ATTUALITA’ IN MASSONERIA
CIRCA LE “ LOGGE
DI SAN GIOVANNI ”
(parte
prima)
Questo
scritto non rappresenta una ‘novità’ in assoluto, ma riprende – facendovi anche
espresso riferimento - temi similari già sviluppati in altra sede ed altro
periodo dall’Autore. I contenuti, comprendono
talune nuove o diverse considerazioni come pure chiarimenti sviluppati alla
luce delle ricerche storico-documentali via via susseguitesi non solo nel
contesto prettamente massonico e – ovviamente – non solo in Italia. -
Premessa
NON PUO' ESSERCI CRESCITA SENZA CAMBIAMENTO
E' notorio come
gli avvenimenti maturati e susseguitisi da alcuni anni in più raggruppamenti
massonici nazionali (ma se Sparta piange, Atene non ride: così che anche
al di fuori dell'Italia la situazione è in più parti complessa, disarmonica,
ricca di divisioni sostanziali) abbiano determinato energiche contrapposizioni interne – talvolta sfociate
persino in ricorsi alle Autorità profane -, separazioni laceranti, nonché il conseguente
quanto irresistibile impulso di riprendere un proprio autonomo (autòs nomòs,
appunto: nelle scelte e nelle decisioni) e libero percorso. Così, sottraendosi
alla rituale “sottomissione e obbedienza” dovuti ovvero prestati ad una
qualche Gran Maestro e/o Sovrano, spesso rivelatosi - al pari del gruppo presieduto – inconcreto,
effimero, nebuloso, “tiepido”.
In
verità, negli ultimi 4-5 anni tale impulso ha contraddistinto l’operare di un
numero sempre più cospicuo di Fratelli, estendendosi di conseguenza anche a numerose Logge; queste ultime - anche attraverso la denunzia delle modalità
con cui venivano perseguite le idealità fondanti nel precedente contesto -
hanno proceduto ad un formale atto di distacco fisico e amministrativo, così
riprendendo piena autonomia e sovranità per poter continuare i propri Lavori
con più ampio e indipendente respiro; riavviandosi quindi lungo
la via della serenità, nella ricerca di
una ritrovata armonia.
Quindi,
un susseguirsi di episodi sempre più frequenti che è ormai scaturito in un vero
e proprio movimento, purtroppo sovente incerto, confusionario e poco corretto nel procedere: quello
delle c.d. “Logge di San Giovanni”.
Un movimento – praticamente
costituito da critici e insoddisfatti, quantomeno nell'aspetto fondante - che assume spesso i contorni clamorosi
della pubblica (ma irrituale) denunzia delle presunte manchevolezze altrui e
della feroce reprimenda verso gravi scandali ed abusi, e che si sta spargendo con una certa qual
rapidità: figlia dell'insofferenza – quando non della nausea - in cui ormai
versano, ovvero bivaccano, molti contesti.
Quando
qualifico come irrituale la pubblica
denunzia di anomalie e/o irregolarità commesse in un qualche contesto
massonico, intendo sottolineare che ogni sforzo correttivo, ogni intento di
denunzia di irregolarità e/o irritualità, deve dapprima essere strenuamente
perseguito nelle Logge di appartenenza,
ovvero nei gruppi di temporanea adesione. Ciò,
non tanto nella (corretta) considerazione che i panni sporchi debbano essere lavati
in famiglia ancor prima che pubblicamente, quanto perché - parlandone in
modo preciso, circostanziato e trasparente davanti ad altri Fratelli/iscritti –
si può cercare di mettere sull’avviso quanti più soggetti possa essere
possibile: favorendo così la possibilità di apportare dei correttivi, ma
soprattutto consentendo loro di porsi i giusti interrogativi circa la loro
permanenza o meno in quel tale contesto con quei soggetti le cui
irregolarità/irritualità sono oggetto della critica e/o della censura.
E'
evidente che con le insoddisfazioni dei più, con il tempo - complice anche il web
(che veicola rapidamente notizie e iniziative: ma, attenzione, è un sistema
che, ancorché rapido, può riservare altrettanto rapide come pure pessime sorprese) - siano
fioriti i contatti tra Fratelli e/o Logge – forti, queste, delle proprie inalienabili
prerogative di libertà, autonomia,
sovranità e indipendenza – che, proprio perché tali, si chiedevano come potersi
efficacemente collegare, senza per ciò correre il rischio di dover patire nuovi vincoli, come pure senza doversi nuovamente sottomettere ad una qualche pur esimia figura.
