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sabato 18 gennaio 2014

MASSONI, 'DI COLORE'?


Gentili Lettori,

quale 'commento' all'articolo relativo a dichiarazioni rilasciate dallo Scrittore Paulo Coelho, ho ricevuto oggi l'intervento qui sotto riprodotto:

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Egr. Sig. Bellantonio, leggo a volte i suoi articoli seguendo le segnalazioni che saltuariamente fa Google. Mi interesso di massoneria e sono rimasto incuriosito da un recente articolo che parla del primo massone di colore a capo di una loggia italiana. Non capisco cosa ci sia di tanto strano se tale fatto fosse vero, cioè non comprendo bene cosa ci sia da sbandierare, pubblicizzare, a meno che questo non possa rientrare in una specie di campagna promozionale. Dal suo blog sembra che lei sia uno studioso si storia massonica, se non le dispiace può darmi qualche ragguaglio quantomeno generico? Grazie.
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A questo, ho fatto seguire una risposta che - per questione di spazio - non poteva che essere estremamente contenuta e limitata e che qui riproduco nella forma più ampia anche a beneficio dello stesso Gent.mo Sig. Dedas.


Gent.mo Signor Dedas,
ho letto sul mio blog 'MASSONERIA E SOCIETA'" il suo cortese 'commento' e la ringrazio dell'altrettanto cortese attenzione.
Ho preso nota delle sue considerazioni relativamente alla notizia di stampa inerente la nomina di un Massone 'di colore' alla guida di una Loggia italiana, e mi permetto di non entrare nella specificità del contesto in quanto riterrei di invadere un settore - quello delle valutazioni e decisioni di una comunità massonica - che competono l'altrui sfera interna.
Rispetto questo principio, che personalmente ritengo corretto,  perché un atteggiamento diverso - specie in fasi che potrebbero essere prodromiche  alle scelte e decisioni più delicate di un sodalizio - rappresenterebbe una vera e propria 'ingerenza'.
Diverso è il discorso per linee generali, specie di tipo ritualistico e storico: a questo specifico riguardo penso di poterle offrire in seguito una qualche annotazione, una delle quali certamente inedita.
Mi consenta di raccogliere i ricordi e di consultare i miei appunti.
Da queste stesse colonne tornerò in argomento entro i prossimi giorni, dedicandole uno specifico articolo.
Prendendo spunto dalla sua qualifica di 'curioso' delle tematiche massoniche, mi permetta di invitarla a non soffermarsi eccessivamente su tutto ciò che i moderni sistemi della comunicazione offrono quotidianamente ai lettori: non solo occorre fare una valutazione attenta delle notizie, ma occorre anche non farsi attrarre troppo dalla loro esteriorità così concentrandosi maggiormente sui contenuti.
Indubbiamente, sappiamo più cose adesso rispetto ad ogni altra generazione che ci abbia storicamente preceduti: ma è anche vero che le notizie sono talmente tante da creare la fortissima possibilità di 'non informare correttamente' - quando non di 'disinformare' -: per cui la cautela è d'obbligo, specie quando si spalanchino davanti a noi le illimitate finestre della 'rete'.  
Vera e propria trappola, la 'rete', per 'pesciolini' troppo superficiali.
Storicamente ci troviamo nel bel mezzo di una società in trasformazione e compattamento, quasi 'liquida' per la rapidità delle metamorfosi e per la difficoltà a sedimentarsi su soluzioni stabili e quindi definitive; una società alla ricerca di nuovi equilibri - ovviamente, attraverso l'esercizio della Libertà - senza per ciò dare per scontati i modelli precedenti, anzi spesso non accettandoli specie se stereotipati e logori.
La Massoneria - a mio avviso - non è un 'fenomeno sociale' bensì una 'componente' della società, proprio considerandone le antiche e più nobili Tradizioni: purtroppo, comportamenti anomali, irregolari e talvolta illeciti, spesso la fanno precipitare quale potenziale 'pericolo sociale'.
Ma ciò, quando avviene, non è mai colpa dell'Istituzione, ma degli uomini che - facendone pur parte, al pari del socio di una bocciofila - commettono tali anomalie, irregolarità o illeciti.
Il livello di responsabilità delle singole strutture si evidenzia, ed è quindi censurabile, quando al proprio interno esse - mi consenta il termine - 'tollerino' dette anomalie, irregolarità o illeciti: divenendo di fatto complici e persino fiancheggiatrici di tali eventuali eventi.
Questo - Egregio Signor Dedas - sempre in linea generale, e aggiungo: tali comportamenti 'diversi' dalla norma sono per lo più assunti o avallati da soggetti che conoscono le strutture interne, così approfittando proprio delle pieghe 'grigie' offerte da norme e regolamenti spesso eccessivamente 'personalizzati'; insomma è sempre il solito 'Tango della vecchia guardia', per dirla con Reverte.
Personalmente - ma mi accordo come siano sempre più condivisi questi miei convincimenti e le posizioni assunte nel tempo - sono ormai molto distante da quelle forme di Massoneria che sono vissute in modo sterile e spiritualmente improduttivo, dando invece importanza e rilevanza ad un percorso iniziatico vissuto attraverso le  più Antiche e Nobili Tradizioni.
Certo, non quelle 'moderne tradizioni' stabilite a tavolino nel 1717/1720 e corroborate da uno scozzesismo altrettanto moderno 'creato' (quantomeno per le modifiche apportate e per alcuni dei gradi maggiori) tra fine '700 e inizio dell' '800.
Le Tradizioni più Antiche, sono per me quelle che presiedono alle stesse radici della Muratoria/Massoneria: quelle di cui ho trattato nel contesto della 'Massoneria delle Antiche Pietre' - che la invito a leggere -
e delle iniziative assunte, insieme ad altri Illustrissimi Fratelli, nel contesto della 'Confraternita Federiciana' (anche in questo caso, l'invito è quello di collegarsi al relativo blog, per saperne meglio).
Una iniziativa, quest'ultima, intesa a dare corpo e sostanza al comune, dilagante e oserei dire anche deflagrante, desiderio di 'fare della Massoneria, giusta e corretta'.
Ossia: di intraprendere un percorso di studi e di perfezionamento che possano costituire sicura integrazione all'intento individuale di una 'crescita interiore'; così accantonando quelle concezioni che vedono nel rapporto una semplice e banale 'iscrizione' o 'adesione' finalizzata a interessi personali.
Nella vita, tutto si ripercuote su tutto, e questo non deve mai sfuggirci, né mai dobbiamo accantonare la nostra 'memoria', poiché è essa che alimenta la nostra vita anche attraverso le Tradizioni.
Chiarisco, Egregio Signore, ancor meglio che è ormai chiaro come il modello di Massoneria 'moderna' nato agli inizi del XVIII° secolo, infarcito di tutte le visioni idealistiche e non (specie di quelle alfine più negativizzanti), non è quello che gli Italiani hanno - non 'moderno' -  nel proprio DNA e maturato in epoche nettamente antecedenti e fomentato in modo formidabile da tutti quegli impulsi scaturiti nel e dal Rinascimento.    Formidabile periodo artistico, culturale e sociale, di cui l'illuminismo - con tutto il razionalismo fortemente laicale che ne derivò - fu infine strumentale deterioramento i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti noi.
Fermo resta come io rispetti le singole scelte individuali: ognuno è libero di decidere e scegliere come passare il proprio tempo ed in compagnia di chi, così come ognuno è responsabile delle proprie azioni. Ma tra la decisione o la scelta di 'iscriversi' o chiedere di 'essere ammessi', e l' 'essere' realmente dei Massoni (figuriamo degli 'Iniziati'!) ce ne corre!
Quindi, lavoro - anzi, lavoriamo - per pervenire senza ulteriori indugi ad un modello 'diverso ' e più 'autentico' di Massoneria: in sedicesimo, mentre tutti si affannano nel definire,  studiare e declamare le caratteristiche ovvero gli effetti di un NWO a me - a noi pensatori - piace considerare come poter contribuire ad una NWHA, ossia ad una Nuova Armonia Mondiale, anche e specialmente attraverso un'azione eminentemente di tipo culturale e solidale, come pure di profondo contenuto spirituale: palese, trasparente, leale.
Mi scuso, pur non conoscendola,  per il modo forse troppo ampio con cui ho oggi parzialmente riscontrato il suo 'commento', ma a me non piace lasciare dubbi sui contenuti del mio pensiero.
Cordiali saluti.


