Cerca nel blog

sabato 21 settembre 2019

EQUINOZIO DI AUTUNNO 2019: IN ATTESA DELL'UOMO NUOVO.


L’equinozio di autunno del 2019 è alle porte: ciò avverrà nelle prime ore di lunedì 23 settembre.                                                            Più volte abbiamo sottolineato come l'Equinozio – al pari dei Solstizi - non è un giorno, bensì un ben preciso momento in cui una concatenazione di circostanze astrali si manifesta attraverso i raggi del Sole, raggi che sono perpendicolari all’asse di rotazione terrestre. È questo semplice e affatto misterioso motivo che ben spiega come mai gli equinozi – dal latino aequa nox cioè durata della notte uguale a quella del giorno - non si verificano nello stesso giorno dell’anno e alla medesima ora, dipendendo essi dall’inclinazione della nostra Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole.                                                                                Chi scrive ritiene che della simbologia e dell’amplissima letteratura su questa tematica - purtroppo, duole dirlo, ormai basata sul sistematico saccheggio di testi altrui e pertanto priva del frutto di nuove elaborazioni intellettuali – dobbiamo cogliere soprattutto quegli aspetti che ci legano alla Natura, poiché solo riconoscendo e rinsaldando il nostro legame con essa potremo esaltare il nostro ruolo, la nostra stessa presenza su questa Terra. Ci siamo certamente trasformati da cacciatori e raccoglitori fino alle forme attuali, e oggi siamo nella fase dell’ antropocene con l’uomo protagonista assoluto del Mondo. Almeno, secondo le valutazioni dei più: anche se l’uomo dell’antropocene è pieno di sé, tronfio, si sente un dio padrone della sua vita e influente su quella altrui; ma ha perso il contatto con Dio, il contatto con il sacro e quindi ha perso le migliori energie interiori, quelle a presidio della propria spiritualità.                                                                                                           Un uomo spiritualmente impoverito, quotidianamente alle prese con le sirene che lo imboniscono ora su questo ora su quello: ma che sistematicamente lo stordiscono e lo allettano con infinite bugie, tali da fargli perdere spesso il senso del limite, la giusta direzione, il senso della realtà. Una sorta di novello ‘The Truman Show’ messo in atto per assopire coscienze, imporre nuovi quanto mendaci ed effimeri valori, per mettere la sordina alle proteste, mistificare la verità, manipolare l’informazione, anestetizzare e rendere iporeattivi i giovani attraverso l’utilizzo diffuso di droghe chimiche, culturali, sociali e politiche, e soprattutto privandoli dei valori classici di riferimento, facendoli sentire falsamente sicuri ma – in realtà - deboli e fragili.                                                       La corsa a questo tipo di continuo e rapido progresso-non progresso, che avvizzisce sempre più la nostra parte spirituale (perché non più nutrita correttamente), ha già aperto le porte a una nuova era: non quella dell’intelligenza artificiale come si potrebbe credere – già in fase di superamento -, ma quella dell’hyperintelligenza su base quantistica, l’era del novacene (utilizzo un termine di certo non nato oggi né casuale).                                              Ma è pronta l’umanità per un simile progresso, anzi per questi rapidi e continui progressi? Lo sarà in un futuro prossimo? Ne dubito fortemente: perché l’accavallarsi continuo del nuovo senza che ciò che precedeva possa aver avuto il tempo per sedimentarsi, procura stordimento e smarrimento, persino insicurezza.                                                                                                             Penso piuttosto che delle classi - o caste? - di governo (e non politiche, poiché la politica – che trova il proprio humus ideale e ideologico nella polis – è ormai tramontata, per essere stata sostituita da un cicaleccio continuo e scomposto tra tifoserie che cercano di demonizzarsi vicendevolmente) istigate o succubi degli oligarchi componenti il ristretto club che spadroneggia nel mondo - e che in molti ormai definiscono essere il regime violento della finanza- stanno facendo di tutto per depotenziare la qualità della gente, delle genti, dei popoli e delle nazioni, per surrogarla con una mescolanza di genti neanche lontanamente paragonabile (socialmente, culturalmente, per usi e costumi) con chi si stia surrogando anche in prospettiva.  