In estrema
sintesi: tanto conflittuale e lacerante era stata la loro esperienza, tanto
cocente era stata la loro delusione, tale era stato il loro doloroso rammarico
nel dover riconsiderare le loro scelte per poi distaccarsi dagli altri
Fratelli, che ferma era stata la conseguente decisione di non più convergere verso altre Grandi Logge ovverosia verso
contesti comunque già organizzati e governati: ciò per non sottostare al rischio di
altre possibili (e molto probabili, dove non c’è trasparenza e lealtà, ma solo
un quale interesse) anomalie,
irritualità, irregolarità, delusioni e/o bizzarrie di soggetti definiti Gran
Maestri o Sovrani, ma tali
solo di nome, non certo nei comportamenti.
Una sorta di shock post-traumatico, che – quantomeno in apparenza ovvero nelle prime fasi - li faceva rifuggire dal convergere in forme già organizzate amministrativamente e ritualisticamente (Grandi Orienti, Gran Logge, et similia), per trovare una nuova e diversa via di comunicazione inter-Logge finalizzata a stimolare la crescita personale e di gruppo come pure il normale dialogo e confronto (senza i quali, è evidente, l'azione massonica viene spogliata di solennità, diventando talmente povera e sterile da suggerire il più proficuo rifugio nel proprio Tempio Interiore).
C'è
un “ma”, però, negli sviluppi di queste manifestazioni che - tentando di
aggregare in modo apparentemente non formale o semi-informale, asseritamente secondo
nuovi o rinnovati schemi - più Logge resesi autonome,
provano ad individuare, tracciare e quindi percorrere un comune cammino
iniziatico, culturale e umano.
Questo “ma”,
affatto banale, è la mancanza di
precisione – e quindi chiarezza e determinazione - non tanto negli obiettivi (che, ci
permettiamo qui rammentare, devono essere enunciati chiaramente e
correttamente, per poter così poter divenire comuni, trasparenti e infine
condivisi: come in qualsiasi altra pratica aggregativa e/o rappresentativa), ma nel
modo di approdare all'identificazione della road-map da seguire. Ossia, se si debba prevedere un eventuale
ruolo di coordinamento e secondo quali modalità; l'eventuale valenza di un Rito
che potrà valutarsi se adottare e secondo quali modalità (sempre che possa
sussistere una volontà di accedere a gradi successivi a quelli Simbolici); l'incidenza
che può esercitare il limitare ovvero ampliare la visione iniziatica attraverso
l'inclusione, nella fase costruttiva, di elementi che avviino a pratiche rituali
diverse dallo scozzesismo; come pure la previsione di pervenire a forme aggregative non ortodosse, in quanto
non tradizionali. o ibride.
Alla
luce dei fatti, penso che in molti, adoperando dizioni fantasiose, tentino alfine
solo di mettersi a capo di Logge o gruppi di Logge definitesi o da definire
come “di San Giovanni”, riuscendo così in intenti che prima – ossia nelle loro originarie
comunità di appartenenza, dalle quali si sono allontanati o sono stati
allontanati – erano loro preclusi. Di solito costoro hanno un modus operandi comune: sono portatori
(poco sani) del modello dal quale provengono, che di solito tendono in qualche
modo a replicare, anche solo per dimostrare a se stessi che – proprio là dove
si trovavano prima - se solo fosse stata data loro una possibilità… avrebbero
fatto faville!; ma come avrete ben compreso, costoro sono in realtà dei
frustrati sotto mentite spoglie, riusciti a mettersi a capo di un qualcosa
grazie allo sfruttamento dell’altrui credulità. dell'altrui buona fede.
Cosa
non rara nel mondo di ‘tipo massonico’
ovvero ‘simil-massonico‘ nazionale,
dove – contrabbandando la parola ed il concetto di ‘regolarità ’, spacciata con la nozione di ‘ortodossia e regolarità rituale’ - si dissimulano ateismo,
agnosticismo, anticlericalismo e anticattolicesimo… Tutte cose che la dicono
lunga su quanto certi contesti siano distanti dalla Vera Tradizione, dalla Vera
Muratorìa, dalla Vera Massoneria.
