Sono stato sensibilizzato dal Direttore del Notiziario Massonico Italiano affinchè contribuissi a dare una risposta al quesito posto tramite FB dalla Gent.ma Sig.na Francesca Lantarè, studentessa del V° anno di un liceo classico. Questo il quesito:
Buongiorno,
sono una studentessa del V anno al liceo classico. Io ho fatto la tesina di quest'anno sulla Massoneria italiana, ma non ho trovato grande materiale sul periodo postunitario. Ho letto l'articolo su http://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it/2010/08/la-massoneria-dopo-lunita-ditalia-2.html , ma mi chiedevo se lei potesse darmi qualche indicazione in più.
Grazie per l'attenzione.
Francesca Lantarè
sono una studentessa del V anno al liceo classico. Io ho fatto la tesina di quest'anno sulla Massoneria italiana, ma non ho trovato grande materiale sul periodo postunitario. Ho letto l'articolo su http://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it/2010/08/la-massoneria-dopo-lunita-ditalia-2.html , ma mi chiedevo se lei potesse darmi qualche indicazione in più.
Grazie per l'attenzione.
Francesca Lantarè
Questa la mia risposta:
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Carissimo Direttore de “Il Notiziario Massonico Italiano”,
Ti ringrazio per avermi sensibilizzato
circa la richiesta di una Gent.ma Lettrice intesa ad ottenere ragguagli –
ovvero, maggiori ragguagli – circa la storia della Massoneria Italiana
(limitatamente o meno al c.d. Rito Scozzese A. e A.) dopo l’Unità
d’Italia.
Direi che il quesito è – per importanza
– pari a quello che vede impegnati molti esperti di Storia: “come mai in Italia
non si sviluppò un movimento della stessa importanza di quello che diede luogo
alla Rivoluzione Francese?”
Un quesito che riconduce ad una
molteplicità tale di valutazioni ed approfondimenti tale da imporre una raccolta
di spessore quasi enciclopedico.
Lo stesso vale per la sollecitazione che
- certamente originata dal desiderio scolastico-culturale della Tua Gentile
Lettrice di un approfondimento proveniente dallo stesso “settore” della Sua
ricerca – meriterebbe un approccio maggiore che non un semplice
“riassunto”.
Si tratterebbe di affrontare le varie
“storie” e “storielle” che si sono susseguite nello specifico contesto per
ricucire i lembi di una STORIA – unica e sola – che nel corso di tantissimi anni
ha subito manipolazioni, forzature e quotidiane violazioni della propria
sostanza e forma.
Ma affrontare tutto ciò per ricondursi
alla meritevole ed onorevole STORIA provocherebbe – se io lo facessi, e non
escludo che prima o poi ciò accada: comunque, nel contesto di un approccio a più
mani, insieme ad altri Studiosi con i quali sono in continuo contatto e con i
quali si condividono testi ed informazioni – un solenne contraccolpo agli autori
delle sopra evidenziate “storie” e delle ancor più numerose
“storielle”.
Si smonterebbero i contenuti – più o
meno superficiali, più o meno “addomesticati” - di decine di libri; dovrebbe
persino essere rivista tutta la realtà del contesto fin qui riportato anche a
livello internazionale; i Massoni Italiani dovrebbero procedere ad un vero e
proprio “reset” delle loro cognizioni; la Massoneria Italiana ne uscirebbe
profondamente squassata.
E non so quanto vivificata: almeno nella
fase immediata.
E’ questo uno dei motivi che mi spingono
a sollecitare gli Iniziati alla Massoneria ad approfondire di persona ogni
possibile tematica, per ri-qualificare le proprie conoscenze: specie a
particolarmente a livello dei contenuti storici.
Forse ho fin troppo in evidenza il
pensiero di Franz Kafka “Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli
prima del tempo, otterrai un presente assonnato” per non avere il dubbio –
razionale piuttosto che emotivo – che risvegliare troppo presto e male – i
fantasmi (comunque mai domi) del passato potrebbe non riportare l’attesa
vitalità rigeneratrice che, proprio dalla “verità storica” in molti si
attendono.
Ma anche questa “attesa” . Illustre
Direttore e Gent.ma Lettrice – potrebbe essere una “trappola”, fors’anche
innescata dal Caso: cioè, fare emergere la “verità storica” potrebbe essere un
risultato cui tendono anche quanti sperano che altri tolgano – diciamo, “per
conto terzi” - le castagne da un fuoco che arde ormai da ca. 150
anni.
Mi dispiace di non poter oggi soddisfare
– Caro Direttore – la Tua (forse) e l’altrui (sicuramente) curiosità, ma credo
che questa risposta possa soddisfare per certi versi la Tua Lettrice: avrà
scoperto un aspetto forse a Lei meno noto della questione cui si dedica per
studio.
Un caro saluto da Giuseppe Bellantonio
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A margine di questo scritto un commento personale: il contesto massonico italiano è pieno di tanti strumentisti che amano suonare i più svariati strumenti musicali: dal trombone al tamburo, dal piano al violino, ma sono anche presenti pifferi e flauti.
Piffero e flauto sono due splendidi strumenti, per chi sappia suonarli e per chi ne ami il suono, apprezzandone peraltro le umili, antichissime quanto nobili origini: ma pensare di mettere ordine una volta per tutte nella Storia della Massoneria equivarrebbe a definire ed esternare delle differenze profonde - anche simbolico-esoterico-ritualistiche oltre che storiche - che corrono tra i vari "pifferai", più o meno magici, e l'unico "flauto magico" a noi tanto caro. Comunque passando per i suonatori di trombe e tromboni, nonchè per chi usa il violino per affascinare ed ammaliare.
Sarà - in un futuro più o meno prossimo - qualcosa che avverrà, la publicazione della "unica e vera" storia della Massoneria in Italia, ma riguarderà pochi piuttosto che divenire uno strumento utile a soddisfare le pruderie e forse la banale e sterile curiosità di molti, specie se detrattori ad oltranza dell'Arte Reale.