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lunedì 31 dicembre 2012

NUOVO ANNO 2013


A tutti coloro che  con attenzione e interesse, ma anche con pazienza e tolleranza, leggono i miei scritti: grazie!

A coloro che, con le loro riflessioni e le loro critiche costruttive, mi aiutano a migliorare: grazie!

A quanti mi concedono la loro stima, la loro migliore  considerazione e la loro umana, fraterna, disponibilità: grazie!

A quanti mi fanno dono prezioso della loro amicizia: grazie!

Da parte mia li ricambio con uguale sentire, cercando di sollevarmi dai fardelli e dagli orpelli terreni per lasciare che la mente possa essere più libera, librandosi nel tempo e nello spazio.

L'Amore Fraterno che ricevo, arricchito delle mie Energie, cerco di trasferirlo nel migliore dei modi verso chi ne abbia più bisogno.   E, credetemi, fortunatamente non sono solo in questa azione che ci rende tutti degni di essere chiamati Uomini!

Un grazie, infine, alla mia Famiglia - e per prima a mia moglie - che con nobile Forza, Amore, Tenacia e Sacrificio - mi è stata sempre vicino, donandomi serenità e spronandomi a ben fare come pure a superare quegli ostacoli che la quotidianità - talvolta inopinatamente, spesso ingiustamente: quantomeno sotto il profilo umano - frappone sulla via di ciascuno.   Così ricordandoci la nostra natura umana, al pari del destino che ad essa comunque ci lega.

Addio, 2012: con pochi veri rimpianti !

Benvenuto, 2013: ti accogliamo con tante speranze, confidando sempre che la Provvidenza Divina ci aiuti nel riconoscere il Male, in ogni sua forma, ed a tenerlo lontano !

Roma, 31 Dicembre 2012 h. 17,50

Giuseppe Bellantonio

giovedì 27 dicembre 2012

SAN GIOVANNI EVANGELISTA: PATRONO DELLE LOGGE SCOZZESI

 
Oggi è la ricorrenza di San Giovanni l'Evangelista, una Figura – quella dell'Autore del Vangelo
 
dello Spirito – cui tutti i Massoni legati alle Logge Scozzesi – dette, appunto “Logge di San
 
Giovanni di Scozia” o più sinteticamente “Logge di San Giovanni” – si riferiscono,
 
riconoscendoLa quale loro Patrono.
 
 
Una ricorrenza “non di tutti” i Massoni, quindi, ma solo di quelli Scozzesi.
 

Una ricorrenza “non di tutti” i Massoni, poiché altri – legati ad altre formule di Rito -  usano
 
solennizzare il San Giovanni Battista, il 24 Giugno: lo stesso per chi si basi esclusivamente e 
 
pedissequamente sulla c.d. Massoneria Contemporanea.
 
 
Per noi è invece una ricorrenza solenne, ed essa lo è  solo per chi operi regolarmente nei primi
 
tre gradi del Corpo Azzurro Simbolico.
 

Una ricorrenza “non per tutti” i Massoni, quindi, perchè il Corpo Azzurro, il regolare Corpo
 
Azzurro Scozzese – in quanto praticante lo scozzesismo, dopi i tre gradi Simbolici – si basa sugli
 
AA.LL.AA.MM. (Antichi, Liberi ed Accettati Massoni: evoluzione per così dire moderna
 
dell'avvenuta “accettazione” degli speculativi da parte degli “antichi” operativi [conseguita
 
attraverso l'Atto di Unione sottoscritto il 1° Dicembre 1813 tra i Gran Maestri August
 
Frederick, Duca del Sussex, per la “Society of Free and Accepted Masons under the Constitution
 
of England” e S.H. il P.pe Edward, Duca di Kent, per i “Free and Accepted Masons of England 
 
according the Old Institutions”).
 

Una ricorrenza, infine, “non per tutti” i Massoni, poiché per essere qualificati come
 
regolarmente appartenenti agli AA.LL.AA.MM. Occorre – con tutta evidenza - possedere
 
requisiti specifici, significativi e ineludibili (cfr. anche miei altri precedenti interventi su queste
 
pagine e su quelle del Notiziario Massonico Italiano).
 
Una ricorrenza importantissima per quanti sentono e vivono la “Massoneria delle Antiche
 
Pietre” - della cui definizione e classificazione mi fa piacere essere stato il primo in assoluto -;
 
una Figura, quella di San Giovanni Evangelista, tanto importante per la religiosità quanto lo è
 
per noi.
 

Un Patrono non isolato, però: si tenga in evidenza che, prima ancora che la c.d. “Massoneria
 
Moderna” potesse vedere la luce, operavano i Franchi Muratori delle Confraternite dedicate a
 
San Dionigi e a San Giovanni (che in Italia presero il nome di Maestri Comacini).
 

Si dovrebbe avere memoria viva che proprio le Confraternite di Franchi Muratori e di
 
Tagliatori di Pietre lavorarono sempre a stretto contatto, al punto da dedicare la prima
 
Cattedrale gotica a San Dionigi.

 
Non si dovrebbe tralasciare di sottolineare come Confraternite e Logge – sempre molto, ma
 
molto prima del 1700 – fossero dedicate, sollecitandone l'influsso benedicente, ora a San Biagio
 
ora a San Gregorio, ora a San Luigi ora a San Marino, ora ai Quattro Santi Coronati ora a
 
Santo Stefano, a Sant'Alessandro di Scozia e persino a Santa Barbara (che, se non erro, è già
 
Patrona della “Gran Loggia Femminile Italiana”, nata nel 1974 e composta da sole
 
Sorelle, regolamentatasi autonomamente nel 1978 e che – dopo lunghi anni di studio e di
 
approfondimenti-dibattiti storico-ritualistici - con il 22 Settembre 2012 ha informato della
 
nuova forza e del nuovo vigore che ne pervadeva le componenti).
 

Non erano e non sono certo forme di “superstizione” a dettare questi comportamenti:
 
comportamenti che non furono certo censurati dalle Autorità ecclesiastiche delle vari epoche.
 

Che dire poi dei Maestri d'Arte che tra le ricorrenze celebravano con particolare e significativo
 
riguardo quelle dell'Ascensione di Gesù (nella Tradizione cristiana, la salita al Cielo di Gesù:
 
avvenuta 40 giorni dopo la Sua Resurrezione) e dell'Assunzione di Maria (nella Tradizione, la
 
Sua glorificazione con l'assunzione in Cielo in anima e corpo).
 

Che dire, infine, dei Sacerdoti che officiavano nelle sedi delle Corporazioni e nelle solennità
 
delle loro Logge in tenuta ufficiale - in alcune prendevano il nome di Cappellani – per
 
solennizzare davanti a Dio, ma non solo, tanti momenti importanti, tra i quali, qui ricordo, la
 
posa della prima e quella dell'ultima pietra nella costruzione delle Cattedrali!
 

LaMassoneria delle Antiche Pietre, dunque. Non a caso ho voluto chiamare così quella
 
Massoneria alla quale io e chi ha eguale sentire intende rifarsi: espressione di valori e di
 
insegnamenti che nell'antichità hanno trovato terreno fertile tra gente che possedeva il dono
 
delle diverse conoscenze, e quindi della sapienza. Non come Valore Assoluto – pertinente solo al
 
Divino – ma come Valore Terreno, spesso in grado di spaziare nel Tempo.


