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venerdì 25 febbraio 2022

MARIANNE TOUJOURS !

 

MARIANNE TOUJOURS!

> 50 ANNI DI IMPEGNO LAICO E REPUBBLICANO <

di Patrick Kessel

[Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari]


Un ringraziamento particolare ad Alain de Keghel, che ci ha segnalato questo libro, particolare autobiografia di Patrick Kesselil più giovane Gran Maestro nella storia del Grande Oriente di Francia.

I ricordi di un uomo dal vissuto certamente intenso: è stato membro dei gabinetti ministeriali sotto la presidenza socialista; finisce in prigione in Messico; sfugge all'attentato di rue des Rosiers a Parigi; conduce una delegazione di diverse centinaia di massoni ad Auschwitz, insieme a suo padre, un sopravvissuto di questo campo di sterminio; a Santiago del Cile apre segretamente la prima loggia della resistenza massonica sotto Pinochet; segue le orme del giovane Chang arrestato dalla dittatura maoista; copre la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo; viaggia attraverso l'Iran alla ricerca degli ultimi massoni braccati dalla Repubblica Islamica…

Barbara de Munari

Il testo che segue è tratto dalla Prefazione di Marianne toujours! da parte Gérard Delfau, senatore onorario, direttore della collezione Débats laïques, Editions L'Harmattan.

Con Marianne toujours! Patrick Kessel, giornalista ed ex Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, ci propone un'opera la cui profondità e ricchezza non si può riassumere in poche righe. Come definire la sua opera? A prima vista si tratta di ricordi, il racconto di una vita di stupefacente pienezza e di una grande unicità di pensiero, anzi di ideale: 50 anni di impegno laico e repubblicano, ci dice lui stesso, nel sottotitolo. E infatti, i capitoli dedicati alla sua azione a favore della libertà di coscienza, in Francia, si alternano agli incessanti viaggi che compie dalla Cina a Santiago del Cile, passando, tra l'altro, per Praga, Gerusalemme, Gaza, Mosca, Cotonou, Buenos Aires, al fine di promuovere gli ideali della Massoneria e incontrare gli attivisti, a volte perseguitati, a volte tollerati, raramente riconosciuti, dai governi di questi paesi.

"Tribolazioni", dice lui simpaticamente nel testo, per alludere, senza volerlo spiegare, a quante di queste missioni implicassero rischi... Ma racconta anche di 50 anni di impegno a favore di una sinistra, di cui condivide le speranze e, più spesso, le delusioni.

Per le sue funzioni, è generalmente vicino ai leader politici, consigliandoli o ammonendoli, senza mai voler essere lui stesso in una posizione elettiva, nonostante le diverse proposte che gli sono state fatte. Così si dispiega davanti ai nostri occhi una lunga storia.

Da "l'avventura di sinistra" della sua giovinezza, poi "mitterandiana", seguita da quella che ho chiamato "la delusione Jospin" [1], ci conduce, dopo l'intermezzo di Sarkozy, all'attuale cancellazione del PS e del "socialismo dal volto umano", a cui dedica alcune sue analisi. Ma che non si equivochi; non si tratta di un manifesto o della presa di posizione di un leader di partito, ma solo la testimonianza di un militante che non vuole arrendersi, nonostante le avversità del momento.

Lungo il percorso, la sua storia ci fa rivisitare episodi poco o male conosciuti, come la candidatura di Jean-Pierre Chevènement, alle elezioni presidenziali del 2002, per la quale si impegna e si oppone alla sua componente di destra, in particolare quando rifiuta l'appello al voto per Jacques Chirac, al secondo turno, per eliminare Jean-Marie Le Pen. E leggeremo, ovviamente con interesse, la sua descrizione, a piccoli tratti, di un personaggio straordinario, François Mitterrand, che ha accompagnato fin dagli anni '80. Vi si vedrà un misto di ammirazione, e anche di fascino, ma anche prese di distanza, disaccordi e rimpianti per il debole coinvolgimento del Presidente della Repubblica a favore della laicità, in particolare durante il doloroso abbandono della legge Savary, durante i primi sette anni.

Vedremo invece apparire nomi illustri come quello di Manuel Valls, allora Primo Ministro, il cui intervento potente e commovente all'Assemblea Nazionale, all'indomani del barbaro attacco a Charlie Hebdo, rimane nel ricordo.

Questa cronaca di mezzo secolo di storia della sinistra sarà d'ora in poi indispensabile per chiunque voglia rivivere un periodo ingiustamente considerato dall'opinione pubblica. Peraltro, l'essenziale non è questo. Il suo approccio è di altro ordine: ciò che conta davvero per lui è il suo impegno massonico. Entrato giovanissimo nel Grande Oriente, seguendo l'esempio del padre, dedica la sua vita a questa causa. Vuole far conoscere questa organizzazione, la sua storia interna, il significato di iniziazione nella pratica delle logge, e il ruolo discreto, ma importante, che questa istituzione svolge all'interno della Repubblica, dalla fine del XIX secolo e nel proseguimento del secolo dei Lumi. Possiamo anche dire che il suo accesso alla carica di Gran Maestro, nel 1994-1995, il suo tentativo di rinnovare il funzionamento della struttura, soprattutto propugnando la possibile adesione delle donne, con la levata di scudi che ha suscitato, siano al centro del libro.

Lo si percepisce ferito e, tuttavia, ancora determinato a sostenere gli sforzi di coloro che, secondo lo spirito di Fred Zeller, pittore di talento, militante politico e famoso Gran Maestro, fanno vivere, a tutti i livelli, il Grande Oriente di Francia. Gli dedica molte belle pagine, in cui evoca scene divertenti e personaggi noti e sconosciuti incontrati durante i suoi viaggi in giro per il mondo, che danno un'immagine inaspettata dei massoni.

