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martedì 10 dicembre 2013

MANDELA: O DELL'APOLOGIA DELLA LIBERTA' E DELLA DEMOCRAZIA


     La morte di Nelson Mandela - da qualche ignorante spregiativamente indicato come sanguinario, terrorista, massone - ci fa ben capire a quale livello di meschinità possa giungere chi intenda denigrare qualcuno confidando nell'impunità.
     Utilizza, questo qualcuno, solo il nome della Libertà per uccidere altri Uomini Liberi in nome di essa, mostrando un qualunquismo spregevole e becero.
     Pur adopera un valore, quello della Libertà - appunto -, ma lo fa in modo talmente improprio da renderlo moneta falsa a beneficio di altri soggetti sprovveduti e culturalmente limitati, i quali non si oppongono nel farsi imbibitare il cervello dai diffusori di menzogne.
     L'esempio di Mandela, non è dissimile da quello di altri che abbiano combattuto - o combatteranno - per conquistare i loro Diritti: anche utilizzando metodologie di reazione a chi contro di loro compia azioni violente.
     Agli immemori basterà ricordare la figura di Gandhi, il Mahatma: rarissimo esempio della non-violenza applicata alle sollecitazioni, ma anche ai moti popolari, per ottenere il riconoscimento di diritti civili e politici.
     La Storia, è detto ampiamente, è scritta dai vincitori: si combatte da entrambi i fronti, ma solo chi è dalla parte della Vittoria (attenzione: non dei vincitori) viene ricordato ed anche celebrato. 
     Ma attenzione: senza false parole e senza sotterfugi intellettuali, va ricordato che  fino alla sconfitta dell'uno o dell'altro, gli atti che vengono compiuti possono essere sostanzialmente improntati a comportamenti persino omologabili. Ad esempio, una carica esplosiva fatta esplodere, può essere un vile attentato - per chi la subisce - o un atto di coraggio - per chi assume un qualche rischio nel farlo -.
     Fermo restando che credo nella forza della non-violenza, figlia di un radicato amore per la propria terra e di una profonda  quanto semplice cultura di base, dobbiamo ricordare quanto alto sia il Valore della Libertà e della Democrazia: un valore costituito non di sola retorica, ma da elementi molto, ma molto più concreti.
     La Libertà si conquista giorno dopo giorno.
   Essa non è mai abbastanza apprezzata, quando la si ha; è invece rimpianta con amarezza quando qualcuno la sottragga.
    La Democrazia è invece un moto che può essere lento e progressivo oppure tempestoso e rapido: è comunque inarrestabile. 
    Ove violate, oppresse o soppresse, rinascono comunque di per sé  poiché  chi ha combattuto per esse, chi le ha provate, chi le ha vissute, chi le ha sostenute, non può più farne a meno.
    Sono l'aria stessa che respiriamo, il cibo di cui ci nutriamo, il nettare che può inebriarci.
    E' amandole e rispettandole che renderemo onore a Chi, in loro nome e per esse, si è impegnato con coraggio anche estremo.
    Quindi, tutte le pompe, le celebrazioni, le parole pur leali e solenni che verranno spese per ricordare quest'Uomo, saranno ben poca cosa se non gioveranno di insegnamento e monito severo avverso gli illiberali, i violenti, i fautori dell'oppressione - tanto fisica che mentale o ideologica  -, gli intolleranti.
 
Roma, 10 Dicembre 2013                             Giuseppe Bellantonio

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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.   
 

sabato 7 dicembre 2013

MA SI CONOSCE VERAMENTE LA MASSONERIA?


