Questo mio scritto è del 7 Maggio 2008: ossia, tredici anni orsono. Tanti, ma appena un soffio se contestualizziamo lo scandire del tempo al respiro del Cosmo, della stessa Terra. Vi erano espresse sensazioni rivelatesi più che fondate, patemi e timori che anticipavano il verificarsi degli attuali fatti.
Un meme per ricondurre a ciò che sarà comunicato in occasione dell'Equinozio d'Autunno, di mercoledi 22 Settembre. E che sarà in correlazione più che diretta con quanto qui espresso.
Rifondare la Massoneria Italiana.
Per ricondurla alle sue originarie, nobili ed uniche tradizioni.
Molti avranno avuto occasione, nel corso degli ultimi
trent'anni, di leggere talune mie considerazioni in merito alla Massoneria ed
al modo – del tutto particolare in quanto atipico - in cui la stessa viene
“vissuta” in Italia; riflessioni, moniti ed indirizzi – rivolti ad
interlocutori che in ogni caso ho ritenuto essere in possesso di una certa qual
cultura iniziatica – per lo più caduti nel vuoto, in quanto non applicati. O, meglio, spesso non si è riusciti ad andare
oltre alle enunciazioni di principio, mancandosi di tramutare in azioni
concrete quei consigli e quelle indicazioni che pur suscitavano – e suscitano
ancora – interesse tanto per le diagnosi che per le terapie di risanamento
suggerite.
Le responsabilità – pur se
spalmate sui diversi livelli dei vari vertici - di questi continui fallimenti,
sono da attribuire senz'altro al prevalere della natura umana su quella
iniziatica: così che i “giochi di bottega” e l'attaccamento a “poltrone” e
“poltroncine” hanno sempre condizionato la sincerità e la lealtà dell'agire
della gran parte degli interessati.
Di tale fallimento, per
logica coerenza, anch'io devo farmi carico della mia parte di responsabilità:
poiché nel tempo ho comunque fatto parte di una dinamica – nel suo assoluto
complesso - che, anziché produrre effetti virtuosi, ha provocato un effetto
involutivo a spirale che ha moltiplicato in modo esponenziale gli effetti dello
scisma del 1908.
Proprio nel centenario di
questa data storica per la Massoneria Italiana, che cade al compimento anche
dei trent'anni dal passaggio all'Oriente Eterno del Gran Maestro Francesco
Bellantonio – unanimemente indicato come uno dei più Illustri Esponenti della
Massoneria contemporanea - ritengo utile spronare ancora una volta e con
rinnovata energia i Massoni di buona volontà affinché sappiano trovare le
giuste energie per porre fine ad una situazione indecorosa e ormai
insostenibile: tant’è che da anni l'amministrazione e la gestione della
Massoneria Italiana suscitano sorrisi ed ammiccamenti impietosi da parte delle
Potenze Massoniche Internazionali. E non
solo.
Una situazione, quindi, al
di fuori tanto delle regole scritte che di quelle - ancora più importanti,
tracciate nel Cielo, nel Fuoco, nella Terra, nell'Acqua e nel profondo degli
Animi - dagli Alti Spiriti che ci hanno preceduto nella Grande Opera: da coloro
che ci hanno indicato e ci indicano la Via Maestra verso la Luce.
Già! La Luce, la Vera Luce.
Quella Luce dalla quale ci
allontanano – ed allontanano tutti coloro che si avvicinano ai Misteri
Esoterici - i falsi Massoni: i mediocri, i vili, i traditori, i ricattatori,
gli intrallazzatori, gli scettici di professione, i cospiratori, i cialtroni,
gli intolleranti, i codardi, gli ignavi, i falsi moralisti, coloro che
aggrediscono verbalmente e materialmente, quanti seminano nella melma della
loro squallida vita pettegolezzi e menzogne, chi attenta all'onore dei Fratelli e delle loro Famiglie, chi vive
“di” Massoneria e non “per” la Massoneria; coloro – infine – che tentano con
supponenza ed ignominia di fare i colonnelli – ma che dico: i caporali di
giornata – senza neanche essere soldati.
Individui, cioè, senza
bandiera e senza onore che amano circondarsi di loro simili: cortigiani e
cortigiane senza scrupoli, solerti a vendersi o a concedersi anima e corpo,
malviventi disposti a rimpinguare le fila ora di questo ora di quello
pretendendo – ed ottenendo – sostanziose tangenti. Non solo costoro sono dei falsi profeti, ma
sono anche immonde e diaboliche creature che fanno commercio di neofiti, che
vivono sulla pelle dei loro Fratelli, che illudono con la stessa malìa con cui
i serpenti affascinano le loro prede prima di ucciderle lentamente,
soffocandole.