La sua storia sarà utile a tutti quelli che accolgono le giovani leve nelle logge, e che hanno il compito di tramandare l'eredità. E stimolerà la riflessione collettiva in questo momento di confusione e di dubbio. Questo per quanto riguarda la dimensione di memoria, o cronaca di un massone militante. Ma questo richiamo alle qualità autobiografiche della storia è ben lungi dall'esaurirne la ricchezza.

Infatti, ciò che più mi colpisce è l'appassionata difesa del principio di Laicità-Separazione, sancito dalla legge del 1905 e consustanziale alla Repubblica. L'autore denuncia le derive attuali, che coniugano gli accomodamenti di una presunta laicità aperta con tesi decolonialiste e razziste, provenienti da oltre Atlantico. In nome della parità di diritti per le donne e della libertà di coscienza, rifiuta la tentazione comunitaria, sullo sfondo dell'identità etnica e/o religiosa, con i rischi che essa comporta per la pace civile. E prende una posizione ferma contro l'islamismo politico. Questo ci è valso un resoconto dettagliato, dall’affaire del velo di Creil del 1989, segnato dagli errori di una parte della sinistra, agli attentati terroristici del 2015, compreso il sostegno alla Commissione Stasi e il voto della legge del 2004 che vieta di indossare segni visibili a scuola. Con questa affermazione, che riassume la sua filosofia e getta luce sul titolo del libro:Ma gli islamici probabilmente non sanno che l’acacia, simbolo dei maestri muratori, rifiorisce sempre.

Non si limita, inoltre, alla lotta per le idee. Vuole essere un attore a tutti gli effetti. A tal fine ha fondato, con altre personalità, alla fine del 1990, il Comité Laïcité République, che oggi occupa un posto eminente nel dibattito pubblico. E ha creato, nel 1992, la loggia République, che rimane in prima linea in questa battaglia nell’Obbedienza. Abbiamo condiviso insieme questi impegni.

Infine, al termine di un lungo viaggio e per congedarsi, evoca il ricordo del canto de La Marsigliese, uscito dalle bocche dei suoi Fratelli cileni, durante una rappresentazione clandestina a Concepción, poco dopo la morte di Salvador Allende, e fa queste osservazioni in forma di conclusione: “Da quel giorno l'ideale di una Repubblica universalista, laica e sociale ha occupato il posto centrale nel mio Pantheon. Un ideale comune alla Massoneria e alla Repubblica. Una coscienza che è una lotta continua. Era e rimane mio, nel mio impegno filosofico, politico e massonico, filo conduttore di una vita”.

Che è anche il nostro!

[1] Cfr. Gérard Delfau, Martine Charrier, Je crois à la politique, Édition L’Harmattan, 2020.

Per chi volesse acquistarne una copia:

ISBN: 978-2-343-24674-1

Dicembre 2021

EDITIONS L’HARMATTAN

5-7 rue de l’École Polytechnique 75005 Paris - France

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Ringraziamo ancora una volta la Gent.ma Dott.ssa Barbara de Munari per averci offerto la significativa possibilità di pubblicare per i nostri Lettori la presentazione dell'autobiografia di Patrick Kesselil più giovane Gran Maestro nella storia del Grande Oriente di Francia. La prefazione di Gérard Delfau - senatore onorario, direttore della collezione Débats laïques, Editions L'Harmattan - offre già tali e tanti spunti riguardo la narrazione dell'opera, da invogliare  il possesso materiale del libro per sfogliarlo e leggerlo, riservando la massima attenzione al pensiero dell'Autore. In apertura della presentazione della sua azione di preziosa traduttrice, la Dott.ssa Barbara de Munari ringrazia l'Ill.mo e Pot.mo Fr. Alain de Keghel - scrittore e studioso molto noto, e personalità di spicco eminente non solo nel contesto della Massoneria Francese - che ha segnalato questa nuova e particolare pubblicazione.  Ringraziamento al quale, sommessamente, ci associamo: augurandoci che possano prospettarsi circostanze e opportunità per possibili sinergie di segno Culturale. 
Roma, 25 Febbraio 2022                          
Giuseppe Bellantonio
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mercoledì 23 febbraio 2022

30 ANNI DI MASSONERIA LIBERALE IN POLONIA: 1990 - 2020


 LIBERTÉ ÉGALITÉ FRATERNITÉ sulle rive della Vistola.

