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venerdì 22 dicembre 2023

SOLSTIZIO D'INVERNO 2023: TRA ANTICHI ARTEFATTI E ONESTE NOVITA'.


Il Solstizio d'Inverno riveste un particolare significato nel contesto del simbolismo legato al mondo dell'esoterismo iniziatico, ben rappresentando - attraverso le dinamiche connesse al momento in cui i semi, posti al riparo nel profondo delle zolle dei terreni, sono protetti dalle intemperie al tiepido riparo offerto dalla Madre Terra - un momento molto significativo e importante: l'avvio del processo di risveglio, di quel 'risveglio' che in Primavera troverà il momento della sua fondamentale accelerazione per poi esplodere in Estate, dopo una corretta semina. 

Come a molti è ben noto, la Massoneria Italiana affronta da tempo momenti densi di un travaglio che la sta scavando in profondità, sovente con crudezza, mettendone in discussione assetti interni e, in particolare, la stessa sua esatta dimensione e collocazione storico-temporale e sociale: a un punto tale che, ad avviso di chi scrive, essa - così com'è declinata - poco o nulla ha ormai a che fare con idealità eccellenti - e quindi possibilmente accattivanti e appaganti nella società contemporanea -, con antiche connotazioni storiografiche, con approfondimenti d'ordine esoterico, simbolico e quindi filosofico, etico e morale.         

Ma, nel tempo, studi alimentati da quel dubbio che è vettore certo nella spinta a interrogarsi, ricercare e approfondire, non fermandosi alla sola esteriorità (spesso segnata da testi che - in una progressione malevola - continuano a riportare nel tempo refrain ormai ricchi della polvere stantia del tempo oltre che di errori importanti) ma entrando nel particolare, scavando e soprattutto compiendo un'analisi approfondita di ciò che fino a pochi anni fa costituiva un mantra che, indiscutibile e inscalfibile, veniva accettato a scatola chiusa, senza discutere, pur di poter far parte di un sodalizio tanto importante. 

Una ricerca appassionata e rigorosa, dalla quale sono emerse anomalie  e incongruenze che ad oggi una e una sola comunità iniziatica in Italia, e fors'anche fuori da questa, ha avuto il coraggio di aver scandagliato, scavato, vagliato, andando a fondo e traendo conclusioni puntuali e solide, inattaccabili, peraltro esternate in contesti pubblici e quindi ufficiali. Anche se abbiamo preso atto che sovente la Verità è scomoda persino da valutare, figuriamoci da accettare, specie in contesti di tipo routinario, dove abitudini e consuetudini hanno preso il posto della passione, dell'autentica filantropia, del vero Amore Universale e - in particolare - del senso della comunità.    

Coraggio, dicevamo: ma non solo

Quella che è in noi - e solo per noi che l'amiamo profondamente -e che amiamo ciò che - solo per noi -  è la consapevolezza radicata nei concetti riposti in quella che abbiamo identificato per primi - ma anche unici - e che abbiamo indicato essere la Massoneria delle Antiche Pietre (termine che si riconduce alle testimonianze, all'eredità, alle tracce feconde, lasciate sulla pietra lavorata e attraverso la pietra e le città di pietre. Per meglio intenderci, e per ricondurci a epoche più prossime, quella che trova la sua più corretta collocazione nelle attività libero-muratorie e corporative certamente antecedenti il 1715, nonchè nella più che cospicua Tradizione delle Scuole di Pensiero e di Azione di tutto ciò che complessivamente può ricondursi alla saldezza della Schola Italica, e di tutti i Liberi Pensatori che in Italia hanno operato, facendo scuola nel mondo intero), ed è soprattutto la forza e la storica quanto apprezzata statura d'ordine storico, filosofico, iniziatico ed esoterico, originata dall'essere tradizionalmente la più antica Comunità Iniziatica Italiana ad essere stata operativa e riconosciuta internazionalmente grazie al patrimonio materiale e spirituale ereditato - in particolare grazie all'opera storica di Saverio Fera: incardinata, questa, nella data-discrimine del 1908.  

Parliamo dell'autentica, unica, originaria,  Comunione Italiana della Storia della Massoneria Italiana: quella determinatasi nell'esilio di Ponza, allorché il GM del Grande Oriente d'Italia Domizio Torrigiani cedette il proprio maglietto nelle mani del GM Placido Martini, della Comunione di Piazza del Gesù, dando luogo all'unione delle due fin lì distinte componenti.      