Questo ‘regime violento della finanza’ fa di tutto per tagliare, con forza persino violenta, le nostre radici e quindi le nostre certezze scavando solchi profondi nei popoli, seminando gelosie, invidie, rancori e zizzanie, con l’intento di metterci l’uno contro l’altro e quindi porci in balia di coloro che si sono già concessi o si concederanno, veri e propri manovali o cantori di questo nuovo verbo colmo di corrotti. bugiardi e prostitute intellettuali.                                                                                                                 Ecco, in un momento come questo, io rifuggo dallo stordimento di certo progresso, che in realtà è un regresso di valori e un pozzo buio e cieco per quello che riguarderà il futuro: il vero, reale, futuro.  E rifuggo dall’accettazione di questo sfascio globale proprio perché, credo nella forza della Natura e quindi in quella dell’Uomo che ne fa parte: entrambi riconducibili all’Uno, al Tutto, e al Disegno Supremo. Un essere umano in grado di scoprire la propria forza interiore e dare enfasi costruttiva per un corretto cambiamento.                                   Ecco quindi che questo momento equinoziale ci ri-conduce con forza alla valutazione di ciò che abbiamo fatto, del nostro raccolto: una verifica dei nostri sforzi, un bilancio consuntivo tra i propositi formulati all’inizio e il fieno che realmente siamo riusciti a riporre in cascina. Quindi, è un momento - meglio: uno dei momenti – che ben si prestano all’introspezione e alla verifica, ricordandoci che per prima la nostra stessa vita è un susseguirsi di cicli. Dalla nascita alla morte, alla rinascita - così come avviene nella Natura – affrontiamo le fasi si un viaggio spirituale che riflette quello naturale.                                         È quindi vero che in autunno, messa mano ai raccolti, dobbiamo approntare spazio e terreno per il raccolto che verrà, dove far crescere le nostre speranze, ma sempre attenti al rapporto con la Natura e al dialogo interiore con il Trascendente. Il Sole e la Luna, il Giorno e la Notte, ora di durata maggiore ora minore, ci ricordano la nostra oscurità interiore e la forza che dobbiamo trovare in noi stessi per giungere alla Luce interiore, utilizzando meglio e ancor più spesso l’arma del Silenzio: utilissima per riflettere, apprezzare meglio ciò che ci circonda, affrontare meglio ciò che ci accade, acuire i nostri sensi e ricordare la vitalità della tolleranza, i colori tenui e caldi dell’Autunno che ci accompagnano in questo momento di rinnovamento, di rinascita. Ma soprattutto, dobbiamo porci in ascolto della melodia dell’Anima e di quelle note, di quei numeri, che ci riconducono all’Armonia degli Universi, del Tutto; un tutto che è esso stesso l’Uno.                                                                                                                   Ma parliamo ora in modo specifico di noi Massoni che, sempre affrontando il tema del rinnovamento, dobbiamo dare un senso alla nostra Opera, alla nostra Ricerca: proprio all’equinozio d’autunno dobbiamo verificare bene lo stato del terreno dove operiamo; in particolare, accertando se la qualità dello stesso sia tale da garantire buona, sana, abbondante crescita o se sia troppo invaso da impurità infestanti.  Verifichiamo che il ‘nostro’ terreno non sia occupato dalle cartacce di certa pubblicità che ne decanti presunte qualità, eccezionalità e unicità; verifichiamo, se queste cartacce variopinte e ammiccanti, possano nascondere del pattume o degli agenti inquinanti, tali da pregiudicare proprio la qualità del raccolto e quindi minacciando la nostra stessa salute (massonica e non).                                                                                                                    Allegorie a parte, stiamo vivendo nel complesso un periodo contrassegnato dalle pesantissime accuse che ci vengono rivolte, da un energico tentativo di ghettizzarci, dalle forti pulsioni di taluno per porsi sotto questa o quell’ala protettrice.   