- 30 anni di Massoneria liberale in Polonia, 1990 / 2020 -

Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari


Anna Kargol e Dominique Lesage ci consegnano un’opera che narra della Massoneria liberale in Polonia, in occasione dei suoi trent’anni di esistenza. Questo libro è un invito a partecipare a una magnifica festa intellettuale. Il valore del loro lavoro poggia su tre pilastri: la saggezza che scaturisce da un approccio scientifico analitico e innovatore, la forza degli argomenti e la bellezza del linguaggio. Va segnalato che gli autori hanno utilizzato ed editato una serie di documenti di archivio che, nella maggior parte dei casi, vengono mostrati al mondo per la prima volta.
Si tratta di un successo rarissimo nell’ambito della bibliografia che riguarda l’Arte Reale. Ed è anche la ragione per la quale sono convinto che quest’opera vi occuperà un posto importante e perenne. Non avevamo ancora incontrato, in precedenza, in altre opere, descrizioni così scrupolose dei personaggi, degli eventi, dei fatti e dei fenomeni legati alla Massoneria liberale in Polonia.
L’abile ricomposizione della Massoneria in Polonia costituisce un reale valore aggiunto all’alveo delle relazioni internazionali, infatti, evoluzioni sociali e politiche sono comparse dopo la Perestroïka a Mosca, i dibattiti della Tavola Rotonda a Varsavia e la caduta del Muro di Berlino.
Quest’opera ha l’aspetto di uno studio storico-politico di valore documentale. Gli aspetti sociologici sono anch’essi molto importanti. La magia del soggetto, unito al talento degli autori, fa sì che, prendendo questo libro in mano, l’unico rischio che si corra sia quello di non riuscire a distaccarsene.
Prof. Łukasz Sroka
Questo libro ripercorre la storia della rinascita della Massoneria polacca, iniziata nel 1990, su iniziativa e sotto gli auspici del Grande Oriente di Francia. Essa ha continuato in modo autonomo e indipendente dal 1997, quando il GOdF ha concesso la sua patente al Grande Oriente di Polonia.
Come autori di questo lavoro, abbiamo adottato un approccio principalmente fattuale, basato sulle diverse migliaia di documenti d'archivio che abbiamo potuto consultare e raccogliere sia in Francia sia in Polonia, ma anche sulle numerose testimonianze raccolte dai principali attori e testimoni.
Insieme al resoconto storico della rinascita del movimento massonico polacco, costruito secondo un quadro cronologico, abbiamo voluto arricchire la narrazione con riflessioni e analisi sul contesto socio-politico in cui esso si è svolto. La Massoneria Liberale è riuscita a raccogliere attorno a sé un gruppo di persone che rappresentano valori e ideali come la democrazia, la libertà, l'uguaglianza, la tolleranza e che sono state integrate in modo permanente nella vita pubblica in Polonia.
Abbiamo cercato di presentare al lettore un'immagine della Massoneria come un gruppo umano e non come una forma di ordine simbolico ideale. “30 anni di Massoneria liberale sulle rive della Vistola” è dunque soprattutto una storia di Massoni, di individui. Coloro che costruiscono le strutture, le organizzazioni, che aderiscono a determinati ideali, determinando e influenzando, come il tempo, l'ambiente e le circostanze. È anche una storia di emozioni umane, incomprensioni, fratellanza, alleanze e separazioni.
Così, per preservare il carattere profondamente umano di tutta questa avventura, abbiamo evocato aneddoti, storie private, i problemi incontrati nella ricerca dei locali per le Logge, il difficile contesto economico degli anni '90, l'organizzazione dei viaggi e dei convegni, le divergenze di opinione tra Fratelli che spesso sfociavano in conflitti e scontri, le innumerevoli incomprensioni legate alla decorazione delle stanze affittate.
Di là dalla storia e dai fatti legati alla nascita delle Logge e all'impegno del Grande Oriente di Francia nella creazione di strutture "sulle rive della Vistola", il libro descrive i destini della prima obbedienza polacca, il Grande Oriente di Polonia, sullo sfondo delle relazioni franco-polacche, così come la secessione di logge che finirono per creare il Grande Oriente della Repubblica di Polonia. È anche la storia delle Logge francesi del Grande Oriente di Francia, che si sono sempre rifiutate di aderire alle obbedienze polacche. Il testo è ricco di riferimenti ai rapporti tra massoni francesi e polacchi, con tutta la loro gamma di differenze culturali e di stereotipi. 
Il lettore troverà capitoli dedicati alla comunicazione esterna della Massoneria polacca, così come Riti e rituali massonici – senza dimenticare gli Alti Gradi. Sullo sfondo appaiono le realtà e i cambiamenti sociali, culturali e politici degli ultimi tre decenni e la loro osservazione dal punto di vista massonico ci è sembrata interessante.
Il libro inizia con la nascita della prima loggia polacca nel Grande Oriente di Francia sotto il nome di "Nadzieja" il 26 novembre 1990 a Lille. Si conclude con l'annuncio del ritorno "a casa" di "Nadzieja" che, molti anni dopo aver partecipato alla creazione del Grande Oriente di Polonia e poi del Grande Oriente della Repubblica di Polonia, chiese di essere reintegrata nel GOdF .
La storia, quindi, sta solo ricominciando da capo, in un momento in cui il Grande Oriente di Francia rinnova la sua politica di sviluppo internazionale.
Una prefazione è stata scritta dal Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Georges Serignac, e dal Gran Maestro del Grande Oriente di Polonia, Marcin Stańczak.
Questo libro, che ha più di 400 pagine, è pubblicato in Polonia in due versioni linguistiche (francese e polacco). (*)
È la prima e unica opera nella bibliografia polacca che tratta gli aspetti contemporanei del movimento massonico polacco.
Parigi / Cracovia, ottobre 2019 / ottobre 2021.
Anna Kargol e Dominique Lesage
ANNA KARGOL - Laureata presso la Cattedra di Giurisprudenza e Amministrazione presso l'Università Jagellonica di Cracovia. Ha conseguito il dottorato nel 2004 presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell'Università Jagellonica e ha ricevuto il titolo di Dottore associato presso l'Università Pedagogica nel 2017. Lavora come professore presso l'Accademia Andrzej Frycz Modrzejewski di Cracovia. Autore di diversi libri: L'Ordine dei Figli dell'Alleanza, La Loggia di Cracovia 'Solidarność' 1892-1938 (Varsavia, 2013), Lungo la scala di Giacobbe (Varsavia, 2013), Strug, biografia politica (Cracovia-Varsavia, 2016) e di numerosi articoli che toccano la storia della Massoneria polacca e la storia e la cultura degli Ebrei polacchi. Analista in campo massonico e paramassonico nella cultura, la storia e il pensiero politico polacco, principalmente nel periodo tra le due guerre.
DOMINIQUE LESAGE - (nato il 12 novembre 1951 a Nancy). Diplomato alla Scuola Nazionale di Belle Arti, ingegnere edile, attore e regista teatrale, dirigente in varie compagnie francesi stabilite in Polonia. Ha la nazionalità polacca dal 2008. Fondatore della “Fondazione Saint Exupéry Polonia”. Ex delegato della Camera di Commercio e Industria francese in Polonia. Nominato nel 2005 e poi nel 2014, dal Ministro della Cultura, al Consiglio dell'Istituto Polacco di Arte Cinematografica. Membro dell'Assemblea di Consulenti per il Commercio Estero dal 2007 al 2015. Iniziato nel 1986 presso la loggia “Union et Fraternité” a Caen. È stato uno degli attori nella ricostruzione della Massoneria polacca dall'anno 1990, fino alla costituzione del Grande Oriente di Polonia nel 1997. Co-fondatore della loggia “Gabriel Narutowicz” nel 1992. Garante di amicizia del GOdF con tutta la Massoneria polacca.