Costoro, infatti - con ogni
loro azione, con ogni loro parola - uccidono l'Ideale Massonico, così come
uccidono le speranze e le attese dei Fratelli: che per sempre subiranno il
doppio trauma della più pia delle illusioni e della più cocente delle
disillusioni.
Individui che non sono in
possesso della Parola Sacra, ma che spacciano per tale il loro balbettio ed il
loro cicaleccio da cortile, la loro attitudine ad essere comari pettegole
anziché guardiani e difensori della Tolleranza e del Silenzio.
A far traboccare il vaso -
durante questi recenti impegni elettorali in Italia – l'essere stato spettatore
dell'illecito, irrituale, irregolare e sconcertante comportamento di molti
soggetti togati appartenenti di diverse comunità massoniche, scesi
personalmente in campo per sostenere apertamente ora questo ora quel candidato
politico. Conferenze, incontri, messaggi
dal contenuto forse lecito per una comune associazione, per un club; ma del
tutto sconveniente ed urticante se pensiamo che stiamo parlando – e con vanto!
- della più nobile delle Arti Reali.
Stiamo parlando della
Massoneria, dell'Arte Reale per eccellenza, e non di una bocciofila, del club
della pipa o dell'associazione amanti del ricamo!
Scindiamo dunque, ed una
volta per tutte, le nostre responsabilità da quelle di costoro!
Spezziamo, Fratelli, queste
odiose catene con un Atto di Coraggio: un Atto di cui le nostre coscienze ed i
veri Iniziati ci daranno merito!
Diamo significato al nostro
essere Iniziati, sacrificandoci – se necessario – per consentire agli altri di
meglio operare, identificandosi con coerenza in Comunioni sane, amanti della
Tradizione, con un background storico, in regola con l'ortodossia ritualistica,
con dei Programmi seri e chiari!
Tagliamo l'erba sotto i
piedi a questi mestieranti-arruolatori, per salvare quant'altri potrà
accostarsi in modo semplice, puro e forse ingenuo alla Massoneria: neanche
immaginando cosa troverà e cosa potrà aspettarlo!
Da qualche tempo ho
abbandonato l'usuale vita attiva massonica – non trascurando di immergermi
nelle Correnti del Tempio per trarne la giusta Energia - preferendo quella non
meno impegnativa dello studio e della continua ricerca esoterica e filosofica,
e quella dell'approfondimento della Storia e delle Tradizioni Massoniche.
Questi studi – uniti alla comparazione dei documenti relativi ai principali
avvenimenti degli ultimi cento anni – mi hanno fatto meglio comprendere le
molteplici cause dei diversi fallimenti delle tante unificazioni ed anche della
frammentazione di un Corpo Massonico nazionale frastornato, indeciso e diviso,
svuotato dei più Alti Contenuti e spesso scaduto al rango di tragicomiche
recitazioni, improvvisate quanto improvvide.
Molti di Voi che mi
conoscono da tempo sanno quanto io – avendo esaurito il mio percorso più attivo
- non miri a vestire quelle insegne cui normalmente ambisce chi aspira a
ricoprire Cariche o Incarichi, ancorché autorevoli, lasciando così ogni più
ampio spazio a chi intenda crescere e donarsi.
Mi pervade però l'ansia del
“fare”, l'ansia di concorrere a raggiungere quel risultato cui tutti i veri
Massoni ambiscono: un tipo di unione materiale, ancorché ideale.
La mia personale azione
continuerà quindi ad essere quella di stimolare i buoni Massoni a mutare le
strutture di questa nostra amata e bistrattata Massoneria Italiana, così da
renderle quanto più possibile adeguate alla vocazione di Libertà, Ordine,
Giustizia e Fratellanza che la caratterizzano.
Abbiamo tutti degli
obblighi e dei doveri: il nostro stato di Massoni ci fa non solo spettatori, ma
necessariamente attori del più vasto contesto della Massoneria nella sua
Universalità. E si badi: non importa
nulla se la nostra azione ci appare come una goccia nell'oceano, poiché nessuno
ha mai parlato di risultati ma solo del modo con cui raggiungerli.