La Massoneria non è nata nel 1714 o nel 1717: sono state, quelle, date in cui antiche Regole e

antiche Tradizioni sono state profondamente rivisitate e codificate secondo diverse, quando non

nuove, impostazioni. 
 
 
Forse, anzi sicuramente, i Fratelli che diedero impulso a questa nuova fase – quasi del tutto
 
“nuova” rispetto al passato, quindi certamente “moderna” - avrebbero voluto approfondire gli
 
indissolubili legami tra “prima” e “dopo”: probabilmente non ne ebbero il tempo, travolti dalla
 
grande mole di operatività che li coinvolse oltre ogni aspettativa. Ma noi Massoni – ancor
 
prima che scopriamo di avere tali caratteristiche - ci portiamo dentro antiche iscrizioni
 
cerebrali, all'insegna della Giustizia e della Solidarietà, per il Bene delle Genti. 
 

Queste “iscrizioni” riconducono alle Energie che furono lasciate da Chi tracciò la Via, e da Chi
 
la seppe percorrere dedicandovi tutto se stesso. Moltissimo di quanto fatto è stato smarrito, ma
 
le tracce di questi percorsi ci sono state tramandate nei modi che sappiamo: brani di
 
pergamene, iscrizioni su argille e tavole, storie tramandateci attraverso monumenti, statue,
 
sculture: le Antiche Pietre. Qui, vennero lasciate tracce visibili e tracce non visibili: entrambe
 
interpretabili nel loro combinato significato solo da chi avesse cuore, intelligenza e la giusta
 
conoscenza per poterle intendere: tracce basate sul linguaggio dei simboli.

Poiché sono abituato a trattare di cose che conosco piuttosto che non di cose che conosco poco o
 
di cui mi possa essere giunta notizia, Nel tracciare queste righe mi sono riferito al mio vissuto
 
nella Comunione di Piazza del Gesù – in cui per lunghi anni ho ricoperto importanti Dignità – e
 
quindi agli studi, agli insegnamenti profondi e documentati che lì sempre sono stati svolti,
 
facendone un contesto non confondibile con altri che – pur se rispettabili – avevano ed hanno
 
loro particolari e diverse modalità operative e ritualistiche. 
 

Ecco perchè, quando si criticano i Massoni, quando si rovescia acido sulla Massoneria, chi lo fa
 
dovrebbe ben sapere che “non tutti i Massoni” sono tali, “non tutti i Massoni” si assomigliano,
 
“non tutti i Massoni” hanno le stesse regole: pur riconducendosi essi ad una Famiglia
 
Universale.  


Ma solo sotto un profilo lessicale ed eminentemente filosofico; poiché il “sentire” di
 
ciascun iniziato risente della Società in cui opera, del Popolo cui appartiene, della Religione
 
praticata, degli stessi influssi, delle "vibrazioni", delle "energie"  che la sua stessa Terra di

origine gli ha trasmesso.
 

Tutto questo è per me, e per gli Illustri Fratelli che con me condividono ed hanno adottato
 
questa rinnovata visione iniziatica, la “Massoneria delle Antiche Pietre”: a sua volta permeata
 
dei più positivi influssi originati dalla Confraternita Federiciana e da tutto il background
 
storico-filosofico-iniziatico che ad essa fa da tessuto.


Roma, 27 Dicembre 2012


Giuseppe Bellantonio


Gran Maestro Em. "Gran Loggia Nazionale Italiana Comunione di Piazza del Gesù"


 




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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare. 
 

 

domenica 23 dicembre 2012

... I MASSONI FESTEGGIANO IL NATALE ?

     Pochi giorni fa, nello scambiarci i migliori auspici per le imminenti festività, una Persona che conosco da molti anni - pur se non a livello di frequentazione, ovvero di amicizia - mi ha chiesto "scusami se mi permetto, ma da tempo volevo farti una domanda: ma voi Massoni, festeggiate il Natale? E l'anno nuovo ?"
     In modo non ortodosso - ad una domanda, è scortese replicare con un'altra domanda -, chiesi a mia volta come mai mi rivolgesse un tale interrogativo.
     L'interlocutore, sapendo che non mi sottraggo né al dialogo né al dibattito, non senza avere prima chiarito che il suo era un quesito posto con serietà e non per pura curiosità, proseguì "lo chiedo perché negli anni ho ricevuto dei bigliettini di auguri o dei messaggi di posta elettronica, dove vari soggetti - per lo più autorevoli - porgono i loro auguri per il Natale o per il Capodanno, abbellendoli e aggraziandoli con disegni certamente evocativi della Massoneria e con tanto di indicazione ufficiale del loro contesto di appartenenza.  Mi incuriosisce e meraviglia sempre, poi" continuava l'interlocutore "che simili comunicazioni rechino quasi sempre anche la vostra indicazione GADU. Sono quindi posizioni ufficiali e coinvolgenti i contesti e le norme statutarie che dicono di osservare e seguire ".
     La domanda era più che interessante: stimolante; anche perché l'interlocutore è un fine storico che si intende anche del filosofare. 
     L'interesse è stato quindi elevato, al punto che, dopo le prime battute, ci siamo dati appuntamento per "dopo le feste" davanti ad una tazza di thé per parlarne, ben oltre i luoghi comuni: andando alla radice di convincimenti, di concezioni, di teorie, di verità storiche, delle Tradizioni e delle loro stesse origini.
     Ora, cari Lettori che mi seguite - del che Vi ringrazio - mi permettete di girare anche a Voi le domande, aprendo sulla questione una seria valutazione?
     Nelle more, mi permetto di formulare a Voi ed alle Vostre Famiglie i miei migliori auguri per un sereno e Santo Natale e un Nuovo Anno certamente più prospero di quello che si va concludendo.
    Ai destinatari Iniziati, mi permetto solo di aggiungere a questi auguri solo l'aggettivo  "fraterni": per rispetto al loro stato e certamente non per un distinguo di tipo accrescitivo  rispetto agli altri.
 
Roma, 23 Dicembre 2012         
Giuseppe Bellantonio

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martedì 18 dicembre 2012

SOLSTIZIO D'INVERNO 2012


Date, numeri, simboli, richiami antichi quanto il Mondo, legami dell'Uomo con la Natura, misticismo, auspici, timori e ricerca di un legame con il Cielo ...
... tentando di dare spiegazioni anche alle più sottili sfumature che possano essere collegate ad ogni manifestazione.
Tutti elementi che puntualmente, specie nelle date che ancora ci collegano esotericamente alle cadenze dei solstizi e degli equinozi, ci ricordano i migliori sentimenti,  ci stimolano i buoni propositi e aprono anche i nostri cuori alla speranza nella clemenza Divina.
Ciò, nella consapevolezza che quanto lega la Natura al Cosmo, l'immanente al Trascendente, è di una misteriosità tale, di una complessità  e di un ordine di grandezza così ampio da essere disarmante, da lasciarci senza parole.
Anche se facciamo di tutto per spiegare l'insondabile, l'impenetrabile: fermandoci solo alla parte più superficiale.
21 Dicembre, quindi, del 2012.
Per gli amanti della numerologia - e per quanti credono al concatenarsi degli eventi, piuttosto che non alla fatalità delle cose - 21-12-2012 ovverosia 20-12-12.  L'ora in cui si verificherà l'evento? alle 12,12; quindi, 21-12-12 h. 12,12.
Ma ciò che è più importante è il simbolismo che lega la data al Sole, alla Luce che dipana le tenebre, a Dio che manda il Suo messaggio sfolgorante agli Uomini: dissipare le tenebre che si insediano in noi e lasciar posto alla Luce liberatrice e confortante.
Agli Iniziati giunga il mio augurio per questa ricorrenza, confidando che sia di buon auspicio per un nuovo progredire, per un nuovo divenire attraverso l'Essere.
 
