Leggendo su Internet nel cumulo di notizie più o meno genuine, più o meno false, più o meno attendibili, più o meno serie, concernenti bene o male il tema "massoneria", mi sono imbattuto in una notizia apparentemente dal sapore auto-apologetico ma che, da quanto hanno considerato taluni, può avere anche un forte "retrogusto" di tipo pubblicitario. Ultima considerazione, quella del "retrogusto", che non mi appartiene e che, tutto sommato, poco a me interessa: ognuno - purchè nel recinto di casa sua - è libero di raccontare e raccontarsi ciò che più gli possa far piacere.
Diverso è quando le notizie sono pubbliche o rese di pubblico dominio con dichiarazioni ufficiali, anche a mezzo stampa o con l'ausilio di qualsivoglia similare mezzo di informazione, anche digitale.
Se non dispiace ai Lettori - i più studiosi della materia, cui dedico questa ricostruzione "strettamente storica e documentata" valida anche e soprattutto a "futura memoria" - comincio dalla ricostruzione cronologica dei fatti all'origine, per opera di Giovanni Ghinazzi e di un gruppo di soggetti a lui vicini, della nascita nei primi anni del 1960 - e non prima; che so, nel 1955, o 1950, o 1945, o 1930, o 1915, o 1908, o 1870, o qualsivoglia altra data ugualmente "antica e solenne"- della "Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori Obbedienza di Piazza del Gesù", all'atto stabilita in 'Palazzo Vitelleschi' a Roma e il cui acronimo corrente è GLDI.
Un soggetto comunque giuridicamente, storicamente, ritualisticamente (sotto il profilo prettamente massonico), nuovo e diverso che avviò ex-novo dagli anni '60 la propria attività senza avere alcun legame, di qualsivoglia tipo, con quella regolare Comunione di Piazza del Gesù (con Sede in Piazza del Gesù, 47) in cui - in ogni caso, e nessuno intende negarlo: anche perché del tutto ininfluente nello specifico contestato - per diverso tempo tanto il Ghinazzi che taluni dei suoi sodali di allora pur vi operarono in qualità di iscritti: contesto dal quale in quella fase di dissidio/ribellione/sobillazione alcuni furono espulsi, altri se ne allontanarono volontariamente (anche per salvare quell'onorabilità personale che, all'epoca, era ancora un valore rilevante), altri vennero radiati e con motivazioni talmente gravi che qui - per pudore - si evita di indicare.
Dalla lettura, se ne ricaverà la certezza che alcune dichiarazioni da parte della GLDI rese nel contesto del Comunicato a data 5 Giugno 2014 nel quale si evidenziava - ma anche "enfatizzava" - il "Ritrovamento di importanti documenti" in Turchia (nello specifico, un documento a data 24 Giugno 1910, certamente di valore storico-documentale, ma consistente in una banale convocazione di Supremo Consiglio a firma del Sovrano Saverio Fera): dichiarazioni/comunicazioni/informazioni però che, prescindendo qui e ora da altre considerazioni, sono comunque tese a determinare una sequenzialità e una consequenzialità di comodo e storicamente pseudo-attendibile tra documento- personaggio Saverio Fera-Supremo Consiglio guidato dal Fera-possibile legame tra tali eventi dell'epoca e chi tale Comunicato ha ora pur stilato e rilasciato.
Purtroppo con tutte le conseguenza del tipico "effetto cascata" che si ha sulla Rete, dove la notizia non solo è stata ripresa ma ha subito costituito elemento di "aggiornamento" nelle voci che evidenziano il particolare contesto, anche nelle home page, andando così a determinare un "ritorno di immagine" improprio e il sostegno di combinazioni storiche inesistenti ovvero non autentiche; così aggiungendo errori ad altre inesattezze o errori pregressi.
Una sorta di "millefoglie" perverso, cui - purtroppo - il web ci ha in un certo senso abituati, indipendentemente da chi possa essere il gestore, ma che induce in errore chi si abbeveri esclusivamente a tale fonte, disdegnando il rigore della ricerca e dell'analisi. Continuo a dire: la rete è ottima, a condizione che già - di un argomento - se ne sappia abbastanza: la consultazione, la ricerca, l'approfondimento, lo studio, possono così dare ausilio senza andare a sostituirsi alla "costruzione" di un'idea o di un pensiero.
Una sorta di "millefoglie" perverso, cui - purtroppo - il web ci ha in un certo senso abituati, indipendentemente da chi possa essere il gestore, ma che induce in errore chi si abbeveri esclusivamente a tale fonte, disdegnando il rigore della ricerca e dell'analisi. Continuo a dire: la rete è ottima, a condizione che già - di un argomento - se ne sappia abbastanza: la consultazione, la ricerca, l'approfondimento, lo studio, possono così dare ausilio senza andare a sostituirsi alla "costruzione" di un'idea o di un pensiero.
Nel particolare, il richiamarsi a una discendenza diretta e/o ininterrotta, ad esempio con Saverio Fera ed il suo Supremo Consiglio, è per il sodalizio estensore del Comunicato in questione - calendario alla mano - improponibile anche se affascinante al pari di un fantasma blasonato che possa evocarsi per dare un qualche lustro al proprio lignaggio.