Ma abbiamo anche i profondi
segni delle esperienze negative che ci sono state riservate dal destino; in
questo caso la nostra arma migliore sta nell'accettare il passato con tutte le
sue conseguenze, facendo comunque tesoro delle esperienze vissute: ricordando
sempre che ciò che abbiamo perduto non ci verrà più restituito e che è quindi
inutile porci ancora interrogativi, scavando nei “se” e nei “ma” solo per
cercare alibi, colpe altrui e migliori giustificazioni.
Il mio operare sarà indirizzato per
fare in modo che le Logge ritrovino la loro sovranità e la loro autonomia; che
si faccia in modo che i Venerabili ritrovino la loro dignità e con questa la
loro autorevolezza; che venga data ai Fratelli la possibilità di crescere
culturalmente nell'ambito esoterico, così che anche la loro presenza sociale
abbia maggiore qualità; che si identifichi rapidamente il modo con cui il
dialogo e l'armoniosa, costruttiva, dialettica si riapproprino dei loro ambiti
naturali; che non si confonda più la Massoneria con una confraternita, un club,
una banale associazione; che la Tradizione e l'ortodossia rituale regnino
armoniose, allontanando le mefitiche ombre di ritualismi diversi e difformi
dalla Massoneria; che la vita massonica dei Fratelli costituisca elemento di
valutazione e disamina unicamente all'interno della Loggia dove questi operano,
sfrondando così tutte quelle strutture create dal centro solo per determinare
una ratio amministrativo-politica, una dipendenza di fatto, una giustificazione
nella richiesta di metalli; che si sgombri il campo da equivoci e
strumentalizzazioni, riconoscendo alla Donna – attiva in completa ed autonoma
operatività, senza finzioni ed artifizi – la pienezza di quei diritti cui i
vari percorsi iniziatici l'hanno condotta.
Questo è ora il mio scopo
principale: diffondere l'essenza dei nostri principii, ribadire le regole – che
da sole presidiano al corretto esercizio della vita nelle Logge e nelle Camere
Superiori -, identificare e stimolare le possibili sinergie, essere
propugnatore dell'unico modo che esiste per essere dei buoni Massoni,
smascherando ed ostacolando i “falsi” Massoni: quei falsi massoni che sono dei
veri “falsari”, facendo circolare dei “valori” assolutamente contraffatti.
Per fare ciò occorre
stravolgere gli attuali modi di “fare della Massoneria”; bisogna ritornare a
quelle origini che sole a noi Iniziati appartengono, o meglio – ma quanti sono
a saperlo con precisione? - appartengono solo a noi Iniziati Italiani, ed ancor
più – mi sia concesso il vezzo – a coloro che – per Storia, Tradizioni,
rispetto per la Ritualità, certezza nella tradizione Scozzese – appartengono,
in quanto ne discendono direttamente, a quella stirpe particolare, a quella
“gens” conosciuta come Comunione Italiana e già sedente in Piazza del
Gesù.
Una stirpe – questa - che
“è” la Massoneria Regolare Italiana, che era Massoneria Regolare quando
null'altro esisteva in Italia, e che è stata valida sentinella e baluardo
ideale contro il malaffare e la tracotanza dei tanti che, solo per mestiere, si
sono “dedicati” alla Massoneria.
Capisco che questo potrà
far storcere qualche naso, ma non sono io ad affermarlo: è la Storia che lo
testimonia: ma dobbiamo ricordare sempre che la Fratellanza è dono, prima di
essere conquista.
Occorre, dopo aver
stravolto ed annullato quello che è l’andazzo comune, una nuova Alleanza tra
quelle forze sane, omogenee e compatibili che pur esistono; un contratto magico
e vincolante che, passando di bocca in bocca, coinvolga anche i Fratelli di
altre Comunità.
Gran Loggia e Supremo Consiglio –
Corpi tra di loro autonomi, sovrani ed indipendenti - devono ritrovare - riappropriandosene appieno – il loro scopo, il loro fine: quello di essere
Organi sofisticatissimi di indirizzo e di rappresentatività, piuttosto che dei
farraginosi meccanismi che sfruttano in modo inadeguato risorse umane e
materiali, offrendo guida e supporto ad altre entità che possano richiederne per sapere se la loro
azione sia o meno corretta sotto il profilo delle norme nazionali ed
internazionali, come pure dell'ortodossia rituale e del rispetto delle
tradizioni.
Così Gran Loggia e Supremo
Consiglio torneranno nuovamente ad essere organi legiferanti nella pienezza
della loro autonoma sovranità, accantonando quelle conflittualità e quelle
degenerazioni cui li hanno condannati fino ad oggi non tanto le famose “regole”
bensì la volontà prettamente umana di sovrapporsi l'una alle funzioni
dell'altro anche con la prevaricazione.