Un
esempio tra tutti, gravitante nel contesto delle c.d. “Logge di S. Giovanni”:
mi giungono frequenti notizie delle attività di un piccolo gruppo di transfughi
proveniente da un ben conosciuto gruppo italiano, dichiaratamente laici, ma in
realtà palesemente atei e affetti da anticattolicesimo acuto. Prima attivi in un contesto laico di nome ma
laicista di fatto, sono oggi praticamente a capo (con tanto di servizio
pomposamente dedicato alle relazioni esterne, e quindi ‘strutturati’ e
‘organizzati’, con un regolamento interno)
di un gruppetto di Logge che operano sotto un unico emblema: purtroppo caratterizzato
dalla privazione di ogni palese richiamo alla Geometria, alla Deità, al Sacro. Non solo, ma voci ricorrenti, segnalano costoro
– ossia, i ‘vertici ’ (di fatto) di questo nuovo contesto, di fatto ‘aggregato’ e
'regolamentato' – addirittura in stretto contatto proprio con la comunità da cui
provenivano: alimentando concretamente il dubbio che la loro disponibilità di
‘coordinare’ per ‘aggregare’ possa essere alimentata da uno o più sottili
disegni (l’ 'essere pregati di tornare’ nella vecchia casa: mercanteggiando la propria posizione, così
tirandosi dietro qualche Loggia; ‘pregare di poter tornare’, offrendo in cambio
un gruppo di seguaci. Alla peggio, continuare ad ‘aggregare’ facendo sì che le
Logge resesi autonome non convergano da nessun’altra parte, facendo del loro
‘contenitore’ un serbatoio da poter rendere disponibile). Taluno mi ha chiesto cosa ne potessi pensare,
a livello personale: ebbene, non conosco le specificità di un simile contesto… quindi,
al riguardo, posso solo fare il cronista, raccogliendo le ‘voci’ ancorché
ricorrenti o autorevoli: i Fratelli che aderiscono a tale struttura-non-struttura
sono decisamente adulti e vaccinati, e certamente in grado di intendere e
volere, per cui
Ma questo
esempio, basato su dati oggettivi anche se per me molto indiretti, non è
purtroppo il solo: costituendo così la conferma dell’esistenza – più o meno
chiara, più o meno distinguibile, più o meno camuffata – di falsi tracciati, di falsi binari, ove ci si indirizza o, peggio, si viene indirizzati. Comunque, in modo solennemente poco
trasparente e con finalità del tutto incerte.
Un binario
forse ‘lungo’, percorrendo il quale
si potrà forse godere di qualche effimero bel ‘panorama’: ma quasi certamente sarà un binario 'insoddisfacente', ‘morto’.
E di quanto possa essere iniziaticamente ‘morto’ non solo questo particolare tipo di ‘binario’ ma anche altri, lo dice non il 'popolino': non i Massoni ortodossi, non i Massoni Tradizionalisti… lo dicono le cronache, le fotografie, televisive, allorché rimandano a contenuti ed immagini dove la rappresentazione del Divino non è presente. Mi chiedo: c'é chi crede che questa ‘sia’ vera Massoneria? Gli stessi aderenti sono convinti, e in buona fede, di essere nel posto giusto per crescere interiormente sotto l’egida dei più Nobili principi della Muratorìa?
Non sta a me dare delle risposte: ma… le immagini sono più eloquenti di mille (poco utili, in definitiva) querelle. E pensare che, di fronte alla realtà oggettiva delle cose, c’è ancora chi si meraviglia che proprio la Chiesa Cattolica mantenga in Italia delle serie riserve e dei distinguo di non poco conto nello sdoganare quella massoneria – tout-court – che, con toni ora suadenti ora sopra le righe – chiede, anzi pretende, consensi e riconoscimenti!
