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sabato 3 ottobre 2015

...LOGGE DI SAN GIOVANNI (III° P.)

 
                                                     ATTUALITA’  IN  MASSONERIA

           SULLE “ LOGGE DI SAN GIOVANNI ”

(parte terza)
Note e considerzioni sulla figura di SAN GIOVANNI

 
         Le figure di San Giovanni – tanto Il Battista che L’Evangelista -  sono da tempo oggetto di studi ed analisi approfonditi, così richiamando riferimenti alchemico-filosofici o esoterico-mistici, invitando a rinnovati approfondimenti, specie nell'interpretazione di aspetti allegorici e simbolici.

         Se è vero che le pur diverse tematiche relative a ciascuno di essi sono pregne di elementi estremamente importanti e fortemente significativi, é impegnativo – specie in questa sede - tendere a chiarire come origini nella Massoneria – non solo quella Moderna; ossia, anche nella corporativa Muratorìa ad essa precedente – la grande attenzione, la smisurata considerazione e lo straordinario  rispetto rivolto proprio alla figura, alle opere ed al simbolismo correlati a San Giovanni Evangelista, come pure a come questa nobile figura sia assurta a Santo Patrono delle Logge attive nell’ambito dello Scozzesismo e quindi praticanti le prescrizioni del contemporaneo Rito Scozzese Antico ed Accettato.

         Preliminarmente, credo sia importante chiarire - per una corretta collocazione storico-temporale - che l'odierna disamina  si basa tanto su elementi di moltissimi anni antecedenti il 1700 come pure successivi a tale data: da Ulmannus a W. Blake, da Paracelso a Stolkenberg,  da Constant a Boucher, a Boehme ed altri di cui molti certamente ben noti al lettore-studioso. 

         Attenzione, quindi: il lettore non perda mai di vista tanto i contesti che le epoche in cui tali considerazioni vennero espresse; pertanto ogni tesi non costituisce “verità assoluta” circa la quale inchinarsi e cessare di pensare, interrogarsi, intelligere, ma è invece un punto di partenza per ulteriori “ragionamenti” e collegamenti tra altri e diversi spunti.

         Una dimostrazione – che, nella sintesi finale, ci ricondurrà al tema principale di San Giovanni – è lo studio del “Libro della Santa Trinità ” (scritto ai primi del 1400).  In tale particolare raccolta, si intende fare definitiva chiarezza cancellando l'errato convincimento secondo il quale solo il Padre ed il Figlio sarebbero consustanziali.   Per l'autore, anche Maria sarebbe nata nello Spirito Santo: l'assunto era testualmente “Gesù Maria madre di Dio, lui stesso è la propria Madre nella sua umanità ”.    

         Ulmannus propone plurime varianti del rapporto Padre, Madre e Figlio, concludendo che se il Figlio rappresenta lo spirito (Mercurio), il Padre l'anima (Sole) e la Madre Vergine il corpo (Luna), il tutto va a costituire - tanto alchemicamente che esotericamente che misticamente - l'immensa e misteriosa  matrice divina  da cui scaturiscono tutti gli esseri.    Una matrice feconda che “... quando si dissolve le si attribuisce una natura maschile ... quando si coagula, si dice abbia un corpo femminile ...“.     Sempre Ulmannus - ma anche Boehme ed altri ne sostengono le tesi - vedono in Maria lo  specchio della Santa Trinità ”: una figura mistico-esoterica quindi (attenzione: mai si scada nel confondere ciò con l’esoterismo prettamente massonico, con il simbolismo massonico di tradizione egizia e, infine, con gli opposti ambiti delle scienze occulte), evocata al pari di Sophia (o, meglio: “della” Sophia); in sintesi, una figura che rappresenterebbe la “forza esalata” o “il ritrovato del nulla eterno, in cui Padre, Figlio e Spirito si rispecchiano” (1623, Von der Gnadewahl).