Se però c'è chi non potesse resistere a questa tentazione di dirsi figlio/discendente diretto di Saverio Fera o altri, ebbene sì: lasciamolo alfine cullarsi in questa sua vera e propria fissazione; sarebbe, ma solo in questo caso, una "discendenza" innocua e autentica quanto il sostenere che tutti enfaticamente quanto idealmente potremmo definirci figli/discendenti di Adamo ed Eva.
Tutti figli, dunque, di Adamo ed Eva!
Tutti figli, dunque, della genitura massonica di Saverio Fera...!
Come sottolineare e sostenere, contro ogni palese evidenza, la bontà... dei cavoli per una gustosa merenda!
La mia sorpresa continua ad essere una: da anni assisto ad una saga del copia-incolla dove tutti si vantano di questa o quella legittimità, di questa o quella continuità in senso storico, di questo o quell'altro personaggio di grande levatura appartenuto al loro sodalizio... Da anni assisto all'insensato depredamento di valori cartaceo-documentali, sottratti illecitamente da archivi, attraverso i quali taluno - nato "oggi", di punto in bianco - si cinge il capo di una qualche corona, si pone un mantello sulle spalle, autoproclamandosi reuccio di un qualcosina e - soprattutto - erede "legittimo" di un qualcosa circa cui, in realtà, non ha alcun collegamento reale, diretto, specifico, sostenibile con prove degne di tale nome piuttosto che non con qualche pezzetto di carta - sporadico e decontestualizzato - che possa aiutare a sostenere che gli asini volano, hanno il manto viola à pois verdi e gialli e si alimentano di carrube prese con una specie di proboscide lunga tre metri!
Tutta roba posta in essere da abili mestieranti - absit iniuria verbis: mi riferisco ovviamente in generale e quindi in modo aspecifico - e da loro sodali che di Massoneria poco sanno, poco comprendono, poco e niente praticano, preferendo e continuando a preferire un dannoso e pernicioso fai-da-te scegliendo quindi una strada che è adatta a "conventicole" e "camarille" di sott'ordine - così come sosteneva energicamente quel Fr. Aldo Vitali di cui nella GLDI dovrebbero aver forte e documentato ricordo e testimonianza -: nient'altro che "botteghe" che con la vera Massoneria nulla hanno a che spartire, né hanno da spartire alcunché con Tradizioni o Origini, o quant'altro di esotericamente e simbolicamente nobile e concreto è correlato e correlabile ad una storia in realtà millenaria, piuttosto che non "fresca" di qualche centinaio di anni.
In realtà non riesco proprio a comprendere perché una Famiglia massonica di rilievo e consistenza, qual'è ormai da tempo quella della GLDI, debba essere tentata da temerari esercizi di riconducibilità storico-documentale anche nei confronti di personaggi che ad essa comunque mai sono appartenuti; quasi che taluno fosse irrimediabilmente attratto dallo splendore di un prato non proprio, ma solo nei pressi del suo, di cui sente l'insopprimibile bisogno di calpestarne l'erba.
Nel pubblicare la prima parte del mio intervento, proprio dal titolo "L'ERBA DEL VICINO...", cui seguirà a breve quella "A BUON INTENDITOR..." cercherò di sfatare un altro "mito", ovverosia di ricondurre in un giusto alveo quella questione "femminile" nei riguardi della quale sono in molti ad offrire considerazioni, valutazioni e interpretazioni: me compreso.
Fin dal 15 Maggio 1864 il Gran Maestro Giuseppe Garibaldi - di cui due figli operarono a lungo nella Comunione di Piazza del Gesù (per intenderci, quella con sede in Piazza del Gesù, 47), assumendo anche funzioni di grande rilievo: tanto nell'Ordine come nel Rito - informava della volontà, nella sua qualità e autorità magistrale, di creare Logge composte da Sorelle.
E' questo un dato di fatto; veniva fin da allora apertamente riconosciuta alle Sorelle munite di regolare iniziazione ritualistico-simbolico-esoterica, una pari opportunità di poter accedere, così installandole e frequentandole, a delle Logge, operandovi con la medesima dignità dei loro Fratelli.
Garibaldi, che aveva preso contatto con molte realtà sociali e iniziatiche in diverse parti del Mondo, aveva già notato che - in più Nazioni - la donna era presente in Massoneria, spesso ricoprendo ruoli rilevanti e sostanziali.
Una questione, questa, via via ripresa negli anni e comunque "contagiata" da ciò che avveniva a tal proposito in altre Nazioni, come negli USA e, in primis, in Francia.
Proprio sotto il maglietto di Tito Ceccherini - su impulso, autorizzazione e controllo ritualistico di USA e Inghilterra: Nazioni leader nella Massoneria dell'epoca, mentre con certi gruppi in Francia vi era una certa qual tiepidezza (certamente influenzata dagli sforzi che, nel dopoguerra, vedevano "sgomitare" per accaparrarsi legami che facilitassero progetti non solo commerciali e finanziari, ma anche di tipo socio-politico) - erano state palesemente avviate, a titolo "sperimentale" due Logge femminili, con lo scopo di dare sostegno e vita ad una realtà massonica (non "paramassonica") femminile autonoma, da indirizzare all'ottenimento da parte estera di una serie di importanti riconoscimenti, utili al consolidamento ed alla crescita della Massoneria Femminile in Italia.
