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lunedì 30 giugno 2014

A BUON INTENDITOR...

     
      Faccio seguito al mio precedente scritto - dal titolo "L'ERBA DEL VICINO ...", leggibile su questo stesso blog -  per proseguire nella (sufficiente, in questa sede: ma sempre con il necessario rigore storico) ricostruzione dei principali avvenimenti che videro contrapposti il legittimo Gran Maestro  della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi Accettati Massoni in uno al Sovrano Gr. Commendatore del Supremo Consiglio del RSAA per l'Italia - entrambi attivi nella Comunione di Piazza del Gesù, al  n° 47 dell'omonima Piazza romana - e un manipolo di sobillatori e ribelli che, alfine, diedero all'epoca operatività ad un nuova e diversa Comunità massonica:  "Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori Obbedienza di Piazza del Gesù", all'atto stabilita in 'Palazzo Vitelleschi' a Roma e il cui acronimo corrente è GLDI.    
       Qui di seguito, i principali avvenimenti dal 1962 al 1972:


4-2-1962  Giunte Esecutive tanto dell'Ordine che del Rito. La riunione è caratterizzata dall'annullamento delle dimissioni minacciate dal GM Ceccherini e dall'accertata irregolarità e quindi inefficacia delle pregresse delibere assunte, sia per vizi formali (due deleghe – di FFr. avversi a Ceccherini – erano state falsificate nella firma)  che – soprattutto – sostanziali, in quanto irregolari per irritualità e mancato rispetto delle norme. Discussione sulle minacciate dimissioni del GM Ceccherini: espresso annullamento della lettera da lui data al Gr. Segretario Angelone (lettera che risultava essere assolutamente ancora “sotto maglietto” e quindi “inattiva e inefficace, segreta e quindi come non esistente”. ||nota: su altro verbale, di specie identica a quelli non noti già indicati, è chiaramente indicato che il Gr. Segr. Angelone rilevò e fece subito rilevare al GM e ad altri tre testimoni tracce di effrazione alla serratura della propria scrivania e che quanto affidatogli da Ceccherini – riposto in un determinato modo – risultava essere stato quantomeno “toccato”. Successive, specifiche, ricognizioni sui documenti in  archivio, rivelarono che molti carteggi erano stati manomessi, documenti sottratti, elenchi copiati: tra questi quelli più riservati con le annotazioni di taluni FFr. "all'orecchio" del Gran Maestro ovvero "in pectore" del Sovrano|| Va peraltro sottolineato,  circa l'utilizzo di tale scritto, che  il GM Ceccherini mai aveva dato alcuna disposizione contraria: cioè, che dovesse essere attivata e quindi consegnata e pertanto produttiva di effetti anche giuridici; al riguardo i Verbali - tutti - ne fanno fede.
Si discute sul credito vantato dal GM. Presiede il Sovrano Riccardo Granata |presenti tra gli altri: Riccardo Granata, Giovanni Ghinazzi, Angelo Angelone, Alessandro Lagi, Vi* Mi*, Francesco Franzese; assenti tra gli altri Gino Domeneghini (delega Ghinazzi), Bru* Mo*. (delega Lagi)|. Si approva il verbale 14-1-1962 con postille a verbale dei FFr. Milone e Franzese. Ad inizio riunione il Fr. Franzese eccepisce il suo diritto alla carica di Luogotenente, anche se si pone in disparte al servizio della Comunione, accettando quanto verrà deliberato dalla maggioranza dei partecipanti. 
Viene precisato da Ghinazzi che il debito accumulato alla data é di circa 18 milioni ai quali si sommano altri 23 milioni di cui é creditore il Fr. Ceccherini che ha contratto il prestito per fronteggiare impegni economici certamente della Comunione; i FFr. Angelone e De Marco sono stati incaricati di chiedere maggiori chiarimenti al Fr. Ceccherini che ha inviato alla GE una sua Tavola dove mantiene la posizione assunta indicando le procedure indispensabili a regolarizzare ritualisticamente, amministrativamente e organizzativamente le stesse sue fin qui minacciate dimissioni (nota: qualora dovessero essere formalizzate), il passaggio di consegne e le nomine conseguenti già adottate ma non ratificate dalla Grande Assemblea. Circa i 43 milioni complessivi di debito (41+2 mio.: di cui una parte in effetti a firma di Ceccherini e firma fidejussoria del Fr. Picardi) il Fr. Ghinazzi tentò di muovere considerazioni critiche in ordine amministrativo, ma gli interventi di altri FFr. presenti ne ridimensionarono subito e risolutamente i toni. Soprattutto il Fr. Milone che non potè che confermare che aveva già ricevuto incarico dal GM Ceccherini di svolgere un'inchiesta sull'operato del precedente Gr. Tesoriere F*: inchiesta non potuta portare a termine per la sopravvenuta morte di questi. Anche il Fr. Milazzo conferma tale situazione essendo a conoscenza del caos amministrativo creato dai FFr. F* e Giu*. Il Fr. Milazzo afferma altresì di “...avere la sensazione che dei “filibustieri” abbiano abusato della fiducia di Ceccherini...”. A questo punto il Fr. Ghinazzi, presa nota della gravità della stato del Tesoro, afferma che vanno trovate delle soluzioni altrimenti si dimetterà “...anche da Luogotenente...” (nota: egli, nel parlare, dà per scontato che quanto fatto da lui, Granata e altri FFr. possa essere valido e definitivo; in questa fase, di fatto, non vuole assumersi alcun impegno o obbligo finanziario, neanche di garanzia, nei confronti del GM e sempre Luogotenente del Rito Fr. Ceccherini dando la netta e palese impressione di ambire soltanto a rimpiazzarlo).
Il Sovrano Granata, premesso che ha assunto la guida della Famiglia dal 14-1-1962 (ossia, da meno di un mese...), auspica che si possa trovare una soluzione con l'aiuto responsabile di tutti “...con spirito di fratellanza e comprensione...”. Ghinazzi alfine esplicita che tra lui e Ceccherini esiste uno “...stato di guerra...”, ma che la Famiglia ha la precedenza e si deve evitare di sfociare in atti irrimediabili; a queste parole si associa il Sovrano Granata che sostiene come “....prima di arrivare a una battaglia bisogna frapporre una transazione, per cui é necessario scrivergli (a Ceccherini)... per tentare di sanare gli attriti”. Il Fr. De Marco propone di inviare una Delegazione da Ceccherini nel tentativo di smussare le posizioni: ne fanno parte i FFr. Milone, Milazzo, Lagi. Le Giunte Es. sospendono i Lavori mentre la Delegazione va da Ceccherini. Di ritorno, Lagi e Milazzo informano la GE che Ceccherini ha dimostrato senso di responsabilità ed avrà piacere a parlare con Ghinazzi per trovare con lui il modo di perfezionare il tutto specie amministrativamente. Granata propone che Milazzo accompagni Ghinazzi da Ceccherini per le 10 dell'indomani. Dopo una sospensione la riunione riprende alle 16,30 (presenti: Granata, Ghinazzi, Azz*, Milazzo, Milone, De Marco e D'Al*; assenti giustificati: oltre quelli del mattino anche Lagi, Angelone, Franzese). Nella sua relazione su quanto fatto dal 14-1-1962 Ghinazzi (nonostante le forti difficoltà economiche della Famiglia!) non esita a sollecitare di sistemare altrove la sede del Governo Centrale “...per plausibili ragioni inerenti alla riorganizzazione della Famiglia e che comporta un taglio netto col passato per dare a tanti Fratelli nuova fiducia nell'Istituzione”. La proposta non trova il consenso, tra gli altri, di De Marco poiché si andrebbe evidentemente incontro ad altri costi: meglio rimanere per ora in Via dei Mille (nota: contratto di affitto intestato a Ceccherini, canoni locativi di fatto a suo carico). Il Sovrano Granata e la GE fanno loro la proposta: per ora si resta a Via dei Mille. Il Fr. Ghinazzi informa che ha quasi completato la modifica degli Statuti Generali del Supremo Consiglio e che gli stessi saranno pronti tra una ventina di giorni; per gli Statuti Gen. dell'Ordine si continueranno ad usare i vecchi modificandoli “...quando ci si trovi davanti a dizioni inerenti alle Scozzesismo, ricordando che i primi tre gradi e le Logge fanno parte dell'A.L.A.M.”. Il Fr. Ghinazzi informa che intende procedere a revisione degli incarichi incarichi nelle Regioni e delle cariche nel SC, d'intesa con il Sovrano Granata; vorrebbe poi dar vita a Camere Tecniche per professioni. Si rammenta che alla data, le dimissioni di Ceccherini non risultano né perfezionate, né formalmente pervenute, né ratificate, né si é dato luogo ad alcun passaggio di consegne anche per la mancanza di volontà certe, esplicite e formali circa il credito vantato dal Fr. Ceccherini per gli impegni finanziari da lui presi nell'interesse della Famiglia. Ma i frondisti proseguono nella loro attività, certi di potersi affermare.