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Editore: Oficyna Wydawnicza AFM
ul. Gustawa Herlinga-Grudzińskiego 1, 30-705 Kraków
bud. A, pok. 215
ISBN 978-83-66007-70-3
I libri sono acquistabili nell'edificio B del campus universitario in strada.
Herlinga-Grudzi ński 1 a Cracovia.
Si prega di confermare telefonicamente o e-mail.
Non effettuiamo spedizioni.
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Ringraziamo la Gent.ma Dott.ssa Barbara de Munari per averci offerto la particolare possibilità di pubblicare per i nostri Lettori la presentazione di quest'opera non comune, che celebra - con una ricostruzione minuziosa e documentata - la ri-nascita della Massoneria in Polonia, e segnatamente di quella Massoneria Liberale che è stata sempre colà significativamente espressa. Un grazie, tramite la Dott.ssa de Munari, all'Ill.mo e Pot.mo Fr. Alain de Keghel - scrittore e studioso molto noto, e personalità eminente del mondo massonico internazionale - che ha segnalato questa preziosa nuova pubblicazione Chi vi scrive, è significativamente vicino tanto ai Fratelli Francesi che ai Fratelli Polacchi: questi ultimi per lunghi anni presenti in Italia e seguiti con affetto e premura, allorchè nella loro Patria essi erano stati fortemente perseguitati da forze oscurantiste, oppressive e repressive. 
Roma, 23 Febbraio 2022                          
Giuseppe Bellantonio
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lunedì 21 febbraio 2022

IL PAESAGGIO MASSONICO NEGLI STATI UNITI D'AMERICA


IL PAESAGGIO MASSONICO NEGLI STATI UNITI D'AMERICA (*)

Discorso tenuto presso la Giurisdizione di York, La Marque

Alain de KEGHEL, 33° già Très Puissant Souverain Grand Commandeur du Supreme Conseil du Rite Écossais Ancien et Accepté - Grand Orient de France

Parigi, 19 febbraio 2022

[Traduzione a cura di Barbara de Munari]

Il Rito di York e de La Marque del GODF, il principale dei riti tradizionali praticati negli Stati Uniti nelle logge simboliche, ma anche un attore importante negli alti gradi, mi fa l'onore di invitarmi alla sua Giurisdizione al GODF e per il suo 20° anniversario, per esporvi oggi la mia visione del paesaggio massonico americano, tanto fantasticato. Vi ringrazio per questa attenzione fraterna e segno di fiducia amichevole nei confronti di un Fratello della nostra Obbedienza che ha avuto il privilegio abbastanza raro di praticare attività massoniche per sette anni negli Stati Uniti e di sviluppare lì reti di contatti e di scambi che durano ancora. Si tratta quindi di una restituzione di esperienze sul campo che vengo a condividere con voi in tutta modestia e senza alcuna pretesa di esaustività. Ho già scelto questo modo di condivisione quando mi sono impegnato qualche anno fa a scrivere un libro dedicato alla Massoneria in Nord America, il cui obiettivo era tentare di costruire ponti, senza negare nulla di ciò che siamo nel GODF.

Naturalmente non fu un caso che io avessi scelto come titolo di questo libro un riferimento al famoso Défi américain di Jean-Jacques Servan-Schreiber. Né è solo perché le nostre strade si sono incrociate all'inizio degli anni '90. Si era instaurata un'amicizia con JJSS e la mia scelta costituiva un omaggio alla visione di colui che fu uno dei primi a impegnarsi in un'indagine completa, partendo dall'osservazione degli Stati Uniti, per assemblare gli elementi del complesso puzzle dell'Impero Americano, per chiarire le incomprensioni.

Scriveva Jean-Jacques Servan-Schreiber: “Non siamo alla presenza di un imperialismo politico classico, di un desiderio di conquista, ma, più meccanicamente, di un traboccamento di potere dovuto alla differenza di ‘pressione’ tra l’America settentrionale e il resto del mondo, Europa compresa. Questa superpotenza dell'America si fa sentire, ... il suo carattere più nuovo è l'accelerazione...".

La nostra discussione qui è limitata all'Ordine massonico nella sua dimensione americana. Ma il mio libro mirava naturalmente a una presa di coscienza su ciò che stava arrivando e si stava preparando e di fronte al quale la Massoneria francese ed europea non dovrebbero rimanere spettatori indifferenti.