18 Dicembre 2012                                       Giuseppe Bellantonio

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giovedì 13 dicembre 2012

CHIESA, SOCIETA' E POLITICA NELLA VISIONE DELLA MASSONERIA DEL XXI SECOLO

E' stato chiesto di procedere ad una nuova pubblicazione di un'intervista rilasciata nel lontano 2008. A detta dei richiedenti, la stessa ha contenuti attuali che si ritiene possano essere validamente ri-proposti e sottolineati.
Grazie per la lettura!

Inizia
............................................

CHIESA, SOCIETA’ E POLITICA NELLA VISIONE DELLA MASSONERIA DEL XXI SECOLO
CHIESA, SOCIETA’ E MASSONERIA: IL PUNTO, OGGI

Le considerazioni del Gran Maestro Emerito della storica

Comunione di Piazza del Gesù, Giuseppe Bellantonio,

sulle posizioni della componente tradizionalista della Massoneria Italiana
Ormai da tempo, i più importanti temi della società del XX° e del XXI° secolo hanno la caratteristica della globalità: una condizione stabile – quindi - e non più un fenomeno apparentemente solo transitorio. Ne consegue che non si può non tener conto delle considerazioni e dei punti di vista di un gran numero di interlocutori, maggiore – questo – allorquando più ampie sono le tematiche e le problematiche di un contesto percorso da una molteplicità di questioni alle quali non sempre l’uomo è in grado di trovare rapida ed esaustiva risposta. La Massoneria – in quanto forma aggregativa, vero e proprio “movimento di opinione” - è certamente presente da lunghissimo tempo nel contesto sociale: per cui è utile conoscerne il pensiero ufficiale attuale. Su molti punti abbiamo raccolto le considerazioni del Gran Maestro Em.to Giuseppe Bellantonio – cognome importante nella storiografia massonica italiana – che evidenzia il pensiero del gruppo massonico storicamente più antico in Italia e che si rifà al toponimo di Piazza del Gesù. Questa componente è conosciuta con il nome inconfondibile ed unico di “Gran Loggia Nazionale Italiana - Comunione di Piazza del Gesù”, storico riferimento del “Corpo Azzurro degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni” e diretta discendenza del gruppo capeggiato da Saverio Fera.

Ha senso, oggi, aderire alla Massoneria?

Certamente. In un momento tanto denso di interrogativi, di dubbi e di incertezze, in un mondo che procede con grande velocità, l’uomo ha bisogno di sentirsi rassicurato e rafforzato attraverso il continuo confronto, e lo scambio di idee, con altri uomini che abbiano con lui una comunione di principi. Questi principi, costituiscono i classici “quattro pilastri” che delimitano la parte intangibile e del tutto inaccessibile del nostro essere, e sono immutati ed immutabili nel tempo: valori morali, amore per il prossimo e per la famiglia, onestà, tolleranza. Unirsi, quindi, con chi è con noi collegato da una comune corrente di pensiero e di comportamento, è del tutto naturale: e ritengo che quando la scelta cade su un’Istituzione qual è quella massonica, il motivo è da ricercarsi nel forte desiderio interiore di “crescere, essere e appartenere” piuttosto che di “appartenere”; di “offrire qualcosa di se” piuttosto che di “cercare qualcosa per se stessi”. Reputo che così come si nasce buoni, onesti o tolleranti, Massoni si nasca: cioè si nasce già con questa impronta personale che poi ci accorgeremo che combacia con altre ad essa simili. Non siamo soli quindi: e nel momento in cui siamo con gli altri, quelli che per noi sono i nostri Fratelli, ci accorgiamo che abbiamo maggiore forza interiore, maggiori energie da spendere specialmente a favore dei più deboli o degli emarginati: spesso, a contatto con i nostri Fratelli, assistiamo a farfalle che si liberano dal bozzolo per librarsi in un volo libero che mai avrebbero pensato di poter effettuare. Massoneria, quindi, significa scuola iniziatica ricca anche di valori esoterici, presso la quale crescere e perfezionarsi: migliorando se stessi, migliorando il nostro rapporto con gli altri, migliorando la qualità della propria presenza nel tessuto sociale. Chi non è in grado di “donarsi” a queste idealità, cercherà sempre qualcosa che la vera Massoneria non è in grado di dargli: è quindi meglio che si rivolga ad altre forme associative, più idonee ai suoi scopi poco spirituali e molto materiali.

Cosa offre la Massoneria ai propri iscritti?

L’uomo, percepisce fortemente l’esigenza di incontrarsi e frequentarsi con altre persone a lui somiglianti, rinnovandosi in un processo di crescita come pure per avere anche delle risposte – o maggiori risposte, ovvero una verifica alle proprie risposte - ai propri interrogativi. A questo riguardo, come si può ignorare che la società è fortemente secolarizzata e con sempre meno valori di riferimento? Abbiamo quindi l’essere umano che si crede sempre più padrone – quasi invincibile – dei propri destini, mentre in realtà si allontana da quella religiosità che fino a qualche tempo fa – invece – ne aveva scandito i passi. Certo: per stare con gli altri, si può aderire alla bocciofila, ci si può iscrivere ad un’associazione culturale, si può intraprendere un corso di recitazione o altro: ma forme più profonde, meno basate su aspetti meramente conviviali e mondani, si adattano meglio a chi senta questo desiderio di “crescere” interiormente in una vera e propria scuola di pensiero dove troverà la filosofia e l’esoterismo, la storia e la partecipazione sociale, il misticismo e l’amore incondizionato per Dio. Ma soprattutto va chiarito un equivoco di fondo: nei tempi passati sono stati in molti ad iscriversi “cercando” nella Massoneria un qualcosa di incerto e nebuloso, già poco chiaro dentro loro stessi; far parte di quella che io amo definire “Istituzione”, significa invece voler “dare”, essere talmente colmi di doni dentro di noi, di non vedere l’ora di poterli offrire – attraverso la partecipazione – anche agli altri. In Massoneria, quindi, si entra per “offrire il meglio di se” e non per prendere o ricavare qualcosa. Si apprende e non si prende, per usare un gioco di parole.

Come mai tante divisioni tra i Massoni Italiani?