Sul foglio on-line riconducibile a  WWW.GLOBALIST.IT è stato pubblicato un articolo a firma della Giornalista Sig,ra Sara Lucaroni; nel contesto si trattava dei dati diffusi da EURISPES circa il trend delle affiliazioni/iniziazioni in Massoneria (o, meglio: nelle maggiori comunità massoniche italiane, per numero di iscritti) come pure di dati e commenti chiaramente riferibili alla redattrice piuttosto che all'ente di rilevamento dei dati.
Per i Lettori che desiderassero leggere l'articolo, e qui li invito a farlo,  mi fa piacere indicare il link di collegamento diretto
 
__www.globalist.it_Detail_News_Display_ID=52031&typeb=0&Eu

Stante la mia qualità di studioso, alcune note mi sono apparse stonate, riconducendomi a scritti pregressi di altri autori che si distinguevano per una visione arcaica e di fatto irreale che ancora utilizzava parole come "puri" o "spuri" per indicare i "buoni" o i "cattivi ovvero per distinguere i "buoni" dai "cattivi".
Mi è sembrato il caso di offrire alla Giornalista un mio contributo pur se posto su una linea diversa da quella da lei impostata.
Il mio commento è leggibile attraverso il link di collegamento

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=52031&typeb=0&1-commento#ShowComment

Per chi volesse leggerlo già in questa sede, lo riporto qui di seguito: 

Egregi Signori.
Ho apprezzato l'articolo a firma della Gent.ma Sig.ra Sara Lucaroni, comunque permettendomi di valutarne criticamente i punti in cui il linguaggio adoperato - ovvero talune conclusioni - esulavano dai dati EURISPES per collocarsi nelle valutazioni soggettive.
L'intervento mi sembra voler essere premiante verso l'attività di talune formazioni massoniche nazionali valutate su due elementi: il numero di iscritti e una qualche forma di "regolarità" che li possa distinguere da altri soggetti definiti "spuri".
Un termine sicuramente spregiativo e che segna una forma di vero e proprio razzismo non solo lessicale ma anche concettuale e culturale.
Separatismo, in Massoneria, non trova diretta correlazione all'uso di termini come "spurio" bensì a quello di "irregolari" o "non riconosciuti".
Se proprio volessimo andare a fondo nella valutazione dei concetti di "legittimità" e "illegittimità" ci sarebbe da riscrive molta della storiografia della Massoneria Italiana, sempreché con tali termini ci si riconduca ad uno standard certo. Ma dovremmo poi valutare se chi utilizza lo standard per misurare e valutare gli altrui atteggiamenti sia un soggetto a sua volta "correttamente e legittimamente" costituitosi oppure un soggetto che, in forza di forme e formule - di cui questa non è la sede, né lo spazio lo consente - si sia "auto-proclamato" o "auto-installato" contando su una penetrazione economica, finanziaria, territoriale garantita da un ampio bacino su cui poter fin da subito operare con la "benedizione" delle massima autorità.
Ad aggiungere, a mio avviso, confusione - ovvero, ad alimentare erronei concetti ed impostazioni - non giova voler poi eludere un fatto significativo: è l'operato delle singole strutture, e di quanti possano farne parte, che può essere "corretto" e quindi "regolare" o al contrario "errato" e "irregolare". 
Così che può esservi una struttura con le pareti tappezzate di "riconoscimenti", "diplomi", "trattati" della specie e natura più diversa che - ahimè - non operi correttamente sotto il profilo massonico ossia sotto il profilo dell'ortodossia del rito che pur dischiara di voler seguire.
Tout-court, proprio per la gran confusione che massonicamente regna nel contesto nazionale, parlare di "crescita degli iscritti" senza entrare nel merito della loro possibile preparazione (storica, esoterica, simbolica, filosofica) è come voler enumerare le divisioni a disposizione di un qualche generale per poter affrontare una qualche campagna: senza per ciò entrare nel merito degli "armamenti" a disposizione delle truppe, del loro grado di "addestramento", e quant'altro.
Confido che la Gent.ma Autrice dell'articolo non voglia duolersi delle mie parole, rendendomi nel contempo personalmente disponibile nei di lei confronti per qualsiasi chiarimento che - esclusivamente quale studioso del particolare settore - volentieri potrò offrirle.
Cordiali saluti.
Giuseppe Bellantonio
Gran Maestro Emerito
Gran Loggia Nazionale Italiana
Comunione di Piazza del Gesù

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giovedì 21 novembre 2013

AGIRE!