Per una serie di motivi, questa c.d. "sperimentazione" - pur se impostata in modo valido e congruo con le finalità prefissate, ebbe poi a rallentare e quindi ad esaurirsi., anche a causa di certe difficoltà che non mancavano nel contesto della muratoria nazionale.
Fu poi nel 1974 che il GM Francesco Bellantonio, di fatto erede operativo del prestigioso maglietto del GM Tito Ceccherini, riprendendo il preesistente progetto e dopo essersi nuovamente consultato a livello internazionale, ispirò la costituzione di un nucleo di Sorelle che - nel corso di una particolarissima cerimonia che adottava un antichissimo e sconosciuto, specie in Italia, rituale di segno egizio - in quella particolarissima fase, contrassegnata da un fenomeno celeste che frapponeva il Sole sull'asse Terra-Luna, ricevettero volutamente solenne iniziazione nella fase di un ciclo Solare anziché in quella di un ciclo Lunare.
Una peculiarità simbolico-esoterica di forte significato storico, unica nel suo genere ed effettuata a margine di una Gran Loggia cui parteciparono - affatto sconcertati o contrariati - i rappresentanti ufficiali di una dozzina di Delegazioni estere di grande ed eccellente rilievo -, che consentì tutta una serie di successivi sviluppi e iniziazioni femminili - comunque di segno 'solare' -, dai quali ebbe origine la "Gran Loggia Femminile Italiana osservante gli Statuti Generali degli Antichi, Liberi, Accettati Massoni della Comunione di Piazza del Gesù".
Una regolare Gran Loggia tutta al femminile - che escludeva quindi il soggetto maschile dai propri lavori - operante secondo le norme massoniche in uso, che prevedeva periodici incontri, scambi, valutazioni tra Gruppi di Studio nel contesto di Logge a forte connotazione esoterica, tra le Sorelle ed i Fratelli esterni per così interagire nell'ambito di progettualità comuni anche in ambito sociale.
Su tale tema, tornerò a metà di Luglio con una specifica nota di studio.
Ecco quindi la cronologia di cui già sopra accennato.
2/3-3-1957 Gr. Assemblea della Gr. Loggia A.L.A.M. sedente a Piazza del Gesù 47, convocata e presieduta dal Gran Maestro Tito Ceccherini. Presente il Sovrano Gr. Comm. del Sup. Consiglio del R.S.A.A. Fr. Ermando Gatto. Presenti 78 Officine. Il GM fa una relazione dettagliata dell'azione svolta. Enfasi sulle azioni concretizzate (nuove sedi a Livorno, Firenze, Taranto, Genova, Agrigento e altre – come la nuova sede di Roma |nota: Via del Gesù 55, poiché i proprietari dei locali di Piazza del Gesù 47 avevano chiesto la consegna dell'immobile per loro necessità| - in corso di completamento) e sulla rinnovata rivista “La Rassegna Massonica”, che ha attratto le benevole considerazioni della critica ed anche del periodico “La Civiltà Cattolica”. Il Gr. Maestro non manca di sottolineare la lentezza con cui gli Orienti adempiono ai loro obblighi finanziari verso il Tesoro del Governo Centrale “...in tutti gli Orienti ci si deve convincere che le spese indispensabili al Governo dell'Ordine non possono essere subordinate a quelle degli Orienti stessi e che é venuto il momento che anche sul piano amministrativo vengano applicati con molta serietà i nostri regolamenti. Ma questo é solo questione di buona volontà, di alacre vigilanza dei Capi e di maturità massonica...”. Il Gr. Maestro precisa che il numero ridotto di Officine presenti é dovuto al fatto che ad essere rappresentate oggi sono solo quelle già attive come A.L.A.M., mentre sono assenti quelle Scozzesi (35) che si sono poste alle dirette dipendenze del SC: quindi, senza titolo per partecipare alla odierna Gr. Assemblea: comunque senza la determinazione di conflittualità alcuna. Il Gran Maestro prosegue asserendo con saggezza che “...non si poteva chiedere né imporre che...(.)...si unissero alla nostra Costituzione”: per questo ha lanciato la costituzione di una “...Federazione...(.)...cui aderiscono vari gruppi e...che si riunisce in un Grande...al fine di concordare una linea di condotta comune nel mondo profano e di evitare ai Fratelli di passare da un gruppo all'altro”; il Fr. Marto* chiede che “...venga (nota: meglio) regolamentata la vita delle Officine A.L.A.M.” Il Fr. Picardi, quale Tesoriere, relaziona la Gr. Assemblea. Alla prima votazione per il rinnovo delle cariche riceve più voti la terna: Tito Ceccherini, Giovanni Ghinazzi, il GM Agg. Ben* Su*.
Tutti figli, dunque, di Adamo ed Eva!
Tutti figli, dunque, della genitura massonica di Saverio Fera...!
Come sottolineare e sostenere, contro ogni palese evidenza, la bontà... dei cavoli per una gustosa merenda!