Con il passare dei tempi, la Massoneria è stata “contagiata” dal mondo che la circonda, e piuttosto che essere al di sopra e al di fuori di tutto e di tutti - così mantenendo la propria ispirazione idealistica, cavalleresca e filantropica - è stata inquinata da dispute interne. Questioni - tutto sommato - di basso profilo piuttosto che non sostanziali, alle quali purtroppo spesso non è estraneo l’elemento materiale, quello che nelle nostre espressioni è definito come il “vile metallo”. Le divisioni avvengono sempre per interessi: o per il “vile metallo”, o per sete di potere, o per smisurata ambizione. Alla fin fine, tante soldataglie sparse – nel cui contesto non nego la presenza di Fratelli veramente eccellenti, che talvolta neanche si sono resi conto di quale sia il contesto in cui essi operano – non fanno un esercito, e facendo la “conta” qualunque osservatore si accorge che nella stragrande maggioranza delle comunità massoniche il numero dei capitani, dei colonnelli e dei generali è esagerato e sproporzionato rispetto alla reale consistenza dei quadri. In effetti, è sempre l’elemento umano il punto debole di ogni struttura: a volte bastano piccole divergenze ed ecco che la divisione scatta in modo perverso. Questo spiega le tante secessioni, il proliferare di gruppi e gruppuscoli con il conseguente venir meno di una presenza corale univoca, dove l’insieme dei Fratelli sia attivo sotto un’unica bandiera per un unico obiettivo: chiaro, perseguibile e condiviso. Tutti i propositi di riunire le componenti compatibili della Massoneria Italiana, sono sempre naufragati miseramente di fronte ai tanti che a parole si dichiarano più che disponibili, mentre in realtà sono cariatidi inamovibili peraltro ancorate mentalmente a schemi ormai desueti. In questo caso, parlerei di vetero-massoneria fatta da Massoni che si sono consumati su se stessi, senza lasciare alcun segno tangibile, alcuna traccia concreta del loro passaggio, consunti persino dalle loro stesse furberie che – peraltro – non hanno più segreti per nessuno: ecco questo è il modo in cui “non” si fa degna e corretta attività massonica, rendendola inadatta al ruolo che la stessa può e deve agevolmente e correttamente svolgere nel contesto della Società contemporanea.

Quale criterio è alla base della “regolarità” di un raggruppamento massonico?

Questa è una domanda rispondendo alla quale si inciampa con facilità: che si operi o meno nello specifico contesto. In Italia c’è un grande affanno – indifferentemente se da parte di gruppi o di gruppuscoli – ad accreditarsi di questa o quella discendenza, di questo o quel blasone, di questa o quella storicità documentale che ne attesti la continuità in linea diretta, e – infine – della stessa citazione, spesso un vero e proprio cocktail di errori osceni, sulle pagine della rete. Altro elemento che contribuisce alla c.d. “regolarità” è il riconoscimento che può originare in ambito internazionale dallo scambio di protocolli (detti “trattati d’amicizia”) recanti anche l’indicazione dei rispettivi rappresentanti (equiparabili a dei diplomatici di alto rango): una volta, questi riconoscimenti, avevano la caratteristica dell’unicità e quindi possederne uno aveva un reale valore. Oggigiorno la questione è in realtà molto diversa: esistono intese cartacee che sono solo formali, mentre esistono accordi di collaborazione del tutto informali che talvolta sono più importanti degli altri: questo consente una operatività parallela o trasversale estremamente sostanziale, che consente ad una Gran Loggia (indifferentemente da dove essa sia geograficamente presente) di operare su piani diversi e con strutture tra loro apparentemente difformi. Personalmente, ritengo che la concreta unione tra le varie componenti massoniche sia oggi una esigenza imprescindibile: ogni differimento sfibra il corpo sano della Massoneria Italiana; ma unirsi significa che in molti dovranno rinunciare a cariche ed incarichi “operativi”. Per parte mia, do pubblica attestazione di questa nostra disponibilità: non so se altri riusciranno ad avere questa forza, la forza di rinunciare. Se mi permette, una serie di considerazione veloci: senza perderci in teoremi forse difficilmente dimostrabili, ritengo tout-court che oggi in Italia o siamo tutti regolari o, più verosimilmente – e per molte cause e concause -, siamo tutti irregolari. Ciò detto, la “regolarità” non sta più né nei trattati – che possono essere solo sterili pezzi di carta appesi al muro con una bella cornice - o in pagine e pagine di autentici falsi storici, ma è insita esclusivamente nel modo in cui si svolge l’attività massonica di una Gran Loggia, ossia se questa adoperi gli Statuti Generali originali del 1820 (e successive modifiche apportate in ambito internazionale); se non sussistano miscugli tra l’Ordine Simbolico ed il Rito Scozzese (veri e propri Corpi separati ed autonomi, tanto amministrativamente che ritualisticamente, le cui sinergie concorrono a formare la famosa Piramide Scozzese); se al proprio interno non siano attive Logge con componente e ritualità diversa da quella regolare; infine, se la presenza e l’attività siano in regola con le norme e con le leggi dello Stato Italiano.

Ritiene che esistano ancora delle c.d. “logge segrete”? E qual’è il loro significato?

Tali Logge ebbero origine in tempi remoti, tempi in cui la Massoneria – attiva per affrancare i popoli da forme oppressive e illiberali di governo – era perseguitata e quindi aveva l’esigenza di operare in modo tale da garantire l’incolumità dei propri aderenti: e ciò avveniva proprio attraverso la segretezza. Riepilogo questo concetto: la Massoneria osteggiava chi governava ovvero regnava in modo illiberale e antidemocratico, e chi era osteggiato perseguitava i Massoni, attribuendo loro nefandezze inesistenti. Questo stato di cose, evidentemente, venne meno: il corso della Storia spazza via tutto ciò che di illiberale, di oppressivo e di anti-democratico è stato posto in essere per mortificare l’Uomo a vantaggio del potere. Ciò non toglie che – anche in un recente passato - in molti si affidarono a tale tipo di strutture “segrete” o per farsene pomposo vanto, o addirittura per operare in modo arbitrario, illegittimo e illegale. Oggi, anche grazie alla precisa normativa di Legge, questo tipo di possibilità non esiste più: ed è un bene, poiché operare in modo discreto e riservato – com’è costume della Massoneria - è tuttaltro che operare in modo segreto. Posso dire che rammento sempre ai miei Fratelli che, qualora essi venissero a conoscenza dello svolgimento di attività illecite o segrete – dovunque esse si svolgano, e chiunque possa esserne coinvolto -, hanno l’obbligo e il dovere di darne immediata informativa alle Autorità preposte alla Pubblica Sicurezza. Eliminare le mele marce è nell’interesse della vera Massoneria. Sintetizzando: le “logge segrete” non hanno oggi motivo di esistere, se esistessero sarebbero illecite e illegali; se una Gran Loggia opera correttamente e legalmente non ha alcuna loggia segreta, se ne esistessero sarebbero solo create per servire a scopi diversi e sicuramente materiali. Scopi che, evidentemente, con la Massoneria nulla hanno a che fare: i malfattori si trovano in tutte le realtà e in tutte le condizioni della vita. In questo caso, esistono delle “mele marce” che vanno immediatamente circoscritte, allontanate e denunciate: ma questo non significa che la Massoneria, quale Istituzione, non sia sana. Dovunque possono nascondersi le “pecore nere”, ma non per queste gli enti o le istituzioni cui appartengono sono da bruciare in un rogo “purificatore”. Manovre del genere, talvolta possono nascondere volontà illiberali ed in realtà antidemocratiche: nel mondo, l’adesione alla Massoneria è osteggiata o è proibita solo da chi ne teme la libertà di pensiero e la storica, ferma e immarcescibile condanna di ogni dottrina coercitrice del libero pensiero.

Il Massone è credente?

