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mercoledì 24 marzo 2021

Dal Risorgimento, all’Unità d’Italia, all’eccidio delle Fosse Ardeatine...

Come ogni anno, ricordiamo con commozione e solennità le vittime della rabbia nazista durante l’occupazione di Roma nel corso della Seconda Guerra Mondiale: gente inerme massacrata per rappresaglia nel feroce eccidio all’interno della cava di pozzolana sulla via Ardeatina.                                                                Fu quello un atto atroce e tragico in ogni sua fase, che vide trucidati 335 tra civili e militari italiani: prigionieri politici, ebrei, detenuti comuni e detenuti politici. Tra questi anche venti Massoni, venti Uomini Liberi fedeli ai loro Ideali di Libertà e alla propria Patria.                                                                                           Tra questi Placido Martini, allora Gran Maestro della Massoneria Italiana Unificata dopo che il Gran Maestro del GOI Domizio Torrigiani, nelle riunioni segrete della costituita Loggia ‘Carlo Pisacane’ nell’esilio di Ponza, aveva rimesso nelle di lui mani il proprio maglietto così definendo l’unione dei due gruppi, riconoscendo nella degna Persona del Gran Maestro della Comunione di Piazza del Gesù tutti i crismi di regolarità da allora degnamente rappresentati in una Massoneria Italiana Unificata, venendosi così a definire quella ‘Comunione Italiana’ posta sotto la guida di Placido Martini, che restò prerogativa storica di Piazza del Gesù (il nostro, fu valido avvocato – difendeva gratuitamente contro le angherie e le persecuzioni naziste - socialista, massone e partigiano;  appartenne alla "Brigata Vespri" del Fronte Clandestino di Resistenza Romana, venne torturato a più riprese nella prigione di Via Tasso, fu insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare).                                                                                                                                                           Qui ricordiamo i nomi di questi valorosi, di questi martiri, scevri da ogni intendimento di voler fare qualsivoglia distinzione poiché per noi non esistono i ‘nostri’ o i ‘loro’ esistono solo i Fratelli: ma moltissimi Massoni, sono tuttora all’oscuro delle vere vicende, così che, semplicemente citandosi qui i gruppi, essi potranno chiedere ai loro Maestri di illustrare loro la vicenda in tutti i suoi dettagli storici.                                                                                                  Con grande, intensa, commozione celebriamo le Figure del nostro Gran Maestro Placido Martini e dei suoi e nostri Fratelli Teodato AlbaneseCarlo AvolioSilvio CampanileGiuseppe Celani, Gerardo De AngelisAldo FinziMario MagriGiovanni RampullaCarlo Zaccagnini.     Tutti appartenenti alla nostra amata, onorata, storica Famiglia, la ‘Comunione di Piazza del Gesù’; tutti attivi nelle Logge clandestine della Serenissima Gran Loggia Nazionale (Italiana) di Rito Scozzese Antico ed Accettato. Un contesto storico ricco di Illustri appartenenti: uomini politici, imprenditori, gente di cultura e grandi artisti, rappresentanti di   confessioni religiose, professionisti, appartenenti ad antiche casate e gente comune; tutti con la medesima prerogativa, essere gente colta, capace e per bene, con un radicato senso dell’onestà e un sincero amore per la Patria!                                                                                                                           Ma la mente ed il cuore ci riconducono a ricordare e onorare - con medesimo, commosso, sentire – anche i Fratelli Alberto BucciSalvatore CanalisRenato FabbriFiorino FioriniManlio GelsominiUmberto GraniAttilio PalianiUmberto ScattoniMario TapparelliAngelo Vivianti, aderenti al Grande Oriente d'Italia, ugualmente trucidati nella mortale Cava di Pozzolana sull'Ardeatina.                           Intendiamo qui sottolineare con forza come il sacrificio anche eroico di questi nostri Carissimi Fratelli non possa più essere solo patrimonio esclusivo di questa o quella Famiglia massonica: riteniamo che la memoria di questi Uomini debba costituire un patrimonio comune nella Storia d’Italia in generale e di quella della Massoneria Italiana in particolare, una componente del più vasto e prezioso tesoro costituito dagli atti dei Massoni Italiani che hanno reso onore anche a prezzo della vita alla loro Patria, all’amato Tricolore.  Un prezioso patrimonio, quindi: dal Risorgimento all’Unità d’Italia, dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale, dall’eccidio delle Fosse Ardeatine a oggi, seguendo senza soluzione di continuità un unico filo, arricchito dalla nobile sostanza dei loro Alti Ideali Massonici.                                                                               Ci farebbe piacere che tale particolare ricorrenza trovasse il giusto risalto non solo il 24 Marzo di ogni anno,  ma tutti i giorni, specie suscitando una maggiore attenzione da parte di quei contesti della Società che pur dovrebbero tener conto, nel rendere omaggio alle vittime dell’odio e della rappresaglia nazista, che i Massoni di oggi – tranne soggetti ‘infiltrati’, veri delinquenti che insozzano le cronache - sono persone altrettanto degne, amanti della propria Patria, fedeli agli Alti Ideali di Democrazia e Libertà, di Ordine e Giustizia, riconosciuti dalla nostra Charta, dalla nostra Costituzione..                                                                                               Onoriamo quei venti nostri Fratelli, quei venti Liberi Muratori, che appartenevano, con pari numero, al “Grande Oriente d’Italia” e alla “Serenissima Gran Loggia Nazionale (Italiana) di Rito Scozzese Antico ed Accettato - Comunione Italiana - Piazza del Gesù”: il piombo nazista non fece differenze nel colpirli, mentre fino all’ultimo cercavano il contatto fisico l’uno con l’altro, come a volersi legare in un’ultima ‘catena d’unione’ che li avrebbe idealmente uniti anche Oltre, nell’Oriente Eterno, nella Luce immensa di Dio.               Con questo nostro atto comunque intimamente condiviso, desideriamo lanciare anche un invito a tutti i Fratelli che percorrono correttamente l'unica via possibile e praticabile nel solco delle più antiche originarie Tradizioni, non solo di tendere all'unione delle forze sane, omogenee e compatibili della Massoneria Italiana, facendo di tutto per allontanare ogni possibile scoria, ogni impurità, ma anche di profondere ogni sforzo possibile nel rendersi maggiormente utili al consorzio civile, ai cittadini,  con iniziative e indirizzi di forte segno etico, dando così un concreto segnale che non solo attesti la qualità della loro partecipazione ma anche il senso di una presenza che troppo spesso viene distorta se non criticata: in tal caso sempre a causa di singoli soggetti che possano non operare correttamente, così infangando il nome dell'Istituzione pur di compiere losche azioni.                                                                                       La Massoneria Italiana inchina i propri Labari e i Fratelli abbrunano le proprie insegne, così onorando questi nostri Fratelli come pure la Memoria delle altre Vittime, auspicando ancora una volta che il loro sacrificio sia di monito per quanti accarezzano la dissennata e barbara pretesa di dominare altri Esseri Umani.
                                                                                                                                                                  Roma, 24 Marzo 2021 

Giuseppe Bellantonio                                                                                                             Presidente della Comunione di Piazza del Gesù                                                Ser.ma Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni                                            Supremo Consiglio per l’Italia del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato                          Grande Oriente d’Italia - Iniziatico, Filosofico, Esoterico                                                                                                                                                                                                                                                         

Disclaimer / Avviso 1                                                                                                                                           L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue: 1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservata.                                                                                           Disclaimer / Avviso 2                                                                                                                                            Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal webciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito bellantoniogius@gmail.com al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo. Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.  