E' ora il momento in cui il GM Ceccherini, in possesso di prove schiaccianti, di testimonianze scritte dettagliate e concomitanti, deposta ogni dovuta cautela e accantonato ogni riserbo, denuncia a chiare note e formalmente il complotto per rovesciare la Gran Maestranza (nota: gli altri verbali “riservati” recano indicazioni più che dettagliate fornite dal GM Ceccherini, in uno alle testimonianze scritte raccolte, che elenca e mette a nudo i soggetti implicati al pari del diretto fiancheggiamento e coinvolgimento soprattutto finanziario – in quel momento - di un gruppo massonico estero, che consigliava e sosteneva – allora segretamente, anche se detta segretezza non durò molto: grazie alle informazioni rese disponibili dai FFr. americani e inglesi - i congiurati).
A seguito dell'incontro avuto con il Fr. Ghinazzi alla presenza del Fr. Milazzo, Ceccherini – in possesso di informazioni riservate, plurime, dettagliate e incontestabili sulle altrui mosse ribelli ed eversive - affrontò senza mezze misure Ghinazzi contestandogli le forti e insanabili irregolarità statutarie e rituali commesse proprio dalla GE dietro ispirazione di questi e di Granata. Contestò in modo dettagliato e incontestabile anche l'operato dello Sovrano Granata e di altri FFr., fece prendere atto a tutta la GE – ovviamente, si tratta di verbalizzazioni distinti: una per l'Ordine e l'altra per il Rito, in seduta di GE - e allo stesso Granata della insanabile irregolarità del loro operato, fu contestato e chiarito apertis verbis che nessuna nomina effettuata dal 14.11.1961 era regolare e quindi valida specie sotto il profilo delle norme rituali, della Costituzione e degli Statuti Generali in essere tanto nell'Ordine che nel Rito, prima tra tutte quella di Ghinazzi a GM interinale e Luogotenente interinale, e dichiarò nuovamente e questa volta formalmente revocate le proprie minacciate dimissioni (si ricorda: mai rese ufficiali, mai accettate e mai ratificate come tali a norma di Statuti Generali e di Costituzione, nel contesto della Gran Loggia: l'unica competente alfine a riceverle) ricordando che egli aveva e manteneva appieno e senza soluzione di continuità i propri poteri. Azione – questa - subito dopo riconosciuta come rata e valida, e quindi affatto contestata e sottoscritta dagli stessi membri della GE dell'Ordine e del Rito. Eccetto i FFr. Granata e Ghinazzi che chiesero di interpellare le Logge: azione che voleva essere provocatoria e che esprimeva il convincimento che la tentata sedizione potesse positivamente evolversi in quella sede. Il GM Ceccherini non si sentì minimamente minacciato e prese estremamente sul serio tale richiesta al punto da attuarla senza indugio e convocando la GL per il 21-6-1962. Il GM Ceccherini non aveva paura né si sottrasse alla giurisdizione sovrana della Gran Loggia: l'unica in grado di legiferare circa materie come questa era, quale Supremo Tribunale e Gran Giurì d'Onore.
4-5-1962 I FFr. Domeneghini e Ghinazzi – individuati con altri come autori nono solo di atti di ribellione ma a capo di un vero e proprio complotto per destabilizzare la Famiglia e per assumerne con ogni mezzo il controllo – al termine di un regolare processo successivo alla notifica di due Tavole d'Accusa corredate da più testimonianze scritte e verbali, vengono espulsi tanto dall'Ordine che dal Rito di Piazza del Gesù. Al Sovrano Granata viene lasciata la possibilità di dimettersi da ogni carica e incarico. I provvedimenti vengono ratificati agli interessati a mezzo idonei decreti (firmati e controfirmati) inviati a mezzo posta. Il Gran Maestro Ceccherini e tutti coloro rimasti a lui fedeli non perdono la disponibilità ed il possesso della Sede, del titolo, degli Archivi, del Tesoro Centrale. Da notare che il GM Ceccherini fu costretto ad avvalersi della legge (quale titolare del contratto di affitto, con la richiesta presenza della Polizia) per poter rientrare in possesso dei locali di cui “improvvisamente” quanto illecitamente gli autori del complotto (che avevano dapprima tentato furbescamente di farsi rilasciare un nuovo contratto di locazione a loro nome dai proprietari dell'immobile, esibendo i verbali del 14-11-1961 e 14-1-1962, decontestualizzati dei contenuti comunque loro sfavorevoli) vistisi ormai allo scoperto fecero sostituire le serrature d'accesso: così tentando il tutto per tutto.
26-5-1962 Con una lettera “raccomandata” da Bologna, Ghinazzi tenta in extremis di non essere allontanato per le gravi colpe ascrittegli, giocando sugli equivoci e affidandosi alla Grande Assemblea quale Supremo Tribunale e Gran Giurì. 
Spera, inutilmente, in un colpo di mano di suoi presunti sostenitori alla GL di Piazza del Gesù del 21-6-1962, così da rovesciare la Gran Maestranza in carica – ossia il GM Ceccherini - e prendere le redini di Piazza del Gesù.
21-6-1962 Riunione della Gran Loggia convocata dal GM Tito Ceccherini, con all'OdG – come d'uso - le dimissioni del Gran Maestro, le elezioni del GM e dei Grandi Dignitari e Ufficiali. Ghinazzi ||cui non era stata rifiutata dal GM Ceccherini la possibilità di presenziare al giudizio dell'Assemblea, per essere eventualmente sentito|| invita il GM Onorario Vincenzo Francia a presiedere la Grande Assemblea. Presenti ospiti d'onore italiani e stranieri e una delegazione della Massoneria Uni* d'Italia (FFr. Maic* – Gran Maestro della Massoneria Uni* d'Italia -, con la propria Corte d'Onore composta dai FFr. Minu*, Gioc*, Gas*). Il Fr. Franzese, su invito del GM Onorario Fr. Francia, ringrazia tutti per la presenza, e in particolare il GM On. Fr. Francia e il GM in carica Ceccherini – che si presenta dimissionario alla Gr. Assemblea. Il GM Ceccherini si scusa con i partecipanti alla Gran Loggia poiché sono venuti a sapere in ritardo della questione delle sue c.d. “dimissioni”: onere cui avrebbe dovuto assolvere la famosa GE del 14-1-1962 in esecuzioni delle disp. Statutarie. Invece si é scoperta l'avvenuta costituzione di “..una nuova associazione di Piazza del Gesù” (nota: un fatto gravissimo che testimonia la premeditazione, l'accuratezza, la complessità e la stratificazione del complotto sgominato!).