Certamente sì. In Massoneria esiste libertà di pensiero e di credo religioso per chi aderisce, fermo restando il credere in Dio unico Creatore: Entità Suprema che nelle nostre tradizioni siamo usi definire esotericamente con il nome di Grande Architetto dell’Universo cioè, il Creatore di quella immensa struttura architettonica chiamata Universo.

Ciò detto, è evidente che – specie nella Storia e nelle Tradizioni di noi Massoni della Comunione di Piazza del Gesù – l'indicazione di un Grande Architetto dell'Universo non è alternativa e/o sostitutiva e/o antagonista a quella di Dio: nessuna differenza con chi ama ed adora Dio definendolo/nominandolo come l'Uno, il Tutto, il Creatore, il Sommo, il Padre, l'Onnipotente, il Padreterno, il Signore, la Luce, l'Eterno, l'Altissimo. Oppure Elohim (Dio: con riferimento alla Sua forza ed al Suo potere), Adonai (Signore: con riferimento all'esercizio della Sua signorìa), Jahvè (riferito al Dio salvifico), Jahvè-Maccaddeshem (riferito all'azione santificatrice del Signore), Jahvè-Rohi (il Signore, quale mio pastore), Jahvè-Shammah (riferito alla presenza del Signore), Jahvè-Rapha (il Signore, che ci guarisce), El-Elyon (l'Altissimo), El-Shaddai (Dio Onnipotente), El-Olam (l'Eterno), Jahvè Shalom (il Signore è pace), Jahvè-Nissi (il Signore è il nostro vessillo), così come Dio è nominato nell'Antico Testamento.

Un netto “no”, quindi, da parte nostra all’ateismo, all’agnosticismo e alle sollecitazioni – specialmente di matrice fortemente anticattolica - che tentano di rispolverare un relativismo becero e stantio spesso sostenuto da un esasperato e non corretto laicismo (che é cosa ben diversa dall'esprimere una più corretta e consona “laicità”).

Chiarito il nostro credo in Dio - vero valore unico, certo e assoluto per tutti -, a ciascuno è data libertà di praticare la propria personale ed intima religiosità; questa, ovviamente, è arricchita da tutto il corollario liturgico che ad essa può appartenere. Il fatto che la Massoneria - in quanto istituzione filantropica, liberale e democratica - avversi ogni tipo di coercizione del libero pensiero, non deve trarre in inganno: la storiografia ci indica che in molti, in nome di una laicità operativa e non certamente spirituale, sono scivolati sulla classica “buccia di banana” del confronto-scontro tra Chiesa e Massoneria; un confronto in materia di “dogmi” che talvolta ha avuto i toni dello scontro non solo di tipo filosofico ma anche teologico, per debordare talvolta nella materialità. Preciso meglio il mio pensiero che è storicamente anche quello della “Comunione di Piazza del Gesù” da me già presieduta: credere in Dio è un valore comune a tutti noi, imprescindibile; quindi, chi non crede, non può essere Massone. Le modalità con cui ciascun Fratello segue invece il “suo credo personale”, la “propria fede”, fanno invece parte di quel corredo individuale che ciascuno arricchisce senza interferenze a seconda del proprio libero orientamento; difatti, se alla fede individuale di ciascuno la Massoneria opponesse restrizioni o limiti, essa stessa sarebbe artefice di una coercizione del libero pensiero. E’ un assioma semplicissimo: può esercitarsi una coercizione per contrastare un’altra anche solo apparente forma di coercizione? La risposta è tassativa ed inequivoca: no! Se la risposta fosse diversa, allora vorrebbe dire che la Massoneria è fuori dal proprio ruolo e addirittura strumentale ad un disegno di tipo avverso a questa o quella libera professione di religiosità; sarebbe quindi una Massoneria illiberale, dove in nome di una mal interpretata laicità si coltiverebbero antagonismi ed insofferenze del tutto atipici: una non-Massoneria, quindi. Seguendo queste considerazioni, ad esempio vi possono essere anti-cattolicesimo e anti-clericalismo mascherati da esasperate esaltazioni di una laicità che in realtà tale non è, essendo in realtà una forma che esalta solo l’ego e si arrocca su posizioni intransigenti ed assolutamente secolarizzate e quindi materialiste. Talvolta, queste sono a malapena mascherate dalla finta disponibilità a un dialogo che in realtà è inesistente.

La Fede è radicata nel profondo di ciascuno di noi, e al riguardo è assolutamente inconcepibile che possa essere esercitato – anche solo in ipotesi - un controllo o una qualche forma di rimozione o peggio di coercizione. Se qualcuno sostiene assurde e cervellotiche tesi, diverse da quelle da me esposte, non solo – ripeto - non è un Massone ma anzi è un anti-massone poiché sostiene cose estranee all’essenza del pensiero, della filosofia e dell’etica alla base dell’autentica Massoneria. Teniamo anche presente una dato reale: sono stati e sono molti i prelati cattolici vicini agli ideali più nobili del pensiero massonico e risulta che taluni ne frequentino anche le Logge; questo deve far forse ritenere che costoro - anche personaggi di altissimo rango - siano in realtà degli oppositori del clericalismo, del Cristianesimo, della Chiesa Cattolica? Francamente mi sembra un po' troppo: una cosa è fantasticare, altra cosa é la realtà!

Qual’è la vostra posizione rispetto alla Chiesa Cattolica? 

Pieno rispetto per l’Istituzione in senso lato, per il Santo Padre che la rappresenta, per chi l’amministra e per chi ne professa e sostiene la religione. Cosa sarebbe l’uomo senza una Fede, senza un credo spirituale che ne segni e scandisca il cammino? Posso però dire – comunque generalizzando - che se nel tempo delle critiche sono state mosse, queste vanno differenziate: una cosa sono la Chiesa e la Fede, mentre ben altra cosa è l’amministrazione della Chiesa. Le prime rappresentano una certezza, l’altra è invece soggetta all’umana fallibilità e quindi assoggettabile a valutazioni: in ogni caso, senza pregiudizi aprioristici. Frasi del tipo “lobby massoniche contro i cattolici”, sono quindi del tutto inadatte e fuori posto: e ho la sensazione che chi spande queste tossine sia egli stesso un anticattolico ovvero un fomentatore di anticattolicesimo.

Ma, almeno per quanto riguarda la storica “Comunione di Piazza del Gesù”, queste teorie strambe non ci riguardano. Sarò più chiaro: alla luce delle tante notizie di cronaca e non, non posso escludere che contro la cultura e il pensiero cattolico siano schierate delle forze ostili, dichiaratamente laiciste e non; ma la Massoneria – quale istituzione di tipo “universale” - non c’entra, mentre invece possono esservi impegnate forze aggregate o meno, di tipo e ideologia diversa, unite solo da un identico colante: l’anti-cattolicesimo. Un fenomeno che va di pari passo con una crescente secolarizzazione ed una costante, strisciante, decristianizzazione

Nel testo della nuova Costituzione europea, ad esempio, noi continuiamo ad essere fieri sostenitori della forte esigenza di ricordare e citare le comuni radici cristiane, ovvero giudaico-cristiane, dei Popoli d’Europa; è evidente che questo stona con quello che intende fare qualcun altro.

Ma noi continueremo a sostenere energicamente questa tesi, in ogni sede, anche in futuro: purtroppo, l’Europa a volte sembra voler ignorare le proprie origini, per mostrarsi vecchia, pavida, fiacca, scarsa di certezze e ricca di possibilismo.