                                                   

 

sabato 20 marzo 2021

EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2021

 


L'Equinozio di Primavera di questo 2021 cade oggi 20 Marzo, con il concomitante ingresso del Sole in Ariete.
E' una giornata particolare, che segna l'inizio della nuova stagione, la Primavera, tanto ricca di contenuti antichi e densi di testimonianze e significati, in ogni cultura del Mondo.
Giorno e Notte scandiscono identici tempi: un mirabile equilibrio della Natura e del Cosmo che simboleggia il risveglio dopo la lunga e rigida pausa invernale.
Ma quella di oggi è una giornata rara per quanti, animati da intenti esotericamente ed iniziaticamente costruttivi, intendano soffermarsi a riflettere, accrescendo le basi di una crescita solida e ricca di intense energie:
     Calore crescente del Sole.
     Equinozio.
     Primavera.
     Luce.
     Energia.
     Risveglio della Natura.
     Sbocciare allegro e prorompente dei colori.
Sole in Ariete: simbolo dello Sviluppo Interiore attraverso il controllo del Sé:
     Risveglio.
     Decantazione.
     Abbandono di ogni scoria.
     Rigenerazione.
     Rinnovamento.
Aria primaverile:  e proprio l'aria il mezzo che veicola questi fenomeni che, una volta  innescatisi, circolano nel Mondo seminando tracce feconde.
Fenomeni sempre somiglianti a quelli che li hanno preceduti nel tempo: ma mai uguali.
Riusciranno le Persone più sensibili a percepire tutto ciò?
Riusciranno quelle meno sensibili a farne elemento di curiosità, ricerca, sviluppo e crescita?
Riusciremo, noi tutti, a ritrovare una dimensione più corretta, più consona alla nostra natura, ritrovando il corretto senso del Divino?
Riusciremo a far trionfare presto la Pace cacciando per sempre nell'angolo più tetro del  Mondo del Male quanti mortificano quotidianamente la Dignità dell'Essere Umano?
Sono sicuro di sì: specie se opereremo in CONCORDIA, con sentire FRATERNO e con AMORE universale, in ARMONIA con il Tutto.
Non vorrei dare l'impressione di essere superficiale o frettoloso nel descrivere i tanti significati propri di tale cadenza astronomica, maturati nel corso dei secoli. Ma chi mi legge sa, e conosce l'ampia fioritura di testi anche interpretativi: quel che mi sta a cuore, in questa sede, è invece il desiderio di stimolare delle riflessioni nell'Iniziato. 
Riflessioni utili a meglio percepire la sua posizione nello spazio-tempo, ossia nella realtà che vive.  
Riflessioni sul percorso intrapreso.
Riflessioni sul proprio 'passo', e sulla qualità e il significato di ogni proprio singolo atto.
Riflessioni sulle energie che egli riesce a determinare e che, nel contempo, lo circondano, lo permeano anche se egli possa non averne coscienza o percezione materiale.
Riflessioni su ciò che egli riesce a donare, a trasmettere, ai propri Fratelli.
Riflessioni sulla sua crescita iniziatica e interiore.
Riflessioni pratiche sull'utilità di ciò che egli fa e di ciò che gli altri fanno intorno a lui: opportune per stabilire la consapevolezza del 'chi sono', 'dove sono', 'dove vado'... ma anche interrogandosi sul 'dove sono' e 'quale valore, quale significato assume ciò che faccio' in un determinato contesto.
Un momento di rinnovamento, questo.
Facciamo che sia radicale.
Prendiamo coscienza, anche attraverso le fortissime difficoltà di questo periodo, che la Massoneria Italiana è ben oltre il bivio.
La Massoneria delle Tradizioni, degli Altissimi Ideali, degli intensi Valori, la Massoneria quale Scuola di Vita esiste ed esisterà; ha resistito e resisterà agli insulti degli uomini e del tempo: la sua fiaccola è affidata a pochi uomini saggi, in possesso dei giusti requisiti interiori e iniziatici e in grado di tramandare questa fiamma perenne.
Ma essa, qui in Italia, ha fallito proprio là dove ci sarebbe stato più bisogno che essa lasciasse un segno positivo, un segno nella Società attraverso la presenza di uomini cresciuti proprio alla scuola dei Valori, dei Principii, interiormente sani e formati in modo altrettanto sano, onesti, di buoni principi e affatto inclini allo scandalo. Soggetti culturalmente elevati, di forte impronta sociale, con un sostanzioso bagaglio di studi, amanti della Patria e animati da spirito di servizio nei confronti della stessa e delle sue Istituzioni, a favore del bene comune, dei Cittadini tutti.
E' stata una crisi di uomini.
E' stata una crisi gestionale: con strutture troppo interessate a 'fare' proseliti, iscritti, mentre alla Massoneria ci si avvicina nella speranza di avere i giusti requisiti per esservi accolti, o, meglio, da essa si viene prescelti. 
E' stata anche una crisi di posizionamento, a causa dei lunghi decenni vissuti contando su rendite di posizione, quasi di mercato - direi -, anche storiche; ma oggigiorno, ricondursi alle pulsioni dell'Illuminismo, quando già si è superato di gran volata il post-illuminismo, ricondursi a pur luminose storicità - tanto individuali che di gruppo -, è esercizio più idoneo a chi la Storia la studi e ne coltivi gli insegnamenti.
Inutile affannarsi per cercare di aggiustare ciò che è irrimediabilmente guasto, avariato, compromesso: al di là del luccichìo ammiccante di talune forme; e i guasti suscitati in una perversa catena, hanno originato cento piccole patrie, cento campanili, smarrendo il senso della coesione.
Risveglio dal 'letargo' invernale, un intenso desiderio di rinnovamento - specie 'dentro' ciascuno di noi -, devono portare prepotentemente a una rigenerazione tale da allontanare ogni scoria, ogni gravame, ogni tentativo di cadere nella trappola dei metalli e della corruttela morale, ogni possibile contiguità con ambienti inidonei o infettati da una qualche causa profana, ogni tentazione a vedere nell'Arte Reale una via di arricchimento materiale.
Noi ci chiamiamo Massoni. 
Ancor prima siamo stati Muratori Liberi e Costruttori. 
Non possiamo utilizzare altri nomi per distinguerci dalla marmaglia che abusa di titoli distintivi, di qualità e prerogative per loro irraggiungibili: come non basta certo mettere una targa fuori con scritto 'massoneria' per dare certezza che all'interno ciò possa concretamente avvenire.
Ma non abbiamo altri nomi da poter utilizzare: le Logge esistono come tali dall'epoca egizia al pari dei Costruttori, anche se le loro tracce certe vanno molto più indietro nel tempo.
Risvegliarci, rinnovarci, rigenerarci: prepotentemente, allontanando da noi i mercanti e quanti possano rappresentare scorie tossiche.
Per ritrovare il meglio di noi stessi, per allontanare le tristi tentazioni di diventare 'parte' e quindi 'partito' ammiccante verso un qualche potere; per ritrovare il senso e il significato più autentico nell'essere Massoni.
Per tornare appieno alla cultura, alle basi, allo studio, al perfezionamento interiore e iniziatico, in quei contesti che si rifanno al senso del 'Sapere Antico': vera e autentica pietra angolare nella vita dei singoli, delle genti.
Forse, questo potrà aiutarci, accrescendo in noi quel senso del Divino che è alla base dei nostri Lavori, rendendoci alfine artefici di una 'massoneria di prossimità' vicina a chi oggi sia martoriato da difficoltà di ogni tipo, voce degli umili e dei tolleranti, speranza sociale dei meno fortunati. 
Ritengo che solo facendo queste riflessioni, potremo dare enfasi ai significati più intensi insiti in questa giornata di Risveglio della Natura, di Risveglio Interiore, di Risveglio delle Coscienze.
Forse, allora ci accorgeremo che è in noi anche un altro nome, puro e intensissimo nel quale i migliori - che pur ci sono - potranno identificarsi, ma solo con estrema modestia d'animo: Figli della Luce.
Saranno pochi, certamente: ma l'essenza della Massoneria questo prevede.