La nostra attività di ricerca, revisione storica e riclassificazione non vuol dire 'rinnegare' il passato (così facendo avremmo negato noi stessi e tutte le nostre esprerienze, un passato che - anche se poi messo a nudo e quindi analizzato e assoggettato a critica - pur ha avuto le sue valenze positive, ma equivale a una solenne presa di coscienza di una realtà che indubbiamente è forte di altri e ben documentati presupposti e quindi di altre cospicue carature, mantenendo ferma la valenza di Alti Valori e di Nobili Tradizioni: tali da non risultare non contaminati, non manipolati, non alterati, non funzionali a una qualche utilità altrui. In poche parole, non possiamo dire che qualcuno o qualcosa ci abbia amabilmente presi in giro da centinaia di anni a questa parte, ma possiamo dire - e con ragione - che qualcuno o qualcosa ci ha passato per autentiche delle verità relative, spacciandole per assolute.

In questo quadro d'ordine generale, si sono inserite le mille fibrillazioni della società italiana, presa nelle spire di una metamorfosi innaturale, indotta e accelerata fino a sfiancarla, nel cui contesto - tra ammiccamenti, promesse e incitamenti - si fa di tutto per sabotare, smantellare e cancellare quanto esistente, sostenendo con accorte e caramellose affabulazioni che 'ciò che verrà' sarà molto più 'bello e intenso' fruibile e godibile. E queste fibrillazioni sono molto pesanti da sopportare, includendo soprattutto la costante degenerescenza di costumi e parametri di riferimento, cui assistiamo quotidianamente.

Proprio la quotidianità ci ha offerto spunti di riflessione circa il modo migliore di dare un senso alla nostra umana valenza e al modo migliore per porgerci in questi giorni particolari e pregni di significati e Tradizioni: riflessione dai significati scevri da fronzoli, sfrondati di orpelli e inutili sovrastrutture.  

Ecco allora la decisione 'rivoluzionaria' di oggi: porre in evidenza un gesto che è resipiscenza e riventicazione di autenticità e di unicità, dando adeguato spazio a una nostra Carissima Sorella per lanciare il rituale messaggio in occasione di questo Solstizio d'Inverno: una Donna, giovane testimone del proprio tempo e anche simbolo muratorìo di una frequentazione che per più di dodici generazioni - con mille alibi e pretestuosità - è stata additata come 'irregolare', 'spuria', 'irritualee addirittura 'viziata e contaminante', ma che invece - specie energeticamente - è assolutamente complementare a quella dei Fratelli. 

Tutti impegnati - quale autentica e armoniosa comunità - nel compimento della Grande Opera, a seconda di quei livelli energetici esclusivamente collegati al merito e al progresso della cultura iniziatica di ciascuno possa essere titolare. 

Ecco quindi, il tracciato di Monika, indirizzato a tutti indistintamente i suoi Fratelli - esistendo la Fratellanza e non la Sorellanza, vigente solo ed esclusivamente nelle comunità esclusivamente femminili -, d'ogni ordine e grado, ovunque essi operino: senza differenza  alcuna, a qualunque latitudine, indifferentemente dal colore delle loro carnagioni e dalla loro personale fede religiosa, o di altro.  

Un messaggio e un'affettuosità fraterna indirizzati a tutti, senza distinguo, senza 'se' e senza 'ma': se è vero che crediamo alla universalità dei nostri Ideali di base, piuttosto che non alle 'regolette' costruite da chi si rivolge solo a 'iscritti' e 'sudditi' passivi.  

Nel segno di quell'Arte della Pietra Libera che deve ritrovare la sua originaria semplicità, i suoi grandi e perenni, altissimi Valori. Ed è proprio questo che è da sempre il nostro impegno solenne, storicamente esemplare.

Buona lettura e sereno, operoso, Solstizio d'Inverno. Che sia un giorno di festoso impegno. Nel segno di una forte, attesa, intensa, cercata, voluta e alfine conseguita r i n a s c i t a.

Roma, 22-12-2023, in onore del nostro Santo Protettore, San Giovanni Evangelista.

Giuseppe Bellantonio

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“ Magnifico risplendi tu.

Sull’orizzonte del cielo, Tu sole vivente.

Che determini la vita!

Tu sorgi dall’orizzonte d’oriente.

E colmi ogni terra della tua bellezza.