Il GM Ceccherini fa espresso e preciso riferimento alla lettera "riservata" del 14-11-1961 per mezzo della quale, con assoluta riservatezza e “sotto maglietto”, anticipava alla Gran Segreteria le sue ventilate dimissioni. Il GM Ceccherini precisa poi alla Gr. Assemblea che questa lettera scritta riservatamente alla Gran Segreteria “...non doveva di conseguenza avere nessun seguito” salvo sue espresse, palesi e  formali disposizioni di segno opposto e contrario. Ciò é dimostrato dal fatto che nella riunione di GE del 14-1-1-962 (che era sta preceduta da una riunione informale di alcuni membri della stessa GE all'albergo Continentale) “...egli minacciò le sue dimissioni e non certo la messa in sonno, affermando di rimanere vice Presidente della Federazione Massonica Europea”. Invece la GE – con il palese supporto del Sovrano Granata, che avallò interessatamente l'asserita regolarità del tutto, e di pochi altri – volle nominare direttamente e subito un nuovo facente funzioni del Gran Maestro, ad interim per sei mesi, in persona del Ghinazzi. Il tentativo di prendere in mano Piazza del Gesù vide persino l'invio da parte dei ribelli di documenti ufficiali - ma falsificati nei contenuti - per informare le Logge della messa in sonno (provatamente, mai avvenuta) di Ceccherini; circolare che, venne accertato subito dopo, venne fatta trapelare illecitamente persino all'esterno. Si voleva così mettere il GM Ceccherini di fronte al fatto compiuto. Prima di passare alle elezioni del nuovo GM, il Fr. Franzese vuole confermare a verbale di aver partecipato in buona fede a quelle decisioni di GE ma che “...ignorava il complotto ordito da alcuni componenti della Giunta; e quando il Fr. Ceccherini comunicò le sue dimissioni, approvò la elezione a GM (nota: ad interim) del Fr. Ghinazzi per la durata di sei mesi, per quanto non fosse convinto della ritualità della elezione presa solamente per far vivere la Famiglia...(era)...venuto poi a conoscenza che Fratelli bruciati dal Ghinazzi, contro ogni norma statutaria, non erano stati né informati di una qualche accusa mossa a loro carico né invitati a giustificare il loro comportamento”.  
Franzese termina il suo intervento assicurando il suo appoggio all'unione e non alla scissione ||nota: da altro verbale si rileva che il Fr. Franzese era firmatario di una delle dettagliate Tavole d'Accusa contestanti al Ghinazzi ed ai suoi complici l'accusa di alto tradimento, falso documentale, sobillazione alla ribellione, false accuse, ecc. |. Prende anche la parola il Fr. Rav* che stigmatizza l'azione compiuta da Ghinazzi nel comunicare addirittura al Sig. Terenzio Lo Martire (estraneo alla Famiglia) “...i decreti (nota: irregolari, irrituali e illeciti: fumosi e basati su un castello di menzogne) di bruciatura ...”; Rav* chiede una punizione esemplare anche perché il Lo Martire ha pubblicato detti nominativi sulla sua rivista, e quindi l'azione del Ghinazzi é “...un'azione profondamente irregolare, illecita e antimassonica di grande nocumento per la Famiglia”: conclude auspicando che la Gr. Assemblea “...rigetti le dimissioni del GM Ceccherini” (nota: si ricorda che Ceccherini si presentò alla GL dichiarandosi, in apertura dei lavori, dimissionario). Interviene anche il Fr. Min* che sottolinea come i commi 2-3 e art. 6 degli Statuti puniscano severamente la “calunnia diretta a diffamare”, e chiede quindi l'applicazione di una pena adeguata. Interviene il Fr. Butt* per affermare che non si tratta di uno scisma ma di “...un gruppo che se ne va perché non può stare con noi. Il Gran Maestro (Ceccherini) era a conoscenza che qualche cosa non andava bene e doveva quindi salvare la Famiglia e difendere la sua onorabilità...(.)...ha consegnato una determinata lettera (che doveva rimanere segreta e inefficace, improduttiva di qualsivoglia effetto) ma si é verificato il fatto che essa é uscita dal cassetto... (a causa della constatata avvenuta effrazione ad opera di “ignoti” accertata – in presenza di testimoni – e denunciata dalla G.Segreteria)”.
Malgrado tutte queste dichiarazioni a lui favorevoli e le schiaccianti prove accumulate a catrido dei traditori, con atto di estrema e dignitosa coerenza, spirito di servizio e alto senso dell'onore Ceccherini – che si presenta come GM uscente e dimissionario - chiede alla Gr. Assemblea di votare in ogni caso: il GM Onorario Fr. Francia pone specificamente ai voti le dimissioni di Ceccherini da GM e la Gr. Assemblea le rigetta all'unanimità.
Ceccherini vuole che in ogni caso la Gr. Assemblea proceda a nuove votazioni per il rinnovo delle Dignità, come da OdG di cui alla convocazione a sua firma.
Si passa alle votazioni per il nuovo GM. La terna dei maggiori votati é costituita nell'ordine da Tito Ceccherini (61 voti), F. Franzese (51), Carlo Butt* (37).
Al ballottaggio a scrutinio segreto viene eletto GM il Fr. Tito Ceccherini e la Gr. Assemblea ne accoglie la nomina con fragorosi applausi. GM Aggiunto viene nominato il Fr. Franzese mentre a GM Aggiunto per i rapporti con l'estero viene nominato il Fr. Emanuel P. Gnie*.
La Gr. Assemblea conferma a Gr. Segretario il Fr. Angelone, a Gr. Tesoriere il Fr. De Ma. e a Gr. Elemosiniere il Fr. It* Le*, Gr. Oratore viene nominato il Fr. Ca* Bu*.
Il neo-eletto Ceccherini ringrazia e informa che il GM della Massoneria Un* Fr. Do* Ma* “...lo invita a prendere in esame una eventuale unione” nominando già una Commissione.
La Commissione di Piazza del Gesù sarà composta dai FFr. Franzese, Angelone, An* Gu*, It* Le*, Sa* Mi*.
Il GM Ceccherini esaurisce il suo intervento “...augurandosi che la unione avvenga, sperando che ciò possa verificarsi anche presso Palazzo Giustiniani”; pone quindi ai voti della Gr. Assemblea la prosecuzione o meno delle trattative. La Gr. Assemblea approva la proposta del GM “...all'unanimità meno uno”.
Il GM Onorario Francia, gli Alti Dignitari Angelone, Le*, De Marco, Piacentini, Picardi, la stragrande maggioranza delle Logge, restano tutti saldamente al fianco del GM Ceccherini.
Da rilevare come il GM Ceccherini rimase in carica non solo quale GM della Ser. Gran Loggia Naz. ma anche quale vice-Presidente della Federazione Massonica Europea (organizzazione a sua volta fondante il CLIPSAS: che quindi, è struttura che non origina da una qualche volontà altrui, tantomeno del Ghinazzi).
E' evidente che nessun provvedimento opposto e contrario alla espulsione di Ghinazzi e altri fu assunto dalla Gran Loggia ||nota: sempre dalla lettura di altri verbali è agevole, invece, prendere visione di contenuti molto più forti, a questo specifico riguardo, senza l'uso di un linguaggio diplomatico consono alle verbalizzazioni ufficiali||.
24-6-1962 Il Ghinazzi, ormai cessato da ogni carica e/o incarico tanto del Rito che dell'Ordine in quanto allontanato dalla regolare Piazza del Gesù, e non riuscendo in alcun modo a venire a capo legittimamente del “golpe bianco” da lui di fatto ordito ovvero sostenuto, organizza una diversa e separata Gr. Assemblea del nuovo gruppo da lui capeggiato ||é il caso di ricordare: costituì la nuova associazione mentre era ancora Alto Dignitario nella Ser. Gr. Loggia Nazionale di Piazza del Gesù!||, venendo eletto all'unanimità a GM (di questa nuova e diversa associazione). Concepì subito dopo anche un nuovo Rito, tutto suo. Già da questa data, Ghinazzi – eletto con soli 2 voti contrari a GM del nuovo gruppo da lui costituito -, mette in opera il proprio progetto : grazie ai poteri di GM (Ordine) fece passare l'antitradizionale e irrituale delibera di unificare la Piramide inglobando l'Ordine nel Rito |di fatto, creò un organismo del tutto autoreferenziale| con la nomina di se stesso a Sovrano e Gran Maestro |gli osservatori italiani e stranieri si posero fin da subito il problema: irregolarità e irritualità erano più che evidenti e ineludibili. Come può avvenire una cosa simile in assenza di un Supremo Consiglio – munito di regolari patenti e dei relativi poteri – che, costituito “miracolosamente” dall'oggi al domani - possa lecitamente e ritualmente deliberare? Possono delle Logge riunite in GL (Ordine) eleggere “anche” il Sovrano (Rito)?|. Per molti mesi – in possesso di nomi, elenchi e riferimenti disponibili a Piazza del Gesù 47 e “stranamente” in possesso di mani terze ed estranee alla Comunione - si continuarono a corteggiare le Logge di questa fomentandone l'allontanamento: ma senza risultati concreti.