Roma, 20 Marzo 2021
Giuseppe Bellantonio 

Disclaimer / Avviso 1                                                                                                                                                   L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue: 1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservata.                                                                                          Disclaimer / Avviso 2                                                                                                                                                    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal webciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito bellantoniogius@gmail.com al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo. Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.  


martedì 2 marzo 2021

CHIESA E MASSONERIA - altra tappa di una lunga storia -

 


CHIESA E MASSONERIA – altra tappa di una lunga storia -

Gent.mi Lettori,

Il tema – annoso, forse, ma mai sviscerato in profondità – ha conosciuto nuovi capitoli: di una storia francamente fin troppo lunga, circa la quale ho inteso dare un contributo netto e franco, come mio costume.                                                                                                                                                      Si è così conclusa la pubblicazione della terza e ultima parte del mio studio sugli eccessivi complimenti – quasi delle ‘coccole’ - apparentemente profuse da certa Massoneria (antistorica? Disinformata? Malleabile?) troppo attenta a piacere (per forza…) al di là del Tevere. Pur volendo prescindere da certi atteggiamenti compiacenti ovvero ammiccanti dell’una come dell’altra parte, sullo sfondo dell’enciclica ‘Fratelli Tutti’ e degli incontri con gli esponenti apicali dell’Islam, resta il fatto che ciascuno debba fare il proprio ruolo senza infingimenti o ammiccamenti verso il campo altrui.                                    Tenendo conto che è il primo studio analitico che tocca la realtà odierna dei rapporti Chiesa Cattolica-Massoneria, peraltro basato su dati oggettivi e non su pulsioni di parte, l’invito è quello di leggere con ponderata attenzione… sempre che la tematica sia di Vs. interesse.

Parte I° - COCCOLE TRA CHIESA E MASSONERIA: AMBIGUITA’ SULLA ‘FRATELLANZA UNIVERSALE’                                                                            https://massoneriaesocieta-giubell.blogspot.com/2021/02/coccole-tra-chiesa-e-massoneria-basta.html

Parte II° - FRATERNITA’ E FRATELLANZA: EQUIVOCI O EQUIVOCITA’?  https://massoneriaesocieta-giubell.blogspot.com/2021/02/fraternita-e-fratellanza-equivoci-o.html

Parte III° - FRATERNITA’ E FRATELLANZA… VISIONE LAICA E RELIGIOSA: COINCIDENTI O CONTRAPPOSTE?                                                                    https://massoneriaesocieta-giubell.blogspot.com/2021/03/fraternita-e-fratellanza-visione-laica.html

Grazie per la cortese attenzione e buona lettura.                                                                            Giuseppe Bellantonio

Roma, 3 Marzo 2021


Fraternità e Fratellanza... visione laica e religiosa: coincidenti o contrapposte?

 


Fraternità e Fratellanza: a confronto.

Visione laica e religiosa: coincidenti o contrapposte?

(segue seconda parte del 25-02-2021)

