Cerca nel blog

lunedì 22 dicembre 2014

SOLSTIZIO E SAN GIOVANNI D'INVERNO 2014

         
           I molti Lettori che seguono questo blog, prediligendone il taglio eminentemente indirizzato all'approfondimento di tematiche specifiche del contesto esoterico-simbolico-iniziatico, in questi ultimi mesi si sono uniti a quella molteplicità di amici fraterni che palesano un forte, crescente, disagio nel "far parte" di un qualche contesto massonico organizzato, indipendentemente dall'ampiezza o meno della compagine associativa.
 
           C'è chi si rammarica della "inconsistenza" dei lavori svolti tanto nelle singole Logge che nel generale contesto di appartenenza (con conseguente assenza di crescita tanto nel percorso culturale che in quello dell'animo, dello spirito); c'è chi si dice stufo di contribuire finanziariamente alle spese più o meno "folli" e/o "ingiustificate" e/o (più o meno) "personali" dei propri vertici; c'è chi intende sottrarsi alla logica perversa delle "promozioni" (più propriamente, aumenti di "salario" e di "luce") a raffica che ciclicamente (guarda caso, quasi sempre in concomitanza con il taglio del panettone o della colomba, e all'approssimarsi della pausa estiva) premiano (e affliggono... specie finanziariamente) dei soggetti senza tenere in alcun conto la loro reale preparazione; c'è chi si accorge di essere "capitato" in contesti dove di massonico c'è solo la targa fuori della porta, mentre all'interno si opera all'insegna degli "affari" e del personale assolutismo di chi, al vertice, usa le persone per perseguire esclusivamente delle proprie finalità, fors'anche intese a conquistare e/o gestire quel "potere" profano che è fondamentalmente estraneo alla vera pratica massonica.

          Ma queste sono solo le circostanze più frequentemente riscontrate.
 
           Per poter correttamente valutare i termini di questa vera e propria crisi del "sistema massoneria" in Italia, occorre andare molto indietro nel tempo: diciamo, almeno di 30 anni.  Occorre leggere e orizzontarsi nel dettaglio delle cronache, includendovi anche la ricerca di quegli episodi intrisi di un qualche elemento con valenza storica come pure quegli elementi di "vita massonica" che - rimbalzando da un lato all'altro della nostra Penisola - hanno costituito spia fedele di accadimenti dai toni più varii ma comunque rivelatisi - specie nel lungo periodo -  devastanti per la Massoneria Italiana.
 
           Così, non si può fare a meno di evitare possibili - e deleteri - attacchi di "buonismo", concentrandosi le critiche sugli aspetti più deteriori  del contesto in esame piuttosto che non su quelle azioni "buone" e "positive" realmente poste in essere. L'attenzione non può concentrarsi se non sugli aspetti contrassegnati dal pesante interessamento delle cronache nonchè dagli interventi accertativi o sanzionatori della Magistratura, come pure sugli aspetti dove le "buone" e "positive" azioni erano in realtà delle mosse di marketing mirate alla visibilità esterna, alla vendita di pubblicazioni e gadget varii, allo stimolo di attività di proselitismo (vere e proprie attività "promozionali", ben presto rivelatesi un boomerang per l'inconsistenza su cui erano basate, creando solo "iscritti" dall'andamento ondivago e - purtroppo - quantomeno massonicamente ignoranti). 

             Da contesto fortemente selezionato - anzi: originariamente  fortemente improntato alla selezione, com'era fino agli anni '60 del 1900 - la Massoneria Italiana (ovviamente, in senso generale: qui evitandosi ogni specificità) si è via via trasformata in un fenomeno di massa, per taluni aspetti persino popolare: così perdendo molto della propria impronta tradizionalmente legata agli ambienti più colti, e quindi di per sé più selezionati, della società.    A priori, va anche chiarito che ogni possibile - e qualunquistica - critica che la Massoneria per così dire "elitaria" (ma sarebbe meglio dire, "la Massoneria delle Tradizioni" ovvero "la Massoneria della gente preparata e capace") possa essere intesa come "discriminatrice" e "chiusa", è del tutto inconsistente e fuorviante, ed è mossa da chi dell'Arte Reale ne sa poco o niente ed è - invece - inbibitato  di altre dottrine di tipo socio-politico spesso impregnate di coriaceo ateismo ovvero di radicata avversità verso ogni forma di religiosità. 