Magnifico, grande e raggiante, alto sopra tutti i paesi della terra.”

(Inno al Sole di Akhenaton)

 Ho voluto iniziare questa Tavola Architettonica sul Solstizio d'Inverno con una strofa dell'Inno al Sole di Akhenaton, che inneggia alla divinità dell'astro per richiamarvi su questo particolare momento della ritualità massonica: il fine, cercare di capire i profondi significati simbolici che l'Astro oggi acquista in una società disattesa da altri interessi per così dare importanza all'alternarsi ciclico del giorno e della notte, dei mesi e delle stagioni.

Per i Massoni non è così, perché essi, osservano la meccanica celeste, ascoltano i richiami della trascendenza cosmica e dell'immanenza terrena, ambedue misteriosamente amalgamati nell'animo umano.

Noi tutti siamo consapevoli dell'evento astronomico che si manifesta due volte l'anno, e ogni sei mesi la muratorìa di Rito Scozzese festeggia in particolare il simbolismo zodiacale con i solstizi d'estate e d'inverno.

Con il Solstizio d’Inverno si celebra il giorno più corto dell’anno, quello in cui le ore di luce sono nettamente inferiori alle ore di buio.

Per i cultori dell'esoterismo è un’alchimia di mistero e tradizione, il momento del passaggio del Sole attraverso la Porta degli Dei, una sorta di Natale laico, simbolo di una ripartenza spirituale e segno della sconfitta del male da parte del ‘Sol Invictus’.  In fondo alle tenebre, è il messaggio delle tavole celesti, c’è ancora la Luce. La festa e’ dedicata a San Giovanni Evangelista, che simboleggia la faccia di Giano che è rivolta verso l’aurora e testimonia la forza della parola; quella del solstizio d’estate (24 giugno) è invece dedicata a san Giovanni Battista di Gerusalemme.

In un antico rituale massonico si legge: “Il Sole, simbolo visibile dello spirito, si e’ ritratto nelle caverne del settentrione.

Le giornate si sono accorciate ed allungate le notti.

Il dolore è nelle nostre anime perché il Sole è calore, vita, luce.

Noi fratelli ravvisiamo in questa rituale morte del Sole una fase della perenne lotta tra il bene e il male. Ma il nostro dolore è temperato dalla certezza che il Sole, dopo la sua discesa agli Inferi, risalirà allo zenith della nostra coscienza”.

Il solstizio d’inverno simboleggia dunque l’ingresso alla caverna, la transizione dal buio alla luce, dalla morte alla rinascita a differenza di quello estivo (24 giugno) che rappresenta l’uscita dalla caverna cosmica.

Appartiene, in forme diverse, alla spiritualità di tutte le religioni del mondo.

Queste ricorrenze infatti affondano le proprie radici nella notte dei tempi: per molte società antiche, al di là del Medio Evo, al di là del Cristianesimo, il simbolismo solare rappresentava lo spirito della Luce Spirituale sorgente delle Tenebre. Dunque Sole non solo come fonte di luce del mondo, luce essenziale che dà calore ed energia e che nutre la vita, ma anche come forza divina onniveggente dalla quale nessuno può nascondersi.

 L'Astro come ordinatore del mondo e del ritmo del tempo che si era personificato in Shamash, Elio, Apollo, Surya e Savitri, e anche Atron, Osiride e Mitria l'invincibile Dio del Sole.

Ma quale significato o rilevanza esoterica e spirituale discende dai riti solstiziali? Essi assumono in genere un significato di “trasformazione”, “rinnovamento” e “rinascita”.

All'estate si associa la luce, la bellezza, il caldo, la crescita, l’abbondanza, la giovinezza, la forza. All'inverno esattamente l'opposto: freddo, tristezza, decadenza, vecchiaia e oscurità.

Eppure, anche se il cammino del ciclo annuale inizia col solstizio d'estate, quello d'inverno, punto finale della fase discendente costituisce altresì l'inizio della nuova ascesa.

Sembra un paradosso, spiegabile unicamente con l'empirica constatazione che tutto ciò che raggiunge il suo massimo è destinato a precipitare, mentre quello che è al suo minimo può aspirare all'ascesa, alla crescita, anzi le rende possibili permettendo la rigenerazione a partire dalle energie nascoste.