Quando qui parliamo di Massoneria, fatto salvo il riferimento alla Storia, lo facciamo nel generico, così come quando parliamo di religioni: diversamente, dovremmo impegnare centinaia di pagine. Ma è persino ovvio e affatto criticabile  reputare che, nell’antica arte di tirare acqua al proprio mulino, il Vaticano formalmente non si è discostato dai contenuti di cui alla ‘Notre charge apostolique’ promulgata da Pio X°, in cui questi rinnovava la ferma sanzione espressa da Leone XIII° che condannava in modo inappellabile  quelle ‘cupe officine in cui si elaborano dottrine deleterie’ nel segno della nefasta ‘trilogia rivoluzionaria e di quella fraternità universale nemica di Cristo’ (solo la fede cattolica può affratellare gli uomini, in Cristo; notate però come Leone XIII° abbia utilizzato correttamente il termine fraternità e non fratellanza).                                                                                  Decisione forte del Papa-re: quella sopra richiamata, divenuta lapidaria, incandescente e irrevocabile sentenza a seguito del forte contributo dato dalla Carboneria e dalla Massoneria al processo che portò all’Unità d’Italia, concretizzatosi nella presa di Roma (breccia di Porta Pia…) e nella fine del potere temporale della Chiesa. Cosa ben concreta, questa, che acuì il rancore vaticano verso i Massoni, visti e considerati nemici da osteggiare e combattere con ogni mezzo.                                                                  Ancora oggi, in ambito vaticano, i Massoni sono dipinti come strani, astratti, individui privi di identità e radicamento individuali, pregni di (deleterio…) Illuminismo, concepiti in serie piuttosto che non frutto della Creazione, sostenitori di una generica quanto inconsistente religione dell’umanità, vista quale sincretismo tra le varie religiosità unite nel deismo.                                                                                Un impianto – sempre secondo questa visione arcaica e grezza – nettamente opposto alla fraternità naturale derivata dalla Creazione, e lontanissima dalla fraternità soprannaturale scaturente a seguito della Grazia Divina).                                                                                                                                    Quindi, fraternità e fratellanza sono due concetti diversi tanto nell’etimologia che nella stessa loro storia: e questo si accentua nel confronto tra talune posizioni a tale espresso riguardo da parte del cattolicesimo con quelle in ambito massonico.                                                                                         Se è vero che la Fratellanza, - che assieme all’Uguaglianza, alla Libertà e alla Tolleranza – rappresenta un pilastro della Massoneria, è anche vero che costituisce uno dei concetti maggiormente abusati, travisati e persino mistificati da chi possa essere tentato di appropriarsene.                                  Per evitare di incorrere in errore, basta tenere sempre in evidenza una semplice equazione: la fratellanza sta al rapporto tra consanguinei come la fraternità sta al rapporto come se fosse esistente tra fratelli di sangue, ossia tra fratelli in umanità.                                                                                     Riferendomi espressamente al contesto iniziatico massonico, al di là di ogni enunciazione appassionata e romantica, il sentimento di fraternità tra i soggetti coinvolti non è istintivo e immediato, essendo l’elaborazione di un processo basato sull’accettazione di precisi doveri e – soprattutto - sulla volontà di lavorare in tolleranza e armonia per il medesimo fine: la costruzione (perenne…) del Tempio dell’Umanità, incuranti di ogni differenza di età, censo, posizione sociale, cultura, religione, etnia e aggiungo ancora ‘di sesso’; già, perché l’Umanità – nel suo articolato insieme – è proprio come la ‘fratellanza massonica’: asessuata. Difatti, i Massoni, nell’ufficialità del proprio essere/far parte, si considerano tra di loro tutti Fratelli e membri di un’unica comunità, la Fratellanza Universale.              La fratellanza massonica è terra permeata dall’Amore Fraterno, ove alberga il miglior sentire e dominata dalla ragione, che disciplina ogni azione e ogni reazione, accantonando le passioni, gli egoismi (non esiste un ‘io’ supponente e arrogante, ma si è sempre alla ricerca del proprio ‘’ attraverso un percorso di studio e di perfezionamento interiore). La fratellanza massonica, nei suoi Alti Ideali, non tollera la menzogna, la superbia, l’intolleranza e l’ingiustizia; piuttosto, opera per la Verità, la Tolleranza, la Pace e la Giustizia. Questa fratellanza non guarda al benessere materiale bensì allo ‘star bene’ interiore, perseguito nel corso di un continuo processo di crescita/sviluppo intimo; un percorso di tipo individuale ma non solitario, fatto di approfondimenti culturali, storici, filosofici, letterari, esoterici, simbolici, ritualistici (riferito ai  cerimoniali interni) e quant’altro, nel corso del quale è continuo il confronto, così da poter verificare insieme agli altri le proprie idee, valutazioni e considerazioni: proprio perché la supponenza (intesa quale eccesso di confidenza con gli strumenti dell’Arte) e l’errore sono sempre in agguato.                                                                                      Anche perché la perfezione non è di questo mondo, né dell’uomo.                                                    Siamo tutti perfettibili ma non certo perfetti, anche se ci si riconosce esser dei fratelli, membri di una fraternità diffusa su tutta la Terra (universale, quindi) con la quale si condividono idealità, obiettivi (certamente niente guerre o battaglie, bensì la bella operosità quale vera e propria scuola di cultura e di pensiero) storiografie generali e storie del proprio territorio, ma soprattutto  obiettivi comuni quali sono il perseguimento della Pace nel Mondo, l’abbattimento della povertà e delle umane miserie, la tutela della Vita, il contrasto alle disuguaglianze: per la tutela e il ripristino della dignità dell’Uomo.                E questo, con un’aura magica e ricca di energie che circonda il tutto: non ateismo, non una ‘strana religione interna’ (come i vertici cattolici rimproverano da sempre), non ‘strane e diaboliche cerimonie’ (neanche si celebrassero riti woodoo o danze propiziatorie pagane od oscene), ma la Fede è in noi, ci circonda, ci ispira, ci guida, ci sprona. La Fede nell’Uno, nel Tutto. A tale specifico riguardo, con un gruppo di studio, chi scrive ha sviluppato degli approfondimenti che vanno indietro nel tempo di centinaia e centinaia di anni: errori concettuali consolidatisi nel tempo, eufemismi ed equilibrismi dialettici non giovano per indicare il ‘nome’ del destinatario di questa Fede, che non può essere un pur nobile Architetto o un pur abilissimo Geometra… per noi è e non può essere che Dio,  l’Uno, il Tutto, il Creatore; l’Artefice degli Universi (dal momento che la Scienza ci ha chiarito che esiste una moltitudine di mondi in una pluralità di universi, o, se proprio volessimo così indicarlo, di un universo di universi), alla cui ‘maggior gloria’ ogni Massone deve dedicare la propria attività (ossia la propria opera, la propria quotidianità, insieme agli altri operai).                                                                               Se questa è la fotografia dei fratelli di una comunità iniziatica massonica, non è né mai potrà essere la stessa fotografia dei fratelli indicati nel linguaggio del Nuovo Testamento, e quindi per la Chiesa Cattolica.  