E in effetti, la Massoneria in Nord America ha ancora un peso considerevole. È differente per molti aspetti dalle Gran Logge dell'Europa continentale, ma non meno dalle Obbedienze del Regno Unito. Questo spazio è in sostanza del tutto sconosciuto, ad eccezione di un numero limitato di Massoni francesi che lo frequentano. Alain Bauer ed io abbiamo avuto questa particolarità e questa complicità pragmatica proprio vent'anni fa, prendendo insieme strade secondarie. Quindi, oggi, ho un po' la sensazione della ricomposizione di un legame disciolto. Era un'epoca in cui, a prescindere da ogni altra considerazione, le forze vitali univano i loro sforzi con l'unica preoccupazione dell'efficacia. Anche la creazione della Giurisdizione di York faceva parte di questa dinamica innovativa.

È con un approccio che si affranca il più possibile dai luoghi comuni che mi propongo di sorvolare qui, nel breve tempo a noi concesso, la complessità del composito edificio massonico degli Stati Uniti, che poggia su una base essenzialmente di York. Eccoci arrivati dunque al cuore del nostro tema di oggi: le Gran Logge regolano un certo numero di disposizioni che si applicano ai loro perimetri giurisdizionali e quindi alle Officine dei gradi simbolici. I gradi successivi alla Maestranza e in particolare i due grandi Supremi Consigli del Rito Scozzese Antico e Accettato fanno lo stesso. Queste due sfere distinte e complementari mostrano delle singolarità. Le parentele anglosassoni non escludono le specificità americane, a cominciare dal posto occupato dai side degrees, mentre non è così in Gran Bretagna. L'Ordine massonico americano, complesso per natura, è talvolta difficile da definire per chi si muove nel nostro ambiente gallico.

Ovviamente, i Massoni americani rivendicano, come noi e a ragione, le tradizionali radici "andersoniane" che condividono con i loro fratelli separati del Vecchio Continente. La Massoneria francese, come quella di Londra, appare come un filo di Arianna. Non c'è dunque nulla di male nell'ammettere la composita filiazione storica che li lega a essa, sapendo astrarsi dalla dottrina, talvolta con pragmatismo, come avviene in California.

Il declino della Massoneria americana, oggetto di fiumi d'inchiostro che rendono un po' troppo facile il nostro compiacimento, anche se corrisponde a una certa realtà, merita un'analisi realistica per misurarne la reale ampiezza, senza il pathos della decadenza, né il panegirico della rinascita. Quando si parte da più di 4 milioni di Massoni nel 1957, un effettivo oggi inferiore a 1,5 milioni non è del tutto trascurabile e riflette chiaramente una tendenza. Non di meno, non è ancora un corpo sull'orlo dell'abisso.

Una rapida rassegna storica ci ricorda che ci vorranno più di cento anni, dopo l'arrivo del Mayflower in terra americana, prima che compaiano tracce di documentata attività massonica. Spesso molto distanti tra loro, le logge ebbero presto bisogno di una coesione obbedienziale posta sotto l'autorità di un Gran Maestro provinciale, nominato dal Gran Maestro della Gran Loggia d'Inghilterra, Henry Price. I primi documenti che ne fanno fede risalgono al 30 luglio 1733. Un anno dopo, Benjamin Franklin cura la prima versione americana delle Costitutions di Anderson, la prima opera massonica pubblicata negli Stati Uniti. Lui stesso avrebbe poi assunto le responsabilità di Gran Maestro Provinciale della Pennsylvania... prima di divenire Maestro Venerabile della celebre Loge des Neuf Sœurs a Parigi. Si tratta delle prime indicazioni di complicità massonica transatlantica che ci interessano direttamente.

Fin dai primi mesi dopo la sua nomina, Franklin informa il Gran Maestro a Londra del desiderio dei Massoni della sua Giurisdizione di eleggere un Gran Maestro Provinciale e i suoi consiglieri, in attesa dell'insediamento di un Gran Maestro autonomo per l'America. Un approccio senza dubbio in anticipo sui suoi tempi, ma che prelude sia a un'affermazione sia a una volontà di emancipazione dei Fratelli americani che già si distaccano dall'Europa. Tuttavia fu solo nel 1778, due anni dopo la Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776 a Filadelfia, che ebbe luogo la separazione ufficiale dalla Gran Loggia d'Inghilterra.

Infatti, l'autorità obbedienziale territoriale non è già più esercitata a Boston dalla sola Gran Loggia d'Inghilterra, che si trova quindi in una situazione di "competizione" con la Gran Loggia di Scozia.

La prima obbedienza americana vede dunque la luce in Pennsylvania. Attraversata da correnti contrarie – i lealisti contro i sostenitori patriottici della Rivoluzione americana, erede anche delle famose liti sui riti tra Ancients e Moderns – questa prima obbedienza americana in senso stretto vive le vicissitudini dei periodi travagliati che avrebbe attraversato la società civile. È così che, inoltre, dalla fine degli anni '80 del Settecento, viene riconosciuta la prima loggia nera, creata dal predicatore e schiavo emancipato Prince Hall, iniziato nel 1775 da una loggia irlandese.

Durante la Guerra d'Indipendenza, i Massoni si ritrovano in una situazione di “missionari dell'Ordine”, ma ciascuno nel proprio campo, contrariamente al principio di “centro di unione” enunciato da Anderson. Questa situazione insurrezionale non costituisce in alcun modo un ostacolo a un forte insediamento della Massoneria o all'attività delle logge, che vediamo moltiplicarsi abbastanza rapidamente. È così anche nei nuovi territori durante la marcia verso il Far West, che è accompagnata, anch’essa, da una notevole espansione della presenza massonica.

Massoneria, “establishment” fondatore e potere.