La mia sorpresa continua ad essere una: da anni assisto ad una saga del copia-incolla dove tutti si vantano di questa o quella legittimità, di questa o quella continuità in senso storico, di questo o quell'altro personaggio di grande levatura appartenuto al loro sodalizio... Da anni assisto all'insensato depredamento di valori cartaceo-documentali, sottratti illecitamente da archivi, attraverso i quali taluno - nato "oggi", di punto in bianco - si cinge il capo di una qualche corona, si pone un mantello sulle spalle, autoproclamandosi reuccio di un qualcosina e - soprattutto - erede "legittimo" di un qualcosa circa cui, in realtà, non ha alcun collegamento reale, diretto, specifico, sostenibile con prove degne di tale nome piuttosto che non con qualche pezzetto di carta - sporadico e decontestualizzato - che possa aiutare a sostenere che gli asini volano, hanno il manto viola à pois verdi e gialli e si alimentano di carrube prese con una specie di proboscide lunga tre metri!
Tutta roba posta in essere da abili mestieranti - absit iniuria verbis: mi riferisco ovviamente in generale e quindi in modo aspecifico - e da loro sodali che di Massoneria poco sanno, poco comprendono, poco e niente praticano, preferendo e continuando a preferire un dannoso e pernicioso fai-da-te scegliendo quindi una strada che è adatta a "conventicole" e "camarille" di sott'ordine - così come sosteneva energicamente quel Fr. Aldo Vitali di cui nella GLDI dovrebbero aver forte e documentato ricordo e testimonianza -: nient'altro che "botteghe" che con la vera Massoneria nulla hanno a che spartire, né hanno da spartire alcunché con Tradizioni o Origini, o quant'altro di esotericamente e simbolicamente nobile e concreto è correlato e correlabile ad una storia in realtà millenaria, piuttosto che non "fresca" di qualche centinaio di anni.
In realtà non riesco proprio a comprendere perché una Famiglia massonica di rilievo e consistenza, qual'è ormai da tempo quella della GLDI, debba essere tentata da temerari esercizi di riconducibilità storico-documentale anche nei confronti di personaggi che ad essa comunque mai sono appartenuti; quasi che taluno fosse irrimediabilmente attratto dallo splendore di un prato non proprio, ma solo nei pressi del suo, di cui sente l'insopprimibile bisogno di calpestarne l'erba.
Nel pubblicare la prima parte del mio intervento, proprio dal titolo "L'ERBA DEL VICINO...", cui seguirà a breve quella "A BUON INTENDITOR..." cercherò di sfatare un altro "mito", ovverosia di ricondurre in un giusto alveo quella questione "femminile" nei riguardi della quale sono in molti ad offrire considerazioni, valutazioni e interpretazioni: me compreso.
Fin dal 15 Maggio 1864 il Gran Maestro Giuseppe Garibaldi - di cui due figli operarono a lungo nella Comunione di Piazza del Gesù (per intenderci, quella con sede in Piazza del Gesù, 47), assumendo anche funzioni di grande rilievo: tanto nell'Ordine come nel Rito - informava della volontà, nella sua qualità e autorità magistrale, di creare Logge composte da Sorelle.
E' questo un dato di fatto; veniva fin da allora apertamente riconosciuta alle Sorelle munite di regolare iniziazione ritualistico-simbolico-esoterica, una pari opportunità di poter accedere, così installandole e frequentandole, a delle Logge, operandovi con la medesima dignità dei loro Fratelli.
Garibaldi, che aveva preso contatto con molte realtà sociali e iniziatiche in diverse parti del Mondo, aveva già notato che - in più Nazioni - la donna era presente in Massoneria, spesso ricoprendo ruoli rilevanti e sostanziali.
Una questione, questa, via via ripresa negli anni e comunque "contagiata" da ciò che avveniva a tal proposito in altre Nazioni, come negli USA e, in primis, in Francia.
Proprio sotto il maglietto di Tito Ceccherini - su impulso, autorizzazione e controllo ritualistico di USA e Inghilterra: Nazioni leader nella Massoneria dell'epoca, mentre con certi gruppi in Francia vi era una certa qual tiepidezza (certamente influenzata dagli sforzi che, nel dopoguerra, vedevano "sgomitare" per accaparrarsi legami che facilitassero progetti non solo commerciali e finanziari, ma anche di tipo socio-politico) - erano state palesemente avviate, a titolo "sperimentale" due Logge femminili, con lo scopo di dare sostegno e vita ad una realtà massonica (non "paramassonica") femminile autonoma, da indirizzare all'ottenimento da parte estera di una serie di importanti riconoscimenti, utili al consolidamento ed alla crescita della Massoneria Femminile in Italia.
Per una serie di motivi, questa c.d. "sperimentazione" - pur se impostata in modo valido e congruo con le finalità prefissate, ebbe poi a rallentare e quindi ad esaurirsi., anche a causa di certe difficoltà che non mancavano nel contesto della muratoria nazionale.
Fu poi nel 1974 che il GM Francesco Bellantonio, di fatto erede operativo del prestigioso maglietto del GM Tito Ceccherini, riprendendo il preesistente progetto e dopo essersi nuovamente consultato a livello internazionale, ispirò la costituzione di un nucleo di Sorelle che - nel corso di una particolarissima cerimonia che adottava un antichissimo e sconosciuto, specie in Italia, rituale di segno egizio - in quella particolarissima fase, contrassegnata da un fenomeno celeste che frapponeva il Sole sull'asse Terra-Luna, ricevettero volutamente solenne iniziazione nella fase di un ciclo Solare anziché in quella di un ciclo Lunare.