Se è vero che nel senso più ampio ci riconosciamo tutti appartenenti alla medesima razza e quindi specie, è vero che con grande apertura mentale possiamo considerarci affratellati da una comune appartenenza di razza, da un comune insistere su questa Terra, piuttosto che non da altre comunanze legate ai più svariati motivi (sociali, politici, tribali, religiosi, culturali, ecc.).                                          Quindi, al netto delle specificità, siamo umanamente tutti fratelli e sorelle.                                       Ma nella comunità ecclesiale cattolica non è così.                                                                                Non si può essere compiutamente fratelli se prima non si nasce nuovamente quali figli di Dio attraverso il Battesimo, divenendo così correttamente dotati della necessaria essenza per poterlo chiamare Padre. Quindi, secondo il linguaggio della fede cattolica, gli uomini non sono considerati figli di Dio, e quindi fratelli fra di loro, per nascita bensì per adozione attraverso l’inclusione in Cristo. È quindi una nuova nascita, ovvero una ri-nascita (cfr. passi de Vangelo di Giovanni: 3,5-8 1,12-13).  In estrema sintesi; per la fede cristiana non nasciamo figli di Dio, ma lo diventiamo credendo in Gesù e ricevendo i suoi sacramenti, attraverso l’azione dello Spirito Santo: primo tra tutti il Battesimo.                                          Pertanto, il legame fraterno che nasce tra i Cristiani risiede nell’essere diventati figli del Figlio, ed è quindi un divenire fratelli perché generati dal Padre. Il linguaggio del Nuovo Testamento è chiaro oltre ogni dire: il termine fratello è riservato solo agli Ebrei (figli di Abramo e appartenenti a Israele e all’alleanza delle sue Tribù) e soprattutto ai battezzati (divenuti figli di Dio proprio con                        Ne consegue che, accostare fratelli di qua con i fratelli di là, fratellanze di sopra con fratellanze di sotto, diventa non solo atto complesso ma persino temerario e fors’anche confusionario qualora si intenda passare con leggiadria sulle pur esistenti diversità di fondo, piuttosto che eliminarle (sempreché possibile e di una qualche utilità).                                                                                                          Sulla scia delle (sommarie… o utilitaristiche) valutazioni sulla lettera dell’enciclica vaticana e delle comunicazioni/informazioni a seguire, c’è chi sostiene, fors’anche esemplificandolo, che il concetto di fratellanza universale sia comune alla Chiesa Cattolica, alla Massoneria e all’Islam: ciò partendo dal presupposto che le tre strutture siano accomunate dalla diffusione in tutto il mondo dei loro aderenti e che quindi possano sussistere comuni visioni tra i membri di tali aggregazioni circa il concetto di fraternità. Francamente, affermazione molto peregrina e dai molteplici punti oscuri: citarla con superficialità può esporre a una moltitudine di criticità. Tornando ora al focus della tematica: possiamo dire con certezza che Chiesa e Massoneria – ovvero, il mondo iniziatico legato a essa riferentesi  – utilizzano i termini ed i concetti correlati alle parole fraternità e fratellanza con significati profondamente diversi: così che non possono farsi disinvolti parallelismi né pensare, con supponente e audace superficialità, che il semplice utilizzo di qualche parola ‘magica’ possa rappresentare la chiave di volta per sanare ciò che da Leone XIII° in poi ha rappresentato il netto distinguo della Chiesa cattolica dalla Massoneria in generale, con un costante fuoco di sbarramento della prima verso la seconda, pur se i contesti restano del tutto diversi: l’uno religioso-fideistico, l’altro laico e razionale.      Del pari, non è possibile fare parallelismi tra religione cristiano-cattolica e religione musulmana, senza cadere nella trappola di ambiguità e non-sense.     Per intenderci, occorre anteporre una realtà evidente: cristiani e musulmani si dividono i rispettivi ambiti operativi, percorrono le stesse vie sul territorio e sono in competizione, non hanno punti di integrazione, tendono a escludersi l’un l’altro. L’eventuale comune, civile e pacifica convivenza quotidiana nei medesimi luoghi, può avvenire solo nella esclusiva condivisione di aspetti educativi e sociali, all’insegna della cultura, della tolleranza e del rispetto reciproci.      Diversamente, sarebbe un dialogo tra sordi.                                                                            Vero è che ad Abu Dhabi venne firmato il documento ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, e altrettanto vero è che nell’enciclica ‘Fratelli Tutti’ il papato non tralascia di richiamare il concetto di fratellanza come punto di collegamento nel dialogo con l’Islam. Ma quattordici secoli di Storia e l’attenta lettura dei testi fondanti della religione coranica ci riconducono all’innata e mai sopita tendenza dell’Islam a estendersi non pacificamente attraverso forme aggressive e violente, dispotiche e fataliste, intolleranti verso quanti reputati – ora come allora, uomini o donne che siano - impuri, corrotti e infedeli.   Certamente, il monoteismo islamico e quello cristiano hanno alcuni punti in comune: ma sono solo dei punti in un contesto difficilmente armonizzabile e sostanzialmente conciliabile solo previa rinuncia del proprio ruolo magistrale e di punti fondanti della propria religione da parte di una delle due parti.      La fratellanza operativa al pari della fratellanza umana (di cui all’originario documento di Abu Dhabi) perseguite dal papato, paiono coincidere con la mera considerazione di essere fratelli in umanità, tutti sotto lo stesso Cielo: altro non vi può essere, stante l’assenza di una visione di fratellanza universale nella religione musulmana. Secondo questa, esistono i musulmani e i non musulmani (impuri, corrotti e infedeli, come accennavo prima), i padroni e gli schiavi, gli uomini e le donne: il tutto non secondo una visione culturale, sociale, o di segno religioso, ma secondo un’ottica di tipo antropologico, riconducibile a piani di umanità tra loro diversi. E’ quindi arduo immedesimarsi e tentare di comprendere il concetto legato a quella fratellanza operativa tra le religioni, “… perseguita da papa Francesco dopo la dichiarazione di Abu Dhabi e ora ripresa e rilanciata nella ‘Fratelli Tutti’ ed a ciò che ne è seguito.                                                                             E lo stesso discorso di fondo vale anche per altre forme di religione: non si può parlare di fratellanza (e semmai, di ‘fraternità’: vista l’assenza di vincoli di sangue) con chi non ne possiede il concetto, ovvero ne pratichi uno diverso o persino opposto, tanto   concettualmente che nella pratica, persino basato su disuguaglianze e assenza di equità.                                                                                          Senza tema di smentita, possiamo dire che trattare il tema della fratellanza universale, come se fosse un concreto e tangibile valore in comune, da potersi condividere (o anche solo facendo ‘finta’ di poterlo fare) non può essere affrontato con superficialità o banalità senza determinare equivoci, distonie ed equivocità interpretative. I due ambiti (il massonico e l’ecclesiale: tra di loro autonomi, sovrani e indipendenti, uno attivo nel contesto laico e l’altro in quello fideistico-religioso anche se vi è una profonda connotazione amministrativa verticistica in comune) non sono affatto paragonabili. Riguardo i temi della fraternità, della fratellanza e della fratellanza universale, in termini comparativi, non ci sono punti in comune se non nella mera enunciazione – ma certamente non nell’impianto concettuale che li caratterizza - di principi e/o idealità tali da rappresentare valori e capisaldi che, peraltro, troviamo comuni a molte espressioni religiose, a molti gruppi associativi, a organizzazioni filantropiche e umanitarie, ecc.; così che, nella fattispecie,  il parallelismo tra Chiesa e Massoneria è e resta solo limitato a un significato estensivo di squisito quanto (molto) contenuto segno culturale.                