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domenica 27 gennaio 2013

SHOAH E RISPETTO DELLA MEMORIA


          Oggi si ricorda una delle tragedie più grandi del XX° secolo: quella della SHOAH.
          Il termine (trad.: "catastrofe", "distruzione"), ci riconduce a Ludwig Elhias, ebreo forse di origine austriaca, che per primo lo avrebbe adoperato per definire con sintesi estrema questo dramma di una popolazione - massimamente inerme, dal momento che la forza e la violenza furono esercitati anche nei confronti di donne e di bambini, di vecchi e di malati, di inabili e di persone menomate - colpevole solo delle proprie origini e della propria fede.
          Fatti innegabili e non più ovattati da omissioni complici o da silenzi indecenti, non spiegabili, di fronte ai quali il sentimento di Amore Fraterno che deve pervadere l'animo degli esseri umani degni di tale nome, di tale dono Celeste, ci porta a condividere ancora oggi, anche oggi, il dolore di questa moltitudine spesso senza volto e delle loro Famiglie.
          Anche in questa occasione gridiamo la nostra avversione per tutte le forme di violenza e di integralismo morale, materiale e religioso, confidando che nel mondo mai più accadano fatti simili.
          Ma la nostra memoria, pur se incentrata nella celebrazione solenne di questa vera e propria strage di innocenti, di questo Olocausto, non può non soffermarsi anche su altri episodi ugualmente sconvolgenti, ugualmente tragici, ugualmente disumani e cruenti.
           La nostra memoria di italiani deve accomunare nella preghiera anche quelle decine e decine di migliaia  di volti sconosciuti e spesso rimasti ignoti che perirono uccisi da altrettanta barbarie umana nelle foibe.
          Ciò perché l'animo degli onesti deve essere predisposto a condividere il patimento in uguale misura, con tutti coloro che sono state vittime di tale tipo di violenze; ed è proprio per questo che, onorando la memoria dei Morti in quanto tali e non per una loro qualche particolarità, l'auspicio è che si aprano presto eventuali dossier segreti anche esterni all'Italia, affinché non solo si cerchi la Verità ma anche perché si faccia Giustizia affidando alla punizione degli uomini coloro che già si sono  condannati e dannati da sé per la loro crudele ferocia.
          Ricordiamo quindi il martirio nella cieca ferocia della pulizia etnica che la  SHOAH evoca, ma ricordiamo anche tutti gli altri nostri Fratelli che - in Italia, da Italiani ed a causa della loro italianità - sono caduti sotto i colpi di nemici spesso anonimi ed insospettabili ma ugualmente spietati: per mano di soggetti che ancora oggi contano su complicità, connivenze  e omertosi silenzi. Quantomeno per far conoscere una Verità degna di tale nome, al pari dei  nomi di quanti possano essere riconosciuti come responsabili.
          Preghiamo e raccomandiamo a Dio le Anime di queste come di tutte le vittime di guerre, di violenze, di pulizie etniche, di fanatismi e di integralismi, chiedendoGli altresì il dono di una PACE duratura, nel Mondo ! 
 
Roma, 27 Gennaio 2013          
 
Giuseppe Bellantonio
Gran Maestro Em.to 
GRAN LOGGIA NAZIONALE ITALIANA
COMUNIONE DI PIAZZA DEL GESU'
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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare. 

 
 
 
 
 
 
              

 
 

martedì 15 gennaio 2013

MASSONERIA-CHIESA-POLITICA: LO STRANO BALLETTO, FINIRA' ?