Le grandi figure americane che hanno fatto parte della Massoneria sono tante e oggetto di un culto dei "padri fondatori". La loro eredità si fonde con il fervido patriottismo, e il culto della bandiera e del giuramento di fedeltà alla nazione, come, ma forse un po' di più, la società civile.

George Washington, ovviamente, ha un posto preminente che nessuno gli contesta in questo pantheon di prestigiosi antenati, con La Fayette, un'altra figura emblematica, che gli è strettamente associata e, in misura minore, con Grasse-Tilly. C'è chi, invece, è veramente odiato, come Cerneau, che ebbe la tracotanza di pretendere di sfidare il RSAA sul suolo americano.

Benjamin Franklin è anche uno dei Massoni americani particolarmente venerati e a Philadelphia, dove fu proclamata, il 4 luglio 1776, l’indipendenza degli Stati Uniti, un monumento rende omaggio ai firmatari della Costituzione americana, dei quali un terzo era costituito da Massoni. Questo mostra quanto gli inizi politici degli Stati Uniti siano stati segnati dal sigillo dell'Illuminismo e della filosofia massonica.

Oggi dobbiamo ammettere che la memoria collettiva americana tende un po' a dimenticare il notevole ruolo svolto dal giovane generale La Fayette nella conquista dell'indipendenza. Ma La Fayette resta sempre un simbolo emblematico, un po' facile è vero, dei legami franco-americani. Il suo vascello, l'Hermione, ristrutturato a Rochefort, e il suo viaggio trionfale, che ho potuto accompagnare in America, ne sono state toccanti testimonianze nel 2015.

Dobbiamo accettare che la matrice britannica del nostro Ordine iniziatico continui a permeare l'intera Massoneria americana e che la nostra influenza massonica soa necessariamente tanto più limitata in un paese che ha sempre uno sguardo diffidente se non condiscendente nei nostri confronti e male accetta la nostra pretesa di continuare a svolgere un ruolo alla “corte dei grandi” presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU e altrove.

Se intendiamo meglio avvicinarci ai nostri Fratelli separati americani, è importante iniziare a conoscerli meglio. Bisogna tener conto del contesto socio-culturale in cui essi vivono e si evolvono fin dall'inizio della loro giovane storia. In effetti, i loro parametri e riferimenti sono, per molti aspetti, molto diversi da quelli dei loro Fratelli dell'Europa continentale e soprattutto latina. Le prime logge del Nord America portano senza dubbio il segno del contesto unico del New England e dei WASP (White Anglo-Saxon Protestant, protestanti anglosassoni bianchi).

L’anima spiritualista cristiano-protestante è forse tanto più evidenziata da quando il famoso affaire Morgan, passò in quei luoghi nel 1826 e lasciò tracce profonde fino al punto di minacciare l'esistenza stessa delle logge americane. In un paese il cui motto è In God we trust, è cosa mal vista, anche oggi, il pretendere di affermarsi come un libero pensatore. È persino un'incongruenza inconcepibile nella mente di un massone americano, per il quale il Grande Architetto dell'Universo, nozione di riferimento intangibile, può essere solo il Dio rivelato. La laicità è, essa stessa, una nozione estranea all'universo americano e, di conseguenza, semplicemente difficile da concepire per una mente “americana” normale. Il nostro convento del 1877 è stato e continua a essere sovra-interpretato, creando una sfiducia difficile da superare.

Un sondaggio condotto all'inizio del 2001 dal Pew Research Center è abbastanza indicativo al riguardo: il 70% degli intervistati considerava importante per loro che il Presidente degli Stati Uniti avesse profonde convinzioni religiose, anche se la Costituzione americana garantisce la separazione tra Chiesa e Stato. Inoltre, è proprio a causa del famoso Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce l'assoluta libertà di esercizio religioso, retaggio del Mayflower delle origini, che esiste una tale profusione di sette e di gruppuscoli religiosi di ogni tipo, più che in ogni altra parte del mondo. È altresì rilevante che il 45% degli intervistati nel corso del suddetto sondaggio abbia dichiarato di partecipare a una funzione religiosa almeno una volta la settimana. Tuttavia, la società americana è, per definizione, dinamica: un altro sondaggio condotto nel 2011 e che garantisce l'anonimato degli intervistati, ha rivelato che quasi un americano su quattro ha ammesso di non credere in nessun dio.

Sebbene costi fatica ammetterlo, non sorprende che Albert Pike abbia intitolato la sua opera principale d’insegnamento massonico, Morals and Dogma, testo tuttora autorevole. Un altro dei più noti teorici della Massoneria americana, Albert G. Mackey, fu anche lui autore di opere di riferimento di simile ispirazione deista, tra le quali l’Encyclopedia of Freemasonry  e il libro Symbolism. E nel 1908, Arthur Steiner ha persino offerto un approccio ancora più audace nel suo libro Étude sur la franc-maçonnerie américaine  per gettare "più luce sulla Massoneria americana intesa come religione".

Dato che stiamo ragionando insieme su questo universo...

La progressione iniziatica americana obbedisce anche a usanze notevolmente diverse da quelle prevalenti in Europa. L'ingresso dell'iniziato nella loggia – che quindi non si chiama “iniziazione” – e l'accesso alla maestranza avvengono il più delle volte nell'arco di pochi mesi, quando non si limitano a poche settimane, periodo di tempo necessario per imparare a memoria i rituali dei tre gradi simbolici che vengono trasmessi esclusivamente per tradizione orale e mai riprodotti integralmente. I Massoni americani sostengono che l'apprendimento e la lenta progressione iniziatica possono benissimo avvenire anche attraverso una pratica che si acquisisce durante la vita di loggia. E questa resta di fatto, per la maggior parte, dedicata esclusivamente agli aspetti che si riferiscono alla conoscenza della tradizione e del rito, almeno per gli assidui. Ed è qui che iniziano le tristi note. I Massoni americani stanno sempre più disertando i loro templi. E i circa 1,4 milioni di iscritti non corrispondono ad altrettanti assidui.