E di quanto possa essere iniziaticamente ‘morto’ non solo questo particolare tipo di ‘binario’ ma anche altri, lo dice non il 'popolino': non i Massoni ortodossi, non i Massoni Tradizionalisti… lo dicono le cronache, le fotografie, televisive, allorché rimandano a contenuti ed immagini dove la rappresentazione del Divino non è presente. Mi chiedo: c'é chi crede che questa ‘sia’ vera Massoneria? Gli stessi aderenti sono convinti, e in buona fede, di essere nel posto giusto per crescere interiormente sotto l’egida dei più Nobili principi della Muratorìa?
Non sta a me dare delle risposte: ma… le immagini sono più eloquenti di mille (poco utili, in definitiva) querelle. E pensare che, di fronte alla realtà oggettiva delle cose, c’è ancora chi si meraviglia che proprio la Chiesa Cattolica mantenga in Italia delle serie riserve e dei distinguo di non poco conto nello sdoganare quella massoneria – tout-court – che, con toni ora suadenti ora sopra le righe – chiede, anzi pretende, consensi e riconoscimenti!
Per offrire un
contributo alla chiarezza che dovrà informare quanti intenderanno affrontare
con evidente serietà il non semplice contesto dell'autonomia, mi
permetto di fissare su questi fogli alcuni elementi “certi” (in quanto
sostenuti da ampia letteratura storica e filosofica) ed “invariabili”:
ossia che non possono essere soggetti a modifiche e/o alterazioni, pena la
totale irregolarità ed irritualità di ciò che si potrà fare oppure di ciò che
come conseguenza potrebbe poi nascere ed essere viziato fin da subito.
Cercherò di
essere sintetico là dove taluni argomenti sono certamente più che noti a chi
leggerà, soffermandomi solo dove credo sia utile sottolineare o porre in
evidenza aspetti poco esplorati o che taluno potrebbe avere non ben
chiari o ritenere ovviabili se non di scarso interesse.
Inizio
proprio dal titolo, “Loggia di San Giovanni”, studiandone
– con Voi che potrete e vorrete leggere – aspetti dell’origine; successivamente,
intendo trattare alcune particolarità soggettive del “San Giovanni”; per poi
concludere con un'analisi tanto
sull'attualità come pure sui riflessi operativi – d'ordine simbolico, come
ritualistico: specie per chi intenda operare in autonomia – che comporta
oggi il definirsi “Loggia di San
Giovanni” – o anche solo l’assumerne il titolo o il semplice riferirsi ad esso.
Una
precisazione: il riferimento a fonti bibliografiche vuol costituire uno stimolo alla ricerca ed
all'approfondimento, così da non considerare mai esaurita una qualsivoglia
tematica.
Per
ultimo un nota personale: fin da prima della mia Iniziazione, studiandone ed
avendo come Primo Maestro il mio amato Genitore, Francesco Bellantonio,
ho considerato che era stata solo la “Massoneria Moderna” a nascere dopo il 1717, mentre - quella che io
definisco ormai da più di due lustri la Massoneria delle Antiche Pietre -
è costituita dagli elementi, dalla cultura e dal filosofare di quella antecedentemente
operante, che per me costituisce l'Originaria Tradizione e quindi il Pozzo di
Conoscenze presso cui pur cautamente, coscientemente e coscienziosamente, poter
attingere.
Non solo: ritengo che la Massoneria Moderna (quella nata tra il 1717-1720), negli anni compresi tra il 1990 e il 2005, ha lasciato il posto alla Massoneria post-Moderna; questa, in rapidissima metamorfosi, combinando velocissimamente lo schema di un puzzle frammenta in tanti pezzi, si è avviata verso quella fase che ho qualificato essere la Massoneria 3.0.
Cioè una Massoneria che, nel suo vorticoso movimento, tenderà ad auto-espellere le formazioni che si renderanno conto della ‘non utilità ’ della loro attuale azione, per dare luogo ad un ritorno alle Antiche Tradizioni.
Non solo: ritengo che la Massoneria Moderna (quella nata tra il 1717-1720), negli anni compresi tra il 1990 e il 2005, ha lasciato il posto alla Massoneria post-Moderna; questa, in rapidissima metamorfosi, combinando velocissimamente lo schema di un puzzle frammenta in tanti pezzi, si è avviata verso quella fase che ho qualificato essere la Massoneria 3.0.