Un parallelismo può essere fatto con la vita interiore, che appare governata dallo stesso simbolismo: il sole è luce uguale a mente, intelletto, e “illuminazione”: conoscenza e coscienza che però affondano le proprie radici nell'oscurità dell'inconscio, nutrendosi degli antichissimi contenuti ivi conservati e rigenerandosi a quella fonte.

Abbiamo accennato che le civiltà solari hanno prosperato e generato rituali essoterici in tutto il globo terracqueo: egiziani, babilonesi, greci, messicani, peruviani e via dicendo.

Ed il per la virtù di questo simbolismo astronomico che in occidente il simbolismo delle porte solstiziali esisteva, oltre che presso i greci anche presso i latini: questi ultimi legavano i solstizi al simbolismo di Giano (dio dell'iniziazione del passaggio, della soglia) che apre e chiude non solo le porte del ciclo annuale, ma anche quelle dei “grandi misteri” e dei “piccolo misteri”.

E tutti sanno che Giano era il dio delle corporazioni degli artigiani o “Collegia fabrorum”, che celebravano in suo onore le feste solstiziali d'inverno e d'estate. In seguito, quest'uso si conservò anche nelle corporazioni dei costruttori, fondendosi però - con l’avvento del cristianesimo - con quelle di San Giovanni: il San Giovanni d’Inverno e il San Giovanni d’Estate.

Da qui deriva il termine “Loggia di San Giovanni”, conservatosi fin nella Massoneria moderna, mediato da un significativo adattamento dei simboli precristiani, talvolta misconosciuto e male interpretato dai moderni.

I due Giovanni, il Battista e l'Evangelista, sono - loro malgrado - gli inconsapevoli patroni della Massoneria: il primo precursore e annunciatore, il secondo Apostolo e prediletto di Cristo: offrirono entrambi il precetto e l'esempio più puro di carità, solidarietà e tolleranza: precetti alla base della filosofia massonica.

Da quanto vi ho sinteticamente illustrato si può dedurre che l'esaltazione e la rinascita dell'astro del giorno non potevano non essere le principali feste dei Figli della VERA LUCE. Feste, ricorrenze, che si perpetuano nel tempo fino ad essere adottate dalla Massoneria moderna perché la Fratellanza Universale realizza - col Sole - filosofia, religione, e nell'Astro vede la specularità e la saldezza Istituzione. Astro del mondo che, illuminando i Fratelli con la Luce della verità, dissolve le tenebre accumulate dall’ignoranza, dall'ipocrisia e dall'ambizione.

Tracciato da Monik per il Solstizio d’Inverno, 22 Dicembre 2023

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mercoledì 20 settembre 2023

EQUINOZIO D'AUTUNNO 2023

EQUINOZIO D'AUTUNNO 2023 - XX SETTEMBRE

Il 23 Settembre, alle prime ore del mattino, si ‘apre’ la finestra astronomica dell’Equinozio d’Autunno, conducendoci nella stagione autunnale.                                                 

Una cadenza della Natura che per i più coincide con il mutare della stagione – e quindi di ciò che visibilmente ci circonda - ma che, per ‘noi’, equivale a un profondo coinvolgimento dei sensi, in stretta sintonia con le rinnovate vibrazioni della Natura. Un autunno in cui il ritmo più vivace dell’estate cede il passo alla maggiore quiete, quasi seguendo il ritmo dei raccolti, il passo lento e metodico dei contadini e degli agricoltori, impegnati a vivere e festeggiare l’abbondanza di messi e raccolti.

Certamente, un momento di cambiamento che ‘noi’ viviamo con una maggiore intensità delle nostre energie, tese a sottolineare il rinnovamento vitale che si svolge a livello spirituale; possiamo dire che ‘equinozi’ e ‘solstizi’ rappresentano momenti di vivace spinta energetica, tale da offrire nuove energie al nostro spirito, alla nostra mente, al nostro cuore: un ‘potenziometro’ impossibile da ignorare e da utilizzare, anzi, per affinare noi stessi e il nostro rapporto con tutto ciò che ci circonda.

Momento di raccolta e quindi di bilanci, di verifiche; momento di quiete e di programmazione, pronti a selezionare le giuste sementi da conficcare in profondità tra le zolle smosse: quelle dalle quali nasceranno esili fili verdi, esili arbusti, che poi diverranno messi, piante, alberi forti.  