Una peculiarità simbolico-esoterica di forte significato storico, unica nel suo genere ed effettuata a margine di una Gran Loggia cui parteciparono - affatto sconcertati o contrariati - i rappresentanti ufficiali di una dozzina di Delegazioni estere di grande ed eccellente rilievo -, che consentì tutta una serie di successivi sviluppi e iniziazioni femminili - comunque di segno 'solare' -, dai quali ebbe origine la "Gran Loggia Femminile Italiana osservante gli Statuti Generali degli Antichi, Liberi, Accettati Massoni della Comunione di Piazza del Gesù".
Una regolare Gran Loggia tutta al femminile - che escludeva quindi il soggetto maschile dai propri lavori - operante secondo le norme massoniche in uso, che prevedeva periodici incontri, scambi, valutazioni tra Gruppi di Studio nel contesto di Logge a forte connotazione esoterica, tra le Sorelle ed i Fratelli esterni per così interagire nell'ambito di progettualità comuni anche in ambito sociale.
Su tale tema, tornerò a metà di Luglio con una specifica nota di studio.
Ecco quindi la cronologia di cui già sopra accennato.
2/3-3-1957 Gr. Assemblea della Gr. Loggia A.L.A.M. sedente a Piazza del Gesù 47, convocata e presieduta dal Gran Maestro Tito Ceccherini. Presente il Sovrano Gr. Comm. del Sup. Consiglio del R.S.A.A. Fr. Ermando Gatto. Presenti 78 Officine. Il GM fa una relazione dettagliata dell'azione svolta. Enfasi sulle azioni concretizzate (nuove sedi a Livorno, Firenze, Taranto, Genova, Agrigento e altre – come la nuova sede di Roma |nota: Via del Gesù 55, poiché i proprietari dei locali di Piazza del Gesù 47 avevano chiesto la consegna dell'immobile per loro necessità| - in corso di completamento) e sulla rinnovata rivista “La Rassegna Massonica”, che ha attratto le benevole considerazioni della critica ed anche del periodico “La Civiltà Cattolica”. Il Gr. Maestro non manca di sottolineare la lentezza con cui gli Orienti adempiono ai loro obblighi finanziari verso il Tesoro del Governo Centrale “...in tutti gli Orienti ci si deve convincere che le spese indispensabili al Governo dell'Ordine non possono essere subordinate a quelle degli Orienti stessi e che é venuto il momento che anche sul piano amministrativo vengano applicati con molta serietà i nostri regolamenti. Ma questo é solo questione di buona volontà, di alacre vigilanza dei Capi e di maturità massonica...”. Il Gr. Maestro precisa che il numero ridotto di Officine presenti é dovuto al fatto che ad essere rappresentate oggi sono solo quelle già attive come A.L.A.M., mentre sono assenti quelle Scozzesi (35) che si sono poste alle dirette dipendenze del SC: quindi, senza titolo per partecipare alla odierna Gr. Assemblea: comunque senza la determinazione di conflittualità alcuna. Il Gran Maestro prosegue asserendo con saggezza che “...non si poteva chiedere né imporre che...(.)...si unissero alla nostra Costituzione”: per questo ha lanciato la costituzione di una “...Federazione...(.)...cui aderiscono vari gruppi e...che si riunisce in un Grande...al fine di concordare una linea di condotta comune nel mondo profano e di evitare ai Fratelli di passare da un gruppo all'altro”; il Fr. Marto* chiede che “...venga (nota: meglio) regolamentata la vita delle Officine A.L.A.M.” Il Fr. Picardi, quale Tesoriere, relaziona la Gr. Assemblea. Alla prima votazione per il rinnovo delle cariche riceve più voti la terna: Tito Ceccherini, Giovanni Ghinazzi, il GM Agg. Ben* Su*.
Su
proposta del Gr. Oratore e del Gr. Tesoriere la Gr. Assemblea
procede per acclamazione designando unanime a Gran Maestro il Fr.
Tito Ceccherini. Il nuovo Gr. Maestro propone alla Gr. Assemblea,
che approva, la nomina di 3 Gr. Maestri Aggiunti, così da premiare
la crescita di tutti gli Orienti: il GM propone quindi alla Gr.
Assemblea di nominare a GM Agg. i FFr. Giovanni Ghinazzi, Ben* Su* e
Ca* Sti*; la Gr. Assemblea approva. Subito dopo il giuramento del GM
e la sua installazione, la Gr. Assemblea nomina i restanti Gr.
Ufficiali, che per le Dignità maggiori vedono eletti i FFr. I° Gr.
Sorv. Alessandro Lagi, II° Gr. Sorv. Vit* Bott*, Gr. Oratore Pompeo
Falcone, Gr. Oratore Agg. Ca* But*, Gr. Segretario Angelo Angelone,
Gr. Segr. Agg. Gi* Fi*, Gr. Tesoriere Augusto Picardi. Per primo il
Sovrano – a nome del Rito – porge i migliori auguri al GM
Ceccherini; al suo seguono molteplici interventi di sapore analogo:
sostenere uniti l'opera alacre già intrapresa dal GM Ceccherini. Il
Fr. Pi* rappresenta alla Gr. Assemblea le trattative in corso con il
gruppo di Palazzo Brancaccio, auspicando una rapida conclusione delle
stesse. Il Fr. Ghinazzi prende la parola per dichiararsi
“...d'accordo
che si debba scendere in campo politico e sociale ma esprime il suo
timore per questa azione. Invita, quindi, di andare cauti perché si
tratta di portare la Massoneria fuori del suo alveo naturale. Per la
lotta politica, egli dice, é necessaria una grande e profonda
erudizione nei Fratelli..”;
é questo un intervento che non raccoglie consensi e circa il quale
tra gli altri il Fr. Sti* “...esprime
le sue idee che sono quelle di un uomo che ha vissuta tutta la
tragedia del risveglio dopo guerra”.