 
 
SCROLLIAMOCI L'APATIA E AGIAMO!
CONTRO LA POVERTA' E LE DISEGUAGLIANZE.
NEL MONDO.

mercoledì 20 novembre 2013

SARDEGNA: NELL'OSCURITA' I LAMPI DEL CORAGGIO E DELLA GENEROSITA'

LA SARDEGNA PIANGE I SUOI MORTI E
L'ITALIA, ATTONITA, SI INTERROGA:
ANCORA UNA VOLTA.
I PERCHE' E LE SPIEGAZIONI NON SERVONO
A CHI TUTTO HA PERSO.
LA SOLIDARIETA' E' APPREZZATA
MA OGGI E' SOLO UNA CAREZZA SUL
CAPO CHINO DI CHI SOFFRE
PER LA MORTE DI UN CONGIUNTO.
NELLA FURIA DELL'ACQUA E DEL VENTO,
IL MARRONE OPACO DEL FANGO
E' STATO ATTRAVERSATO DAL LAMPO FOLGORANTE
DI ATTI DI CORAGGIO E DI GENEROSITA'
TALI DA NOBILITARE NOI UOMINI.
UNO TRA TUTTI
QUELLO DI LUCA TANZI,
IN FORZA ALLA POLIZIA DI STATO,
CHE CON I SUOI COLLEGHI HA ANTEPOSTO
L'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA' 
AD OGNI ALTRA COSA.
AI FAMILIARI DI QUANTI HANNO PERSO LA VITA, VANNO
I NOSTRI SENTIMENTI DI VIVO CORDOGLIO,
MENTRE CI PERMETTIAMO DI FARCI PORTAVOCE ALL'INDIRIZZO
DI S.E. IL CAPO DELLO STATO
AFFINCHE' AL GENEROSO LUCA TANZI
ED AI SUOI COLLEGHI 
SIANO RICONOSCIUTI
I TITOLI E LE PREROGATIVE TUTTE
DI CHI ABBIA OPERATO CON VALORE.

 
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lunedì 4 novembre 2013

4 NOVEMBRE



Viva le nostre Forze Armate !
Grazie
ai nostri militari
che in Italia e all'Estero
sono impegnati per l'interesse della collettività
e per tenere alto l'onore della nostra amata
Patria.
Ricordiamo anche oggi,
e con più energia, i nostri marò
privati della libertà,
lontani dalle loro Famiglie.
 

domenica 27 ottobre 2013

CRESCE LA TREPIDAZIONE PER I NOSTRI MARO'

 
 
 
NON DIMENTICHIAMO!
 
NON DIMENTICHIAMO I NOSTRI MARO'
INGIUSTAMENTE DETENUTI.
 
NON DIMENTICHIAMO LE LORO PREOCCUPAZIONI
E
L'ATTESA LOGORANTE DELLE LORO FAMIGLIE.
 
STIAMO VICINI A TUTTI I NOSTRI MILITARI
CHE
ONORANO L'ITALIA ANCHE IN TERRE STRANIERE
METTENDO A RISCHIO LA LORO VITA.
 
OGNI GIORNO.
 
CON GENEROSITA',
CON RESPONSABILITA',
CON UN ELEVATO SENSO DEL DOVERE.
 
SOPRATTUTTO,
CON ONORE!
 
 


E' QUESTO ANCHE UN ACCORATO
E RISPETTOSO APPELLO ALLE AUTORITA' DELL'INDIA,
AFFINCHE' SI ADOPERINO
AL MASSIMO E CON GRANDE, UMANA, URGENZA  PER L'ACCERTAMENTO DELLA VERITA'.
 
CHE NON PUO' ESSERE CHE
UNA ED UNA SOLA, INEQUIVOCA E INEQUIVOCABILE.
 
 MOTIVO PER CUI DICIAMO COMUNQUE "GRAZIE".
 
