sviluppavano ovvero
si riverberavano. Ossia, si formavano – così come si formeranno – Uomini che apparterranno
ad una ristretta e selezionata compagine culturale, ad una scuola di pensiero e
azione – lontana da contaminazioni ideologiche, di segno opposto al pensiero unico dilagante, e quindi al
livellamento di masse senza più pulsioni logiche e razionali - in grado di
porsi al servizio della Società per dare il proprio contributo ai cambiamenti
che il futuro possa indicare e quindi richiedere. Si sentono già in sintonia con l’essere
Famiglia, così come anche noi lo siamo sempre stati. A questi Fratelli, che amano la discrezione
ma che certamente faranno sentire alta la loro voce e la loro presenza – non
solo nei loro Paesi - auguriamo ogni bene: Uomini Liberi non allineati, non
omologati, che intendono essere alternativi, ai quali, come da loro
sollecitatoci, mettiamo a disposizione – con chiaro spirito di servizio – tutto
il nostro bagaglio di esperienza, di Storia, di memorie, nel segno delle Antiche Pietre.
Queste unità operative – che hanno stilato un vero e
proprio nutritissimo cursus studiorum, nel cui contesto
grande enfasi viene data al pensiero di matrice rinascimentale, ispirandosi all’impronta
culturale lasciata da Federico II, lo stupor
mundi, e ancora attuale, come pure all’Itinerarium
in mentis Deo di S. Bonaventura - hanno voluto ritrovare il gusto
dell’operosità più autentica, pregna non solo di contenuti ma anche densa di
quella sana ‘rumorosità’ originata dall’entusiasta accavallarsi dei dialoghi:
nuove e vitali onde che bagnano una spiaggia illuminata da un altro e diverso Sole. Più luminoso, più
caldo, che fa sentire i suoi raggi avvolgenti in ogni ora del giorno.
Per tutto ciò, ringraziamo continuamente Dio, il Grande
Artefice degli Universi, l’Uno ed il Tutto, il Creatore, per tutto ciò che ci
dona e che, per Sua volontà e attraverso Lui, ci perviene. Per noi Dio non è solo una mera e persino astratta enunciazione filosofica,
bensì la Rivelazione – diretta o attraverso Sue emanazioni - e la Luce che ci
accompagna in Eterno, in ogni attimo della nostra Vita, fisica e non. Dalla Sua
Luce, emana l’indicazione di quale percorso dobbiamo seguire per raggiungerla,
e su Chi possiamo fare affidamento per assisterci in ogni istante lungo questo
cammino: dal primo giorno di Vita al primo giorno della nostra Nuova Vita. Un cammino di Fede e di Speranza, cui noi
contribuiamo con grande modestia ma con la massima consapevolezza nello stesso
modo con cui una Scuola possa contribuire alla crescita dei propri Allievi:
fornendo loro – comunque in modo secolare - orientamento, cultura, assistenza e
la possibilità di verificare continuamente il percorso compiuto e quello da
compiere, guardando analiticamente e consapevolmente dentro sé stessi e
confrontandosi con gli altri. Senza alcuna possibilità di facili alibi ovvero
di poter/voler ‘barare’.
Nulla di più, nulla di meno: questa
è per noi la vera Massoneria, quella Massoneria che è Scuola di Pensiero e
Stile di Vita. Questa è la Massoneria
a misura d’Uomo che, attraverso la Cultura, il filosofare, le considerazioni
integrative in chiave esoterico-simbolica, contribuisce alla crescita interiore
dell’Uomo. Questa è la Massoneria
intrisa di Amore Fraterno, di Armonia e di quel Divino sentire che è concreta
radice delle più Antiche Tradizioni. Antiche Tradizioni come Antiche sono le
iscrizioni nel Tempo: un Tempo che noi, anche con sofferenza, abbiamo imparato
a dipanare e riavvolgere. Per ciò che ci è concesso da Lui e sempre con lo sguardo rispettosamente e filialmente rivolto
al nostro Creatore.
Ecco… come vedete, tematiche
amplissime che evidenziano il nuovo respiro da parte di una Massoneria - concretamente a misura d'Uomo, anche sulla base di un rinnovato Umanesimo - che
intende scrollarsi finalmente da qualsivoglia vincolo e parassita che fin qui ne
abbia potuto succhiare le energie più vitali, mortificandola. Una Massoneria
rinnovata nello stile, nella forma, nel modo di presentarsi e rapportarsi:
lontano dalle muffe stantie e dal contagio di piaghe purulente e infette.
Una
Massoneria che, indipendente dal luogo ove possa operare, sia casa trasparente
e franca che apre le braccia a tutti gli Iniziati e dove i Fratelli possano
ritrovarsi con il sorriso, riconoscendosi l’un l’altro con una stretta di mano,
con un abbraccio sincero e cordiale, così ritrovando la giusta ispirazione,
lontani da schemi e briglie, in una più corretta dimensione dove potersi
librare: ricordando così di essere aquile che possono volare alte nel cielo,
piuttosto che non timidi passerotti che volano brevemente tra una grondaia e
l’altra.
Roma, 23 Settembre 2018, h.
3,54
Giuseppe Bellantonio
(Questo scritto è dedicato alla Memoria degli Alti Spiriti che ci hanno
preceduti nella Via, e che – con il loro insegnamento – sono stati sicura
indicazione di come poter improntare la nostra Opera. Guardando al futuro.)