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mercoledì 11 maggio 2016

IL 'FATTORE M'

Nel panorama politico italiano - già di per sé estremamente complesso e controverso, quando non confuso, frammentato e incerto - ha fatto ufficialmente irruzione il 'Fattore M'.
Ufficialmente, nel senso che si sono verificati eventi formali e quindi manifesti, che hanno dato forma e sostanza a quelle che fino ad oggi erano solo semplici chiacchiere o banali pettegolezzi. 
Vogliamo vedere di cosa si tratta?
Innanzi tutto, cosa indico per 'Fattore M'? 
Così come ad esempio vi è memoria storica dell'esistenza del 'Fattore N' (riferito al nazismo),  del 'Fattore K'  (riferito al fenomeno comunista, dall'ultima Guerra Mondiale e fino al c.d. crollo del muro di Berlino), del 'Fattore C' (riferito al c.d. 'incubo cinese', fortemente enfatizzato negli USA dagli anni cinquanta in poi del secolo scorso), oggi entra ufficialmente in scena il 'Fattore M': quello che vede parti della Massoneria Italiana scendere ufficialmente in campo, prendendo anche posizione, relativamente a questioni squisitamente politiche.  
Negli ultimi anni - e mai come nell'ultima fase temporale - la Massoneria (in generale) e la Massoneria Italiana (in particolare), sono state genericamente e vagamente additate come elemento attivo di disordine, corruttela, intrallazzo, collusione con ambienti malavitosi, pesanti ingerenze nel mondo dell'economia, della finanza, della politica e della religione: cattolica in particolare.
Il tutto, mescolando fantasie, illazioni, affabulazioni: ma - anche e purtroppo - quelle verità attestate da Investigatori e Magistrati. E non sono certo poche queste brutte 'verità'. Ma, se è giusto che la Giustizia persegua chi possa commettere azioni sanzionate dalle Leggi, non è giusto che ad esserne danneggiati siano tutti indistintamente gli aderenti ai vari sodalizi che si rifanno al contesto Massonico. 
Tutti sfiorati dal sospetto, tutti colpevolizzati a priori, tutti esposti ad una sorta di gogna mediatica: indifferentemente dalle positività e dalla correttezza che i buoni Massoni possano espletare nel vivere in modo regolare e trasparente questa loro qualità.
Ma, poiché tutto ha un'origine, la vera origine dell'acuirsi di tale indiscriminato voler fare di tutta erba un fascio, sta proprio nell'anomalo atteggiamento di quei gruppi - ovvero, di quei rappresentanti di gruppi - che a tutti costi mescolano le norme e le prescrizioni tipiche dei contesti aderenti allo standard massonico internazionalmente in uso (per intenderci, il complesso di norme che dal 1720 fa da riferimento, in uno agli Statuti Generali del 1821), intrigandosi o facendosi coinvolgere in affari di vario tipo, come pure interessandosi concretamente di questioni direttamente e/o indirettamente connesse alla politica e alla religione.
Tutte cose che in Massoneria non possono esistere, e che anzi confliggono con lo spirito esoterico ed iniziatico che ne permea i pur nobili ideali: specie se questi possano riferirsi a concrete Tradizioni d'ordine storico-filosofico nonché esoterico-iniziatico e alfine simbolico.
Irregolarità e irritualità palesi e stridenti come non mai e che stanno mutando pelle ad alcuni contesti che, 'prendendo parte' e 'divenendo essi stessi parte', divengono - in uno ai propri aderenti - veri e propri partiti. E questo non va, poiché non è corretto: anzi, è proprio errato!
Lo stesso dicasi per le questioni di tipo religioso: ci sono parti che sbandierano un marcato laicismo mentre sollecitano il riconoscimento proprio da parte di coloro che non esitano a censurare e osteggiare. 
Possiamo quindi dire che chi razzoli in siffatto modo, non è realmente Massone e che non è certo regolare e forse legale simile agire.
Se è vero che esiste la libertà di associazione e che la stessa è fortemente tutelata dalle leggi anche comunitarie, è altrettanti vero che ogni associazione ha uno statuto ed un proprio regolamento: entrambi costituiscono ed esplicano gli scopi dell'associazione e le norme, anche interne, che disciplinino l'attività degli aderenti.
Ma se le norme sociali si riconducono e quindi fanno univoco riferimento ad assunti che esplicitamente e formalmente vietano di trattare questioni legate a politica e religione; se tutto è fissato negli atti costitutivi e statutari - e quindi nei regolamenti - dei singoli contesti che pur si espongono in tutt'altro modo, possiamo ben dire che il comportamento di costoro non è né corretto  né regolare.    