 

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giovedì 17 ottobre 2013

MASSONERIA E NEGAZIONISMO

In questi giorni, la "Memoria" è stata chiamata nuovamente a confrontarsi con la realtà quotidiana.
Da un lato il ricordo, al cadere del 16 Ottobre, di uno dei giorni più bui vissuti a Roma dalla Comunità Ebraica a causa degli odiosi atti posti in essere dalle gerarchie nazi-fasciste.
Dall'altro, l'aspro contrasto sorto sui funerali chiesti da uno dei criminali (riconosciuti e quindi condannati) di allora: comunque mai pentitosi delle proprie azioni.
Al di là del contendere e della umane passioni, sono i fatti a parlare.
E i fatti non possono essere negati.
Su questa, come su altre posizioni, la Comunione di Piazza del Gesù è stata da sempre in prima linea nel sostenere con chiarezza i propri punti di vista.
Punti di vista che io stesso, nel corso di una intervista dell'Agosto 2005 - nel corso della quale indicavo i "nostri" punti di vista su alcune delle principali tematiche sociali -, volli porre in tutta evidenza, e che qui mi fa piacere riproporre alla cortese attenzione dei Lettori.
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Lotta alla pedofilia, alla prostituzione e a qualunque tipo di droga; sì all’uso attento del nucleare e delle energie alternative, con rapido abbandono del petrolio; sì all’uso ragionato e controllato delle cellule staminali per sostenere fasi critiche della salute dell’uomo; assoluta cautela verso gli equivoci insiti nel concetto di “procreazione assistita”; no all’accanimento terapeutico, ma assistenza continua ai pazienti finchè in loro c’è una scintilla di vita; tassativo no all’aborto quale metodo alternativo di contraccezione, mentre siamo favorevoli allo stesso qualora sia terapeuticamente necessario per la salvaguardia della salute della madre; mobilitazione politico-sociale per lanciare un piano di edilizia abitativa economica tale da consentire un graduale abbattimento dei prezzi delle case aiutando la costituzione di nuovi nuclei familiari; sì a tutte quelle iniziative che aiutino il consolidarsi della Famiglia – intesa nel suo significato classico -, e l’alleggerirsi delle tensioni economiche sulla stessa; maggiore e definitiva valorizzazione del ruolo della donna nella società in genere; potenziamento di un modello scolastico che sia in grado di determinare negli alunni cultura e capacità tecniche; no a quella pseudo-cultura di chi tenta di spacciare la diversità per normalità, schernendo e facendo apparire diversi gli altri: nel contempo rispetto e comprensione per chi è differente da noi e vive tale propria condizione con sofferta dignità; si alla libertà di pensiero, ma mai favorendo il materialismo ateo o agnostico che possa essere; totale sfiducia in chi coltiva vecchi propositi politici di tipo rivoluzionario-populista e demagogico, racchiusi nel cassetto insieme a progetti polverosi e al di fuori dal tempo, specie se tenta ancora di spacciare per buone delle dottrine che hanno perso nettamente il confronto con la storia; no alla c.d. “integrazione” – in quanto esperimento equivoco drammaticamente fallito – mentre siamo ovviamente favorevoli allo sviluppo di una società multietnica, comunque gestita con regole e limiti ben precisi; fraterna condivisione della innegabile tragedia della shoah come pure avversione ad ogni forma di negazionismo di tutti gli eccidi consumatisi in ogni epoca e luogo, e avversione per tutte le forme di violenza specie se sostenute da fiammate di integralismo morale, materiale, religioso.
...(.)... 
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Dal 2005 ad oggi, sono trascorsi 8 anni: pochi sotto il profilo temporale, ma un arco di tempo in cui sono maturati moltissimi eventi epocali, con conseguenti ripercussioni sociali e politiche.
Ma le considerazioni allora espresse mantengono inalterato il loro valore.