Proprio oggi e nei prossimi giorni, in più luoghi, dei nostri Fratelli hanno reso solennità alla data del XX Settembre: una data ‘spartiacque’ certamente significativa per i valori risorgimentali, ma che – purtroppo – in molti contesti viene vissuta in modo erroneo e persino nettamente conflittuale con i nostri Valori più autentici.             

Vero è che in questa data del lontano 1870, attraverso il varco aperto nelle mura difese da soldataglie papali, irruppero le truppe dei Savoia (ma anche di altre formazioni di ‘volontari’, non solo italiani) – coloro che il  17 Marzo 1861 avevano dichiarato l'avvenuta costituzione del Regno d’Italia -, ma anche i volontari garibaldini che numerosissimi contribuirono alle sorti di quel conflitto iniziatosi con la conquista del Regno delle Due Sicilie: una conquista che, tra gli studiosi, è ancora sotto la lente d’ingrandimento della storia. Ma è anche vero che – fortunatamente non da parte di tutti - si continua a dare a questa ricorrenza una forte connotazione laicista e anticlericale, a tratti segnatamente antipapale e anticattolica, mantenendo così posizioni di netta retroguardia e di anti-storicità, tipiche di quella vecchia massoneria intrisa e quindi contigua alle devianze della Carboneria e di quel socialismo – di fatto già anticamera del più nefasto comunismo – già prodromico al perseguimento di quel globalismo la cui realizzazione fu ben studiata a tavolino, oltralpe e oltremanica.

Pertanto, se l'Equinozio d’Autunno è all’insegna del rinnovamento, i veri Iniziati, coloro che proprio in nome del Rinnovamento, all’insegna di Valori, di Tradizioni, e di Antichi Ideali, devono guardare – così come effettivamente già guardano - a un Rinascimento dell’Arte Reale, concentrati nello scrutare oltre l’angusto orizzonte dell’immanente: nel segno di quella fulgida tradizione che nella Schola Pitagorica di Crotone, nella Schola Italica per eccellenza, trovano tuttora concrete radici, tanto esoteriche che simboliche, sviluppatesi in ogni secolo tramite l'apporto di menti fulgide, illuminate, italiane.

Roma, 20 Settembre 2023                  Giuseppe Bellantonio

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mercoledì 8 marzo 2023

8 MARZO E LE DONNE IN MASSONERIA


 Dedicato alle Donne 

che operano in ambito massonico

Le Sorelle, in Massoneria, specie al Grado di Maestro, seguono in genere un'impropria "Leggenda di Hiram": in realtà, impossibile da declinare al femminile.

Un elemento, questo, circa il quale le Sorelle stesse non hanno focalizzato la giusta attenzione, proponendosi delle soluzioni tali da soddisfare nel modo migliore i requisiti celebrativi interni.  

Le Sorelle a noi prossime, e come tali amate e rispettate con animo fraterno, seguono invece una propria particolare ritualità di "studio e approfondimento", incentrata proprio sulla reale, concreta, eccellente e luminosa figura di Ipazia di Alessandria.  Una Donna che pagò con la vita le proprie idee, il suo livello culturale, le proprie capacità anche interiori, le invidie suscitate in chi non era adeguato al suo livello di Conoscenza e Saggezza.

In tal modo, esse sentono più vicini a loro non solo gli Ideali e le Tradizioni di reale valore, ma percepiscono con forza le energie che questa Figura femminile ancora sprigiona. Oserei dire "sprigiona con maggiore intensità", considerando che in Italia fosse pressoché sconosciuta o poco conosciuta. 

Fu proprio la ""Comunione di Piazza del Gesù"", una diecina di anni fa, a studiarne le peculiarità iniziatiche, approfondendo la tematica e rilevando gli alti ed affatto superficiali contenuti simbolici ed esoterici di questa Donna illuminata: oggi persino mitizzata da chi ne possa studiare in modo frettoloso e superficiale, ma che certamente è vero mito di eccezionalità e capacità.

Quando alcuni anni fa - assistiti, specie per la parte informatica, dal Car.mo Fr. Vincenzo Rizzuto  - demmo vita al periodico ""Panta Rhei"", poco dopo elaborammo anche un periodico declinato soprattutto al femminile, dedicandolo proprio a """Ipazia""".

Mi fa piacere rivolgermi con questa nota a tutte le Sorelle, iniziate, in questo particolare giorno che celebra - non certo 'festeggia' - la Figura della Donna con particolare e significativa attenzione.

Giuseppe Bellantonio

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