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martedì 5 giugno 2012

LA MASSONERIA ITALIANA DOPO L'UNITA' D'ITALIA: E' UTILE PUBBLICARNE LA VERA STORIA, CON TUTTI I SUOI PARTICOLARI?

Sono stato sensibilizzato dal Direttore del Notiziario Massonico Italiano affinchè contribuissi a dare una risposta al quesito posto tramite FB dalla Gent.ma Sig.na Francesca Lantarè, studentessa del V° anno di un liceo classico. Questo il quesito:
Buongiorno,
sono una studentessa del V anno al liceo classico. Io ho fatto la tesina di quest'anno sulla Massoneria italiana, ma non ho trovato grande materiale sul periodo postunitario. Ho letto l'articolo su http://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.it/2010/08/la-massoneria-dopo-lunita-ditalia-2.html , ma mi chiedevo se lei potesse darmi qualche indicazione in più.
Grazie per l'attenzione.
Francesca Lantarè

Questa la mia risposta:  
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Carissimo Direttore de “Il Notiziario Massonico Italiano”,
Ti ringrazio per avermi sensibilizzato circa la richiesta di una Gent.ma Lettrice intesa ad ottenere ragguagli – ovvero, maggiori ragguagli – circa la storia della Massoneria Italiana (limitatamente o meno al c.d. Rito Scozzese A. e A.) dopo l’Unità d’Italia.
Direi che il quesito è – per importanza – pari a quello che vede impegnati molti esperti di Storia: “come mai in Italia non si sviluppò un movimento della stessa importanza di quello che diede luogo alla Rivoluzione Francese?”
Un quesito che riconduce ad una molteplicità tale di valutazioni ed approfondimenti tale da imporre una raccolta di spessore quasi enciclopedico.
Lo stesso vale per la sollecitazione che - certamente originata dal desiderio scolastico-culturale della Tua Gentile Lettrice di un approfondimento proveniente dallo stesso “settore” della Sua ricerca – meriterebbe un approccio maggiore che non un semplice “riassunto”.
Si tratterebbe di affrontare le varie “storie” e “storielle” che si sono susseguite nello specifico contesto per ricucire i lembi di una STORIA – unica e sola – che nel corso di tantissimi anni ha subito manipolazioni, forzature e quotidiane violazioni della propria sostanza e forma.
Ma affrontare tutto ciò per ricondursi alla meritevole ed onorevole STORIA provocherebbe – se io lo facessi, e non escludo che prima o poi ciò accada: comunque, nel contesto di un approccio a più mani, insieme ad altri Studiosi con i quali sono in continuo contatto e con i quali si condividono testi ed informazioni – un solenne contraccolpo agli autori delle sopra evidenziate “storie” e delle ancor più numerose “storielle”.
Si smonterebbero i contenuti – più o meno superficiali, più o meno “addomesticati” - di decine di libri; dovrebbe persino essere rivista tutta la realtà del contesto fin qui riportato anche a livello internazionale; i Massoni Italiani dovrebbero procedere ad un vero e proprio “reset” delle loro cognizioni; la Massoneria Italiana ne uscirebbe profondamente squassata.
E non so quanto vivificata: almeno nella fase immediata.
E’ questo uno dei motivi che mi spingono a sollecitare gli Iniziati alla Massoneria ad approfondire di persona ogni possibile tematica, per ri-qualificare le proprie conoscenze: specie a particolarmente a livello dei contenuti storici.
Forse ho fin troppo in evidenza il pensiero di Franz Kafka “Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato” per non avere il dubbio – razionale piuttosto che emotivo – che risvegliare troppo presto e male – i fantasmi (comunque mai domi) del passato potrebbe non riportare l’attesa vitalità rigeneratrice che, proprio dalla “verità storica” in molti si attendono.
Ma anche questa “attesa” . Illustre Direttore e Gent.ma Lettrice – potrebbe essere una “trappola”, fors’anche innescata dal Caso: cioè, fare emergere la “verità storica” potrebbe essere un risultato cui tendono anche quanti sperano che altri tolgano – diciamo, “per conto terzi” - le castagne da un fuoco che arde ormai da ca. 150 anni.
Mi dispiace di non poter oggi soddisfare – Caro Direttore – la Tua (forse) e l’altrui (sicuramente) curiosità, ma credo che questa risposta possa soddisfare per certi versi la Tua Lettrice: avrà scoperto un aspetto forse a Lei meno noto della questione cui si dedica per studio.
Un caro saluto da                                                             Giuseppe Bellantonio
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A margine di questo scritto un commento personale: il contesto massonico italiano è pieno di tanti strumentisti che amano suonare i più svariati strumenti musicali: dal trombone al tamburo, dal piano al violino, ma sono anche presenti pifferi e flauti.
Piffero e flauto sono due splendidi strumenti, per chi sappia suonarli e per chi ne ami il suono, apprezzandone peraltro le umili, antichissime quanto nobili origini: ma pensare di mettere ordine una volta per tutte nella Storia della Massoneria equivarrebbe a definire ed esternare delle differenze profonde - anche simbolico-esoterico-ritualistiche oltre che storiche - che corrono tra i vari "pifferai", più o meno magici, e l'unico "flauto magico" a noi tanto caro.  Comunque passando per i suonatori di trombe e tromboni, nonchè per chi usa il violino per affascinare ed ammaliare.
Sarà - in un futuro più o meno prossimo - qualcosa che avverrà, la publicazione della "unica e vera" storia della Massoneria in Italia, ma riguarderà pochi piuttosto che divenire uno strumento utile a soddisfare le pruderie e forse la banale e sterile curiosità di molti, specie se detrattori ad oltranza dell'Arte Reale.   