Rileva come la Massoneria abbia “...già
fatto, a suo tempo (nota: periodo bellico e post-bellico) la sua
politica con il partito Liberale ma oggi i tempi sono cambiati e
miracoli non se ne possono fare...”.
Il GM riassume gli interventi, ricordando che “...la
Massoneria si é sempre posta il quesito se...(nota:
sostenere)...i
partiti politici o costituire un partito. Ma...non si é fatto
nulla...”.
Negli interventi il GM Ceccherini raccoglie, come le conclusioni del
Gr. Oratore, consensi unanimi.
6-1957
Riconsegna alle proprietarie dei locali di Piazza del Gesù 47 e
trasferimento in quelli di Via del Gesù 55.
9-1957
Importante
riunione a Viareggio presieduta dal Gr. Maestro Ceccherini,
caratterizza da una energica allocuzione nel cui contesto si impegna
a “...
indicare ai fratelli e ai profani la interpretazione che la
Massoneria dà ai fenomeni sociali che sono alla base della vita del
nostro popolo...(.)...comunque l'allocuzione di Viareggio é valsa a
far risvegliare i nostri fratelli migliori e sul piano profano a
fugare diffidenze e incomprensioni. In questo senso abbiamo voluto
continuare nella via intrapresa, preparando il manifesto per il XX
Settembre che indica ai fratelli e ai profani gli ideali che la
Massoneria intende far trionfare per condurre in salvo questa umanità
smarrita e decadente”.
20-9-1957
Breve
riunione della Giunta Esecutiva dell'Ordine e di quella del Rito: tra
l'altro discorso del Gran Maestro sui valori insiti nella data del
XX Settembre. Dalla Sede spostamento e breve cerimonia davanti alla
Breccia di Porta Pia, guidata dal Gran Maestro Ceccherini a capo di
una delegazione.
1958
Stampa aggiornata degli Statuti Generali dell'Ordine.
In
quel periodo, la Sede è sempre in Via del Gesù 55.
10/11-1-1959
Gr.
Assemblea della Gran Loggia A.L.A.M. di Piazza del Gesù presieduta
dal Gran Maestro Tito Cecherini |a Via del Gesù 55|. Presenti 152
Logge su 153. I Lavori vengono aperti secondo i rituali dell'Ordine
A.L.A.M., presente il Sovrano Gr. Commendatore e GM Onorario Fr.
Manfredi De Franchis; questi rivolge all'indirizzo del GM Ceccherini
“...calde
ed elevate espressioni di encomio...(.) ...per il validissimo apporto
da lui portato alla nostra Famiglia da quando egli ha il difficile e
duro compito di guidare la Comunione...(.)...con molto rammarico,
inoltre, egli, a cagione della sua tarda età, fa cenno al suo
prossimo commiato da quel suo lavoro svolto con tanta alacrità ed
amor fraterno, in seno alla famiglia per lunghi decenni, per
continuare, però, ad assolverlo, se pure in più modesta misura,
insieme a tutta la Fratellanza, con lo stesso amore ed abnegazione di
sempre per il miglior bene e progresso morale e spirituale della
nostra amatissima Patria e dell'Umanità”.
Un vero e proprio testamento spirituale cui la Gr. Assemblea decreta
un unanime plauso. Presenti tra gli altri Milone, Da* Mart*, Fuc*,
Domenichini, Su*, La Ma*, Sa*, Angelone, Picardi, Fa*, l'altro GM.
Agg. Su*. Si dibatte sulla norma che porta da 1 a 3 anni la durata
in carica del GM: a maggioranza (sette voti contrari), viene
confermato il precedente referendum: il Gran Maestro durerà in
carica 3 anni. Si passa alle votazioni (che il GM uscente desidera
avvengano a norma di Regolamento, visto che molti Venerabili si erano
espressi per una conferma per acclamazione), e i risultati sono:
Ceccherini (124), Domenichini (12), Ghinazzi (9), La Ma* (4), Su*
(2), schede bianche (1). Viene acclamato a Gran Maestro il Fr. Tito
Ceccherini che, in un primo momento aveva rifiutato l'accettazione
non avendo ricevuto l'unanimità dei consensi e quindi propendendo
per un più corretto ballottaggio: ritenuto superfluo e inutile dal
Sovrano De Franchis e da una gran quantità di Venerabili. Si passa a
votare i nuovi Gran Maestri Agg. (FFr. Lagi, Su* e Mi*) e il nuovo GM
Agg. Amministrativo in persona del Fr. Giu*. A Gran Maestri Emeriti
vengono designati i FFr. Domenichini, Ghinazzi e Ca*. Seguono le
altre nomine. Nel corso dei Lavori dell' 11-1-1959 il GM Ceccherini
pronuncia la propria allocuzione: accorata ma incisiva e densa di
significati e simboli, ponendo l'accento sull'aver “...così
unificato tutte le forze vive di Piazza del Gesù e abbiamo creato i
presupposti vitali per una istituzione sana, libera e conscia dei
suoi doveri e dei suoi fatali destini. E' diventato un luogo comune,
vuoto di senso, e non più attuale il parlare di gruppi e gruppetti
massonici intenti a lottare per prevalenze personali. Abbiamo
ricostruito la Famiglia di Piazza del Gesù nella pienezza della sua
unità e credo sia venuto il momento da molti agognato...(.)...spesso
ci sono stati offerti aiuti e collaborazioni, non abbiamo disdegnato
nessuno: non sempre i proponimenti e le promesse, però, hanno
corrisposto alle susseguenti azioni e impostazioni spirituali Non ce
ne rammarichiamo; tutto fu ambìto – dice uno dei nostri più
grandi Fratelli – e tutto fu tentato...(.)...inoltre...ci
permetteranno di riprendere in maniera regolare la pubblicazione
della nostra “E* N*”.
