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giovedì 27 settembre 2018

BRECCIA DI PORTA PIA ... E DINTORNI

l'Ill.mo e Risp.mo Fr. ANTONIO URZI'  BRANCATI ha tracciato nei giorni scorsi alcune importanti riflessioni, rappresentate con estrema oggettività e, quindi, carenti da pulsioni animate da un qualche malanimo. L'Illustre Fratello, ancorché presiedere un importante Ordine Martinista, è studioso attento, competente, profondo e appassionato: è per tale motivo estremamente apprezzato tanto in Italia che oltre i nostri confini naturali, ed è sicuro punto di riferimento per una Comunità Iniziatica ampia e varia, che guarda alla sostanza.
Diamo spazio su questa pagina ad due suoi post consecutivi, pubblicati su FaceBook, così come lo diamo a quanti ce lo possano richiedere con il fine di dare un contributo alla buona causa Massonica: un Ordine esoterico-iniziatico di cui troppo ed a sproposito si parla, sovente deviando dal corretto contesto per approdare a situazioni di basso profilo; situazioni che, è bene dirlo, con la 'vera' Massoneria poco o niente c'entrano, tanto ne sono distanti.
Per correttezza, abbiamo chiesto espressa autorizzazione all'Autore al fine di porgere il testo alla cortese attenzione di una platea più ampia.
Ovviamente, nel rispetto di un corretto e asettico pluralismo, siamo a disposizione, per la pubblicazione di loro eventuali repliche, di chi possa sentirsi chiamato in causa.
Buona lettura! 



 Breccia di Porta Pia

In occasione del XX Settembre, qualcuno mi ha ricordato che i Massoni celebrano, proprio in questo giorno, la Libertà, commemorando la breccia di porta Pia a Roma. Ho risposto in quanto ritengo l’abbinamento una inesattezza. Ho risposto, dato che non ero in FB, tramite messanger. Ciò significa che molti di coloro che adesso sono destinatari di queste mie riflessioni le hanno già ricevute, non dico lette, in messanger. A costoro chiedo scusa. Desidero però far risentire il mio pensiero in FB iniziando da un evento ancora attuale al quale, per me, è stato attribuito un significato che non posso condividere. La mia riflessione:

Molti appartenenti alla Massoneria sostengono che il 20 settembre, celebrando la breccia di porta Pia, vivono la giornata come la giornata della libertà. Una libertà che i Massoni vogliono difendere con forza, coraggio, vigilanza e perseveranza contro coloro che vogliono opprimere le coscienze e alzare steccati che confinano l’uomo nelle gabbie dell’antidemocrazia, nelle nebbie mortali dell’irragionevolezza. (Le ultime parole non sono mie, non mi approprierei mai di ciò che non mi appartiene, ma del Gran Maestro del GOI).

Parecchi sono convinti che la Breccia di porta Pia fu l’inizio della libertà degli Italiani, molti però sostengono, specie in Sicilia, che la breccia di porta Pia, portò a molti fame, miseria, diseguaglianze, privilegi di alcuni a danno di altri. Ma questa é politica ed io non voglio interessarmi di politica, anzi, da Iniziato, quale mi ritengo di essere, non debbo interessarmi di politica o quantomeno debbo interessarmi di politica tenendo presente il concetto esoterico di Libertà e non quello sociale o politico. Gli Iniziati sanno che il concetto esoterico è assoluto mentre quello sociale, politico, è relativo. Il concetto esoterico si basa sulla conoscenza assoluta quello sociale o politico sulla imposizione delle idee e dei comportamenti da parte di un gruppo su un altro. Possiamo quindi ben dire che il concetto esoterico unisce mentre quello sociale o politico può anche divedere. 