Roma, 17 Ottobre 2013                           

Giuseppe Bellantonio
Gr. Maestro Emerito
Gran Loggia Nazionale Italiana
Comunione di Piazza del Gesù
                                                             
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venerdì 20 settembre 2013

XX SETTEMBRE

XX SETTEMBRE
 
 
Questa data, così ricca di contenuti e permeata di significati che - nel tempo - hanno assunto spessore significativo, specie agli occhi dei Massoni, va mutando di anno in anno nei significati e nei valori assunti.
I Massoni in essa - più o meno a ragione - fin da subito sono stati indotti a vedervi un coacervo di valori improntati ad una laicità che, nel tempo, ha mutato di immagine, divenendo laicismo a volte persino esasperato.
I motivi sono vari, e tutti riconducibili agli stati d'animo - ma anche agli impulsi che provenivano da Inghilterra e Francia, che rinfocolavano tali condizioni - allora fortemente dominanti.
Ma quello che fa oggi del XX Settembre una data in un certo senso di minore spessore, è l'acuirsi negli ultimi anni di un certo disagio,
Un disagio dalla doppia chiave di lettura.
Da un lato il rapidissimo mutare, negli ultimi anni, delle condizioni complessive di questa nostra Italia.
Dall'altro, anche come parziale conseguenza di quanto poco sopra indicato, si è innescato un profondo revisionismo di tutti i fatti storici che hanno portato all'Unità d'Italia, alla caduta dello Stato Pontificio,  al ruolo dei Savoia, alla fine del Regno delle Due Sicilie, alla reale portata dei moti indipendentisti, alla difficile verità legata alle truppe garibaldine durante i loro passaggio specie nelle terre di Sicilia  come pure nel Sud d'Italia.
Un revisionismo dapprima lento, quasi fatto per gli amanti della storia e una ristretta cerchia di intellettuali di impronta sempre più trasversale.
A questi, però, si sono via via aggiunti strati sempre maggiori di "studiosi" e "ricercatori" che andavano a soppesare con maggiore senso analitico i testi storici ufficiali, colmandone le lacune attraverso incroci con testi poco noti reperibili anche presso biblioteche e università estere.
Grande è stata la mia personale meraviglia - durante un mio recente viaggio nel Sud d'Italia - il trovarmi a contatto con persone che, indicando con estrema precisione date, luoghi e personaggi coinvolti, mettevano in rilievo "altre e diverse verità" attraverso le quali individuavano  concatenazioni e specularità con le situazioni attuali e delle condizioni in cui versa la nostra Patria.
La cosa che ancor più mi ha meravigliato è l'aver constatato che sono moltissimi i giovani che hanno iniziato a rivedere le proprie convinzioni personali sotto la formidabile spinta dei fatti nuovi, delle "verità" scomode emerse: situazioni che inevitabilmente li portano a porsi domande; ed i "se", i "ma" , gli "allora" fioccano, nell'assenza  di storie ufficiali diverse dalle pagine di storia scritte dai vincitori.
Allora, propongo una variazione sul tema: che il XX Settembre sia per noi, da oggi, la data nella quale ricordare con animo grato quanti morirono per consentire l'Unità d'Italia.
Rendendo onore a quei caduti che erano nostri Fratelli e che della Libera Muratoria fecero se non il vessillo, l'arricchimento interiore improntato agli Ideali più nobili: così forte da resistere anche ai proiettili che, infuocati, mordevano le carni, così fulgido da sgorgare quale lampo di Luce alle lacerazioni prodotte dalle armi bianche manovrate per affondare spietate nelle loro viscere,
Ecco, sono costoro che vogliamo ricordare noi.
Ma con animo di riconciliazione, piangiamo anche gli altri nostri Fratelli Italiani morti sui fronti opposti.  Morti per aver creduto, per aver obbedito.   
E basta.
Il resto non ci interessa, perché "ricordi", "commemorazioni", "celebrazioni" con le quali taluno pensa di poter sorreggere e giustificare il proprio "esistere",  i propri "ragionamenti", le proprie "verità" (sempre più tentennanti) tirate a lucido con storie che non gli appartengono, non sono il pane e burro di cui ci nutriamo. 
Il nostro nutrimento sono gli stessi Alti Ideali di cui si  colmavano i cuori, gli animi e le menti dei nostri Carissimi Fratelli di ieri.