Chiarito ad abundantiam che la Massoneria non è una chiesa né un’assemblea o un contesto religioso o di tipo comunque fideistico (intesi quale ambito ove si segua ed applichi una dottrina religiosa e si celebrino riti sacri afferenti a una qualche religione, presieduto e gerarchicamente distribuito e disciplinato da una qualche forma di clero) e che quindi essa non svolge attività religiosa o clericale o ad esse assimilabili, è evidente che la Massoneria (sempre quella che operi correttamente, senza deviazioni e commistioni, secondo il tracciato inequivoco delle Tradizioni, degli Ideali e dei Valori) non è integrativa, complementare o concorrenziale ad alcuna formula religiosa, né quest’ultima potrà essere di supporto alla prima salvo il coincidere di talune generiche sovrapposizioni di fondo – peraltro comuni a moltissimi altri contesti -, affrontando le quali ci si accorge di quanto i rispettivi piani siano sostanzialmente e formalmente diversi.                                                                                                       E non potrebbe essere diversamente: nonostante che a taluno possa star bene il farsi pubblicità con concetti altisonanti, e a tal altro possa sembrare persino vantaggioso vagheggiare accostamenti e prossimità molto improbabili se non impossibili.                                                                            D’altronde, non possiamo dire che una casa in cemento sia simile a una casa di legno sol perché in entrambe sono stati utilizzati dei chiodi e un progetto costruttivo!  Anche perché, mentre da un lato suonano i pifferi dei pontieri di turno (sovente soverchiati dall’ignorare Storia, tradizioni e procedure), dall’altro perdura l’ormai anacronistica posizione avversa di certa parte che continua nel sostenere misure contro i Massoni: anatemi  anacronistici, non assunti neanche verso centrali del terrorismo, sterminatori di Cristiani, pedofili, centrali dello spaccio, schiavisti, sette sataniche e quant’altro, ma che riconferma quel potere che sotto l’Inquisizione produsse abusi, omicidi e roghi, che vide arso Jacques de Molay, che vide impiccati o fucilati o arsi tanti Uomini e Donne tacciati di stregoneria,  che cacciò Frate Elia e arse sul rogo il libero pensatore Giordano Bruno. Già… non si perdona al Massone – che non ha mai fatto salire alcuno sul rogo, o mai gli ha tagliato la testa, o mai ha impiccato o torturato, o che mai ha ritenuto alcuno indegno di appartenere al genere umano - di essere un dichiarato Libero Pensatore, al di fuori di ogni schema e di ogni imposizione. Ma forse non perdona alla Massoneria di essere stata protagonista con dei suoi Uomini in Italia nelle fasi che determinarono la fine del potere temporale, colpevole poi di  esaltare il Libero Pensiero al di fuori di ogni forma coercitiva, a sottolineare  l’Universalità dell’Ideale Massonico uniformemente presente anche in Nazioni con espressioni religiose diverse da quella Cattolica, come pure il profondo convincimento dell’esistenza di una Fraternità Universale dominato da un Amore autentico e originale di natura fraterna.                          Nel leggere le prime parti di questo unico studio, moltissime sono state le reazioni e i commenti: cui, ‘a caldo’, qui mi rifaccio precisando: la ‘frattura’ tra Chiesa (istituzione religiosa) e Massoneria (istituzione laica), determinatasi come Storia insegna, permane per volere ecclesiale pur coinvolgendo contesti diversi e distinti. Oggigiorno, le associazioni massoniche non sono dissimili da altre associazioni culturali o filantropiche, differenziandosene solo per gli scopi sociali: che siano amanti delle bocce o teatranti dilettanti o ciclisti amatoriali o amanti dei funghi trifolati o cacciatori dei calzini scomparsi in lavatrice… le associazioni hanno tutte un medesimo impianto di fondo, come la Legge prescrive. Ma non vedo bocciofile scomunicate o teatranti accusati di ateismo o ciclisti amatoriali da condannare al rogo perché pretendono di calcare qualche sacro e incerto suolo… d’altronde, pur se la Massoneria ha difeso sempre il Libero Pensiero e chi possa sostenerlo, non ha per questo lanciato anatemi a chicchessia, né lo ha scarnificato vivo mettendolo su una graticola, additandolo al disprezzo generale o tacciandolo di essere un eretico o un anticristico.                                                                        Mutatis mutandis: dal medioevo a oggi, qualcosa dovremmo aver compreso: tutti!          Ognuno ha un proprio ruolo e delle proprie competenze, ed è bene che resti nel suo piuttosto che pensi che l’erba del vicino sia migliore di quella del proprio prato, e che sia lecito appropriarsene…                                                                                                                              Concludo da dove ho iniziato: ossia la Dichiarazione Universale dei Diritti   dell’Uomo, base di partenza nella formale e pubblica concezione laica della fratellanza universale. Sotto il profilo cattolico, si tratta di una fratellanza carente di figliolanza, ossia senza il senso di un Padre comune. È quindi una enunciazione del tutto laica permeata dalla considerazione di comuni radici giudaico-cristiane, utile ad accomunare tutti: credenti, non credenti, cristiani e non. Una fratellanza laica priva di espressa genitorialità (DioàGesùàfigli di Dio) né con una genitorialità comune: una fratellanza carente di un principio generatore comune (generato e non creato…). Una fratellanza indicativa in senso laico, quale vera e propria metafora d’ordine generale: ma certamente non si tratta di una realtà sostanziale.                                                                                                                                                  Riferendoci ancora una volta al testo dell’enciclica e delle altre occasioni/dichiarazioni e alle considerazioni qui espresse sul concetto di fratellanza, sono estremamente modesti e affatto significativi i punti di contatto reali sul tema tra Cattolicesimo e Massoneria; piani diversi e concretamente non convergenti sono anche quelli tra cattolicesimo e altre religioni; quindi, solo rare coincidenze in senso lato, esteso, ma in concreto nulla di più, anche se in molti si sono lasciati prendere da un entusiasmo che probabilmente si ferma alle titolazioni piuttosto che non ai contenuti.            Grazie ai Lettori per la cortese attenzione.                                                                                                                                                            Roma, 2 Marzo 2021                                                                                                                                    Giuseppe Bellantonio                                                                                                                                               (fine)                                                                                                                 Un aiuto e una guida: uno studio sulle parole.          Amicizia :-  l’amicizia è una vera e propria relazione interpersonale, un rapporto, caratterizzato e testimoniato da slanci di affettuosità, contraddistinto da costanza e gesti che rendono concreto e tangibile il rapporto stesso. C’è un sostanziale allineamento di caratteri e degli stessi intendimenti, non di rado basati su una coincidenza di pensiero. Va detto che la vera amicizia non sottende il perseguimento di alcun fine, ma esalta un costante rispetto pur circondato da cameratesca vicinanza. Sempre con riguardo all’ambito iniziatico di cui sopra, l’amicizia non è sinonimo di fratellanza. Qui ricordiamo una risposta di Cicerone a chi gli chiedeva cosa dovesse intendersi per fratellanza: "Se per Fratellanza intendi l’Amicizia, la forza è innanzitutto, nel massimo accordo delle volontà, degli interessi, delle opinioni. Ricercare il massimo accordo non vuol dire semplicemente avere le stesse idee. Vuol dire avere il massimo rispetto".                                                                                             