         Secondo questo quadro interpretativo, a questa eccelsa “trinità di corpo, spirito e anima” si aggiungono i quattro Evangelisti con i loro simboli e lo speculare riflesso sui quattro elementi: Luca, il cui simbolo del toro corrisponde al fuoco (Marte): Matteo, il cui angelo si collega all'acqua (Venere); Marco, di cui il leone si collega all'aria (Giove); infine Giovanni, la cui aquila si pone in contatto  con la terra (Saturno). 

         Quindi, quattro Evangelisti che si sommano alla Trinità, determinando sette figure che - sempre secondo Ulmannus, nel sistema da lui definito nel “Libro della Santa Trinità ”, commentato sulla base della dottrina paracelsiana dei tre principii – viene associato ai sette metalli, alle sette piaghe di Cristo, alle sette virtù, ai sette colori, ai sette giorni della settimana, alle sette fasi del giorno, ai sette Capitoli di Ermete Trismegisto, ai misteri tutti del settenario.   (per i cultori della numerologia e delle ricorrenze in cui il numero sette viene citato, segnalo la sostanziosa ricerca di M. Lao nel suo “Dizionario del Sette”).

         Tutto tende a condurci e ci ri-conduce a Giovanni l'Evangelista, dunque al nostro San Giovanni; Giovanni simboleggiato dall'aquila ; aquila che nelle trasposizioni studiate da Ulmannus e altri AA., non a caso è colta come aquila nera bicefala, : emblematica “immagine speculare della Santissima Trinità ”.   L'aquila nera bicefala – dunque – viene sempre e solo associata a Giovanni l'Evangelista, a sua volta simbolo – anzi, vera colonna -  della chiesa “interiore”, autore del “Vangelo dello Spirito”, considerato – proprio per le chiavi interpretativo-valutative riposte nelle sue opere – il patrono degli alchimisti, così determinando negli studiosi di tale branca un implicito riferimento con Saturno.       

         La definizione di “immagine speculare della Santissima Trinità ” associata all'aquila nera bicefala e l'abbinamento di questa a Giovanni, ricevono le seguenti spiegazioni: l'aquila filosofica nasce dal nero, e da questo viene estratta insieme alle sue proprietà; essa è testimonianza viva quanto allegorica della conjunctio dei tre principi paracelsiani; pertanto è espressione singola ovvero combinata di uno o più degli elementi e delle proprietà tutte di Zolfo, Mercurio e Sale. (come  ricorda anche Franciscus Epimetheus, nel suo “Pandora”, 1727).

         Mi permetto di evidenziare – solo per nota - come la Chiesa  romana apostolica fosse riuscita a cogliere l'importanza della Trinità divina in seno alla Chiesa di Gerusalemme, raccogliendo così anche il retaggio di una Tradizione più Antica.

         Dunque: solo allegorie?
         Solo simbolismi?
         Solo derivazioni degli studi esoterici?
         Solo forzature di matrice alchemica o mistica?
         Solo visioni mutevoli, mera rappresentazione dei diversi punti di vista?
         Solo enfatici costrutti elaborati tra miti e leggende?
         Solo note, riflessioni e considerazioni cui oggi approda lo studioso, elaborando con troppa enfasi i tanti elementi di cui, per storia-tradizione-letteratura si dispone ovvero si ritiene di disporre?

          Forse.

         Forse qualcosa di meno di ciò, forse qualcosa di più di ciò; ma certamente materia meritevole di approfondimento e di studio, spunto per  riflessioni ed argomentazioni: da condividere o analizzare ancor più in radice: specie per chi segue gli ideali – ma anche la storia, la letteratura e gli studi – d’impronta iniziatico-massonica.

         Certamente, ed in ogni caso, materia che – qualunque sia il verso della sua circolarità – è per noi elemento di riferimento e che, comunque affrontata, da qualunque punto si voglia partire, a qualunque epoca si voglia fare riferimento, ci conduce sempre alla figura di Giovanni l'Evangelista, e con lui al simbolo dell'aquila, e da questa alle allegoria dell'aquila nera bicefala.     Un binomio certo, fisso, inscindibile ed affatto casuale.