Un altro elemento di forza, è per noi la difesa della Famiglia e dei valori che essa ha sempre rappresentato e continua a rappresentare: nonostante gli attacchi persistenti di chi continua a volerne sminuire la fondamentale importanza, ed anzi cerca di minarne le basi. Sono anni, ormai, che assistiamo a questo attacco ostinato, talvolta spudorato e fatto con ogni mezzo: sarebbe ora che molta gente si togliesse i paraocchi. Vale la pena di ricordare che anche la Scuola, insieme alla Famiglia, è oggetto di un attacco pluriennale teso a smantellarne le stesse fondamenta con il fine di perseguire un appiattimento in cui solo la mediocrità prevalga e l’incultura trionfi. 

e rispetto alle altre espressioni di tipo religioso o pseudo-religioso?

Condanna verso ogni forma di settarismo; assoluta riprovazione per culti blasfemi o magici o perversi; no a qualsivoglia manipolazione dell’altrui volontà, ancor più se ciò è camuffato da tesi di tipo religioso; no a forme violente o assolutiste o intransigenti, e conseguentemente no a formule integraliste o fondamentaliste qualunque ne sia l’ispirazione. Molte di queste realtà negano persino Dio, o ne hanno una visione talmente limitata o distorta da considerarlo alla stregua di un personal-trainer, da consultare al bisogno e al quale sempre chiedere: pochi sono coloro i quali si chiedono cosa “possano offrire” a Dio, accettandone la volontà e senza nulla chiedere in cambio. Credere o pregare solo per avere qualcosa in cambio, sollecitare – in un certo senso – attraverso la preghiera saltuaria solo favori o benevolenza, credo che sia un grande equivoco: un equivoco che in realtà ci allontana da Dio.

Cosa ne pensa della riflessioni alternative, tipo la New Age?

La società “moderna” tende ad essere sempre più secolarizzata, e l’uomo – grazie al crescere delle tecnologie e delle scoperte, e al sempre crescente ritmo della vita – si sente sempre più grande, sempre più forte, in grado di vincere da solo avversità e situazioni che prima avrebbe persino evitato di affrontare. Questo genera una pericolosa sensazione di temerarietà – quasi di “invincibilità” – che ci allontana dal culto e dal senso stesso del Divino, facendoci erroneamente ritenere di essere padroni assoluti del nostro destino, della nostra vita. L’effetto boomerang che ne consegue, però, è quello per cui il radicato senso di insicurezza dell’uomo di fronte a misteri cui non riesce comunque a dare risposte lo sospinge verso la necessità di dover “credere” a qualcosa o a qualcuno.

Si dirà: ma come, c’è la tua religione a cui credere, quella stessa dei tuoi padri e dei tuoi avi.

Sì, vero: ma quello che si cerca è qualcosa di caramelloso, di non impegnativo, che dia la sensazione di aver scoperto qualcosa di eccezionale senza l’obbligo di farsi troppe domande, qualcosa che – a modo nostro - ci faccia distinguere per quel che facciamo, qualcosa che sia anche “alla moda” e che non ci ponga obblighi di frequentazione.

Ecco allora emergere situazioni e teorie ammantate di filosofico e colme di buonismo, che forse ci fanno star meglio ma che sicuramente costano tanto denaro: ci sarebbe da chiedersi se le persone che si tuffano in queste situazioni talvolta avventurose, siano le stesse cui pesava lasciare un modestissimo, persino infimo, obolo alla propria Parrocchia; le stesse che sbuffavano nell’ascoltare l’omelia del sacerdote; le stesse che non si sognavano di approfondire i temi e gli stessi perché della loro pur salda religione cristiana; le stesse che non hanno mai letto per intero il Vangelo o la Bibbia, ma che comprano e leggono decine di libri che trattano del benessere del corpo o di come liberare la mente, o con quali colori dipingere le pareti di casa per stare in sintonia con lo scorrere delle energie.

Tutte cose interessanti, per carità, se prese con lo spirito di approfondimento delle proprie conoscenze attraverso elementi di cultura o di dibattito: i nostri confini, i nostri “quattro paletti” interiori devono però essere solidi, ed all’interno di questo recinto intangibile ed insuperabile ci devono essere i nostri elementi sacri, le nostre certezze assolute a livello spirituale.

Diversamente, saremo dei tappi di sughero sballottati di qua e di là, sempre più propensi a dare ascolto a chi ci dice – con la massima serietà – che gli asini volano e che crederci ci farà stare sicuramente meglio.

Le spiace se le chiedo se lei è credente?

Affatto. Non ho difficoltà ad esprimere la mia Fede Cristiana e la mia personale conformità interiore al pensiero e alla condotta cattolica. Avere una Fede, come dicevo, è importante, fondamentale per avere valori profondi e con radici salde e valide, tali da sostenere lo stesso confronto quotidiano con gli altri esseri umani: come si fa a dialogare di un qualcosa di cui si è all’oscuro o di cui si hanno solo nozioni superficiali e persino banali?

Come si fa a dare delle risposte ai propri figli, quando ci chiedono se Dio esiste, o chi è Dio, chi è Gesù e perché era detto “il Cristo”, chi è Maria, cosa rappresenta la Croce, perché il Vangelo è alla radice di ogni buon cristiano, perché sia tanto importante la Resurrezione, perché si frequenta il Catechismo o perché la gente va in Chiesa a confessarsi, a comunicarsi o solo per seguire la Messa?

Di cosa potremmo parlare? Quali risposte saremmo in grado di dare, se noi stessi – nel nostro intimo – non le conosciamo? Potremo far ricorso al “fumo” delle parole, potremo dire a nostro figlio che “quando sarai grande capirai”, potremo raccontargli cento favole senza però dargli una certezza. Come crescerà questo bambino? Quale tipo di “valori” lo guiderà, se la sua Famiglia – la sua roccaforte – non è poi così solida come dovrebbe? Sarà poi in grado, una volta cresciuto, una volta adulto, di sostenere dialoghi o confronti, di soppesare adeguatamente valori e idee, o sarà tra coloro che – a corto di argomenti – si rifugiano in sé stessi, in un “io” purtroppo colmo di visioni unilaterali, tentennanti quanto anguste e prive di elementi di confronto?

Sono poi queste le persone che spesso ci tengono a definirsi più “libere” di altre: persone che amano rimanere nelle loro certezze fatte di non-certezze e di vuoti sempre più difficilmente colmabili, con il passare del tempo.

Però – ritornando alla domanda - ammantare di significati e valori trascendenti e fors’anche religiosi queste nuove tendenze, significa confondere forse irrimediabilmente la ruvidezza della lana con la morbidezza della seta, ovvero a confondere la stessa seta con fibre artificiali solo apparentemente più morbide.

Cosa rappresenta la Croce, per lei?