            Purtroppo, oggi la Massoneria - equivocandosi sulla natura esclusivamente e squisitamente amministrativo/legale,  tipica nella  formula dell'ente "associazione" - si è trasformata in "sodalizi", "circoli", "club" e persino in "service club", trattando dei propri iscritti (stante l'esistenza di liste, ossia di piédilista interni: cioè, elenchi sui quali vengono iscritti o trascritti i dati individuali e personali)  come di "soci", "tesserati" e "appartenenti" (sottolineando però, in quest'ultimo caso, il concetto polivalente di "parte":  ossia, stare con una "parte", o "essere parte" di un contesto dove l'insieme di "altre parti" costituisce un aggregato unico: quell'aggregato dai più conosciuto come Grande Loggia o Grande Oriente o similia).  

            Situazioni tutte che hanno allontanato dalle originarie radici, secolarizzando al massimo il contesto in nome del costante richiamo ad un laicismo sempre più deteriore, tale da annullare la parte mistica e fortemente idealista: così la Massoneria, da forza fortemente equilibratrice a livello sociale, al di sopra - e di molto - delle passioni politiche (e della fede religiosa individuale) e quindi delle faziosità, si è resa permeabile agli influssi più negativi della società, subendoli.  Anzi, molto spesso ha seguito le cronache, assumendo posizioni conflittuali con la propria anima più profonda,  con la propria storia e cultura, con la stessa alta filosofia che presidia il reale significato dell'essere Massoni.
  
              Ecco, quindi, le cause e gli effetti dell'anomala trasformazione: acuita da quei comportamenti di vertice che, di fatto, hanno aperto all'invadenza della politica e - di conseguenza - di tutto ciò che è legato alla politica, così trasformando i contesti massonici in dépéndance del mondo esterno.   Rammentiamolo: la Massoneria, proprio per propria cultura oltreché per le proprie regole, non solo non si "interessa" - vietandone la trattazione nei propri Templi di politica e religione, ma di fatto si pone istituzionalmente ben al di sopra di queste questioni come pure delle umane passioni, poiché forgiando l'uomo ed il suo animo lo pone al di sopra dell'umano, quotidiano, contendere.

              Il famoso "insegnamento" - etico, morale, filosofico, culturale in genere - che la Massoneria (per intenderci: quella classica, antica, delle Tradizioni) comporta in sé, si è annacquato diventando un fatto di facciata, farcito delle tante chiacchiere di quanti hanno preferito  l'illusione della parola alla bellezza delle scritture.   
 
              Certo è che - per fortuna! - ci sono delle "isole" che reggono a questa tempesta: sono quei Massoni che ancora credono nella forza dello studio, della ricerca e del confronto, nella necessità di compiere un sano percorso che consenta la ricerca del "sé" e la mortificazione dell' "io", nella grande energia riposta nel silenzio e nella tolleranza piuttosto che non nel chiacchiericcio sterile, autocelebrante e autocompiacente.    E va detto che queste "isole" sono indifferentemente costituite tanto da Fratelli che da Sorelle: anzi, va reso onore alle Sorelle per essersi dimostrate, in più occasioni, più coerenti e fedeli alle questioni di principio, applicandosi anche con maggiore entusiasmo e costanza negli studi speculativi e quindi nel percorso di crescita.