Equità : – da aequitate, che a sua volta deriva da eguale. Riconduce al concetto di giustizia esercitata con senso etico; in senso esteso, sta per imparzialità. Così che equo sta per giustoimparziale.                                                                                                               Fratellanza : - da frater – fratello, sta per rapporto, legame, affettivo e relazionale tra fratelli, tra consanguinei; in senso esteso amicizia fraternasocietà (generalmente) con fini umanitari.  La fratellanza, di riflesso a come viene utilizzato il termine, esprime un ambito molto circoscritto, spesso esclusivo.  Per esempio, la Fratellanza Massonica riguarda un gruppo – o, estensivamente, tutti quei gruppi – che abbiano contatto tra di loro, riconoscendosi quali appartenenti di un medesimo contesto. Anche quando in massoneria adopereremo il termine Fratellanza Universale, il termine universale – riferito a tutto il Mondo – sta per società, complesso, a livello mondiale/diramato nel mondo ove si pratica la fratellanza, una fratellanza iniziatica basata su una sorta di modello unico e condiviso praticato dagli aderenti.  Ma anche fratellanza universale quale metafora (visto che non è possibile evocare una fratellanza di sangue) di una stessa specie governata dall’Amore Fraterno, affrancata da guerre e fame, dove la Dignità dell’Uomo sia rispettata ed esaltata.   Come noto, si parla di fratellanza tanto come sentimento che può pervadere gli aderenti ad uno stesso gruppo, che per indicare l’insieme dei membri, degli aderenti, a detto gruppo ovvero ad una Loggia o ad una Gran Loggia. Molti, nei luoghi ove vengono praticate forme miste di Rito Simbolico, hanno la tendenza di citare – chissà se per una forma di educazione - la presenza o gli interventi di Sorelle definendole tali: così che non di rado al termine fratellanza pare affiancarsi quello di una impossibile sorellanza. Decisamente inesistente: in una Loggia massonica, in un Tempio massonico, si è tutti Fratelli e solo Fratelli: termine plurale, quindi, iniziatico quanto asessuato.                                                                                              Fratello : - da frater – al pl. figli degli stessi genitori -; anche membro di una soc. umanitaria; nel linguaggio religioso, converso. Il termine ci conduce a fraternità (affettuosità tra fratelliamicizia profondasolidarietà). Dobbiamo però scavare su frater nel suo significato di frate/fratello : questa parola ha l'etimo nella parola indoeuropea bhatar (dal sanscrito bhràta) con il senso di sostenitore  (la radice bhar è presente anche nel sanscrito bhartr - marito, cioè colui che sostiene e protegge la bharya – moglie; a sua volta, colei che è sostenuta e protetta dal marito). In greco la voce phràter designava un membro della stessa famiglia (o phatrìa - tribù in linea paterna); per indicare la figura del “fratello” i greci utilizzavano invece il termine adelphòs (co-uterino) con riferimento alla linea materna, probabile retaggio di un pregresso, ancestrale, ordinamento matriarcale della famiglia. L'italiano fratello è quindi una forma lessicale di minore intensità, certamente più determinata e quindi circoscritta, di cui – nel parlare corrente – non abbiamo piena consapevolezza.          Fraternità :-  La fraternità è quel sentire personale e profondo che ci induce a considerare, e quindi trattare, gli altri ‘come se fossero’ dei nostri fratelli di sangue. S’esprime con la comprensione, con gesti di attenzione/benevolenza/disponibilità, con forme di aiuto e con azioni anche generose e disinteressate attuate soprattutto nei momenti di maggiore bisogno, comunque senza secondi fini. Tale sentimento è stato ed è presente in tutte le culture, e può essere connotato da un’ampia tipologia di sfumature: tanto religiose che non. Si ricorre al concetto di fraternità – per esempio, per indicare un legame fraterno, un’amicizia fraterna, un’intesa/un’alleanza fraterna. Ma anche il concetto stesso di amore fraterno, tanto diffuso nelle comunità specie se iniziatiche, ove il vincolo fraterno è percepito in modo molto intenso. La nozione di fraternità ha caratterizzato profondamente la Rivoluzione Francese del 1789, insieme con quelle di Libertà e di Uguaglianza: certamente, concetti già espressi in precedenza e rafforzatisi attraverso la corrente di pensiero e azione conosciuta con il nome di Illuminismo. Un contesto, quello illuministico, che ha caratterizzato profondamente la Massoneria (per intenderci la Massoneria Moderna, nata tra il 1717 e il 1720, con caratteristiche non più operative), alimentandola con i suoi capisaldi, primo tra tutti quello della tolleranza. Nel XIX° secolo, l'idea di fraternità teorizzata dal positivismo, ha anche accompagnato lo sviluppo delle dottrine marxiane prima e di quelle marxiste poi, soprattutto con riferimento alla parte relazionale tra i membri di una medesima classe sociale, con significativo riferimento al proletariato e in generale nelle classi meno abbienti, nel cui contesto si condividono sia le problematiche che le lotte per superali insieme.   Per quello che riguarda la Massoneria, c’è un netto distinguo: si è tutti Fratelli all’interno dei classici luoghi di aggregazione formale (Templi), mentre all’esterno possiamo – ma anche questo elemento non è certo obbligatorio, essendo la fraternità uno status acquisito con la cerimonia di ingresso del sodalizio (iniziazione): è da quel momento che usa riconoscersi fratelli – sentirci prossimi l’un l’altro in quanto uniti da un certo quale sentire di tipo amichevole e fraterno. L’approccio tra le persone, anche se evidentemente collegate da un legame iniziatico-simbolico, deve essere sempre e comunque rispettoso, cavalleresco, affatto confidenziale, ciarliero o troppo informale: in quest’ultima circostanza, il rapporto sarebbe border-line con un eccesso di confidenza, che non porterebbe a niente di buono. In sintesi: mai confondere l’amicizia con la fratellanza, anche se i due diversi tipi di sentire hanno molti punti sovrapponibili… ma non tutti! Infine, esaminando la voce Fraternità, prendiamo atto che i più la confondono, per similitudine, con la Fratellanza: il che è sostanzialmente errato.             Fraternizzare : - da fraterno - a sua volta dal latino fraternum-frater – (sta per stringere rapporti fraterni, fare amicizia, condividere ideali); in ogni caso, la radice comune è sempre frater - fratello.  