Da parte dei massoni, di esoteristi, di iniziati, ci si aspetta quindi che per celebrare e difendere la LIBERTÀ si scelga un simbolo venuto agli iniziati dalla tradizione e non dalla storia. Se il simbolo che si sceglie è politico permettetemi di dire che coloro che lo adoperano non lo adoperano da iniziati ma da politici. Se sono Massoni e fanno politica senza usare simboli massonici, possono dare l’impressione di farlo in quanto vogliono usare la massoneria per portare avanti ideologie mascherandole da simboli tradizionali. 

Anche i non Massoni sanno, in quanto lo dicono parecchi libri che si possono trovare in qualsiasi libreria, che sopra la cattedra del Maestro Venerabile campeggia il trinomio, Libertà, Uguaglianza, Fraternità. So che molti Massoni ritengono che tale trinomio non sia tradizionale, che è stato mutuato dai rivoluzionari francesi e che, pertanto, non è un simbolo come bisogna intendere i simboli. Io dico però che le azioni umane, come i concetti, debbono rispecchiare le norme universali. La libertà in senso esoterico è purezza, mancanza di condizionamenti. Solo se si è puri, se non si è condizionati, si può costruire il concetto relativo, terreno, di libertà senza che esso divenga un espediente per esercitare la propria maggiore forza nei confronti di altri che hanno un concetto di libertà magari diverso. La Massoneria ha proprio questo compito. Essendo un Ordine Esoterico, Iniziatico, deve mettere a disposizioni gli strumenti necessari per tornare puri, come si era prima della nascita, per perdere i condizionamenti che si sono acquisiti dalla nascita in poi per potere poi accedere alla conoscenza del cosmo e delle sue regole. Dopo aver ottenuta tale conoscenza si può, direi si deve, fare in questa dimensione, nella nostra terra, ciò che serve per perfezionare l’opera nell’intero cosmo. La breccia di porta Pia non è utile per ottenere tale risultato. 
Non per completare la disamina ma solo per aggiungere qualche concetto, ed approfittando dell’occasione fornitaci dalle gerarchie del GOI relative alla celebrazione della libertà in occasione della breccia di porta Pia, accostamento da me già contestato, desidero aggiungere: è più che evidente che la massoneria del GOI non fa alcun accostamento fra celebrazione della libertà e commemorazione dell’anniversario della breccia di porta Pia. Come ho già detto la Massoneria celebra la “LIBERTÀ” attribuendo ad un simbolo storico, che separa, una valenza tradizionale, che unisce. In effetti ha ragione chi sostiene che il GOI, con la manifestazione cennata, non intende affatto accostare la celebrazione della libertà con il rito dell’equinozio di autunno, che è caduto il 23 settembre.
In ogni caso, dal punto di vista esoterico l’equinozio, a mio parere, non è simbolo di libertà, ma simbolo di uguaglianza. Simbolo della libertà, sempre a mio parere, è il solstizio. Dobbiamo considerare questi momenti interpretandoli analogicamente e dobbiamo dare ad essi la valenza esoterica cioè valida per tutto il cosmo e non solo per questa nostra terra. Ma nello stesso tempo dobbiamo considerare esotericamente anche i concetti di libertà, gia da me enunciato, ed il concetto di uguaglianza che deve essere inteso, quest’ultimo, come situazione di purezza, che rende tutte le manifestazione dell’Emanazione uguali tra di loro e che l’uomo, in questa dimensione, ottiene dopo aver raggiunto la libertà cioè dopo essersi liberato da ciò che lo condiziona. 
Come tutti sanno vi sono due momenti solstiziali e due momenti equinoziali. Entrambi i momenti esprimono il primo, quello solstiziale, il concetto di libertà, il secondo, quello equinoziale il concetto di uguaglianza. 
Non sto a descrivere quì il rito da celebrare in entrambi i momenti, desidero solo richiamare l’attenzione sul fatto che l’anno comincia in occasione dell’equinozio di primavera per tutti o quasi tutti gli Ordini Esoterici; dico quasi tutti in quanto, per esempio, la Massoneria del GOI ha, in un primo tempo, avvicinato parecchio l’inizio del proprio anno ponendolo al 1 marzo e poi, con Corona Gran Maestro, che agì in un momento particolarmente difficile, ha eliminato i residui di esoterismo che vi erano ancora nel GOI, e l’ha posto il 1 gennaio. Aggiungo poi che in entrambi i momenti i rispettivi riti prevedono, oltre ad una effettiva purificazione che si effettua con fuoco ed acqua, fuoco che non brucia ed acqua che non bagna, un accostamento con gli altri elementi della natura che richiamano il detto di Ermete che ciò che é in basso é come ciò che sta in alto.