Roma, 20 Settembre 2013                  Giuseppe Bellantonio
                                                            Gran Maestro Em.to
                                                     Gran Loggia Nazionale Italiana
                                                      Comunione di Piazza del Gesù
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martedì 3 settembre 2013

DIAMO FORZA ALL'APPELLO DI PAPA FRANCESCO !


L'importantissimo appello indirizzato a tutti gli Uomini di buona volontà da S.S. Papa Francesco a favore della Pace e contro i venti di guerra che si addensano minacciosi nell'area medio-orientale, ha suscitato eco rilevanti nella popolazione mondiale.
 
Una risonanza altrettanto rilevante è stata poi riservata all'iniziativa complementare assunta dal Pontefice, ossia quella di chiedere a fedeli e non di unirsi in preghiera: una gigantesca massa di persone che al tramonto del 7 Settembre, in una propizia condizione di digiuno, pregheranno Dio invocando la Pace e chiedendoGli di illuminare i potenti della Terra in tale direzione.

La situazione è incandescente, densa di incognite e di fortissimi timori, correlati - in base a ragionamenti affatto peregrini, piuttosto che non su notizie riservate - alla concreta possibilità che il conflitto possa rapidissimamente ampliarsi: ciò con conseguenze facilmente prevedibili ma difficilmente quantificabili, specie se l'utilizzo delle armi non dovesse basarsi su  mezzi non convenzionali.

Che il mondo sia da tempo lacerato da una perniciosa conflittualità - che porta lutti, lacrime e povertà (ancora maggiore, in chi ha già poco) - è sotto gli occhi di tutti: al di là di chi  possano essere le responsabilità nel fare della guerra uno strumento del proprio potere anche personale; al di là  delle colpe gravissime - dinnanzi a Dio ed agli Uomini - anche nell'usare armi di sterminio di per se vietate (ancor prima dalle coscienze che non dalle leggi umane); al di là di tutto questo DEVE sempre esserci l'uso della ragione e della diplomazia: ad ogni costo.

Specie quando, a fronte di gravi situazioni che si trascinano nel tempo, la comunità internazionale nei fatti non sempre si è dimostrata coerente ed energica al pari delle (moltissime) parole usate.
 
Giusto essere allarmati da una escalation che vede forse l'utilizzo di armi chimiche; giusto, nell'allarme, far capire che queste cose evocano una punizione drastica specie per ammonire chi possa essere tentato dal compiere pericolosi  gesti anche in terra altrui (leggasi: attentati); giusto anche sollecitare gli alleati del tiranno di turno ad essere veramente fieri difensori di un popolo "amico", così consegnando loro alla giustizia chi si possa essere macchiato di pesanti responsabilità.     Sarebbe una vera prova di pacifica forza, dove chi dovesse fare ciò acquisterebbe meriti cospicui agli occhi di un'opinione pubblica che  vedrebbe trionfare la Giustizia e mortificate le pulsioni guerresche di molti esaltati.
 
Trovo ripugnante pensare che ci possano essere Nazioni nel Mondo i cui governanti, alle prese con sempre più pressanti difficoltà politico-economiche interne, siano tentate dall'utilizzo della forza per dirimere questioni che andrebbero affrontate con forza in sede ONU, ossia politicamente attraverso il Consiglio di Sicurezza.
 
Vanno mandati i caccia per bombardare "i cattivi" o le truppe per occupare al fine di tutelare la pace e "liberare" i popoli dal gioghi odiosi, o si utilizzano questi strumenti solo come anticamera per fare shopping di risorse o imporre la propria presenza commerciale,  facendo lacerare i vecchi accordi a proprio vantaggio?
 