Un elemento che racchiude forza ed energie incredibili, smisurate, e con il quale gli uomini – tutti, su questa Terra – scientemente o meno si confrontano: in ogni istante della vita. Soprattutto un simbolo terreno dal fortissimo significato spirituale, che mantiene sempre inalterato il proprio fascino e il proprio struggente ed esaltante significato. Non solo un simbolo, quindi, ma una sostanzialità trascendente che ci pone in continuo contatto con il Divino. Per noi Cristiani un elemento essenziale della propria Fede, al pari della Resurrezione: e quindi, un elemento di grande e profonda riflessione anche per chi non è Cristiano. Negare Cristo, negarne la Passione, negare il significato della Croce e negare la Resurrezione, non sempre è un atto di libera scelta: rilevo che da tempo è in atto una manovra anti-cristiana in una Società peraltro fortemente secolarizzata, cercando di vanificare le scelte e le sesse radici che presidiano alla Fede dei Cristiani, tentando di scardinarne le certezze fideistiche. Pur nella visione di libertà delle scelte religiose di ciascuno, e quindi di grande rispetto e insindacabilità per tutte le scelte individuali, non tutto può essere trasformato in semplice “avvenimento” spirituale e quindi ricondotto a tesi e antitesi di tipo filosofico: non possiamo rispettare il Cristianesimo, al pari di ogni religione, se non ne rispettiamo anche la sostanzialità e la forma.

Può dirci ancora cosa rappresentano per lei lo Spirito Santo, la Trinità?

Guardi, io non sono un teologo: per cui mi esprimo con parole forse inadatte sperando di riuscire a trasmettere correttamente il mio pensiero. Dio - che è il Padre, Colui che ha generato il Tutto - rappresenta “la conoscenza assoluta e illimitata”. Il Figlio – quale incarnazione del Padre – è “il manifesto compimento” di questa capacità, di questa conoscenza. Lo Spirito Santo, è invece la sostanzialità, la quiete assoluta, e quindi la trasformazione in essenza di tutto ciò che il Figlio ha attuato quale incarnazione del Padre: direi, quindi, “la memoria che origina dalla conoscenza e dall’esperienza”. Questa è per me la Trinità: l’Uno e il Trino, che altri non è se non Dio in tutte le Sue manifestazioni: conoscenza, attuazione, ricordo perenne. Nell’affrontare la Sua cortese domanda - e chiarito ancora che la Massoneria non è certamente né una setta né una espressione di una qualche forma di religiosità - mi consenta di rammentare il concetto fondamentale relativo al Credo dell'autentico Massone: egli crede in Dio, in un unico Dio creatore del Tutto. Il resto è lasciato alla sfera privata del singolo Fratello, il quale – nel “credere” – non solo ha libertà di culto ma ha anche la libertà di gestirsi la propria religiosità, vivendola e interpretandola senza subire alcuna suggestione e/o interferenza. Ad esempio, se fossero posti dei limiti a quelli che sono dei “credo assoluti”, dei “dogmi” di questa o quella fede religiosa, saremmo di fronte ad un illecito massonico, a una vera e propria riduzione e limitazione della libertà individuale, ad atteggiamenti – in sintesi – antireligiosi e quindi anti-massonici. E la vera Massoneria non è questo: anzi, è l’opposto.

La Massoneria fa politica? 

Semplice la domanda, semplice la risposta: un secco “no”. In ogni caso è opportuno approfondire la questione. Premetto un importante dato di base: la Massoneria - per intenderci quella più autentica, legata alle Antiche Tradizioni piuttosto che non ad una visione “moderna” della stessa – é per propria natura, in quanto scuola non solo di alte e nobili idealità ma anche di pensiero, talmente al di sopra delle umane passioni, talmente al di fuori del quotidiano contendere, da non coinvolgersi in alcun contesto politico: senza peraltro propendere a favore dell’uno o dell’altro dei contendenti. A questo dato, aggiungiamo che per antica regola statutaria, nelle Logge è vietato trattare tanto argomenti politici che religiosi. Detto ciò, dobbiamo evidenziare un’altra cosa: la Massoneria non è avulsa dalla realtà sociale, culturale ed economia della Nazione ove opera, anzi è inserita in essa e a favore di essa opera: on ogni caso, quale elemento moderatore nonché propositivo. Questo termine – “propositivo” – è la chiave corretta per una migliore comprensione della questione: gli alti gradi della Massoneria, cittadini attivi dello Stato in cui vivono, si rendono certamente conto dell’esistenza di una problematica e, conseguentemente, ne parlano in ambito ristretto, senza scadere nella partigianeria, al fine di valutare con serietà ma anche per elaborare possibili proposte di soluzione nell’interesse sociale. Sempre con il medesimo scopo, vengono affrontate ottiche di miglioramento di questioni già affrontate. Allorché si siano elaborate queste soluzioni, il fine della Massoneria – fatto salvo tutto ciò che abbia a che fare con la filantropia e l’aiuto da offrire ai bisognosi e agli emarginati – non è quello di operare direttamente per concretizzare i correttivi. Anche se tale azione fosse svolta con la migliore buona volontà, essa deborderebbe dagli scopi e dalle attività della vera Massoneria: quindi, chi commette ciò, si avventura su un terreno atipico e irto di pericoli; in un certo senso, affronterebbe situazioni che non gli competono, proprio perché non è un’Autorità statalmente costituita ed operante, né è un partito politico, né è parte attiva del contesto politico.

Come fa, allora, a essere presente nel contesto sociale, e quali sono le sue posizioni verso i grandi temi attuali?

           Tutta quest’azione di studio dei problemi e di elaborazione di possibili correttivi o soluzioni, resterebbe vano esercizio intellettuale se non fosse resa fruibile alla pubblica utilità. Il modo in cui ciò verrà fatto, è la cartina di tornasole della serietà della struttura Massonica e se il suo stesso modo di operare sia corretto e legale. Le possibilità di rendere accessibile alla società – e quindi, ai cittadini – questi studi è risposta in strumenti semplici e del tutto legali: trasmettere gli elaborati - quali meri strumenti propositivi, e quindi come contributo all’interesse supremo dei cittadini e dello Stato – alla Presidenza delle Repubblica, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alle Presidenze di Camera dei Deputati e di Senato; ovvero, alle cariche istituzionali preposte dallo Stato alle specifiche funzioni di servizio nell’interesse dei cittadini. Come vede, la Massoneria “non fa” politica, ma essendo essa stessa istituzione, fa in modo che la propria voce – sommessa e discreta - possa essere ascoltata: sempre nell’interesse comune dei cittadini, e a favore dei più deboli e degli svantaggiati

Quale futuro politico auspica per l’Italia e per l’Europa?

       L’Italia è una democrazia sostanzialmente ancora giovane, e di questo è evidente come se ne risenta, mostrando talvolta forti segnali di disarmonia. Ciò non toglie che, anno dopo anno, il corpo elettorale acquisisca maggiore consapevolezza: tanto nella sfera dei diritti che in quella dei doveri. Tutte le parti politiche fanno appello al senso di responsabilità degli elettori, ma molte di esse utilizzano il “politichese” piuttosto che non la concretezza dei fatti: e questo martellamento, talvolta concertato, tende a distrarre il cittadino-elettore, la cui maturità si è certamente accresciuta ma che ancora viene trattato come un bimbetto un po’ cretino al quale bisogna sempre somministrare una qualche “pappetta” già bella e pronta!