sabato 2 giugno 2012

2 GIUGNO 2012: CARA REPUBBLICA TI SCRIVO...

Cara Repubblica, oggi è la Tua festa: e siamo orgogliosi - noi Figli dell'Italia - di renderTi onore.
Siamo preoccupati nel vedere qualche lacrima che bagna il Tuo ciglio, e ancor più siamo preoccupati nel vederTi emaciata e triste: non Ti abbattere!
Gli Italiani, i Tuoi Figli, Ti vogliono bene e nel Tricolore vedono gli splendenti colori di una rinascita; non Ti preoccupare, essi sapranno sbaragliare gli anti-italiani e cacciare i parassiti che suggono  la Tua  linfa vitale.
UNITA', SOLIDARIETA', IMPEGNO COMUNE 
sono oggi il nostro motto, riscoprendo il valore e la grande forza del "fare gruppo" dello "stare insieme" per meglio difendersi, superare le difficoltà ed operare.
Solo condividendo e facendo proprio questo motto, ogni Italiano saprà dare maggiore valore alla propria presenza sociale, tenendo a bada gli spettri e gli spauracchi che abili mestieranti tentano di frapporre tra lui e la Verità.
Cara Repubblica, Cara Italia, coraggio: Ti sottrarremo all'abbraccio mortale dei troppi che dicono di volerTi salvare ma che altro non fanno che creare ed alimentare divisioni e partiti per soddisfare solo la propria smania di protagonismo e la ricerca - neanche sottaciuta - di vantaggi personali.
Cara Repubblica, Cara Italia: desideravo scriverTi del mio orgoglio di essere Italiano, ma appena ho ascoltato le parole - dignitose e profonde oltre ogni dire - scritte dal marò Massimiliano Latorre, anche interpretando il sentire del proprio commilitone Salvatore Girone, ho capito che le mie non sarebbero state alla loro altezza.
Parole scritte da un'ingiusta prigionia e colme di un Amor Patrio esemplare ed encomiabile: parole che devono costituire un'esortazione imperiosa per noi tutti.
Inutile piangersi addosso, occorre guardare avanti: rimbocchiamoci le maniche e accettiamo con animo lieto qualunque lavoro ci si possa prospettare; la dignità del lavoro sta nello stato d'animo con il quale lo si affronta piuttosto che non nel solo "tipo" di lavoro.
Basta con le parole dunque e con lo sterile dibattito: siamo pronti a dare noi stessi: per l'Italia, per le nostre Famiglie, per i nostri Figli. 
Che qualcuno ci dica senza ulteriori indugi cosa fare e dove farlo, seguendo alfine un progetto chiaro, definito e condiviso, che non conosca tentennamenti!
AmarTi, cara Repubblica, vuol dire renderTi onore: e renderTi onore vuol dire sì rispettare le Istituzioni che - liberamente e democraticamente - Ti rappresentano, ma soprattutto vuol dire rispettare il sangue versato e le vite immolate dagli Italiani morti per Te, Italia nostra.
Che nessuno possa pensare che questo sangue sia stato versato invano, ché tradiremmo la memoria di questi nostri Martiri!
Viva l'Italia! Viva la Repubblica!
Che Iddio ci assista e guidi le nostre menti e le nostre azioni!
Roma, 2 Giugno 2012                            Giuseppe Bellantonio