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giovedì 13 marzo 2014

QUALCHE NOTA SU CHI SIANO GLI AA.LL.AA.MM.


In questi ultimi tempi - anche a seguito dell' "effetto traino" di alcuni impegni elettorali per il rinnovo delle principali cariche, nel contesto di  alcune comunità massoniche - alcuni mezzi di informazione hanno riportato interventi redazionali, ovvero interviste, nel cui contesto è utilizzata la sigla  "A.L.A.M." oppure acronimi similari a tale indicazione.
Oltre ciò, sono state esplicitate posizioni e valutazioni in netto contrasto con la realtà storicamente documentata e quindi comprovata circa aspetti di riconducibilità a precisi periodi, luoghi e fatti.
Da più parti, mi sono giunti segnali di incertezza valutativa delle dichiarazioni di cui sopra, per lo più basate sulla non-conoscenza ovvero sulla incompleta o errata conoscenza di fatti e soggetti, nonché della stessa Storia della Massoneria Italiana, dei diversi rituali adottati, degli aspetti più profondi e concreti dell'esoterismo e di quant'altro di correlato e/o collegabile al contesto iniziatico massonico in generale.
Il tutto, a comprova dello scarso livello qualitativo della complessità dei singoli soggetti coinvolti, forse troppo sommariamente "tegolati", forse soggetti a cerimonie di iniziazione sì pittoresche ma inconcrete, forse superficiali nel recepire appieno il significato ed il valore dell'appartenenza ad un contesto tanto importante, forse resi troppo frettolosamente  titolari di gradi cui non corrisponde tanto la preparazione esteriore che - soprattutto - quella interiore.
Ciò, senza che la cosa suoni offesa per quei Massoni che riconosco ed apprezzo come tali, ma con profonda disistima per quanti si iscrivono - o "vengono iscritti", come pure "promossi" -  per solo interesse e cinico calcolo: specie se amministrativo-finanziario ovvero per motivi mercantili. 
Ma è utile ricordare che - risoluzioni, regolamenti, rituali e statuti alla mano: nei testi "ufficiali" deliberati proprio nei Conventi internazionali -  de facto è irregolare e opera irritualmente qualunque corpo massonico che, ancorché munito di patenti e/o riconoscimenti e/o trattati con altro/i corpo/i, possa attribuirsi la condizione di "scozzese" (R.S.A.A.) senza essere AA.LL.AA.MM. ovverosia senza praticarne, con le regolari insegne e adottando la necessaria e unica simbologia e ritualità, l'operatività massonica.
Relativamente al tema degli "A.L.A.M." - e più correttamente a quello degli "AA.LL.AA.MM.", ossia Antichi Liberi Accettati Massoni -  qui ripropongo un  mio intervento di qualche anno fa, nella serie "Massoneria da Sfogliare", i cui contenuti ritengo del tutto attuali.
Del pari, chi fosse interessato a seguire correttamente lo scorrere di eventi lontani nel tempo ma storicamente certi e documentati, utili a chiarire l'esatto svolgersi dei fatti, potrà leggerne su questo stesso blog e su quello della Comunione di Piazza del Gesù.
Buona lettura, quindi!
Roma, 13 Marzo 2014                                                       Giuseppe Bellantonio
 
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                                    “QUALCHE NOTA SUGLI “AA.LL.AA.MM.”

Affrontando le tematiche correlate alla Figura di San Giovanni Evangelista e all'uso corretto che di tale nome può essere fatto in indicazioni e titoli, si è visto come tanto i ragionamenti che le fonti originarie ed originali citate, al pari dell'ampia bibliografia di corredo, fissano in modo incontrovertibile che il San Giovanni riferito e riferibile ai Massoni di Rito Scozzese – Antico ed Accettato - è unicamente SAN GIOVANNI EVANGELISTA .