Quanto agli alti gradi, che alcuni chiamano all’inglese side degrees (perché è risaputo che, dall'altra parte della Manica e nelle file della Gran Loggia di Londra, contano soprattutto, se non unicamente, i primi tre gradi), sono conferiti al RSAA, dal 4° al 32°, nell'arco di una tornata di una fine settimana e nell’ambito di una cerimonia collettiva che riunisce "promozioni", o falls, di diverse dozzine di Fratelli Maestri. Si tratta di comunicare molto rapidamente i rudimenti di questi gradi, svuotati così della maggior parte del loro contenuto. L'accesso al 33° e ultimo grado è invece molto più selettivo e strettamente riservato a un numero veramente limitato di Massoni americani.

Per quanto riguarda la segregazione, nonostante i significativi sviluppi benefici indotti dal pastore Martin Luther King, le comunità massoniche bianche e nere non si mescolano ancora, o molto poco, in un paese in cui persistono tradizioni di comunitarismo. La Massoneria "nera" della Gran Loggia Prince Hall, ma anche quella delle logge di più recente creazione, come Hiram Abif, Gran Logia de Lengua Española o Omega, hanno sviluppato propri sistemi di alti gradi, del tutto indipendenti, ma con caratteristiche sostanzialmente identiche a quelle delle due giurisdizioni “bianche”. A volte si appoggiano più volentieri al GODF, ma sono di dimensioni limitate.

Vale la pena dire una parola sulle Gran Logge: in perfetta simmetria con la costruzione istituzionale federale, ogni Stato, tranne quello delle Hawaii, ha avuto una Gran Loggia sovrana e indipendente dal 1813, che emana le proprie regole. In termini di riconoscimento delle obbedienze terze, i landmark posti in essere dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra, organismo dogmatico che definisce unilateralmente le cosiddette norme di "regolarità", ulteriormente modificate nel 1989, costituiscono comunque una base comune. Queste Gran Logge sono in numero di cinquanta, compreso il Distretto di Columbia, cioè la capitale federale, Washington. La loro autorità giurisdizionale si esercita su circa 13.000 logge "bianche", mentre trentasei Gran Logge dell'Obbedienza di Prince Hall governano le circa 5.000 officine "nere", per un totale di circa 500.000 iscritti, contro oggi meno di un milione e mezzo di Massoni "bianchi". Cifre sicuramente ancora impressionanti per un europeo, ma da meditare, avvicinandole ancora una volta agli oltre quattro milioni di iscritti del 1957, come detto in precedenza.

In assenza di una Gran Loggia nazionale di tipo giacobino, che non avrebbe potuto essere accolta più di quanto non avrebbe potuto essere accolto un potere civile federale accentratore, anche il motto degli Stati Uniti E Pluribus unum assume il suo pieno significato paradossale comunitario in campo massonico. Le cinquanta Gran Logge, infatti, gestiscono i rapporti tra loro nell'ambito della conferenza dei Gran Maestri delle Gran Logge del Nord America (Messico, Stati Uniti e Canada), dotata di un segretariato nominato a rotazione da uno dei Gran Maestri americani.

Fu durante questi incontri annuali che il nostro amico, il Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Alain Bauer, venne eccezionalmente invitato a parlare nel 2003, su invito del Gran Maestro e segretario allora in carica, Tom Jackson, a seguito di una riunione co-organizzata con il mio concorso a Sacramento, sotto l'egida della Gran Loggia della California e del suo valoroso Segretario Generale John Cooper III, più volte, poi, invitato qui, in Rue Cadet, a prendere la parola a sua volta. L'evento fu significativo. L'intervento del nostro Gran Maestro fu la prima incursione, senza alcuna concessione del Grande Oriente di Francia, in questo cenacolo, dove i landmark regnano sovrani. La Gran Loggia di Francia, allora in un'eterna ricerca di improbabili riconoscimenti, ne ebbe inevitabilmente una profonda amarezza. La Gran Loggia Nazionale Francese, invece, mostrò la propria totale indifferenza, sapendo immutabili le regole di esclusività di cui beneficiava, che questo evento, eccezionale ma circostanziale, non metteva in pericolo. Resta non meno vero che, anche se non sconvolgeva l'ordine del mondo massonico, questo discorso di un Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, in questo contesto molto formale dove si svolgono importanti consultazioni e sono adottati i principali orientamenti strategici e dove prevale la via del consenso, ebbe un grande significato simbolico.

Oltre alla Massoneria simbolica e al cosiddetto ‘sistema di comitato’, il corpo massonico americano si compone dei seguenti riti:

  • Nel rito del Royal Arch, il grado noto anche come La Marque è conferito solo agli ex Venerabili di loggia e costituisce il primo di una serie di altri cinque gradi capitolari. È organizzato in un grande capitolo generale le cui origini risalgono al 1798. I capitoli locali sono amministrati sotto l'autorità di un grande capitolo in ciascuno degli Stati in cui esistono. Questo grado fu conferito per la prima volta negli Stati Uniti d'America come side degree nel 1753, nella loggia di Fredericksburg (Virginia).

  • Il Rito della Cripta, creato nel 1783 a Charleston (South Carolina), fa riferimento alla sacra volta situata sotto il Tempio di Salomone. Le sue origini sono attribuite agli istruttori itineranti dell’epoca della marcia verso il Far West.