Nel crogiuolo delle strane alchimie, c’è anche chi mente con spudorata costanza; chi utilizza ancora abilmente le armi della disinformazione e della controinformazione pilotata; chi si ricicla con strabiliante faccia tosta; chi predica la eliminazione “quasi” fisica degli avversari; chi pretende di attrarre voti non proponendo alcunché di nuovo ma solo teorizzando una mobilitazione popolare, di un “popolo” che poi non rappresenta la globalità del Paese ma è in grado di fare abbastanza rumore; chi ancora utilizza l’arma dello sciopero per le motivazioni più ampie ma anche più strane, riuscendo sempre a trovare un codazzo di aderenti; infine, chi pretende di essere votato solo perché propone non di costruire qualcosa di valido sulla base di un programma comprensibile, articolato e verificabile, ma di distruggere quello che altri potrebbero avere fatto.

Complessivamente, una sorta di “meno peggio, tanto meglio” nella Grande Lotteria dell’Avventura, dove spesso viene pesino strumentalizzata o sfruttata la disperazione altrui.

Nessuno ha speso una parola ufficiale per spiegare ai cittadini - con elementi chiari ed oggettivi - che la nostra difficile congiuntura nazionale è coerente alla difficile congiuntura che il mondo (non tutto, è vero: ma una buona parte) ha dovuto affrontare per una serie di crisi che iniziano dal famoso “11 Settembre” passando dai conflitti in Afghanistan ed Iraq - nonché dai tanti focolai di guerra, tenendo conto delle varie sciagure naturali abbattutesi su molte nazioni, e senza tralasciare le forti difficoltà arrecate al potere di acquisto dei cittadini dall’entrata in vigore dell’Euro (difficoltà che per l’Italia hanno, però, radici molto lontane: non dimentichiamo qual'era il reale potere di acquisto della Lira, prima dell'entrata in vigore dell'Euro). E tale difficile situazione è oggettiva, e non certo del tutto riconducibile ad una maggiore o minore capacità dell’attuale management politico; chiunque, nelle medesime circostanze, non avrebbe potuto far di meglio: anzi. Auspico che i politici della Unione Europea trovino il coraggio di adeguare la futura Carta Costituzionale alle radici giudaico-cristiane dei Popoli Europei; mi auguro il concretizzarsi rapido di una Unione Europea sempre più politicamente operativa, e quindi vincolante per gli Stati membri; desidererei un Governo nazionale che possa attuare velocemente tutta quella serie di modifiche, anche radicali, che i cittadini si attendono; mi darebbe gioia sapere che si affronti con concretezza il tema della “vera” disoccupazione, della certezza del diritto e della contestuale certezza della pena, dei contributi alla crescita equilibrata dell’economia e di sbocchi concreti ed immediati per il lavoro e le aziende.

I miei desideri sono uguali a quelli di qualunque altro cittadino, come vede.


Riguardo la sensibilità di alcuni temi sociali, qual è la vostra posizione?

        Lotta alla pedofilia, alla prostituzione ed a qualunque tipo di droga; sì all’uso diffuso delle energie alternative non escludendo il nucleare, con rapido abbandono del petrolio; si all’uso delle cellule staminali per sostenere fasi critiche della salute dell’uomo; assoluta cautela verso gli equivoci insiti nel concetto di “procreazione assistita”; no all’accanimento terapeutico, ma assistenza continua ai pazienti finchè in loro c’è una scintilla di vita; tassativo no all’aborto quale metodo alternativo di contraccezione, mentre siamo favorevoli allo stesso qualora sia terapeuticamente necessario per la salvaguardia della salute della madre; mobilitazione politico-sociale per lanciare un piano di edilizia abitativa economica tale da consentire un graduale abbattimento dei prezzi delle case aiutando la costituzione di nuovi nuclei familiari; sì a tutte quelle iniziative che aiutino il crearsi ed il consolidarsi della Famiglia – intesa nel suo significato classico -, e l’alleggerirsi delle tensioni economiche sulla stessa; maggiore e definitiva valorizzazione del ruolo della donna nella società in genere; potenziamento di un modello scolastico che sia in grado di determinare negli alunni cultura e capacità tecniche; no a quella pseudo-cultura di chi tenta di spacciare la diversità per normalità, schernendo e facendo apparire diversi gli altri, i c.d. “ben pensanti” o quanti praticano la “morale cristiana”; si alla libertà di pensiero, ma mai favorendo il materialismo ateo o agnostico che possa essere; totale sfiducia in chi coltiva vecchi propositi politici di tipo populista e demagogico, racchiusi nel cassetto insieme a progetti polverosi e al di fuori dal tempo, specie se tenta ancora di spacciare per buone delle dottrine che hanno perso nettamente il confronto con la storia; no alla c.d. “integrazione” – in quanto esperimento equivoco drammaticamente fallito per lo stesso rifiuto di chi si doveva essere integrato – mentre siamo ovviamente favorevoli allo sviluppo di una società multietnica, comunque gestita con regole e limiti ben precisi, chiari e condivisi ; fraterna condivisione della innegabile tragedia della shoah e avversione per tutte le forme di violenza e di integralismo morale, materiale, religioso. 

Cosa ne pensa della ondata di libri e film che trattano di Templari, Graal, Maria Maddalena?

         Sono pochi i testi che trattano dei Cavalieri Templari con scrupolo e rigore storico, offrendo delle novità storiche: la maggior parte dei testi propone e ripropone sempre le stesse notizie, anche quelle approssimative. Riguardo al tema del Graal, l’argomento è più complesso e delicato: di elementi ce ne sono tanti, ma tutti conducono verso l’incertezza. Ne consegue, che trattare questo argomento con superficialità e leggerezza, è diventato persino fin troppo facile. In questo periodo è molto evidente il contesto di un libro che si rifà a un presunto codice legato a Leonardo da Vinci; il risultato è volutamente calunnioso e dissacrante: ma mi assale il dubbio che questo fine, e cioè quello di dissacrare, sia quello cui volentieri si riferiscono molti autori non solo maldestri ma anche in cattiva fede.

Per affrontare poi l’insieme di questi temi, come pure il simbolismo anche correlato al dipinto di Leonardo da Vinci – “L’ultima cena” - , ho letto con attenzione tutti i libri che circolano, attribuendo ora carnalità ed ora discendenze con una superficialità disarmante.

Mi dispiace sentire che vi sono molti lettori che - dimenticando che si tratta di libri in cui gli autori mischiano fantasia a realtà romanzesche indimostrate e indimostrabili - prendono per oro colato ciò che leggono: specialmente allorché ci si rifà al codice attinente Leonardo da Vinci, le pagine sono permeate di un anticattolicesimo finanche eccessivo, feroce, condito con pseudo notizie destituite di ogni fondamento. Libri del genere, dovrebbero recare le stesse informazioni cautelative apposte sui pacchetti di sigarette: “maneggiare con cura”, “prima dell'uso leggere le avvertenze”, “doping”, la cattiva informazione é tossica e può uccidere la Verità.

Pertanto si deve leggere con cautela e discernimento, facendo una netta distinzione tra romanzi di fantasia, libere interpretazioni di riletture, e realtà storica.

Se ci dovessimo soffermare solo alle supposizioni che aleggiano attorno a Maria Maddalena, dovremmo chiederci dove sono i buoni cristiani: e se conoscono bene, i fedeli, la figura del Cristo, il mistero e la gloria della Resurrezione, il valore del Vangelo e la stessa figura della Madonna, che fu Madre e Maestra dapprima per i soli Apostoli e poi per tutti i fedeli, i credenti.
Roma, 6 Aprile 2008
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finisce


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