Da tempo le cronache sono impegnate e impregnate da interventi - più o meno pertinenti, più o meno corretti, più o meno interessanti - di soggetti che si sentono in dovere di esprimere questo o quel concetto, questa o quella valutazione, sui temi della Massoneria, della politica e della religione.
Agli inviti si alternano i moniti, alle strida di predicatori che spandono disinformazione in nome della chiarezza si alternano interventi chiarificatori che contribuiscono ad aumentare la confusione dei più.
Tre le considerazioni: la contestualità nel trattare tematiche e problematiche tipiche di contesti differenti e diversi quali sono la Massoneria, la politica e l'economia italiane, la religione della Chiesa Cattolica, è errata e fuorviante. 
La Massoneria, non si occupa, non si può occupare né deve farlo di queste questioni: punto e basta.  Farlo, sia pure con il lodevole intento di offrire un qualche positivo contributo, equivale ad alimentare una situazione ormai sfibrata e sfibrante.
Innanzitutto una mia osservazione: l'iniziato Massone che possa voler intraprendere un'attività di tipo politico o di tipo assimilabile o coinvolgente  con tale contesto, deve congedarsi temporaneamente e sacrificarsi nel non più frequentare i Fratelli in Loggia; questa decisione, già in uso nella mia originaria Comunione già dal 1983 ha un preciso significato. Togliere al soggetto ogni possibile preoccupazione che il suo comportamento possa essere collegato a torto al suo gruppo di appartenenza iniziatico, creando una sorta di anomalo e irreale nesso di causa-effetto; ma anche tutelare detto gruppo da comportamenti deviati, irregolari o illeciti  eventualmente posti in atto dal soggetto nello svolgimento delle proprie attività pubbliche.
Alla conclusione dell'incarico esterno, il nostro può segnalare la propria intenzione di riprendere l'attività interrotta. A questo punto si potrà fare un'ulteriore valutazione su come il soggetto si sia comportato nel complesso, se in modo degno ovvero incerto.
La seconda considerazione è che gli eccessi - di informazione ovvero di disinformazione - raggiungono sempre un punto critico, superato il quale - toccare temi dai contenuti triti e ri-triti, senza apportare contributi di novità o di correzione - non suscitano più interesse ma un disinteresse tale da scadere velocemente in fastidio. 
Né più né meno quei fenomeni mediatici conosciuti e studiati, che vanno sotto il nome di "sovraesposizione", specie nelle fasi della comunicazione.
Infine, la terza considerazione, tocca i vari appartenenti ai gruppi: delle situazioni i cui confini sono ben delimitati ed invalicabili, in realtà vengono equivocate rendendo permeabili all'errore contesti che dovrebbero procedere su percorsi del tutto opposti a tale modo di errare.  In parole povere: si alimentano discussioni che non dovrebbero neanche esistere, talmente lontane sono dagli ideali e dalle regole muratorìe.   Quindi, chi dovesse trattarle, de facto si pone in una condizione di insanabile irregolarità e irritualità.
Pochi giorni orsono, nel contesto di una interessante intervista rilasciata ad una gentile giornalista da un eccellente ed autorevole Altissimo Dignitario di un importante gruppo massonico italiano, l'intervistatrice ha chiosato un "La lista dei 'Fratelli' è segreta...", senza che - purtroppo - l'intervistato correggesse tale errore esiziale: giacché la "riservatezza"  non equivale alla "segretezza", peraltro vietata dalla Legge della Repubblica Italiana. 
Certamente una svista, forse un desiderio di rendere semplici concetti più complessi, che però si è scontrato con un refuso: tale da ingenerare sconcerto e/o confusione in chi legge, facendo persino apparire vero ciò che non è.
Ecco che allora, su questo complesso di situazioni citate in apertura, che danno l'idea di una forte anomalia, di una forte infiammazione, sarebbe più utile mettere del ghiaccio: tanto ghiaccio, per stemperare verbosità inutili, per raffreddare una spirale assolutamente involutiva.
Astenersi dall'intrattenersi in pubblico, quantomeno in modo ripetitivo e non costruttivo o persino erroneo, su questi temi affatto semplici, sarebbe un grande vantaggio ed un vero sollievo; un dono non solo per tutti i Massoni Italiani, ma per tutti i Cittadini: salvo che - con rigore storico, filosofico, esoterico e sociale - non si abbiano da sottoporre degli inediti ovvero il frutto di ricerche altrettanto poco conosciute, così offrendo contributi innovativi, originali ed alfine costruttivi.
Ancor prima, quindi, di invocare protezioni Divine cui delegare l'implicito libera nos a malo, meglio fare appello all'intelligenza, al senso di responsabilità ed equilibrio degli uomini ed all'usuale senso di misura e discernimento dei buoni, liberi, Massoni.

16-1-2013                  Giuseppe Bellantonio




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domenica 13 gennaio 2013

13 Gennaio 2005 - 13 Gennaio 2013

 

Otto anni fa, alle primissime luci dell'alba, un passerotto spiccava il volo per intraprendere il brevissimo ed intensissimo Viaggio che, dalla Terra, l'avrebbe portato in Cielo.
Ad accogliere la splendida Anima, il bello Spirito e l'Energia vitale di Zaira, c'era il suo Dio contornato dal Suo Figliolo e dalla Madre Celeste, insieme a quelle Nobili
Entità paradisiache cui  Zaira era profondamente ed esplicitamente devota.
Sono certo che ad attenderLa, con le braccia spalancate ed un grande sorriso gioioso, vi erano Coloro che in vita Le donarono Amore pieno ed incondizionato: tra questi, il Suo amato sposo Francesco, "Franco" come Lei amava chiamarLo.
Donna nobile nei sentimenti e nelle azioni del Suo quotidiano vivere,  dedicò la Sua vita alla Famiglia,  amando particolarmente i nipoti  Daniele e Chiara; ma è anche tra le poche che ebbe il privilegio di vivere a fianco di Franco - e di tantissimi altri degni Iniziati - un ampio arco di avvenimenti svoltisi nella Massoneria Italiana: dall'immediato dopoguerra alla fine del '900, ai primi anni del nuovo secolo XXI°.
La Sua grande sensibilità iniziatica e la Sua cultura, Le consentirono di "essere senza apparire", così svolgendo un ruolo discreto, paziente, vigile e tenace a fianco del proprio amato Franco.
A quanti conobbero Donna Zaira D'Amico nei Bellantonio, La ricordiamo, certi che vorranno unirsi con noi per un breve, intenso, momento di ricordo e preghiera.
Grazie!