  • Il Cavalierato Templare dei Knights Templars, di rito cristiano, nasce nel 1816. È organizzato in un Grand Campement Général per tutti gli Stati Uniti.

In un paesaggio massonico così composito e dove il Rito di York domina quasi incontrastato nei primi tre gradi della Massoneria simbolica, il Rito Scozzese Antico e Accettato è, in sostanza, quello degli alti gradi successivi alla maestranza, anche se alcune rare logge simboliche americane lo praticano nei primi tre gradi. In sostanza, è amministrato da due Giurisdizioni scozzesi sovrane "bianche" e da due strutture "nere" simili sotto Prince Hall. La più antica delle due grandi Giurisdizioni americane, e anche la più importante per numero di effettivi, area geografica territoriale di copertura e portata e influenza internazionale, è la Giurisdizione Sud del RSAA. Come la Gran Loggia Unita d'Inghilterra per le logge simboliche, essa afferma il suo primato universale rivendicando il titolo di Mother Supreme Council of the World (Madre di tutti i Supremi Consigli del mondo). Fu creata il 31 maggio 1801 a Charleston (Carolina del Sud) da un gruppo di Fratelli per lo più fuggiti da Santo Domingo, comunemente indicati come i Gentlemen of Charleston. Furono loro a conferire al rito la sua struttura in trentatré gradi come oggi prevale ovunque nel mondo, e questo da più di duecento anni. Essa riunisce, oltre alle Officine situate negli Stati del Sud, anche quelle situate negli Stati a ovest dell'Illinois e del Wisconsin, per un totale effettivo di circa 500.000 Fratelli distribuiti tra 42 Orienti e 221 Valli in 35 Stati. La Giurisdizione Nord, che totalizza circa 350.000 Massoni, ha sede a Lexington (Massachusetts) e, dal 1813, esercita il suo magistero in 15 Stati.

Questa panoramica sarebbe incompleta senza un riferimento alle nostre cinque logge americane. Il GODF, infatti, da molto tempo mette in campo tentativi di insediamento con esiti “disomogenei” che hanno incontrato costantemente forti resistenze locali. Ma questo non significa che sia ignorato dai Massoni anglosassoni, il cui pragmatismo è leggendario. Ne sono prova le incursioni in California cui mi riferivo, ma anche i convegni di studio e ricerca che, a seguito delle iniziative del 2007 a Edimburgo, hanno finito per portare a un dialogo disinibito e regolare dei ricercatori tra Parigi e Washington... ma sempre evitando la spinosa questione del riconoscimento. Dobbiamo ammettere che i nostri tentativi istituzionali hanno sempre incontrato venti contrari, quando non feroce acrimonia, a cominciare dalle potenti offensive contro Cerneau. In un certo senso, si tratta dell'applicazione della dottrina Monroe o comunque dell’esclusività giurisdizionale territoriale. La loggia L’Atlantide all'Oriente di New York è saldamente costituita da oltre cento anni. Le nostre più recenti logge francofone e di espatriati più recenti anche a Washington, DC, Los Angeles, San Francisco e poi la recentissima fase di start up e, a mio avviso, un po' incerta in Florida, sono ancora considerate come degli "UFO". Nel 1976 il nostro Gran Maestro e amico Serge Béhar aveva tentato di rompere il soffitto di vetro rispondendo a una richiesta di alcuni Fratelli francesi di New York e accettando la creazione di una loggia anglofona, la loggia mista "George Washington N°1", presto membro del CLIPSAS, per assicurarci di avere una voce in più. Un progetto che si è rapidamente impantanato ed è stato ripreso su iniziativa del Consiglio dell'Ordine nel 1995 dopo le Giornate del Pacifico. La George Washington Union, mista e anglofona – del cui lancio sono stato personalmente responsabile quando ero Maestro Venerabile della RL La Fayette 89 – ha impiegato del tempo per installarsi ma ora è parte integrante del panorama massonico americano. Oggi sta vivendo una dinamica insospettata, moltiplicando le sue posizioni. La GWU ovviamente non minaccia nessuno negli USA ed è ora nell'elenco delle obbedienze "irregolari" della Conferenza delle Gran Logge del Nord America. Il DH federazione americana ha conosciuto solo un'esistenza molto marginale. Vi risparmierò gli spiacevoli sviluppi che potrebbe ispirare l'avventura effimera e dolorosa del Grande Oriente degli Stati Uniti negli anni 2000, che fu solo un povero scherzo lesivo della nostra immagine.

Concludendo, non sfuggiremo al contesto e al tentativo di metterlo in prospettiva. Gli effetti di una demografia favorevole all’avanzata inesorabile degli ispanici, che si aggiungono al "wokismo", porta gli eredi WASP a riflessi di ripiego identitario che non si riferiscono solo a Donald Trump e che hanno trovato la loro espressione estremamente inquietante anche nell'assalto al Campidoglio del gennaio 2021. Per riprendere l'analisi pertinente di un fine conoscitore, editorialista francese, "le democrazie liberali divorano i loro presidenti" e questo grande Paese maniaco-depressivo dove il ‘declino’ è "una malattia vecchia come la Repubblica americana" è oggi esposto a interrogativi e incertezze che non risparmieranno nemmeno l'Ordine massonico indebolito anche dagli effetti di un società dell'immediatezza digitale. Ma che non ha finito di far sognare.

(*) Siamo particolarmente grati per la particolare ed esclusiva autorizzazione concessaci, che ci consente di divulgare questo particolare e non comune scritto del celebre Autore e Massone Francese.

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