I dilemmi sono molteplici, troppi ed assillanti!  E quanto avvenuto negli ultimi periodo in Libia o in Egitto, ad esempio, ci insegna che al di là delle bellissime parole con cui specie in occidente si ammantano anche le situazioni peggiori, le "rivoluzioni spontanee" per conquistare la Libertà e la Democrazia si sono affievolite ai primi del 1900 per estinguersi nell'ultimo quarto di quel secolo. Le "rivoluzioni dei gelsomini", quella delle "orchidee", dei "cedri" o delle "rose", hanno dimostrato di tramutarsi in "primavera dei crisantemi": dove tolto di mezzo il tiranno di turno, dopo che si è destabilizzato un certo qual equilibrio, è difficile trovare nuovi e stabili assetti, così come è difficile trovare soggetti fortemente qualificati e quindi rappresentativi.

Il secolare dilemma "distruggere per ricostruire" o "correggere e aiutare lo sviluppo", oggi non costituisce più un quesito: la risposta è chiara.  Troppi folli vagano per il mondo, pronti - in nome di ideali strani e di ideologie ancora più strane - a spruzzare morte nell'aria altrui.  E se il ricordo di Hiroshima e Nagasaki è ancora vivo anche quale monito per l'umanità, dobbiamo tenere in conto che nessuno è più al sicuro se oggi dovesse accadere un evento bellico allargato.
 
Meglio che SCOPPI LA PACE, come ha anche sollecitato autorevolmente il Papa.  Quanto Bene ne potrebbe derivare per l'umanità oggi afflitta!
 
Aiutiamo la Sua voce, le Sue preghiere e le nostre, per la Pace: Egli si è rivolto con linguaggio ecumenico a tutti gli UOMINI DI BUONA VOLONTA', io desidero invece rivolgermi anche agli UOMINI LIBERI E DI SANI COSTUMI che operano nel Mondo affinché anche loro si uniscano in assonanza con questo momento solenne e affinché facciano sentire prepotente la loro voce.

PACE, DUNQUE!

BASTA GUERRE ODIOSE, BASTA CON IL RICORSO ALLE ARMI SE CIO' NON SIA ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE PER TUTELARE E DIFENDERE IL PROPRIO SUOLO, LA PROPRIA PATRIA!
 
MAI PIU' GUERRA! CHE SIA PACE!

CHE ATTRAVERSO LA PACE LE INGENTISSIME RISORSE DESTINATE ALLE ARMI SERVANO A SFAMARE I POVERI, GLI INDIGENTI; SERVANO ANCHE  A FAR PROGREDIRE LE GENTI, PORTANDO SERENITA', CULTURA, SALUTE: SPEZZANDO COSI' - ANCHE E SOPRATTUTTO - LA TRISTE E NEGATIVA SPIRALE CHE SPINGE LE GENTI AD ABBANDONARE LE TERRE D'ORIGINE.

CHE SIA LA PACE A PUNIRE I COLPEVOLI DEI CRIMINI UMANITARI ACCERTATI: CHE SIA LA PACE AD ESSERE RITROVATA DALLE GENTI DEI TERRITORI INTERESSATI, USANDO I PROPRI MEZZI, LE PROPRIE VOLONTA', LE PROPRIE FORZE !
 
Spero fortemente che Sua Santità mobiliti il grande e sano cuore della  Chiesa Cattolica per indire al più presto un incontro ecumenico tra i rappresentati di tutte le Religioni, specie di quelle monoteiste ovvero abramitiche: che si trovi una via illuminata per convincere i governanti a fare in modo che vengano abbandonati i conflitti, che si trovi un nuovo equilibro per le diseguaglianze e le disparità sociali.

Che si ridia piena dignità alla persona, allontanandola dalle false chimere che la società dei consumi continua subdolamente a insufflare, per riportarla verso più sani ideali e per consentirle di ritrovare quei principi che hanno fatto si che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ci fosse crescita sociale, lavoro e benessere.

Che così Dio ci assista!

Roma, 3 Settembre 2013       Giuseppe Bellantonio (*)

(*) Gran Maestro Emerito della 
Gran Loggia Nazionale Italiana
Comunione di Piazza del Gesù

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