         L’Autore H.L. Constant - il più famoso e conosciuto studioso di esoterismo di tutto il 1800, i cui studi ed approfondimenti, tuttora di riferimento per gli studiosi, sono stati pregevoli - fondamentalmente concordava con le interpretazioni più antiche, che valutava come non casuali e certamente correlabili alle Tradizioni più intense e pregne di esperienze tangibili, molto spesso riconducibili a conoscenze sapienziali che portavano decisamente indietro nel tempo: e stabilivano anche una concreta connessione che, travalicando le epoche, offriva – così come offre - una visione alfine  unica.

         Si tenga ben presente che, degli argomenti che qui complessivamente trattiamo, troviamo anche traccia o nota o riferimento - in modo talvolta più esteso,  talaltro  frammentario  -  nei  manoscritti  qumranici :  specie  dopo le  più recenti scoperte ed interpretazioni dell’archeologia scientifica e religiosa: tematica circa la quale invitiamo il lettore ad effettuare approfondimenti personali, prediligendo rigorosamente – qualora intenda servirsi del web – siti riconducibili a rigore storico-documentale che facciano riferimento a fonti dirette, rigorosamente tecniche, piuttosto che pagine web farcite di copia-incolla di tutti i tipi, dove le notizie disarticolate vengono propinate in quantità.

         Tornando alla figura di Giovanni, Luca nel suo Vangelo (cfr.  22, 35-38) ci descrive come Giacomo e Giovanni fossero i “guardiani” principali per proteggere Gesù durante i suoi spostamenti. Guardiani (o “guardie del corpo” come oggi un cronista superficiale potrebbe scrivere) che lo stesso Gesù aveva soprannominato “figli del tuono” e che svolgevano tale delicato incarico insieme a  Simone lo Zelota, Simone bar Ionas e Giuda.     Quindi, ancora un richiamo proprio al Giovanni futuro Evangelista, così prossimo in spirito a Gesù anche quando scrisse l'Apocalisse, l'ultimo libro del Nuovo Testamento.   

         L’Apocalisse: un fremente galoppo di allegorie e simbolismi,  in cui Giovanni si riferisce al Cristo indicandolo come “io sono la radice della stirpe di Davide, e la stella radiosa del mattino” ( cfr. Ap. 22, 16).  Una definizione, quella di Giovanni – l'Evangelista dello spirito, Colonna della Chiesa – che trova una citazione precedente nella  Profezia della Stella” di cui si parla in tutti i manoscritti e contenuta nella Bibbia - “una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele" (Numeri, 24, 17) -.

         Riepilogando, mi sembra che tutti gli elementi che ci portano a San Giovanni Evangelista siano all'insegna di una eccezionale ricchezza interiore, a  conferma delle analisi fatte dagli studiosi sul suo ruolo di  Custode della Gnosi.   La qual cosa ci è di guida nel capire meglio i motivi per cui i Franchi Muratori, i Maestri ed i Tagliatori di Pietra prediligessero riferirsi a Lui, specie nella fase più spirituale e ricca di esoterismo e simbolismo: la fase Antica del ciclo operativo, quando la pietra grezza via via prendeva sempre più nuove e più levigate forme.

         Ma, come ho accennato all’inizio, tanto il neofita che l’iniziato, ma anche il semplice studioso, non può né deve accontentarsi delle spiegazioni che ci vengono offerte e – troppo spesso – date per scontate: specie da coloro che ai neofiti dovrebbero fornire ammaestramento e spiegazioni, piuttosto che non ‘pacchetti ’ preconfezionati a bella guisa.

         Dunque: c’è un anello di congiunzione certo che lega gli scozzesi – ma non solo -  a San Giovanni Evangelista? Qual'é  e qual è la sua riconducibilità storica, esoterica e simbolica?
 
         Nella prossima parte cercheremo di entrare nel vivo di questi quesiti.

Roma, 1° Ottobre 2015                                                          Giuseppe Bellantonio





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