Ritengo opportuno, dopo quanto ho scritto sulla commemorazione fatta dal GOI della breccia di porta Pia, esporre come intendo io l’Ordine Massonico. Riporto quindi un mio scritto di alcuni anni or sono che forse ho già pubblicato in parte o interamente. Giova comunque ripetere.
Ho trascorso molti anni in Massoneria ed essendo curioso per natura, ho avuto contatto con diverse esperienze esoteriche, anche non massoniche. Credo di aver raggiunto un certo grado di preparazione in questa materia o almeno questo è quello che molti amici mi fanno credere e, spero, non solo per togliermi di mezzo. Oltre che curioso sono anche un irrequieto. Lo dimostra il fatto che in Massoneria sono stato iniziato in una Loggia, ma dopo dieci anni ho partecipato alla fondazione di un'altra e dopo venti anni di appartenenza a quest'ultima ho fondato, insieme ad altri Fratelli, una terza Loggia alla quale ho appartenuto fino al mio allontanamento dalla Massoneria. Ho detto che sono irrequieto e questo già è sufficiente per spiegare i miei movimenti. Ma la natura umana fa sì che l'uomo debba darsi una spiegazione ragionevole a tutte le intemperanze da lui stesso commesse e quindi anch'io ho "costruito" i motivi che giustificano, almeno a me, questa irrequietezza. 