               Ma, a ben vedere, il malessere non è solo italiano: pur se con altre sfumature e con accenti diversi da Nazione a Nazione, ci sono situazioni dove la pericolosa sovrapposizione di massoneria-affari-politica ha toccato un punto tale da comportare pesanti reazioni: è questo il caso dell'Ungheria (si rinvia alle notizie disponibili nel web), e il fenomeno tende ad ampliarsi, rapidamente: segno di una crescente insofferenza nei confronti di soggetti e/o strutture colluse con il malaffare ovvero tendenti a determinare un'anomala supremazia.

                Questo significa che la Massoneria - anzi quella Massoneria Moderna nata nel 1717, profondamente anticlericale (sinonimo, in questo caso, di anticattolicesimo) prim'ancora di dichiararsi "al di sopra ed al di fuori" di tutte le religioni, segnata dalla sua dipendenza ad un ente sovrano che incarnava lo stato e quindi la politica nonché a capo della religione (così vietandone,  di conseguenza, la trattazione nelle proprie Logge) - ha fallito, quantomeno in Italia, la sua missione: svilendola ed anzi tradendola quando l'ha forzatamente distorta e violata, sottoponendola alla contaminazione dei "poteri" del mondo profano, così intendendola trasformare in anomalo e improprio strumento per affari tutt'altro che iniziatici.

                  Ne consegue oggi il desiderio di quanti desiderosi di dirozzarsi per crescere di tornare prepotentemente alle origini, alle vere ed uniche Antiche Tradizioni: lasciandosi alle spalle tutte queste anomalie e quelle storture che li circondano.   Certamente, parliamo di una Massoneria alla fine realmente ristretta, dai numeri contenutissimi: frutto di una selezione di per sé quasi automatica: quella che accantona i mestieranti, gli amanti del "gioco dell'oca" o di quello dei "quattro cantoni", coloro che tengono sempre la "volpe sotto l'ascella", i tenaci amanti di  brevetti e orpelli vari con i quali "passare" con disinvoltura da un contesto all'altro, attenti a "succhiare linfa", coloro che "prendono" senza "dare", coloro che sono pronti ad ogni compromesso ed a qualsiasi "appartenenza" pur di lucrare benefici personali o di gruppo.   Una "massoneria-non-Massoneria", questa:  una massoneria nel nome, nel titolo, ma non nei "fatti".  

                 Confido che il 2015 porti alfine questa attesissima ventata "nuova",  conducendoci alla energica rinuncia di un modello che - specie per noi Italiani - è contro la nostra stessa Storia, già di per se stessa fortemente ricca di modelli esoterico-iniziatici ugualmente (se non di più) ricchi di simbolismo e cultura, così tornando alle origini: proprio a quelle Antiche Pietre al centro delle ricerche approfondite da me svolte da oltre due decenni  in tutto il Mondo insieme agli Ill.mi  FFr.  Dario  de  Blanck e Giuseppe Giuffrida.  Veri Cavalieri, questi Alti Spiriti, e felice  espressione della nobiltà dell'animo, della trasparenza degli intenti e di quella semplicità che fa da cornice al senso dell'Essere.   Quindi, al senso stesso della Vita.

                   Credo che queste mie parole siano un modo diverso ma non meno importante per ricordare l'odierno Solstizio d'Inverno, di poche ore anticipatore della Luna di Gennaio e di cinque giorni antecedente la ricorrenza del San Giovanni Evangelista, l'Apostolo, patrono degli scozzesi e quindi degli Antichi Liberi e Accettati Massoni: momento astronomico - quello solstiziale - circa il quale si è scritto moltissimo, da secoli e secoli, anche filosofando nello sviscerarne gli ambiti.    Una data che ci lega al Sole, alla Luce che squarcia le tenebre, a Dio che con tutta la forza del Creato sottolinea il suo messaggio agli Uomini: dissipare le tenebre che si insediano nei cuori, nelle menti e nelle azioni umane, per lasciar posto alla Luce più sfolgorante quanto liberatrice.  E, annotazione esoterico-alchemica, penso - con Guénon - che le ricorrenze solstiziali debbano essere ritualmente ricordate solo "dopo" lo scoccare del momento astronomico, così che l'atmosfera dei luoghi ove ciò si celebra, sia "pregna" degli influssi, delle energie, delle vibrazioni che si sprigionano.