In precedenza, ho anche ricordato come - successivamente alla nascita della c.d. “Massoneria Moderna”, e segnatamente quando la fase “operativa“ venne considerata sostanzialmente e formalmente esaurita - si fosse aperta in modo più ampio la “ricerca speculativa”. Fu quella la fase temporale a far data dalla quale, specie dopo una serie serrata di incontri internazionali, vennero decise importanti mutamenti formali ma anche strutturali: nella nomenclatura ufficiale i Liberi Muratori cedettero il posto ai Massoni; le Logge presero il posto delle Officine (di cui, liricamente, si ricorda il clangore: a sottolineare l'alacrità degli operai impegnati nei lavori, particolarmente tipici in specie nelle botteghe dei fabbri e dei maestri scultori); la Muratorìa assunse il titolo di Massoneria a livello mondiale ossia Universale; venne riaffermato il palese riferimento ad un Principio Creatore Unico, identificato nel G.A.D.U. ed alla cui Gloria è dedicata la Comune Opera; venne ribadita l'assoluto valore della Massoneria Azzurra nei primi Tre Gradi dell'Ordine (gradi che, è utile ricordare, venivano conferiti simbolicamente: da cui, “Ordine Simbolico”); venne stabilito in modo univoco e rigido che non potessero esservi “confusioni” tra l'amministrazione rituale delle Logge dei primi Tre Gradi dell'Ordine Simbolico e le Camere Superiori del Rito. Ma cosa ancora più importante, fu stabilito che i Fratelli Massoni che avrebbero seguito il percorso scozzese avrebbero dovuto operare nel richiamato rispetto di ben precise formule: così che avrebbero potuto e dovuto appartenere al Corpo Azzurro – e quindi Simbolico - degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni (professanti, dopo l'acquisizione dei primi Tre Gradi, il Rito Scozzese Antico e Accettato). 


Nasceva così l'acronimo AA.LL.AA.MM .

L'argomento AA.LL.AA.MM. dovrebbe essere un tema non solo interessante ma anche diffuso e molto noto, specie per i lettori che da lungo tempo operano in Massoneria, costituendo un concetto cardine della propria qualità. Invece ho dovuto prendere atto che – almeno secondo le moltissime segnalazione ricevute – sono in molti a fare confusione, o ad avere cognizioni parziali quando non del tutto inesatte: condizione, quest'ultima, che comporta una dannosa reazione a catena, moltiplicatrice di erronei convincimenti e conseguentemente di erronee condotte massoniche.

Passando alla specifica trattazione del tema, mi permetto di richiamare l'attenzione dei lettori circa due elementi: all'inizio- sulla base dei deliberata nelle Potenze Massoniche Mondiali, nell'ambito dei periodici Conventi - fu data solo alle Grandi Logge riconosciute – e quindi complessivamente “giustamente costituite e regolari ” - l'autorizzazione a potersi fregiare di questo significativo – ma anche più completo e impegnativo – titolo; vale la pena di annotare che, in quegli anni, l'autorizzazione per l'Italia venne solo ed esclusivamente concessa alla Gran Loggia Nazionale che faceva capo a Piazza del Gesù n° 47 (in quanto unica ad essere riconosciuta “regolare”, al pari del proprio Supremo Consiglio). Un'autorizzazione non concessa ad altri e che tuttora risulta vigente. L'altro elemento è che la doppia “M” (poiché di plurale si tratta, e come tutte le pluralità nelle abbreviazioni massoniche il raddoppio è una prassi corrente e consolidata) si riferisce senza dubbio al termine “Massone” e non certo al precedente “Muratore”: ciò perché – con molta semplicità - i termini afferenti la trascorsa fase operativa erano stati “superati” da nuovi e più “moderni” concetti, di tipo speculativo. Appare quindi del tutto anacronistico chi abbia deciso di utilizzare ovvero adattare la terminologia “muratòria” in epoca successiva a tali deliberazioni internazionali, assumendo titoli che da soli già danno un'idea di contenuti sui quali riflettere: ovviamente, in termini di “regolarità” operativa.

Proprio sulla base di questa e in particolare delle Note di studio sul nostro San Giovanni, posso sostenere che quanti oggi intendano seguire un proprio cammino rifacendosi al “San Giovanni di Scozia”, per onorare questo titolo e seguire un indirizzo ritualistico regolare e di tipo scozzese, devono necessariamente tenere presenti un insieme non casuale né banale di elementi: rammentando che la Massoneria non è nata né nel XVIII° secolo, né nel XIV° o nel XV° secolo e che l'Opera di chi senta in sé il “fuoco” dei veri Iniziati deve tendere al recupero delle Antiche ed Originarie Tradizioni. Proprio quelle che negli ultimi trecento anni sono state accantonate, abbandonate, dimenticate e molto, troppo, spesso tradite.

Anzi, dando credito a ciò che ci viene riportato di quegli infausti momenti dei primi del 1700, Anderson raccolse tutti i rituali e gli scritti che riportavano all'Antica e Vera Massoneria, per darli alle fiamme: cancellando in un solo colpo un enorme patrimonio di Storia e di Cultura Iniziatica e Sociale.