Ho sempre saputo e mi è stato sempre detto che la Massoneria è un Ordine Esoterico - Iniziatico. Frequentando l'ambiente però mi rendevo conto che l'attività che si svolgeva in Loggia era solo ed esclusivamente di natura culturale. In sostanza mi rendevo conto che i "lavori" che si svolgevano in Loggia potevano essere svolti in un qualsiasi circolo culturale specializzato nello studio dell'esoterismo. Mi rendevo conto anche che tutto ciò che si diceva in Loggia era contenuto nei tanti libri che trattano di esoterismo e che spesso le cd "Tavole" erano il frutto non della cultura di chi le "scolpiva" ma.....del copia ed incolla. Nonostante queste constatazioni aspettavo comunque con ansia che mi si dessero gli strumenti per poter raggiungere quel sapere impedito ai non iniziati. Il tempo però passava. Mi sono stati dati i gradi che da semplice apprendista mi hanno elevato prima a compagno e poi a maestro. In cuor mio, però, non notavo alcuna differenza. Mi rendevo conto anzi che i gradi, gli avanzamenti di paga, venivano dispensati quasi esclusivamente in base all'anzianità di iniziazione, ovvero di ingresso in Massoneria, constatando che erano di grado inferiore solo quelli che erano entrati dopo. Leggevo e mi veniva detto, spesso anche in "tavole" roboanti lette in Loggia, che l'aumento di paga lo si deve meritare. Che l'aumento di paga si ottiene solo dopo aver dimostrato di aver bene appreso l'uso degli strumenti che si adoperano nel grado precedente. Belle parole e basta. Constatavo che gli strumenti dei gradi erano illustrati nei vari rituali del grado specifico ed in alcuni oggetti posti in determinati parti del Tempio. Ma nessuno, pur illustrandomi il significato di quegli strumenti, il significato degli oggetti, mi sapeva dare istruzioni su come adoperarli. Era come se di una macchina ti illustrassero le varie componenti ma nessuno ti informasse che cammina e ti insegnasse come si fa a farla camminare. Oltre ad essere curioso sono anche ostinato per cui sapendo che nella Massoneria della quale facevo parte operano anche alcuni Riti, ho aderito ad uno di questi credendo che i veri segreti Massonici mi sarebbero stati svelati proprio in detto Rito. Anche in questo ho fatto "carriera". Ma anche questo mi ha deluso. Aumentavo di grado, le insegne di volta in volta erano diverse, in qualche maniera aumentava la mia cultura ma nessuno mi dava le istruzioni su come guidare quella macchina. In Loggia, anche in quel Rito venivano lette "tavole" che trattavano argomenti che avevo già letto nei libri prima della cerimonia con la quale mi si conferiva il grado. Di percorso che dalla terra porta al cielo non si parlava, come nei primi tre gradi, o almeno se ne parlava ma solo in teoria, tanto per parlarne. E tutto ciò non solo nei gradi subito successivi al terzo ma anche nei gradi piuttosto alti. Mi sono dimesso (messo in sonno) anche da quel rito, ed ero giunto già alla soglia del grado più elevato. Voglio raccontarvi un episodio occorsomi in una delle "tornate" di quel Rito. È opportuno precisare che quella tornata si svolgeva nel capoluogo regionale e riguardava un grado alquanto alto. Tanto alto che la Loggia era solo nazionale ed era stata creata, come di consuetudine, una "succursale" Regionale. Ebbene in quella tornata si discuteva dei simboli del grado, dei simboli che si trovavano o si dovevano trovare nel Tempio di quel grado. L'oratore ci espose una brillante tavola ricca di elementi presi o estratti dal Farina, dal Porciatti, dal Pike, ovvero da libri che si possono trovare in qualsiasi libreria. Non parlò del sotterraneo e delle raffigurazioni che lo stesso conteneva e mi viene il sospetto che non ne parlò in quanto i libri citati non ne parlano. Eppure del sotterraneo si parlava nel rituale del grado e nello stesso rituale si parlava anche delle immagini dipinti nello stesso. Dopo l'Oratore ufficiale io fece un intervento. Descrissi il sotterraneo e diedi la mia spiegazione delle immagini che ivi si trovavano. Ebbene, a seguito del mio intervento mi accorsi che molti dei presenti non sapevano del sotterraneo, in sostanza non avevano letto neanche il rituale del grado, e molti, che avevano invece letto il rituale, non conoscevano il significato delle immagini. Voglio riferirvi di due episodi che hanno condizionato i miei comportamenti. Il primo: nel 1983 è morto un mio parente, massone. Fra le sue carte ho trovato degli scritti massonici di Giacomo Tallone. Allora comincia a leggerli più per curiosità che per altro. Mi accorsi però che in quegli scritti erano contenute le istruzioni per.....guidare la macchina. Tallone infatti illustrava strumenti Massonici e leggendo mi rendevo conto che sia l'ordine che il rito che allora frequentavo mettevano a disposizione gli "attrezzi" atti a percorrere la via iniziatica. Tentai di utilizzare quegli strumenti che indicavano sia Tallone che le Logge, dell'ordine e del rito. Non mi fu possibile. Non mi fu possibili in quanto mi è stato impedito con mezzi riconducibili alla tronfia prosopopea di coloro che si definiscono Massoni, mi fu impedito dalla difficoltà della Massoneria di creare dei veri Maestri. Il secondo avvenimento. Mi imbattei, in quel tempo, in un altro Ordine Esoterico. In quest'ultimo non si chiacchierava, si operava ed incominciai ad operare. Mi resi conto che la Massoneria, ovvero l'Ordine Iniziatico che conoscevo io non era in condizione di condurre l'uomo nel percorso. Non era in condizione nei primi tre gradi e non lo era neanche nei i gradi "superiori" presenti nel rito che avevo frequentato. Al massimo era in condizione di acculturare i suoi membri imponendo la redazione o l'ascolto di scritti che per generosità possiamo definire speculativi. Al di fuori di quel "massimo" è possibile trovare i più squallidi "metalli" che l'uomo si porta appresso e che ritiene normale introdurre nella Loggia per soddisfare le proprie ambizioni o velleità. L'esperienza massonica, divenuta ormai notevole, se non altro per anzianità, mi parlava di altro Rito, sempre nell'ambito della stessa Obbedienza, essenzialmente Operativo. Avendo abbandonato il precedente Rito, mi avvicinai a quest'ultimo. In effetti, almeno a livello locale, forniva la possibilità di intraprendere il percorso esoterico che avevo conosciuto leggendo gli scritti di Tallone. Mi sono trovato quindi a frequentare la Massoneria dei primi tre gradi, il Rito al quale avevo aderito e l'Ordine Esoterico non Massonico e operativo. Mi venne l'idea di approfittare dei tre ambienti diversi, uno dei quali da me già creato (la loggia nei primi tre gradi), gli altri due da creare, (il Rito e l'ordine esoterico diverso dalla Massoneria) per percorrere e far percorrere a più persone possibile la via iniziatica. È opportuno a questo punto fornire alcune spiegazioni per chiarire il mio progetto. La Loggia nei primi tre gradi viene frequentata dai Fratelli Iniziati o accolti nella stessa, tranne poche eccezioni costituite dai visitatori ovvero da Fratelli di altre Logge che vengono in visita; nel Rito confluiscono Fratelli di tutte le Logge della stessa città; in un Ordine estraneo alla Massoneria possono confluire non iniziati alla Massoneria e donne che, nel caso di Logge Massoniche nelle quali non possono essere iniziate, rimangono al di fuori delle stesse. La Loggia che io frequentavo appartiene ad una Istituzione che non inizia donne. In teoria quindi avrei avuto la possibilità, oltre che di lavorare nella mia Loggia, di iniziare e quindi di far percorrere la via a Massoni non appartenenti alla mia Loggia e a profani e donne non appartenenti alla Massoneria. A distanza di anni e dopo aver messo in pratica il mio progetto, posso dire che nella Massoneria funziona solo, e non perfettamente, la Loggia che io frequentavo nei primi tre gradi, mentre il Rito si è dissolto completamente. Funziona abbastanza bene l'Ordine Iniziatico diverso dalla Massoneria. Non sono soddisfatto. Vorrei che funzionassero e anche bene le altre due realtà. Non mi arrendo anche se il mio progetto può essere da alcuni frainteso e da altri considerato velleitario.