Massoneria (quale ‘religione’) :- Per chi si chiede se la massoneria possa essere concretamente una ‘religione’, e ai molti che – erroneamente – così la possano intendere/descrivere, rispondiamo con un no secco: essa non è una religione, essendo di per sé stessa laica e in contrasto con qualsivoglia forma coercitiva del libero pensiero: presupposto quest’ultimo di ogni religione che preveda l’accettazione ‘a scatola chiusa’ della propria narrazione. Vediamo prima cosa si intende per religione, dal lat.  religio-onis, affine a religare ‘legare’, con riferimento al valore vincolante degli obblighi e dei divieti anche di tipo sacrale. Quindi, è il complesso di tradizioni, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che questo ritenga sacro, in particolare con la divinità di riferimento. Ricordiamo che la teologia cattolica, ma anche la pratica religiosa corrente, distinguono la religione naturale – quale acquisizione di qualcosa cui è stato dato valore di sacralità attraverso la ragione umana - dalla religione soprannaturale fondata sulla rivelazione da parte di Dio di verità inaccessibili alla ragione umana. È evidente che gli Autori che, nel tempo, possono essersi sbilanciati nel vivere e quindi qualificare la Massoneria con passione, come se fosse una ‘religione’ (laica), hanno dato grande valore al loro sentire, così ritenuto scuola di pensiero e legame forte, di tipo assolutamente laico, e persino interiormente vincolata alla nobiltà di  Tradizioni, Ideali e Valori. Un trasporto letterario, un lirismo iniziatico, quindi. Di seguito, un sommario excursus di alcuni Illustri Autori, studiosi di Arte Reale, che hanno considerato la Massoneria vera e propria ‘religione del libero pensiero’ e ‘sacrale scuola di vita’, la ‘scuola delle scuole’.  Per A. Lantoine, la Massoneria è "una religione laica" (‘Lettre au Souverain Pontife’, 1937); per U. Lenzi, è  una istituzione profondamente religiosa" (1951) e "la più grande, la più bella, la più nobile, la più civile di tutte le religioni!" (1951), anche perché chi "ha chiesto di entrare in questo Tempio, ha compreso che è uscito da un altro Tempio, dove si adoravano gli dei falsi e bugiardi" (1951) e dove non vi trovava la soddisfazione del proprio bisogno religioso; per A. Lemmi è una "religione di pensiero" (cit., 1955); per U. Gorel Porciatti, “Massoneria è la Religione” (1946); RAMA cita che "La Massoneria vera... è una Scuola, una Religione, un modo di vita... cui bisogna conformarsi in pensieri ed opere" (1949).                    Percorso di perfezionamento/di crescita individuale: - Per noi, la Massoneria in quanto tale, con le sue metamorfosi nel tempo, germina oggi con il fine di contribuire al perfezionamento dell’individuo attraverso la crescita dello spirito, la meditazione, gli studi e l’approfondimento culturale e filosofico, l’attenzione verso la morale universale, il confronto continuo con i propri simili e con la società contemporanea. Ma anche attraverso la lotta contro l’ingiustizia, la disonestà, l’ignoranza ed il male in ogni sua forma, adoperando gli strumenti del Bene ed i migliori sentimenti di Amore e Fratellanza universali, con spirito caritatevole e filantropico specie verso coloro che sono più deboli, emarginati, svantaggiati, oppressi, e che subiscono forme di ingiustizia e iniquità sociale, avverse alla dignità umana. Il tutto in un contesto di continuo confronto con sé stessi e – soprattutto – con gli altri, al fine di correggere ogni proprio eventuale errore.  Ecco, questo è il ‘percorso individuale di crescita interiore’: termine circa il quale si sono pronunciati in tanti, gonfiando il concetto di improbabili quanto assurde valenze, quasi fosse una sorta di fai da te; in realtà il concetto esprime unicamente il ‘percorso che l’individuo intraprende per favorire la propria crescita soprattutto spirituale, ma anche culturale e sociale, aprendosi ad ogni contributo che – ancorché proveniente dall’esterno – gli possa giovare a perseguire il proprio intento, soprattutto attraverso un confronto libero e rispettoso (cfr. ‘Regola’ della ‘Comunione di Piazza del Gesù’, Roma 2018).  Ovviamente, si tratta di crescita interiore e quindi spirituale: certamente Spirito, non Anima; poiché trattare di quest’ultima non è una dimensione che massonicamente ci appartiene, specie in questa sede, e che comunque potremmo affrontare esclusivamente da un punto di vista culturale, filosofico, etico e scientifico.                                                                                                                                       Profeta: - La Chiesa Cattolica, tra i molti rimproveri che fa ai Massoni – e non solo a loro! – è quello di considerare Gesù come uno dei grandi Profeti (ma in realtà, ciò non è scritto da nessuna parte: la Massoneria non è il perito settore delle religioni, ma ne può solo studiare l’essenza, comparandole solo in termini di studio, Vivere la propria religiosità rientra nella sfera personale, indiscutibile e non criticabile, di ciascuno). Vista la delicatezza, si citano le wikynotizie:  “”“il termine deriva dal tardo latino prophèta… ricalcato sul greco antico προφήτης (pronuncia: profétes), che è parola composta dal prefisso προ- (pro, "davanti, prima", ma anche "per", "al posto di") e dal verbo φημί (femì, "parlare, dire"); letteralmente quindi significa "colui che parla davanti" o "colui che parla per, al posto di", sia nel senso di parlare "pubblicamente" (davanti ad ascoltatori), sia parlare al posto, in nome (di Dio), sia in quello di parlare "prima" (anticipatamente sul futuro)…I profeti sono figure tipicamente religiose, più o meno istituzionalizzate in diverse fedi, ispirate dalla divinità e che parlano in suo nome, annunciandone la volontà e talvolta predicendo il futuro. Il riferimento più comune è ai profeti ebraici e cristiani dell'Antico Testamento. Nell'Islam quando si parla del "profeta" senza ulteriori specificazioni si intende indicare Maometto, l'ultimo dei profeti secondo questa religione… Nella Tanakh (Bibbia ebraica) il profeta (in ebraico נְבִיא nevì, pl. נְבִיאִים nevi'ìm) è una persona che parla in nome e per conto (pro-) di Dio… L'accezione comune con cui il termine è usato oggi, per cui il profeta descrive eventi futuri, è caratteristica ma non esclusiva dell'operato dei profeti ebraici. La Bibbia ebraica contiene nella sua seconda sezione trentasei libri riferiti ai profeti, detti Neviìm. Tradizionalmente si distinguono fra di essi i quattro "profeti maggiori" (IsaiaGeremiaEzechiele e Daniele) e i dodici "profeti minori" (OseaGioeleAmosAbdiaGionaMicheaNaumAbacucSofoniaAggeoZaccaria e Malachia).  Il cristianesimo riconosce gli stessi profeti ebraici dell'Antico Testamento, ma non annovera figure di profeti cristiani in senso proprio ed esclusivo; riconosce piuttosto qualità profetica ai discorsi di alcuni dei suoi santi, a cominciare dal Giovanni dell'Apocalisse, sebbene le interpretazioni di questo testo possano essere diverse.  Il Concilio Vaticano II, in particolare nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, spiega perché nella Chiesa cattolica non sono riconosciute figure particolari di profeti: in realtà ogni battezzato, in forza della sua unione con Cristo, è partecipe del suo ufficio profetico. Ogni cristiano è dunque profeta, nel senso che diventa capace con la forza dello Spirito Santo di diffondere dovunque la viva testimonianza del Cristo, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità. Attraverso la propria vita i credenti ancora oggi annunciano la sovranità di Dio e la sua priorità nella vita”””. Faccio rispettosamente notare che nel piego ‘La Domenica’ distribuito nelle Chiese Cattoliche d’Italia, è citato un passo del Vangelo di Luca (7,16) -> Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo», con ciò riferendosi espressamente a Cristo.                                                                                        Uguaglianza : - (sign. generico: identitàparità) deriva dal verbo uguagliare (come verbo transitivo: rendere ugualedivenire pariCome verbo intransitivo: essere uguali). Uguale ci porta ad eguale - che deriva da aequalis ossia “pari” (di statura, di età) - successivamente adoperato con la forma di egualeAequalis a sua volta deriva da aequus (sign.: equo, da cui aequitas – equità, adaequare - adeguare, aequator - equatore || perchè rende uguali i giorni e le notti ||, aequatio - equazione). Aequus (equo) peraltro è un termine che gli studiosi hanno riscontrato solo nell'area italica. Possiamo quindi dire che il suo significato ultimo é: (esseredella stessa natura, identico, uniforme.

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