Il Fr. Su... “...dichiara
inoltre che ormai i giovani dovrebbero raccogliere l'eredità degli
anziani e che la sola iscrizione non porta giovamenti né
miglioramento al funzionamento della famiglia e si permette una
domanda: ci sono o non ci sono i veri Massoni?”.
Il Gran Maestro ricorda che la Gran Maestranza ha anche realizzato
la piena e assoluta indipendenza dell'Ordine dal Rito.
Tutti
i Venerabili, rinnovando plauso e fiducia nell'azione del GM
Ceccherini, invitano coralmente le Logge a portare avanti il
programma di Viareggio “...rimasto
privo di quel seguito che che il momento attuale impone...”.
Viene disposto un nuovo registro per i beni e i movimenti finanziari
in capo a ogni Loggia come al Centro. Passa la prima elaborazione
degli emendamenti alla Costituzione, poi sarà inviata con il nuovo
testo alle Logge per le valutazioni e il relativo pronunciamento.
Attivato un nuovo Collegio dei Venerabili e un nuovo Consiglio
dell'Ordine.
5-1959
La Giunta Esecutiva approva unanime, tra le altre delibere, la
proposta del Gran Maestro: una Delegazione del Supremo Consiglio e
della Gran Loggia porrà una corona di alloro al sacello che ricorda
i caduti Alleati nello sbarco di Anzio, ad Anzio.
5-1959
Una nostra Delegazione del Supremo Consiglio e della Gran Loggia si
reca ad Anzio e depone una corona di alloro, con i nostri simboli
muratori, sul sacello che ricorda i caduti Alleati nello sbarco
omonimo.
20-9-1959
Per
i tipi dell'editrice “Accademia di Alta Cultura” con sede a Via
dei Mille 6, in Roma, viene pubblicata la “Costituzione e Statuto
delle Logge d'Azione Massonica sotto gli auspici della Massoneria
Italiana di Piazza del Gesù”.
12-1959
Vengono stampati i tre diversi manuali del rito di
apertura/chiusura/passaggio dei Lavori nei tre Gradi simbolici.
1960
Tentativo di unificazione tra Piazza del Gesù e Palazzo Giustiniani.
Naufraga subito per due motivi: la dimostrata e pressoché immediata
inosservanza dei patti stipulati acuita da irregolarità formali,
sostanziali e ritualistiche commesse dal Sovrano Alliata. La
denuncia delle irregolarità e delle concomitanti inadempienze
determinò il pieno ripristino precedente alla scissione: questa, a
sua volta, non modificò i “riconoscimenti” di cui Piazza del
Gesù era portatrice. I Gran Maestri dell'epoca che sottoscrissero il
protocollo furono i FFr. Giorgio Tron e Andrea Bellerio per la parte
simbolica che aveva allora sede in Via Lombardia, 14 (nota: e che
irregolarmente, irritualmente e illegalmente aveva operato,
arrogandosi poteri, rappresentatività e diritti che in realtà non
aveva). Analogo protocollo impegnò anche il Corpo rituale scozzese
il cui Sovrano era allora il Fr. Giovanni F. Alliata di Montereale,
fautore dell'iniziativa per motivi strettamente personali: iniziativa
che egli stesso abiurò subito dopo averla posta in essere senza
successo.
14-11-1961
Giunte Esecutive di Rito e Ordine, Supremo Consiglio. Il Gran Maestro
Tito Ceccherini scrive una lettera riservata alla Gran Segreteria di
cui era stata concordata con il Gr. Segretario Fr. Angelone la
conservazione e custodia “sotto maglietto”. Nella lettera -
circa i cui contenuti, in riunione, il Gr. Segr. Angelone si fa
portavoce verso gli altri convenuti - il GM Ceccherini minacciava il
proposito
di dimettersi per protestare contro il lassismo di alcuni Orienti
che non seguono “...la
giusta via massonica da lui sempre tenacemente segnata”,
e che ha imposto di anticipare per molti e per troppo lungo periodo
delle forti somme. Questa lettera di minacciate dimissioni – che
non doveva essere diffusa, quindi - fu scritta e indirizzata
riservatamente
alla Gran Segreteria, nella esclusiva persona del Gr. Segretario, con
un verbale di ricezione direttamente firmato al GM Ceccherini dallo
stesso Gr. Segretario Angelone che ne garantiva personalmente la
conservazione e la custodia “sotto maglietto”, salvo diversa
decisione scritta del solo Gran Maestro Ceccherini. Tale lettera
“...non
doveva di conseguenza avere nessun seguito...”,
ma aveva lo scopo di scuotere la perdurante pigrizia specie in ordine
amministrativo, anche in seno alla Giunta, poiché il GM era
personalmente pesantemente esposto nell'interesse della Famiglia. Ciò
é dimostrato dal fatto che nella riunione di GE del 14-1-1-962
(preceduta da una riunione informale
di alcuni membri della stessa GE all'albergo Continentale) “...egli
comunicò...(nota:
le
proprie ventilate dimissioni
e non certo queste+la messa in sonno)...affermando
di rimanere comunque vice- Presidente della Federazione Massonica
Europea nella pienezza dei suoi poteri”.