1963 Nuovo Contratto per la sede tornata a Piazza del Gesù 47, con locali riservati tanto all'Ordine che al Rito.
17-11-1963 Il Gran Maestro Ceccherini pronuncia un brillante intervento al Teatro delle Arti di Roma, di fronte ad una folta platea.
1964 Muore, ormai lontano e assolutamente esterno ed estraneo alla regolare e unica "Comunione di Piazza del Gesù", in quanto a suo tempo invitato a dimettersi (per non essere condannato, con disonore), Riccardo Granata.
13-6-1964 Costituzione di un'Associazione Civile Democratica da parte di Ceccherini, Pighetti, Picardi, Messeri, Palaja, Letizia: sede a Piazza del Gesù 47. Essa riepiloga, riafferma e tesaurizza - ovviamente, senza alcuna soluzione di continuità tra passato e presente, e sostanzialmente in chiave futura - tutto il patrimonio storico della Famiglia di Piazza del Gesù.
29-1-1965 Il Sovrano Piacentini – nell'interesse della Comunione di Piazza del Gesù – ingiunge a Ghinazzi il cambio della denominazione della nuova associazione da lui creata, così da non creare confusione.
18-6-1967 Tribunale di Roma, trattazione dell'Atto legale n°18481 di intimazione/diffida e messa in mora a carico del Ghinazzi, responsabile di proseguire nell'uso improprio delle denominazioni "Comunione di Piazza del Gesù", "Serenissima" e "Antichi Liberi Accettati Massoni".  Da allora, e sulla base di un dispositivo giudiziario, l'associazione massonica costituita da Ghinazzi e suoi fu obbligata a prendere  definitivamente il titolo distintivo attualmente in vigore (Gran Loggia d'Italia degli Antichi   Liberi Accettati Muratori Obbedienza di Piazza del Gesù), somigliante più foneticamente che sostanzialmente alla Comunione di Piazza del Gesù ed ai suoi organi dell'Ordine e del Rito.  Ovviamente: nessuna continuità di causa o effetto con la precedente associazione - Comunione di Piazza del Gesù - venne riconosciuta in alcuna sede giudiziaria né tantomeno extra-giudiziaria al nuovo contesto ghinazziano, né alcun nesso di causa-effetto venne mai riconosciuto o stabilito come esistente ovvero solo ipoteticamente esistente, tanto a livello storico che documentale. La nuova associazione creata dal Ghinazzi era e rimase nuova e diversa rispetto alla legittima Comunione di Piazza del Gesù nonché rispetto alla sua Storia di prima, di ieri ma anche di oggi della stessa. Al punto - in sintesi - che al Ghinazzi venne anche espressamente vietato di adoperare l'appellativo distintivo "Serenissima" (e "derivati", potremmo ben commentare oggi) che restava nella legittima, peculiare e unica disponibilità della "Comunione di Piazza del Gesù"  rappresentata da Tito Ceccherini.   Vale la pena - per dovere di cronaca, specie per gli immemori - di ricordare qui che tutti i riconoscimenti internazionali di cui la Comunione di Piazza del Gesù godeva prima di codesta “questione”, restarono assolutamente invariati anche dopo.
31-3-1968 Durate una sua allocuzione alla Gr. Assemblea del proprio gruppo, Ghinazzi attiva (o “riattiva” come da molti erroneamente sostenuto, con riferimento al 1947) le “camere professionali” (comma 1 – La nostra operatività: “...divisammo di dar vita a quelle Camere Professionali...”). A Piazza del Gesù 47, simile tipo di strutture – votate al mercantile - non solo non venne praticato ma fu sempre considerato assolutamente profano e legato a finalità di mero interesse, assolutamente al di fuori delle norme, della ritualità e degli ideali della Massoneria.
31-8-1969 La Giunta Esecutiva dell'Ordine approva il testo delle nuove norme che regolano la nomina del Gran Maestro e che saranno portate alla prima Tornata utile di GL.
19/20-9-1970 il GM Augusto Picardi presiede la GL per l'esame della nuove norme elettorali a modifica della vigente Costituzione. Il 20 Settembre viene eletto Gran Maestro.
20-9-1970 Una Delegazione guidata dal GM Picardi porta, come ogni anno, una corona commemorativa sulle mura ove era stata aperta la “breccia” di Porta Pia.
24-6-1971 A firma del Gran Maestro Tito Ceccherini (in esecuzione di idonee delibere del Supremo Consiglio e della Gr. Loggia Naz.le) viene costituito formalmente “...il “Grande Oriente d'Italia” sedente in Roma a Piazza del Gesù 47...(.)...che è la Comunione delle Associazioni ed Ordini Iniziatici, esoterici ed illuministici operanti in Italia, che ad Esso abbia aderito”. Al “Grande Oriente d'Italia” è stata data nel 2005 nuova forza e vigore, con il medesimo testo normativo.
1972 Muore improvvisamente a Roma il GM Tito Ceccherini. Nota bene: la Ser.ma non aveva ancora potuto saldare il suo credito, ma solo estinguerne una minima parte. Gli obblighi furono fatti propri dalla G. Maestranza che a lui successe. Onoranze funebri discrete, tra Via dei Mille e Piazza Indipendenza – a Roma -, con circa 300 persone presenti (nonostante il desiderio diverso dello Scomparso): tra questi, innumerevoli politici, uomini d'affari, alti prelati, rappresentanti diplomatici e della Forze Armate. Tutti rigorosamente in abito scuro e cravatta nera. Indossarono brevemente i guanti bianchi nella fase dell'ultimo saluto al feretro, in una delicata, sommessa, commossa, triplice batteria nel silenzio generale. Gran Maestro ad interim, fino alla Gran Loggia, fu designato il Fr. Carlo Stievano.
3-1972 La Rivista Massonica, con corredo di dati provenienti dagli Archivi dei Conventi Mondiali, pubblica fatti storici parzialmente coperti dal riserbo e attestanti i passi e la validità del nostro Supremo Consiglio, dei rapporti con Palazzo Giustiniani, delle unificazioni e/o riunificazioni tentate e/o operate: fin dal 1805.
29-4-1972 Il Fr. Augusto Picardi viene eletto Sovrano Gr. Comm. del Supremo Consiglio del R.S.A.A., subentrando al compianto Sovrano Tito Ceccherini. Importanti incarichi vennero conferiti ai FFr. Francesco Bellantonio, Gio* Pala*, Ca* Sti*, Vince* Paris*, Vince* Mar*, Ita* Let*, Carlo Stievano, Ottavio Trigo*, Franc* de Cor*, Dona* Vig*, A* Cas*.
28-5-1972 GL della Ser.ma Gr. Loggia Nazionale A.L.A.M. Con voto unanime di tutti i Venerabili, l'Ill. Fr. Francesco Bellantonio è nominato Gran Maestro, subentrando al GM interinale Fr. Carlo Stievano. Ecco le altre nomine: Gr. Maestro Agg. Ang*. Cio*, I° Gr. Sorv. Lo* La*, II° Gr. Sorv. Ce* Bi*, Gr. Oratore Gi* Br*, Gr. Segretario Gi* Bar*, Gr. Guardasigilli Gi* Be*, Gr. Tesoriere Vince* Paris*, I° Gr. Arch. Revisore Vince* Mar*, ecc.
Importanti incarichi a latere furono conferiti tra gli altri a Ita* Let*, Carlo Stievano, Ott* Tri*, Franc* de Cor*, Don*Vig*, A*Cas*.
Viene riconfermato il contenuto del Protocollo di Relazioni tra l'Ordine ed il Rito della "Comunione di Piazza del Gesù", che ribadisce - oltre alla rispettiva sovranità e autonomia  - la non ingerenza dell'uno Corpo negli affari dell'altro pur nella complementarietà degli obiettivi comuni individuati in capo alla Comunione. La Ser.ma Gran Loggia Nazionale avrebbe continuato a costituire il regolare ed unico Corpo simbolico da cui il Rito traeva i propri aderenti, riconoscendo altresì in detto Supremo Consiglio l'unico Corpo Scozzese regolare cui indirizzare i FFr. dell'Ordine. Da parte sua, il SC confermava - impegnandosi - che solo l'Ordine AALLAAMM della Ser.ma Gran Loggia Naz.le Italiana avrebbe concorso alla regolare costituzione della rituale Piramide Scozzese.  E' evidente che Ordine e Rito operavano senza creare commistione/confusione tra i due Alti Corpi rituali, così proseguendo nel mantenersi in linea con i deliberata dei Conventi Mondiali.