Spieghiamo meglio: c'è palese distonia quando non conflitto tra i comportamenti ovvero i pronunciamenti in ambito politico e religioso e lo stesso oggetto sociale delle associazioni massoniche, le norme ed i regolamenti di riferimento, gli statuti ed i regolamenti attuativi interni, e persino con i regolamenti che ogni singola Loggia può autonomamente definire, in modo sovrano e indipendente.
Da qui, un semplice ragionamento.
Vuoi fare effettivamente della Massoneria? Perfetto! Dovrai non solo dichiarare e attestare di volerlo fare in un libero e regolare contesto associativo, ma dovrai effettivamente tenere e mantenere questa posizione.
Non vuoi più farlo? Vuoi vivere l'ebbrezza degli affari, dell'intromettersi in questioni di politica  e di religione? E' una libera scelta anche questa. Ma non puoi pretendere di farlo facendoti schermo della Massoneria: perché essa, per tabulas, vieta questo modo di agire. 
Quindi, se agirai in questo modo scorretto (massonicamente) potrai fare certamente vita associativa, ma non riconducendoti alla Massoneria ed alle sue regole: poiché ciò sarebbe non solo deviato ma anche deviante per  chi possa essersi indirizzato ovver aver aderito a similare contesti, lecitamente attratto da un sentire di tipo totalmente diverso.
I miscugli e gli equivoci, non giovano a nessuno.
A pretendere che ciò venga applicato, proprio sulla base delle Leggi in vigore, devono essere proprio i competenti organi di Stato preposti all'ordine ed alla sicurezza, coinvolgendo se del caso anche la Magistratura ordinaria.
Convocata la parte, senza frapporre indugi o incertezza - poiché con i 'se' e con i 'ma' non si va in alcun posto-, gli si chiederà cosa voglia fare: vuoi essere carne o pesce? Qualunque cosa scegliessi, dovrai agire di conseguenza: diversamente, e senza ulteriore preavviso, il mio atteggiamento istituzionale muterà e diverrà sanzionatorio.
Basterebbe quindi poco per mettere ordine in un contesto oggi più che disordinato, e dove proliferano gruppi e gruppuscoli che solo di nome si riconducono ad un qualcosa di massonico ma che Massoneria non è: con grande beneficio per la vera ed autentica Massoneria.
Quindi, ci rivolgiamo ai Massoni Italiani - quelli veri, autentici e genuini: che, purtroppo, non sono i più - per dire loro: se sei ciò che dici, disdegna di trattare nella tua qualità questioni politiche o religiose, e respingi con sdegno chi possa farlo e chi possa invogliarti su questa strada pericolosa e (massonicamente) pessima quanto irregolare e irrituale.
Se invece vuoi farlo e vuoi restare insieme ad altri che abbiano i tuoi stessi interessi - chiaramente non-massonici, ma di bottega - devi accettare che l'associazione ove tu ti sia iscritto abbia denominazioni, atti costitutivi, regolamenti e quant'altro, non equivocabili con la Massoneria: essendo cosa distinta e diversa da questa, ed essendo molto chiaro che in simili casi l'adozione di una 'metodologia massonica' è solo un camuffamento di intenzioni e azioni diverse e persino censurabili quando non perseguibili.
E se un qualcuno si prendesse la briga di studiare a fondo quanto sopra, con tutti i fatti che storicamente a ciò si riferiscano, capirebbe meglio e con chiarezza 'perché' vi siano equivoci, perché vi sia chi questi equivoci li alimenti, perché possano esservi conflittualità - e quali - con importanti settori della vita sociale, politica e religiosa, e come mai nulla si faccia per rimuovere quelle che io definisco le (antiche, molteplici e radicate) ragioni di un equivoco, a testimonianza della pochezza ascrivibile nel tempo al comportamento di vertici massonici poco lungimiranti ovvero troppo presi di sé o troppo interessati soggettivamente; come pure a testimonianza non della inconciliabilità tra Chiesa e Massoneria o tra Politica e Massoneria quanto della incompatibilità della Massoneria - in quanto ritenuta ben al di sopra delle piccolezze umane e quindi delle miserie della quotidianità profana -  nel potersi interessare e quindi trattare di questioni comunque correlate con religione e/o politica.

Roma, 11 Maggio 2016                                 Giuseppe Bellantonio    

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