Il tutto supportato da menzogne e mezze verità al proprio interno, da ricostruzioni antistoriche e cronologie fantasiose e risibili, dall’utilizzo improprio e persino illecito di titoli altisonanti, da verginità sbandierate ma ormai abbondantemente perse nel tempo. Qualcuno cerca – peraltro in un modo tutto suo, assolutamente verbale – di spacciare un nuovo umanesimo o un modello di rinascimento, tal’altro si affida alla provvidenza, altri ancora ricercano la sostanza e la forma di una fede ormai appannata da scandali e devianze politiche, e di cui si va smarrendo il senso e persino l’attualità… Ma in questa ricerca manca la spinta propulsiva di un profondo senso sociale che, attraverso fattori culturali e di studio, attraverso proposizioni concrete e praticabili, contribuisca fortemente a dare il giusto indirizzo.                                                     La Massoneria è stata nel tempo una vera e propria fucina di tutto ciò, forgiando anche Uomini giusti, onesti e di sani principi; ora viene vagheggiata con senso di partigianeria persino quale componente attiva in complotti avversi al clero o nella deflagrazione di crisi ovvero definizione di scenari e soluzioni politiche.                                                                                                              Attenzione! Non tutto è Massoneria, scadendo spesso nella consorteria quando non peggio. Anche a livello mondiale, la profonda crisi di cui accennavo n apertura, che vede il forte antagonismo tra un Nuovo Ordine e chi cerca di contrastarlo, ha coinvolto la Massoneria: si è così determinato un fronte favorevole a questo NWO – movimentista e con proclamate affabulazioni DEM ossia di sinistra, che vuol praticare una decrescita traumatica –, e un fronte tradizionalista basato su una Società di Valori dove il progresso e la crescita dell’uomo corrispondano a quei principii propri degli Alti Ideali libero-muratori.            È un contrasto, spesso una lotta, dove probabilmente il vincitore – se mai ve ne potrà essere uno degno di tale qualifica – erediterà alti mucchi di vittime perite sotto le macerie del ‘ciò che era stato’.                                                          Personalmente, sono per una Società che possa permettersi anche pause orientate a una Decrescita Felice – ossia, rallentare un po’ per dare modo ad altri di raggiungerci, per poi proseguire insieme -, ma che soprattutto abbandoni l’economia composta dai pezzi di carta della finanza d’assalto, per mirare all’economia dei diritti umani, dell’autodeterminazioni (senza spinte, manipolazioni o aiutini, specie se provenienti da oscure forze colonialiste).                   Occorre mirare quindi a un Rinascimento delle Tradizioni per pervenire a un Uomo Nuovo in grado di rispondere coerentemente alle sfide che ne possano persino minacciare l’esistenza, o alle sfide di coloro che ne possano minare le radici.                                                                                                                  Questo il mio pensiero, il mio messaggio, il pensiero ed il messaggio tracciati nel percorso intrapreso dalla storica ‘Comunione di Piazza del Gesù’; un pensiero che cozza con quello dei supponenti e dei prevaricatori, dei falsi o finti massoni, di coloro che proclamano sempre io-io-io, che suonano la grancassa del 'tutto e troppo' e che ritengono gli altri essere sempre molti gradini sotto di loro - ora impuri ora indegni ora irregolari ora irrituali -, che pensano che gli altri (che poi sono sempre loro Fratelli e Sorelle) nella migliore delle ipotesi possano essere non ‘come’ loro ma ‘abbastanza’ simili a loro.                                              Ecco, noi siamo sempre dalla parte di coloro che non sono né si sentono abbastanza, ma che invece sono e rappresentano 'molto', molto di più.            Buon momento solstiziale e buona ripresa della Vostra Opera!                                                                                                                                    Roma, 22 Settembre 2019                         Giuseppe Bellantonio                 Disclaimer / Avviso 1                                                                                                                                                 L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue: 1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservata.                                                                                                                      Disclaimer / Avviso 2                                                                                                                                         Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal webciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito bellantoniogius@gmail.com al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.