 

        Sono sicuro che tutto ciò che è stato complessivamente indicato mette definitivamente a tacere le inesattezze che continuano non solo a circolare da tempo anche sul web - così creando disinformazione, quando non falsa informazione -: in generale, potrebbe sembrare anzi che certe "pseudo-notizie" ovvero "pseudo-verità" possano venir fatte circolare a bella posta, nel tentativo di sostenere indebiti, inopportuni,  indimostrati, impropri e persino illeciti  collegamenti con episodi, fatti, personaggi e circostanze della Storia reale con soggetti che - con detta Storia - non hanno parte alcuna.   Né diretta né indiretta.  
        Proprio a questo specifico proposito - ossia, reali e autentici collegamenti con episodi, fatti, personaggi e circostanze della Storia reale - e con il fine di non rendere eccessiva questa seconda parte, rimando al 15 Luglio p.v., la lettura di una successiva terza parte i cui contenuti, molti dei quali inediti, agevoleranno ancor di più e meglio una corretta e univoca valutazione del già citato Comunicato della GLDI.
 
Roma, 30 Giugno 2014                                     Giuseppe Bellantonio 

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martedì 24 giugno 2014

L'ERBA DEL VICINO...

 
 
     Leggendo su Internet nel cumulo di notizie più o meno genuine, più o meno false, più o meno attendibili, più o meno serie, concernenti bene o male il tema "massoneria", mi sono imbattuto in una notizia apparentemente dal sapore auto-apologetico ma che, da quanto hanno considerato taluni, può avere anche un forte "retrogusto" di tipo pubblicitario.  Ultima considerazione, quella del "retrogusto", che non mi appartiene e che, tutto sommato, poco a me interessa: ognuno - purchè nel recinto di casa sua - è libero di raccontare e raccontarsi ciò che più gli possa far piacere.
     Diverso è quando le notizie sono pubbliche o rese di pubblico dominio con dichiarazioni ufficiali, anche a mezzo stampa o con l'ausilio di qualsivoglia similare mezzo di informazione, anche digitale.
     Se non dispiace ai Lettori - i più studiosi della materia, cui dedico questa ricostruzione "strettamente storica e documentata" valida anche e soprattutto a "futura memoria" - comincio dalla ricostruzione cronologica dei fatti all'origine, per opera di Giovanni Ghinazzi e di un gruppo di soggetti a lui vicini, della nascita nei primi anni del 1960 - e non prima; che so, nel 1955, o 1950, o 1945, o 1930, o 1915, o 1908, o 1870, o qualsivoglia altra data ugualmente "antica e solenne"- della "Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori Obbedienza di Piazza del Gesù", all'atto stabilita in 'Palazzo Vitelleschi' a Roma e il cui acronimo corrente è GLDI
    Un soggetto comunque giuridicamente, storicamente, ritualisticamente (sotto il profilo prettamente massonico),   nuovo e diverso che avviò ex-novo dagli anni '60 la propria attività senza avere alcun legame, di qualsivoglia tipo, con quella regolare Comunione di Piazza del Gesù (con Sede in Piazza del Gesù, 47) in cui - in ogni caso, e nessuno intende negarlo: anche perché del tutto ininfluente nello specifico contestato - per diverso tempo tanto il Ghinazzi che taluni dei suoi sodali di allora pur vi operarono in qualità di iscritti: contesto dal quale in quella fase di dissidio/ribellione/sobillazione alcuni furono espulsi, altri se ne allontanarono volontariamente (anche per salvare quell'onorabilità personale che, all'epoca, era ancora un valore rilevante), altri vennero radiati e con motivazioni talmente gravi che qui - per pudore - si evita di indicare.  
     Dalla lettura, se ne ricaverà la certezza che alcune dichiarazioni da parte della GLDI rese nel contesto del Comunicato a data 5 Giugno 2014 nel quale si evidenziava - ma anche "enfatizzava" - il "Ritrovamento di importanti documenti" in Turchia (nello specifico, un documento a data 24 Giugno 1910, certamente di valore storico-documentale, ma consistente in una banale convocazione di Supremo Consiglio a firma del Sovrano Saverio Fera): dichiarazioni/comunicazioni/informazioni però che, prescindendo qui e ora da altre considerazioni, sono comunque tese a determinare una sequenzialità e una consequenzialità di comodo e storicamente pseudo-attendibile tra documento- personaggio Saverio Fera-Supremo Consiglio guidato dal Fera-possibile legame tra tali eventi dell'epoca e chi tale Comunicato ha ora pur stilato e rilasciato. 
      Purtroppo con tutte le conseguenza del tipico "effetto cascata" che si ha sulla Rete, dove la notizia non solo è stata ripresa ma ha subito costituito elemento di "aggiornamento" nelle voci che evidenziano il particolare contesto, anche nelle home page, andando così a determinare un "ritorno di immagine" improprio e il sostegno di combinazioni storiche inesistenti ovvero non autentiche; così aggiungendo errori ad altre inesattezze o errori pregressi.
       Una sorta di "millefoglie" perverso, cui - purtroppo - il web ci ha in un certo senso abituati, indipendentemente da chi possa essere il gestore, ma che induce in errore chi si abbeveri esclusivamente a tale fonte, disdegnando il rigore della ricerca e dell'analisi.  Continuo a dire: la rete è ottima, a condizione che già - di un argomento - se ne sappia abbastanza: la consultazione, la ricerca, l'approfondimento, lo studio, possono così dare ausilio senza andare a sostituirsi alla "costruzione" di un'idea o di un pensiero. 
      Nel particolare, il richiamarsi a una discendenza diretta e/o ininterrotta, ad esempio con Saverio Fera ed il suo Supremo Consiglio, è per il sodalizio estensore del Comunicato in questione - calendario alla mano - improponibile anche se affascinante al pari di un fantasma blasonato che possa evocarsi per dare un qualche lustro al proprio lignaggio.  
      Se però c'è chi non potesse resistere a questa tentazione di dirsi figlio/discendente diretto di Saverio Fera o altri, ebbene sì: lasciamolo alfine cullarsi in questa sua vera e propria fissazione; sarebbe, ma solo in questo caso, una "discendenza" innocua e autentica quanto il sostenere che tutti enfaticamente quanto idealmente potremmo definirci figli/discendenti di Adamo ed Eva. 
     Tutti figli, dunque, di Adamo ed Eva!   
     Tutti figli, dunque, della genitura massonica di Saverio Fera...!
     Come sottolineare e sostenere, contro ogni palese evidenza, la bontà... dei cavoli per una gustosa merenda!
       La mia sorpresa continua ad essere una: da anni assisto ad una saga del copia-incolla dove tutti si vantano di questa o quella legittimità, di questa o quella continuità in senso storico, di questo o quell'altro personaggio di grande levatura appartenuto al loro sodalizio...  Da anni assisto all'insensato depredamento di valori cartaceo-documentali, sottratti illecitamente da archivi, attraverso i quali taluno - nato "oggi", di punto in bianco - si cinge il capo di una qualche corona, si pone un mantello sulle spalle, autoproclamandosi reuccio di un qualcosina e - soprattutto - erede "legittimo" di un qualcosa circa cui, in realtà, non ha alcun collegamento reale, diretto,  specifico, sostenibile con prove degne di tale nome piuttosto che non con qualche pezzetto di carta - sporadico e decontestualizzato - che possa aiutare a sostenere che gli asini volano, hanno il manto viola  à pois verdi e gialli e si alimentano di carrube prese con una specie di proboscide lunga tre metri!
      Tutta roba posta in essere da abili mestieranti - absit iniuria verbis: mi riferisco ovviamente in generale e quindi in modo aspecifico - e da loro sodali che di Massoneria poco sanno, poco comprendono, poco e niente praticano, preferendo e continuando a preferire  un dannoso e pernicioso fai-da-te scegliendo quindi una strada che è adatta a "conventicole" e "camarille"  di sott'ordine - così come sosteneva energicamente quel Fr. Aldo Vitali di cui nella GLDI dovrebbero aver forte e documentato ricordo e testimonianza -: nient'altro che "botteghe" che con la vera Massoneria nulla hanno a che spartire, né hanno da spartire alcunché con Tradizioni o Origini, o quant'altro di esotericamente e simbolicamente nobile e concreto è correlato e correlabile ad una storia in realtà millenaria, piuttosto che non "fresca" di qualche centinaio di anni.