Dopo aver ribadito che nelle Regolari Logge (RR.LL.) della Massoneria Azzurra, l’indicazione AA.LL.AA.MM. contraddistingue solo ed esclusivamente gli Scozzesi – così fornendo di per sé esatta connotazione rituale anche della Gran Loggia nel cui ambito queste operano – è opportuno specificare che non possono assolutamente fregiarsi della qualità di AA.LL.AA.MM. (ossia: Antichi, Liberi ed Accettati Massoni) e quindi di “veri e completi” Scozzesi, delle loro prerogative, dei relativi segni distintivi, simboli e araldica: 
 
1) quanti non pratichino in modo corretto lo Scozzesismo – anche nell’ambito dei rapporti concorrenti a collegare – per il completamento della c.d. Piramide Scozzese - le attività proprie dell’Ordine Simbolico con quelle del R.S.A.A., e viceversa - secondo le regole fondamentali già stabilite nei Conventi Mondiali e attualmente in uso nel contesto di detta regolare Piramide.
2) Quanti non riconoscano l’esistenza di un “Corpo Azzurro” ovvero di una “Massoneria Azzurra” (anticamente, detta anche “Massoneria Turchina”), ovvero ne calpestino l’essenza oltre che trasgredirne i relativi attributi, simboli e segni distintivi.

3) Chi non onora la Festa dell’Ordine, non celebrando il Patrono San Giovanni Evangelista (Patrono delle Logge Azzurre Scozzesi, ovvero delle Logge AA.LL.AA.MM., dette anche “Logge di San Giovanni di Scozia”) il 27 Dicembre di ciascun anno.

4) Chi – in dispregio dei deliberata assunti dai Conventi Mondiali, accettati ed in uso specialmente presso chi faccia riferimento al concetto di “regolarità” – opera attualmente in modo difforme dai Landmarks e dagli Statuti Generali dell’Ordine Simbolico (per noi, Napoli: 1820-1821) ovvero perpetra miscugli di Rito e di Ordine, anche coinvolgendo il Corpo Azzurro degli AA.LL.AA.MM. in gestioni irregolari del Rito e della stessa ritualità delle Logge, specie se dette irregolarità ed irritualità si riferiscono all’applicazione di testi – o, ancor peggio, di parti di essi – alterati ovvero dichiarati decaduti in quanto modificati dai Conventi Mondiali dell’Ordine Massonico: testi spacciati per buoni, quindi, ma in realtà superati, inefficaci, quanto non irregolari ed irrituali. Al punto da poter essere considerati falsi e scismatici.

5) Quanti, pur se dicentisi AA.LL.AA.MM., operino con rituali diversi da quelli oggi in uso a seguito dei deliberata internazionali, come pure operino irritualmente in Templi i cui arredi, la disposizione degli stessi e persino le insegne personali siano difformi da quanto stabilito per le “Logge Azzurre” della “Massoneria Azzurra”.

6) Quanti, pur se dicentisi AA.LL.AA.MM., operino in comunità massoniche ove siano presenti e/o attuate Logge la cui composizione é difforme da quella c.d. ortodossa prevista per i Gradi Simbolici, e ove sussistano commistioni di Ordine e di Rito con sovrapposizione e confusione di organi amministrativi, rituali e disciplinari: così ponendo in opera una pratica massonica avulsa da ogni regolarità e quindi da ogni pur minima legittimità, inventandosi – letteralmente, e talvolta quotidianamente – regole e procedure per così distorcere la Nobile Arte Reale a favore di proprie visioni e/o utilità soggettive, che nulla hanno a che fare con le reali Regole della Massoneria Universale contemporanea.

7) Quanti non professino un Credo fermo ed assoluto in un Principio Unico Creatore convenzionalmente e quindi simbolicamente indicato - per sommo rispetto alle idealità religiose dei singoli Fratelli - con il nome di Grande Architetto dell'Universo. Ossia, Colui dalla cui sola Volontà ed Energia é emanata la scintilla costruttrice e vitale della Creazione del Tutto. Creatore di un Universo inteso, peraltro, nella sua più ampia quanto classica e complessiva accezione. Costoro non solo non potranno mai essere dei veri AA.LL.AA.MM., ma non potranno mai essere dei veri Massoni (né, come tali mai dovrebbero e/o potrebbero ricevere alcuna forma di iniziazione!).