Roma, 18 Gennaio 2014                             Giuseppe Bellantonio

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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.   

 





mercoledì 1 gennaio 2014

PAULO COELHO E LA MASSONERIA



News
Paulo Coelho: "Ho appartenuto alla Massoneria e i suoi simboli ... Resapubblica
Paulo Coelho, ovvero lo scrittore più letto e venduto al mondo si rivela in un'intervista, svelando la propria appartenenza alla Massoneria e lodando la ...

         

          Da una segnalazione in rete, ho rilevato questo articolo i cui contenuti essenziali - ossia quelli riconducibili alle dichiarazioni attribuite al celeberrimo scrittore Paulo Coelho - sono interessanti: non solo per quanti già abbiano operato o operino tuttora con consapevolezza, capacità e coscienza nel contesto massonico internazionale, quanto perché sembrano destinate ai distratti, agli smemorati, a chi non ne abbia contezza culturale, ai maliziosi e ai disinformati.

          Le parole, semplici ed essenziali adoperate dallo scrittore, non sembrano voler costituire un 'messaggio pubblicitario' o una qualche forma di 'esaltazione' di idealità specialmente evidenziate attraverso l'uso di simboli che lo scrittore non esita a definire 'patrimonio universale'

          Cultura e studi esoterici, simbolismi e ritualità, idealità e formule fideistiche, hanno una strettissima correlazione, al punto da costituire per molti non le 'parti' o i 'frammenti' di messaggi pur diversi tra di loro, ma le componenti di un unico armonioso contesto.

          Uno spartito le cui note musicali - pur se lasciate anche alla possibile interpretazione umana, nel contesto della formula conosciuta come 'libero arbitrio' -  sono state tracciate da un vero, insuperabile, Maestro: dal Maestro per eccellenza.

          Leggerne e rifletterci mi sembra un buon avvio per questo 2014, che si annuncia come anno della 'consapevolezza e del cambiamento'.

Roma, 1° Gennaio 2014                                     Giuseppe Bellantonio

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