      In realtà non riesco proprio a comprendere perché una Famiglia massonica di rilievo e consistenza, qual'è ormai da tempo quella della GLDI, debba essere tentata da temerari esercizi di riconducibilità storico-documentale anche nei confronti di personaggi che ad essa comunque mai sono appartenuti; quasi che taluno fosse irrimediabilmente attratto dallo splendore di un prato non proprio, ma solo nei pressi del suo, di cui sente l'insopprimibile bisogno di calpestarne l'erba.
       Nel pubblicare la prima parte del mio intervento, proprio dal titolo "L'ERBA DEL VICINO...", cui seguirà a breve quella "A BUON INTENDITOR..." cercherò di sfatare un altro "mito", ovverosia di ricondurre in un giusto alveo quella questione "femminile" nei riguardi della quale sono in molti ad offrire considerazioni, valutazioni e interpretazioni: me compreso.
        Fin dal 15 Maggio 1864 il Gran Maestro Giuseppe Garibaldi - di cui due figli operarono a lungo nella Comunione di Piazza del Gesù (per intenderci, quella con sede in Piazza del Gesù, 47), assumendo anche funzioni di grande rilievo: tanto nell'Ordine come nel Rito - informava della volontà, nella sua qualità e autorità magistrale, di creare Logge composte da Sorelle
        E' questo un dato di fatto; veniva fin da allora apertamente riconosciuta alle Sorelle munite di regolare iniziazione ritualistico-simbolico-esoterica, una pari opportunità di poter accedere, così installandole e frequentandole, a delle Logge, operandovi con la medesima dignità dei loro Fratelli.
        Garibaldi, che aveva preso contatto con molte realtà sociali e iniziatiche in diverse parti del Mondo, aveva già notato che - in più Nazioni - la donna era presente in Massoneria, spesso ricoprendo ruoli rilevanti e sostanziali.
       Una questione, questa, via via ripresa negli anni e comunque "contagiata" da ciò che avveniva a tal proposito in altre Nazioni, come negli USA e, in primis, in Francia.
        Proprio sotto il maglietto di Tito Ceccherini - su impulso, autorizzazione e controllo ritualistico di USA e Inghilterra: Nazioni leader nella Massoneria dell'epoca, mentre con certi gruppi in Francia vi era una certa qual tiepidezza (certamente influenzata dagli sforzi che, nel dopoguerra, vedevano "sgomitare" per accaparrarsi legami che facilitassero progetti non solo commerciali e finanziari, ma anche di tipo socio-politico)  -  erano state palesemente avviate, a titolo "sperimentale" due Logge femminili, con lo scopo di dare sostegno e vita ad una realtà massonica (non "paramassonica") femminile autonoma, da  indirizzare all'ottenimento da parte estera di una serie di importanti riconoscimenti, utili al consolidamento ed alla crescita della Massoneria Femminile in Italia.
        Per una serie di motivi, questa c.d. "sperimentazione" - pur se impostata in modo valido e congruo con le finalità prefissate, ebbe poi a rallentare e quindi ad esaurirsi., anche a causa di certe difficoltà che non mancavano nel contesto della muratoria nazionale.
        Fu poi nel 1974 che il GM Francesco Bellantonio, di fatto erede operativo  del prestigioso maglietto del GM Tito Ceccherini, riprendendo il preesistente progetto e dopo essersi nuovamente consultato a livello internazionale, ispirò la costituzione di un nucleo di Sorelle che - nel corso di una particolarissima cerimonia che adottava un antichissimo e sconosciuto, specie in Italia, rituale di segno egizio - in quella particolarissima fase, contrassegnata da un fenomeno celeste che frapponeva il Sole sull'asse Terra-Luna, ricevettero volutamente solenne iniziazione nella fase di un ciclo Solare anziché in quella di un ciclo Lunare.
       Una peculiarità simbolico-esoterica di forte significato storico, unica nel suo genere ed effettuata a margine di una Gran Loggia cui parteciparono - affatto sconcertati o contrariati - i rappresentanti ufficiali di una dozzina di Delegazioni estere di grande ed eccellente rilievo -, che consentì tutta una serie di successivi sviluppi e iniziazioni femminili - comunque di segno 'solare' -, dai quali ebbe origine la "Gran Loggia Femminile Italiana osservante gli Statuti Generali degli Antichi, Liberi, Accettati Massoni della Comunione di Piazza del Gesù".   
      Una regolare Gran Loggia tutta al femminile - che escludeva quindi il soggetto maschile dai propri lavori - operante secondo le norme massoniche in uso, che prevedeva periodici incontri, scambi, valutazioni tra Gruppi di Studio nel contesto di Logge a forte connotazione esoterica, tra le Sorelle ed i Fratelli esterni per così interagire nell'ambito di progettualità comuni anche in ambito sociale.
       Su tale tema, tornerò a metà di Luglio con una specifica nota di studio.
       Ecco quindi la cronologia di cui già sopra accennato.

2/3-3-1957 Gr. Assemblea della Gr. Loggia A.L.A.M. sedente a Piazza del Gesù 47, convocata e presieduta dal Gran Maestro Tito Ceccherini. Presente il Sovrano Gr. Comm. del Sup. Consiglio del R.S.A.A. Fr. Ermando Gatto. Presenti 78 Officine. Il GM fa una relazione dettagliata dell'azione svolta. Enfasi sulle azioni concretizzate (nuove sedi a Livorno, Firenze, Taranto, Genova, Agrigento e altre – come la nuova sede di Roma |nota: Via del Gesù 55, poiché i proprietari dei locali di Piazza del Gesù 47 avevano chiesto la consegna dell'immobile per loro necessità| - in corso di completamento) e sulla rinnovata rivista “La Rassegna Massonica”, che ha attratto le benevole considerazioni della critica ed anche del periodico “La Civiltà Cattolica”. Il Gr. Maestro non manca di sottolineare la lentezza con cui gli Orienti adempiono ai loro obblighi finanziari verso il Tesoro del Governo Centrale “...in tutti gli Orienti ci si deve convincere che le spese indispensabili al Governo dell'Ordine non possono essere subordinate a quelle degli Orienti stessi e che é venuto il momento che anche sul piano amministrativo vengano applicati con molta serietà i nostri regolamenti. Ma questo é solo questione di buona volontà, di alacre vigilanza dei Capi e di maturità massonica...”. Il Gr. Maestro precisa che il numero ridotto di Officine presenti é dovuto al fatto che ad essere rappresentate oggi sono solo quelle già attive come A.L.A.M., mentre sono assenti quelle Scozzesi (35) che si sono poste alle dirette dipendenze del SC: quindi, senza titolo per partecipare alla odierna Gr. Assemblea: comunque senza la determinazione di conflittualità alcuna. Il Gran Maestro prosegue asserendo con saggezza che “...non si poteva chiedere né imporre che...(.)...si unissero alla nostra Costituzione”: per questo ha lanciato la costituzione di una “...Federazione...(.)...cui aderiscono vari gruppi e...che si riunisce in un Grande...al fine di concordare una linea di condotta comune nel mondo profano e di evitare ai Fratelli di passare da un gruppo all'altro”; il Fr. Marto* chiede che “...venga (nota: meglio) regolamentata la vita delle Officine A.L.A.M.” Il Fr. Picardi, quale Tesoriere, relaziona la Gr. Assemblea. Alla prima votazione per il rinnovo delle cariche riceve più voti la terna: Tito Ceccherini, Giovanni Ghinazzi, il GM Agg. Ben* Su*.