Questi due Altissimi Consessi, comunque in piena armonia, dovranno
quindi riappropriarsi della loro funzione essenziale: quella, cioè, di essere
strumento di indirizzo dagli alti contenuti qualitativi. Così, provvederanno a fornire pareri,
valutazioni, alla stesura/stampa di testi di approfondimento e di studio
(specie sotto il profilo storico, etico, ecc.);
terranno frequenti corsi di studio in discipline iniziatiche ed
esoteriche; intraprenderanno ricerche storiche di particolare significato e
valore storico-esoterico, anche attraverso profonde e radicali rivisitazioni di
avvenimenti particolarmente significativi; potranno essere chiamati – quale
Magistratura Superiore, munita della prerogativa della terzietà – a presenziare
nei Giurì d'Onore, che altro non sono che Camere Massoniche di Arbitrato.
Il Nuovo Atto, il possente
respiro che guida verso Nuovi Orizzonti, rappresenta lo sforzo e l'azione di un
manipolo di Iniziati - di cui mi onoro far parte - la cui finalità si riconduce
al perseguimento dell'essenza della Massoneria basandosi sulla Storia e sulle
Tradizioni, squarciando quel velo che offusca oggi lo sguardo dei più non
consentendo di scorgere chiaramente intorno a sè. Questo sforzo ha come obiettivo il ripristino di quelle forme di
correttezza ideale, ritualistica e gestionale, che – oggi – sono state dai più
accantonate: segnando così le tappe sempre più rapide di un processo negativo,
che condurrà allo sfacelo e che soprattutto farà perdere di vista la vera
Massoneria per tramutarla in una delle tante combriccole o conventicole che
cercano e prediligono l'equivocità di certe situazioni, ponendosi al guinzaglio
ora di questo ora di quel potentato anche politico-economico, così mortificando
l'Ideale e quanti lo hanno a cuore.
Poiché il fallimento di
tale agire è sotto gli occhi di tutti - anche dei più pavidi, ovvero dei
più interessati a permanere nel caos per
trarre lucro e benefici personali – indichiamo con forza che intendiamo rifarci
alla Tradizione, non solo riappropriandoci di quella Nobile Storia che pur ci appartiene,
ma anche dando forza e vigore a quella
grande Energia che è il Rito Scozzese Antico ed Accettato: relegato ormai a
mera espressione cavalleresca, ed oggi soggetto – come sopra già indicato -
alla volontà spesso minacciosa e prevaricante dell'Ordine.
Un percorso significativo e
di vivificante rigenerazione quello intrapreso e che, in ogni caso, non perde
di vista lo spirito e la lettera dei deliberata internazionali. Nessuna modifica agli Statuti o ai Rituali,
quindi, ma solo idonee note attuative a Regolamenti e Costituzioni che, con i
loro enunciati, rappresentano il vero patto espresso tra i Fratelli.
Ma anche il nostro rispetto
verso le Potenze internazionali non deve rappresentare un limite, facendoci
troppo dipendere – talvolta in modo davvero esiziale – dagli altri e ignorando
la grande capacità, la antica storicità, i valori tutti della Massoneria
Italiana: certamente più antica e di maggiore spessore di tutte le altre
matrici. Tant'è che osiamo sostenere
– se proprio dobbiamo utilizzare dei termini di paragone - che, forse, quanti
operano all'estero dovrebbero chiedere a noi l'emissione delle varie patenti
per la concessione di un qualche – utile? Inutile? Superfluo? - riconoscimento.
Proprio a noi Italiani:
forti della presenza, della via tracciata, delle opere e del pensiero
filosofico, esoterico, iniziatico e – perché no – rivoluzionario di
Pitagora, di Francesco d'Assisi, di
Dante Alighieri, di Elia, di Giordano Bruno, di Leonardo da Vinci, dei Maestri
Comacini, ad esempio; a noi Italiani che operiamo forti di una tradizione
storica che solo formalmente risale al dettato della Carta di Bologna del 1248
(che istituiva la corporazione dei muratori e dei falegnami), che siamo coerenti
soprattutto allo spirito dell’ “Itinerarium mentis in Deum” del 1259 da parte di
San Bonaventura (un vero e proprio disciplinare in tre gradi), ma anche
aderenti all' “Edimburg Register House” del 1696 (il primo catechismo massonico,
originato in Scozia, conosciuto con un qualche dettaglio. Nello stesso periodo, sempre in Scozia, viene
fondata la Loggia di Dumblane: al riguardo va sottolineato che già in
quest'epoca gli operativi costituivano una minoranza. Motivo che, da studioso, anche alla luce di
altri e significativi elementi, mi porta a sostenere che il Codice del 1717
segna in realtà la nascita della Massoneria speculativa ‘ufficiale’, al pari -
per fare un semplice parallelismo – della data del 1492 che segna la ri-scoperta
delle Americhe, o meglio: la “scoperta commerciale” delle Americhe).