La minaccia del GM Ceccherini disorientò i molti tiepidi, mentre ad
altri fece balenare l'opportunità di approfittarne |ovvero,
accelerare progetti sediziosi| per insediarsi al posto dello stesso
GM: che in ogni caso non si era dimesso, avendo solo minacciato di
fare ciò.
14-1-1962
Il Gran
Maestro Ceccherini convoca, presiede e apre i Lavori di due diverse
Giunte Esecutive (di Governo del Rito - é
Luogotenente del Rito oltre che GM - e dell'Ordine). Presenti: Tito
Ceccherini, Giovanni Ghinazzi, Alessandro Lagi, Angelo Angelone,
Marco De Marco, Augusto Picardi, Francesco Franzese, Fr* Azz*, Bru*
Mosc*, Gino Domeneghini, Vin* Mi*; assenti giustificati Lo* Fa*, Nino
Bo*, Riccardo Granata, O* Pell*; assenti ingiustificati: Vit* Mil*,
An* D'Ale*. Da notare: il GM Ceccherini presiede ed apre i lavori da
lui stesso convocati: è evidente che è nella pienezza incontestata
dei propri poteri. Il Supremo Consiglio nomina a Sovrano il Fr.
Granata. Vari interventi si susseguono, spicca quello del GM
Ceccherini che conferma anche in questa sede le anticipazione fatte
dal Gr. Segretario Fr. Angelone, minacciando ancora le dimissioni e
contestando energicamente che “...la
Famiglia non segue le sue azioni per il potenziamento
dell'Istituzione e che la massa dei Fratelli é amorfa...”
(nota: in altro verbale, non noto, è espresso che già in quella
data vi era il provato sospetto che alcune “lentezze”
amministrative fossero abilmente pilotate, al fine di “strangolare”
- sotto il profilo del Tesoro – la Comunione). Il Gr. Tesoriere fa
il punto della situazione finanziaria, alla quale il GM Ceccherini –
sempre presente e sempre nel pieno delle proprie prerogative -
fornisce ulteriori dati ed elementi (riferiti anche e specie al suo
credito), dopo di che chiede – con grande correttezza - di
allontanarsi per dare alla GE la possibilità di discutere e decidere
liberamente circa le minacciate dimissioni (nota: sempre in altro
verbale, è indicato come questa mossa – ancorchè di stile, e
comunque concordata con un pugno di suoi fedelissimi – fu anche e
soprattutto fatta per allentare le briglie agli scalpitanti frondisti
che sapeva attivi, e quindi offrire loro l'opportunità di uscire
dall'ombra. Un calcolo perfetto, nei risultati, quanto pericoloso e
temerario : il GM si poneva letteralmente nelle mani di coloro
(pochi) nei quali, in quel preciso momento, riponeva la massima
fiducia).
A
questa data, quindi, Ceccherini era
a conoscenza dell'esistenza di una pericolosa fronda,
per cui – a prescindere da altre considerazioni – da uomo
intelligente lanciò l'amo: anzi, più ami, con la collaborazione
stretta di Fratelli fidati. Dopo il suo allontanamento dalla sala di
riunione assume la presidenza il Fr. Francesco Franzese, quale Gran
Priore Agg., mentre l'Ordine é rappresentato dal I° Gr. Sorv.
Segue discussione, dall'esame della quale – pur se nell'ovattata
sintesi dei Verbali ordinari
- si percepiscono già i frondisti ed i loro fiancheggiatori.
Ritenendo imminente la formalizzazione delle dimissioni del GM
Ceccherini, Ghinazzi nei fatti tenta di forzare i tempi sollecitando
una immediata soluzione temporanea improntata all'apparente emergenza
della situazione.
Specie
con il sostegno del neo-eletto Sovr. Granata, si fa in modo di
convincere i presenti circa la regolarità dell'operato loro
proposto, e - resosi per ciò subito disponibile – il Fr. Ghinazzi
viene nominato Gran Maestro e Luogotenente ad
interim
(una soluzione adottata di frequente nella Massoneria dell'epoca, ad
uso tecnico: ossia una sorta di Gran Maestro ad
acta,
con poteri e tempi limitati e sotto la stretta vigilanza degli Organi
responsabili dell'Esecutivo e quindi del Governo. Anche in questo
caso, la decisione è comunque limitata nel tempo, 6 mesi: venne
indicata come sollecitata e utile per poter gestire la Famiglia e poi
convocare la Gran Loggia).
(fine della prima parte) Giuseppe Bellantonio
Roma, 24 Giugno 2014, nel giorno di San Giovanni il Battista
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