Concludendo, non può esistere un Corpo Azzurro che non sia costituito da AA.LL.AA.MM.  come pure non può definirsi “un Massone scozzese regolare” chi operi in un Ordine che si definisca AA.LL.AA.MM. ma che non pratichi il R.S.A.A.. Norme alla mano – comunque, nell'ambito della Giurisdizione Italiana –, secondo il mio punto di vista opera in modo non ortodosso o persino irregolare quanti possano asserire di essere Corpo Azzurro, o A.L.A.M. o Scozzese e invece indossino insegne dei Gradi Simbolici diverse da quelle Azzurre (ad esempio insegne riconducibili ad altri “riti” che pur tentando di “emulare” , in realtà “non sono”).

Per estensione, ritengo che non possa definirsi “regolare” o “tendente al regolare”, chi non accetti l'esistenza della Massoneria Azzurra al pari di quella degli AA.LL.AA.MM., pur asserendo di aderire al R.S.A.A.: così dimostrando di praticare con .pressapochismo tanto l'uno che l'altro.

Del pari non riesco a trovare neanche un'ombra di regolarità in chi possa operare praticando miscugli di Rito e di Ordine, peggiorando la situazione se vengano effettuati miscugli impropri di AA.LL.AA.MM. e R.S.A.A. (ancor peggio se trattasi di altro Rito... ) facendoli convergere in un tutt'uno (il fatto che costoro possano eventualmente rifarsi al dettato federiciano, con tutta evidenza giova a rendere il quadro più complesso, atipico quanto irregolare).

Rammento a me stesso come l'opera di Federico II° sia stata esaminata, analizzata, rivista e profondamente rivisitata nei Conventi mondiali, pur se lo spirito di detta opera è rimasto fieramente presente e attuale sotto il profilo storico ed iniziatico. Ricordiamo come il dettato federiciano prevedesse un'unica Piramide Scozzese, senza soluzione di continuità dal I° al XXXIII° Grado, posta sotto il maglietto del Sovrano.

Non entro qui nel merito delle tematiche correlate a quella ritualità riconducibile ai gruppi c.d. “misti”, pur se mi sono ripromesso di trattarne in seguito. La mia visione della vexata quaestio è molto semplice e di ordine pratico, tanto stanziale quanto al di fuori dei consueti schemi.

A prescindere dalle diversità che la Natura ha imposto ai due sessi - sotto il profilo della biochimica e della fisica, come pure del modo in cui si formano il pensiero, le valutazioni, le decisioni, le azioni e le reazioni - la presenza maschile nei Lavori ove siano presenti delle Sorelle crea in queste una disarmonia estremamente marcata pur se nel profondo della loro percezione interiore. Si determina – dapprima in modo non percepito a livello cosciente - confusione, un depauperamento della loro autonomia e della stessa loro energia vitale oltre che ad un calo della loro concentrazione nei momenti più significativi della ritualità celebrativa, così determinando un appannamento pur sfumato delle finalità iniziatiche poste a loro obiettivo e della stessa crescita interiore, che così può risultare alfine incostante.

E' per me evidente che questa disarmonia e questo sbilanciamento che analisi alla mano si determina nei gruppi misti non avviene nei gruppi squisitamente a componente femminile, dove le Sorelle seguono un percorso più equilibrato e costante, con più serenità e con una dinamica ed un ritmo eccellenti scevri da inibizioni alle pulsioni più autentiche. E' un fatto che io nutra profondo rispetto per il mondo iniziatico femminile, che personalmente ritengo possa richiamare maggiore attenzione e miglior credito allorché riuscirà ad affrancarsi da strane ed anomale combinazioni, emancipandosi e così rendendosi autonomo, senza soggezioni psicologiche più o meno palesi, più o meno profonde, e soprattutto adottando un proprio articolato complesso di norme e di rituali che non suoni come semplice adozione e modifica di tradizioni, allegorie, simbolismi e modelli definiti su un archetipo tipicamente maschile. Va da se l'auspicata, fattiva collaborazione – nell'ambito di un confronto partecipativo ed attento delle rispettive autonomie – che deve permeare i rapporti tra i due contesti: nella certezza che gli stimoli per la buona crescita verranno così potenziati al massimo.

Grazie per l'attenzione e un cordiale saluto ai pazienti Lettori

Roma, 20 Ottobre 2011                              f.to Giuseppe Bellantonio
 
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