Carta di Bologna del 1248, scritto
di San Bonaventura nel 1259, quindi: certamente antecedenti anche alla Carta di
Colonia del 1535, come pure antecedente agli enunciati di Cusano di Treviri
morto nel 1464, e che non mancò di ispirare nel 1786 l'opera di Federico II° e
dei suoi consiglieri, al pari di quanti a Losanna – nel 1875 – apportarono
modificazioni al testo federiciano, “sostanziali” quanto dettate da logiche
“politiche e di spartizione”.
E questo solo per enunciare
gli elementi più certi e documentati, ma senza trascurare i fondamentali ed altrettanto
certi insegnamenti che dalla Magna Grecia ci hanno trasmesso Pitagora,
Aristotele ed Ermete Trismegisto, e che ancor prima della potenza dell'Impero
Romano esistevano e si sviluppavano.
Non tutti conoscono la
Storia ed in particolar modo la Storia della Massoneria, e – soprattutto chi la
conosce a modo suo – ne ha un timore che rasenta persino il terrore: ma non
possiamo né vogliamo cambiare la realtà delle cose, della Storia, nella nostra
ricerca di Verità.
La Verità è spesso
nascosta, ma è anche sempre presente: e gli sforzi di quanti hanno affrontato
pericoli e sacrifici alla ricerca della Vera Luce, non smetteranno mai di
affascinarci e sedurci per l'audacia della loro azione.
Anche se a volte falliscono
e muoiono nell'intraprendere il compito che il Destino ha loro affidato, tutti
Costoro riescono però sempre a raggiungerci con il messaggio della loro intatta
generosità, della loro fedeltà ai nostri Alti e Nobili Ideali, della loro
lungimiranza, della loro straordinaria energia temprata dalle immani lotte che
furono chiamati a sostenere.
Lotte che, oggi come
allora, sono le nostre: per il bene dell'Istituzione e dell'Umanità.
Abbiamo bisogno di gente autentica,
di Uomini veri, di Massoni che sappiano avviare una Nuova Primavera, di Uomini
di Prestigio che sappiano attrarre i giovani parlando loro con il cuore:
abbiamo bisogno di Uomini che sappiano innovare, piuttosto che non migliorare
soltanto.
Ho gettato il mio cuore
oltre l'ostacolo, e Vi chiedo altrettanto, per questa nostra Massoneria così
martoriata, quasi agonizzante, che passa dalle mani di uno stregone ad un
altro.
Non possiamo costruire
sulle macerie, miei cari Fratelli, soprattutto adoperandone gli scarti.
Dobbiamo accantonare le
illusioni, guardando solo davanti a noi e ripartendo da ciò che abbiamo – e,
credetemi, non è poco -: solo così potremo costruire qualcosa di solido,
concreto e durevole.
Basta quindi a quel niente
ripieno di nulla costituito dalla ripetuta frantumazione di vari gruppi, basta
quindi alla polverizzazione di iniziative destinate a non lasciare traccia,
basta al coinvolgimento di poveri ignoranti “simil-massoni” reclutati da millantatori
e da avidi sciacalli, basta ad una Massoneria che non lascia alcuna traccia
nella Società...
Inoltre, ritengo che dando
rinnovato vigore ad un organismo che concentri quante più forze è possibile,
spronando quella Unione Scozzese figlia diretta del Grande Oriente Iniziatico d'Italia
(1971), si possa dare forza e rinnovato vigore a quella Camera Superiore dei
Riti dove tutti possano partecipare con pari dignità, dando così forma e
sostanza ad un Progetto Comune mai visto in Italia. Ad essa altre strutture si uniranno, per dare
forza e vigore a tutta l'architettura programmatica.
Un progetto comune –
chiaro, noto e condiviso – nel cui contesto ciascuno si assuma le proprie
responsabilità, mantenendo anche le proprie prerogative, ma contribuendo ad
un'azione corale cui tutti indistintamente gli aderenti partecipano
attivamente, con la loro esperienza e la loro intelligenza.