Su proposta del Gr. Oratore e del Gr. Tesoriere la Gr. Assemblea procede per acclamazione designando unanime a Gran Maestro il Fr. Tito Ceccherini. Il nuovo Gr. Maestro propone alla Gr. Assemblea, che approva, la nomina di 3 Gr. Maestri Aggiunti, così da premiare la crescita di tutti gli Orienti: il GM propone quindi alla Gr. Assemblea di nominare a GM Agg. i FFr. Giovanni Ghinazzi, Ben* Su* e Ca* Sti*; la Gr. Assemblea approva. Subito dopo il giuramento del GM e la sua installazione, la Gr. Assemblea nomina i restanti Gr. Ufficiali, che per le Dignità maggiori vedono eletti i FFr. I° Gr. Sorv. Alessandro Lagi, II° Gr. Sorv. Vit* Bott*, Gr. Oratore Pompeo Falcone, Gr. Oratore Agg. Ca* But*, Gr. Segretario Angelo Angelone, Gr. Segr. Agg. Gi* Fi*, Gr. Tesoriere Augusto Picardi. Per primo il Sovrano – a nome del Rito – porge i migliori auguri al GM Ceccherini; al suo seguono molteplici interventi di sapore analogo: sostenere uniti l'opera alacre già intrapresa dal GM Ceccherini. Il Fr. Pi* rappresenta alla Gr. Assemblea le trattative in corso con il gruppo di Palazzo Brancaccio, auspicando una rapida conclusione delle stesse. Il Fr. Ghinazzi prende la parola per dichiararsi “...d'accordo che si debba scendere in campo politico e sociale ma esprime il suo timore per questa azione. Invita, quindi, di andare cauti perché si tratta di portare la Massoneria fuori del suo alveo naturale. Per la lotta politica, egli dice, é necessaria una grande e profonda erudizione nei Fratelli..”; é questo un intervento che non raccoglie consensi e circa il quale tra gli altri il Fr. Sti* “...esprime le sue idee che sono quelle di un uomo che ha vissuta tutta la tragedia del risveglio dopo guerra”. Rileva come la Massoneria abbia “...già fatto, a suo tempo (nota: periodo bellico e post-bellico) la sua politica con il partito Liberale ma oggi i tempi sono cambiati e miracoli non se ne possono fare...”. Il GM riassume gli interventi, ricordando che “...la Massoneria si é sempre posta il quesito se...(nota: sostenere)...i partiti politici o costituire un partito. Ma...non si é fatto nulla...”. Negli interventi il GM Ceccherini raccoglie, come le conclusioni del Gr. Oratore, consensi unanimi.
6-1957 Riconsegna alle proprietarie dei locali di Piazza del Gesù 47 e trasferimento in quelli di Via del Gesù 55.
9-1957 Importante riunione a Viareggio presieduta dal Gr. Maestro Ceccherini, caratterizza da una energica allocuzione nel cui contesto si impegna a “... indicare ai fratelli e ai profani la interpretazione che la Massoneria dà ai fenomeni sociali che sono alla base della vita del nostro popolo...(.)...comunque l'allocuzione di Viareggio é valsa a far risvegliare i nostri fratelli migliori e sul piano profano a fugare diffidenze e incomprensioni. In questo senso abbiamo voluto continuare nella via intrapresa, preparando il manifesto per il XX Settembre che indica ai fratelli e ai profani gli ideali che la Massoneria intende far trionfare per condurre in salvo questa umanità smarrita e decadente”.
20-9-1957 Breve riunione della Giunta Esecutiva dell'Ordine e di quella del Rito: tra l'altro discorso del Gran Maestro sui valori insiti nella data del XX Settembre. Dalla Sede spostamento e breve cerimonia davanti alla Breccia di Porta Pia, guidata dal Gran Maestro Ceccherini a capo di una delegazione.
1958 Stampa aggiornata degli Statuti Generali dell'Ordine. In quel periodo, la Sede è sempre in Via del Gesù 55.
10/11-1-1959 Gr. Assemblea della Gran Loggia A.L.A.M. di Piazza del Gesù presieduta dal Gran Maestro Tito Cecherini |a Via del Gesù 55|. Presenti 152 Logge su 153. I Lavori vengono aperti secondo i rituali dell'Ordine A.L.A.M., presente il Sovrano Gr. Commendatore e GM Onorario Fr. Manfredi De Franchis; questi rivolge all'indirizzo del GM Ceccherini “...calde ed elevate espressioni di encomio...(.) ...per il validissimo apporto da lui portato alla nostra Famiglia da quando egli ha il difficile e duro compito di guidare la Comunione...(.)...con molto rammarico, inoltre, egli, a cagione della sua tarda età, fa cenno al suo prossimo commiato da quel suo lavoro svolto con tanta alacrità ed amor fraterno, in seno alla famiglia per lunghi decenni, per continuare, però, ad assolverlo, se pure in più modesta misura, insieme a tutta la Fratellanza, con lo stesso amore ed abnegazione di sempre per il miglior bene e progresso morale e spirituale della nostra amatissima Patria e dell'Umanità”. Un vero e proprio testamento spirituale cui la Gr. Assemblea decreta un unanime plauso. Presenti tra gli altri Milone, Da* Mart*, Fuc*, Domenichini, Su*, La Ma*, Sa*, Angelone, Picardi, Fa*, l'altro GM. Agg. Su*. Si dibatte sulla norma che porta da 1 a 3 anni la durata in carica del GM: a maggioranza (sette voti contrari), viene confermato il precedente referendum: il Gran Maestro durerà in carica 3 anni. Si passa alle votazioni (che il GM uscente desidera avvengano a norma di Regolamento, visto che molti Venerabili si erano espressi per una conferma per acclamazione), e i risultati sono: Ceccherini (124), Domenichini (12), Ghinazzi (9), La Ma* (4), Su* (2), schede bianche (1). Viene acclamato a Gran Maestro il Fr. Tito Ceccherini che, in un primo momento aveva rifiutato l'accettazione non avendo ricevuto l'unanimità dei consensi e quindi propendendo per un più corretto ballottaggio: ritenuto superfluo e inutile dal Sovrano De Franchis e da una gran quantità di Venerabili. Si passa a votare i nuovi Gran Maestri Agg. (FFr. Lagi, Su* e Mi*) e il nuovo GM Agg. Amministrativo in persona del Fr. Giu*. A Gran Maestri Emeriti vengono designati i FFr. Domenichini, Ghinazzi e Ca*. Seguono le altre nomine. Nel corso dei Lavori dell' 11-1-1959 il GM Ceccherini pronuncia la propria allocuzione: accorata ma incisiva e densa di significati e simboli, ponendo l'accento sull'aver “...così unificato tutte le forze vive di Piazza del Gesù e abbiamo creato i presupposti vitali per una istituzione sana, libera e conscia dei suoi doveri e dei suoi fatali destini. E' diventato un luogo comune, vuoto di senso, e non più attuale il parlare di gruppi e gruppetti massonici intenti a lottare per prevalenze personali. Abbiamo ricostruito la Famiglia di Piazza del Gesù nella pienezza della sua unità e credo sia venuto il momento da molti agognato...(.)...spesso ci sono stati offerti aiuti e collaborazioni, non abbiamo disdegnato nessuno: non sempre i proponimenti e le promesse, però, hanno corrisposto alle susseguenti azioni e impostazioni spirituali Non ce ne rammarichiamo; tutto fu ambìto – dice uno dei nostri più grandi Fratelli – e tutto fu tentato...(.)...inoltre...ci permetteranno di riprendere in maniera regolare la pubblicazione della nostra “E* N*”. Il Fr. Su... “...dichiara inoltre che ormai i giovani dovrebbero raccogliere l'eredità degli anziani e che la sola iscrizione non porta giovamenti né miglioramento al funzionamento della famiglia e si permette una domanda: ci sono o non ci sono i veri Massoni?”. Il Gran Maestro ricorda che la Gran Maestranza ha anche realizzato la piena e assoluta indipendenza dell'Ordine dal Rito.
Tutti i Venerabili, rinnovando plauso e fiducia nell'azione del GM Ceccherini, invitano coralmente le Logge a portare avanti il programma di Viareggio “...rimasto privo di quel seguito che che il momento attuale impone...”. Viene disposto un nuovo registro per i beni e i movimenti finanziari in capo a ogni Loggia come al Centro. Passa la prima elaborazione degli emendamenti alla Costituzione, poi sarà inviata con il nuovo testo alle Logge per le valutazioni e il relativo pronunciamento. Attivato un nuovo Collegio dei Venerabili e un nuovo Consiglio dell'Ordine.