Mi sono arreso peró. 
Mi sono arreso per disperazione. 
Sono arrivato ad una veneranda età e nulla é cambiato. 
Mi sono arreso ed ho, in FB e per rabbia, scritto alcune mie considerazioni, ritenute offensive, relative al responsabile nazionale della Massoneria alla quale ho appartenuto. Mi fu mossa una tavola di accusa. Io, dopo le accuse, mi sono dimesso dalla Massoneria. Mi sono allontanato avendo preso atto della mia incompatibilità con quel tipo di Massoneria. Coloro che hanno mosso la tavola di accusa, mi allontanarono a loro volta, ritengo io perchè infastiditi da chi continuava a esaltare una massoneria diversa da quella che loro ed i loro mandanti conoscevano o dicevano di conoscere. Bene così, continuerò a manifestare ciò che penso dal di fuori. 
Ho constatato, comunque, che molti che appartengono alla Massoneria manifestano il disagio che io stesso ho manifestato. Costoro rimangono ed io spero che rimangano solo nella speranza che un giorno si verifichi il miracolo e la Massoneria, da Ordine Esoterico quale la si ritiene, torni ad occuparsi solo di strumenti iniziatici e nella giusta maniera. A costoro io mi permetto di dire: fate politica, politica Massonica. Scacciate dal Tempio i mercanti che dello stesso si sono impadroniti. Io non l’ho fatto. Forse perchè mi ritenevo un puro. 
Non so se sarei riuscito a scacciare i mercanti dal Tempio, (periodo ipotetico) così però, certamente, non l’ho neanche tentato.

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