Basta anche a quella
sudditanza che ha segnato in special modo la Massoneria Italiana,
riconducendola unicamente alla data di inizio del '700: forse una data infausta
che ha segnato la morte dell'Ideale, da allora sacrificato alla triste logica
dei metalli. Noi Italiani, noi
Massoni Italiani, per certi versi siamo gli unici che hanno un maggior diritto
– sancito dalla Storia – di “dare” patenti di regolarità, così riconoscendo
altri che solo dopo si sono avviati su questa strada, piuttosto che pietire – è
il caso di dirlo – quei “riconoscimenti” che troppo stesso sono stato il
grimaldello per consumare strappi e divisioni facendo, facendo perdere di vista
l'essenza delle cose.
Come si fa ancora a parlare
di presunte “regolarità” da parte di chi mescola il Rito con l'Ordine (ossia:
somma la carica di Gran Maestro a quella di Sovrano); oppure da parte di quei
Gran Maestri che vengono votati con una sorta di “suffragio universale” (ossia:
anziché essere eletti dai soli Venerabili sono eletti con il suffragio di tutti
i Maestri; potrebbero far votare anche Apprendisti e Compagni. Avrebbero
maggior valore democratico e lo stesso “non-valore” massonico); o ancora da
parte di chi non applica la Charta fondamentale o i Landmarks, usando metodi irregolari
per le loro riunioni; o adoperando riti ibridi fai-da-te, del tutto irregolari
ed irrituali, oltretutto spacciandoli per scozzesi; o chi sostiene che solo
perché una Loggia abbia avuto una regolare Patente costitutiva – che testimonia
cosa? Che in un dato giorno, ad una certa ora, in un determinato luogo, un
certo numero allora regolare di Fratelli ha costituito una Loggia? E che questa
Loggia, essendosi posta all'obbedienza di una Gran Loggia, ha ottenuto il
rilascio di detta Patente'? - detta Loggia conserva in eterno il requisito
della regolarità – quasi che la Loggia fosse una struttura simile ad una casa
in cui cambiano gli inquilini, si ristruttura, cambia volto e colore... ma è
sempre la stessa – sostenendo artificiosamente che tutto sia rimasto immutato e
cristallizzato a quel dato momento – senza subire mutazioni anche se è stata
poi diroccata o ha cessato ogni attività all'ordine o ha ripreso dopo anni in
esclusiva autonomia, con altra gente seduta tra le Colonne, sfoggiando un
vessillo di Loggia che reca un numero di
appartenenza inesistente e quindi falso,
o la citazione di una Gran Loggia di appartenenza del pari falsa -?
Per carità: tutte queste,
saranno forme associative rispettabilissime (peraltro, formula dovuta per
Legge), dei club simil-massonici (al massimo); ma non sono delle vere, rituali,
ortodosse Fratellanze Massoniche.
Basta,
quindi, con questo commediare peraltro sostenuto anche in pagine web da illustri
quanto sfaccendati azzeccagarbugli!
Riappropriamoci – con una
sorta di “contro-riforma” - della “nostra” Storia, invertendo le perversioni di
un processo pseudo-storico che ha segnato nel '700 una “riforma” degli
originari ed originali Valori!
Occorre purificarsi, ed
oltre la materia solforosa bisogna fare un bagno di umiltà: ripartendo da zero,
lasciandoci alle spalle i piccoli uomini e gli spacciatori di patacche fasulle,
quei mezzi uomini che – privi di idee – sono solo capaci di copiare e male,
quei quaquaraquà molesti che hanno dentro di sé il germe della sedizione e del
tradimento al pari della passione per gli orpelli e la vanagloria.
Operiamo, dunque: che
quest'appello susciti speranze e sane ambizioni, dando maggior spessore al profondo
e radicale rinnovamento già avviato!
Non fateci mancare il
Vostro aiuto, i Vostri consigli e la forza di coloro ai quali potrete portare,
diffondendolo, questo mio messaggio: un messaggio i cui contenuti hanno una
energia dirompente, ma rigenerante. Così
che chi potrà entrarne in possesso, se Massone, non potrà fare a meno di dire:
cosa posso fare anch'io, per poter contribuire?
Ut unum sint !
Affinché possiamo essere un
tutt'uno.
Uniti, così come il
melograno – non a caso - simboleggia alle porte dei nostri Templi.
Roma, 4 Settembre 2021 f.to Giuseppe Bellantonio
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