5-1959 La Giunta Esecutiva approva unanime, tra le altre delibere, la proposta del Gran Maestro: una Delegazione del Supremo Consiglio e della Gran Loggia porrà una corona di alloro al sacello che ricorda i caduti Alleati nello sbarco di Anzio, ad Anzio.
5-1959 Una nostra Delegazione del Supremo Consiglio e della Gran Loggia si reca ad Anzio e depone una corona di alloro, con i nostri simboli muratori, sul sacello che ricorda i caduti Alleati nello sbarco omonimo.
20-9-1959 Per i tipi dell'editrice “Accademia di Alta Cultura” con sede a Via dei Mille 6, in Roma, viene pubblicata la “Costituzione e Statuto delle Logge d'Azione Massonica sotto gli auspici della Massoneria Italiana di Piazza del Gesù”.
12-1959 Vengono stampati i tre diversi manuali del rito di apertura/chiusura/passaggio dei Lavori nei tre Gradi simbolici.
1960 Tentativo di unificazione tra Piazza del Gesù e Palazzo Giustiniani. Naufraga subito per due motivi: la dimostrata e pressoché immediata inosservanza dei patti stipulati acuita da irregolarità formali, sostanziali e ritualistiche commesse dal Sovrano Alliata. La denuncia delle irregolarità e delle concomitanti inadempienze determinò il pieno ripristino precedente alla scissione: questa, a sua volta, non modificò i “riconoscimenti” di cui Piazza del Gesù era portatrice. I Gran Maestri dell'epoca che sottoscrissero il protocollo furono i FFr. Giorgio Tron e Andrea Bellerio per la parte simbolica che aveva allora sede in Via Lombardia, 14 (nota: e che irregolarmente, irritualmente e illegalmente aveva operato, arrogandosi poteri, rappresentatività e diritti che in realtà non aveva). Analogo protocollo impegnò anche il Corpo rituale scozzese il cui Sovrano era allora il Fr. Giovanni F. Alliata di Montereale, fautore dell'iniziativa per motivi strettamente personali: iniziativa che egli stesso abiurò subito dopo averla posta in essere senza successo. 
14-11-1961 Giunte Esecutive di Rito e Ordine, Supremo Consiglio. Il Gran Maestro Tito Ceccherini scrive una lettera riservata alla Gran Segreteria di cui era stata concordata con il Gr. Segretario Fr. Angelone la conservazione e custodia “sotto maglietto”. Nella lettera - circa i cui contenuti, in riunione, il Gr. Segr. Angelone si fa portavoce verso gli altri convenuti - il GM Ceccherini minacciava il proposito di dimettersi per protestare contro il lassismo di alcuni Orienti che non seguono “...la giusta via massonica da lui sempre tenacemente segnata”, e che ha imposto di anticipare per molti e per troppo lungo periodo delle forti somme. Questa lettera di minacciate dimissioni – che non doveva essere diffusa, quindi - fu scritta e indirizzata riservatamente alla Gran Segreteria, nella esclusiva persona del Gr. Segretario, con un verbale di ricezione direttamente firmato al GM Ceccherini dallo stesso Gr. Segretario Angelone che ne garantiva personalmente la conservazione e la custodia “sotto maglietto”, salvo diversa decisione scritta del solo Gran Maestro Ceccherini. Tale lettera “...non doveva di conseguenza avere nessun seguito...”, ma aveva lo scopo di scuotere la perdurante pigrizia specie in ordine amministrativo, anche in seno alla Giunta, poiché il GM era personalmente pesantemente esposto nell'interesse della Famiglia. Ciò é dimostrato dal fatto che nella riunione di GE del 14-1-1-962 (preceduta da una riunione informale di alcuni membri della stessa GE all'albergo Continentale) “...egli comunicò...(nota: le proprie ventilate dimissioni e non certo queste+la messa in sonno)...affermando di rimanere comunque vice- Presidente della Federazione Massonica Europea nella pienezza dei suoi poteri”. La minaccia del GM Ceccherini disorientò i molti tiepidi, mentre ad altri fece balenare l'opportunità di approfittarne |ovvero, accelerare progetti sediziosi| per insediarsi al posto dello stesso GM: che in ogni caso non si era dimesso, avendo solo minacciato di fare ciò.
14-1-1962 Il Gran Maestro Ceccherini convoca, presiede e apre i Lavori di due diverse Giunte Esecutive (di Governo del Rito - é Luogotenente del Rito oltre che GM - e dell'Ordine). Presenti: Tito Ceccherini, Giovanni Ghinazzi, Alessandro Lagi, Angelo Angelone, Marco De Marco, Augusto Picardi, Francesco Franzese, Fr* Azz*, Bru* Mosc*, Gino Domeneghini, Vin* Mi*; assenti giustificati Lo* Fa*, Nino Bo*, Riccardo Granata, O* Pell*; assenti ingiustificati: Vit* Mil*, An* D'Ale*. Da notare: il GM Ceccherini presiede ed apre i lavori da lui stesso convocati: è evidente che è nella pienezza incontestata dei propri poteri. Il Supremo Consiglio nomina a Sovrano il Fr. Granata. Vari interventi si susseguono, spicca quello del GM Ceccherini che conferma anche in questa sede le anticipazione fatte dal Gr. Segretario Fr. Angelone, minacciando ancora le dimissioni e contestando energicamente che “...la Famiglia non segue le sue azioni per il potenziamento dell'Istituzione e che la massa dei Fratelli é amorfa...” (nota: in altro verbale, non noto, è espresso che già in quella data vi era il provato sospetto che alcune “lentezze” amministrative fossero abilmente pilotate, al fine di “strangolare” - sotto il profilo del Tesoro – la Comunione). Il Gr. Tesoriere fa il punto della situazione finanziaria, alla quale il GM Ceccherini – sempre presente e sempre nel pieno delle proprie prerogative - fornisce ulteriori dati ed elementi (riferiti anche e specie al suo credito), dopo di che chiede – con grande correttezza - di allontanarsi per dare alla GE la possibilità di discutere e decidere liberamente circa le minacciate dimissioni (nota: sempre in altro verbale, è indicato come questa mossa – ancorchè di stile, e comunque concordata con un pugno di suoi fedelissimi – fu anche e soprattutto fatta per allentare le briglie agli scalpitanti frondisti che sapeva attivi, e quindi offrire loro l'opportunità di uscire dall'ombra. Un calcolo perfetto, nei risultati, quanto pericoloso e temerario : il GM si poneva letteralmente nelle mani di coloro (pochi) nei quali, in quel preciso momento, riponeva la massima fiducia).
A questa data, quindi, Ceccherini era a conoscenza dell'esistenza di una pericolosa fronda, per cui – a prescindere da altre considerazioni – da uomo intelligente lanciò l'amo: anzi, più ami, con la collaborazione stretta di Fratelli fidati. Dopo il suo allontanamento dalla sala di riunione assume la presidenza il Fr. Francesco Franzese, quale Gran Priore Agg., mentre l'Ordine é rappresentato dal I° Gr. Sorv. Segue discussione, dall'esame della quale – pur se nell'ovattata sintesi dei Verbali ordinari - si percepiscono già i frondisti ed i loro fiancheggiatori. Ritenendo imminente la formalizzazione delle dimissioni del GM Ceccherini, Ghinazzi nei fatti tenta di forzare i tempi sollecitando una immediata soluzione temporanea improntata all'apparente emergenza della situazione.
Specie con il sostegno del neo-eletto Sovr. Granata, si fa in modo di convincere i presenti circa la regolarità dell'operato loro proposto, e - resosi per ciò subito disponibile – il Fr. Ghinazzi viene nominato Gran Maestro e Luogotenente ad interim (una soluzione adottata di frequente nella Massoneria dell'epoca, ad uso tecnico: ossia una sorta di Gran Maestro ad acta, con poteri e tempi limitati e sotto la stretta vigilanza degli Organi responsabili dell'Esecutivo e quindi del Governo. Anche in questo caso, la decisione è comunque limitata nel tempo, 6 mesi: venne indicata come sollecitata e utile per poter gestire la Famiglia e poi convocare la Gran Loggia).

(fine della prima parte)                                             Giuseppe Bellantonio                       

Roma, 24 Giugno 2014, nel giorno di San Giovanni il Battista
                                                                               

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