Cioè una Massoneria che, nel suo vorticoso movimento, tenderà ad auto-espellere le formazioni che si renderanno conto della ‘non utilità ’ della loro attuale azione, per dare luogo ad un ritorno alle Antiche Tradizioni.
Saranno
proprio i Fratelli che aderiscono a Logge o contesti dove non si produce alcuna
seria attività, alcun progresso iniziatico, a staccarsi da tali realtà; ricordate
queste mie parole: se nel viaggio che intraprendiamo non scopriamo niente di nuovo, e
se la nostra guida non ci illustra adeguatamente, o – peggio – non è in grado
di guidarci o di spiegarci, ebbene questo viaggio non ci condurrà da nessuna
parte. Anzi, ci lascerà un passo indietro da dove eravamo inizialmente partiti.
Sicuramente,
da questa Massoneria 3.0 – chi ha gli
occhi giusti ed una visione prospettica, ne percepisce già il respiro ampio e
profondo - via via si formeranno due blocchi tra loro significativamente
diversi e dall’impronta contrapposta: uno laicista e portato ad una presenza progressista
nel sociale e negli affari, che da ora qualificherò
come Massoneria Modernista. L’altro
sicuramente tradizionalista, portato al mantenimento della cultura iniziatica
esoterico-simbolica, agli studi, all’approfondimento e all’analisi, per una
reale crescita interiore nel rispetto del Sacro e nel timore di Dio. Il Dio Uno, il Sempre Eterno, il Creatore dei
Mondi, che questi Fratelli – sì tradizionalisti ma fortemente evoluti nel loro
percorso culturale ed iniziatico, proprio grazie ai loro studi approfonditi e
scientificamente asseverati – già da adesso intendono indicare sempre con
l’acronimo G.A.D.U., ma - in una visione più coerente proprio con
i progressi della Scienza nonché molto
più vicina alle Origini - intendendolo quale Grande Artefice degli Universi. Una definizione peraltro più vicina di quanto
possa apparire all’indicazione di S.A.M. (ma ne parleremo in altra sede). Questa è quindi la Massoneria delle Tradizioni. Ma dovrà essere una Massoneria vissuta con un
respiro realmente Universale; vicina alle Genti, ai Popoli, ai più deboli, agli
emarginati, ai poveri: una Massoneria dalla forte impronta sociale, non un Club dove fare affari o cercare
soluzioni e profitti personali.
Altro passo
diverso stabilito da questa Massoneria
delle Antiche Pietre, é la modifica concettuale degli Antichi Limiti:
antichi, anzi desueti, proprio là dove – nell’indicare il profilo di chi possa essere
‘iniziato’ – indica come, tra l’altro, in ciò non si debba fare “distinzione di razza”; la Scienza ha
dimostrato inequivocabilmente l’unicità
di una sola razza, quella umana.
Per il resto, oggi possiamo parlare solo
di etnie, su questa Terra: per parlare di altre razze, dovremo scoprire Nuovi
Mondi, Nuove Terre, Nuove Acque, Nuovi Cieli, e quindi Nuovi Esseri.
E forse non scopriremo che Altri Mondi, Altre Terre, Altre Acque, Altri Cieli e Altri Esseri: poiché ciò che a noi potrebbe apparire essere Nuovo, in realtà potrebbe essere più Antico di noi stessi.
E forse non scopriremo che Altri Mondi, Altre Terre, Altre Acque, Altri Cieli e Altri Esseri: poiché ciò che a noi potrebbe apparire essere Nuovo, in realtà potrebbe essere più Antico di noi stessi.
Una Tradizione
che ha quindi tracce certe, fatte di studi, di continue scoperte e di
approfondimenti, che unisce arti e scienze antiche, profondi sentimenti devozionali a profonde
radici di libertà (di pensiero, di popoli, di animi e di cuori: dell'Uomo, in
ogni sua più nobile espressione), unite
al filosofare di tanti saggi giunti alla soglia che delimita la Conoscenza dalla Sapienza.
Una soglia che, nell'Attimo Finale, viene varcata ed oltre la quale qualcosa di Inimmaginabile e Sublime ci guiderà in un'esperienza nuova e diversa: un Cammino di Conoscenza nella Vera Luce che emana da Colui che è l'Uno.
Ed il Tutto.
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