                   Ecco, allontaniamo quindi le tenebre per dare nuovo spazio alla Luce liberatrice che, con le Energie della Rigenerazione - ma non è forse questo un passaggio fortemente alchemico, ricco di energie e di vibrazioni? -  allontani gli spettri di un passato divenuto sempre più "non nostro" e di un presente fin troppo imbarazzante, persino greve e assolutamente "non nostro", tant'é opposto all'amorevole dolcezza, all'altruismo e al pensiero  dei veri Iniziati.  

                  Non dimentichiamolo e ricordiamolo agli immemori: i veri e buoni Massoni hanno "fatto" la Storia (quantomeno, fino ad passato tutto sommato recentissimo) poiché hanno sempre saputo rappresentare la proiezione nel presente di ciò che il futuro avrebbe potuto riservarci: in economia, nel marketing, nella finanza... in tutto;  nello studio della fenomenologia sociale più raffinata, esiste una figura - quella del future-planner (consulente, pianificatore degli scenari futuri) che mette a disposizione la propria cultura di settore, la propria capacità di analisi e le proprie sensibilità, per prevedere - sulla base dei dati attuali - quale potrà essere il futuro più probabile (ma anche "possibile"); ciò consente, in un percorso inverso, di parametrare fin da subito soprattutto le attività imprenditoriali a quelli che saranno gli scenari futuri, definiti alla luce di quelli che potranno essere (con alta probabilità) le mutate situazioni del contesto globale.  
    
                 Ecco, quindi: il Massone - il buon Massone, sano Cittadino della propria Patria, boni viri et pater familias excelsus, valido studioso e fine pensatore, incrollabilmente credente in Dio - attraverso la pratica delle Antiche Tradizioni (di molto antecedenti il fatidico 1717...!) deve progressivamente quanto energicamente riappropriarsi di questo ruolo a lui congeniale, senza debordare in altri contesti per lui del tutto impropri, irregolari, irrituali, contaminati e contaminanti.

                  Ma se è chiaro il ruolo che devono avere i Car.mi FFr. - comprendendo nell'accezione generale anche le Car.me SSr. - in quello che ho battezzato come un Rinascimento della Tradizione, al fine di riprendere il loro giusto percorso di perfezionamento iniziatico, è bene qui indicare il corretto ruolo che mi aspetto che debba essere assunto dalla Massoneria quale Istituzione.  

                Essa deve rientrare nel proprio ambito più corretto, scrollandosi energicamente - così come fa il cane con le pulci che lo assillano - ogni scoria e ogni possibile contaminazione che ne assorba la linfa vitale, rinnovandosi, riprendendo ad essere scuola - anzi vera e propria Schola - per così adempiere al proprio esemplare ruolo di servizio a favore delle genti, dei popoli, dell'Umanità, facendo sì che i Cittadini possano sentirla prossima a loro piuttosto che non parte - insieme ad altre pessime componenti - dei problemi che li assillano. 

                 Ecco, allora, quale dovrà essere il suo ruolo: un'Istituzione che fa della "prossimità" alle genti il proprio obiettivo principale nel contesto del mondo profano, al fine di concorrere positivamente ai "cambiamenti" significativi nel Mondo.   Per "concorrere al cambiamento" va inteso l'incoraggiamento che dalla Massoneria deve giungere alle genti impegnate a realizzare i cambiamenti che si  attendono: quelli contro la povertà, contro le disuguaglianze e le discriminazioni di ogni tipo, contro l'ignoranza, contro la violenza, contro ogni guerra e contro quant'altro possa esporre tante genti al predominio ed alla prevaricazione.

                   La mia visione è quasi francescana, così come ebbi a sottolineare qualche anno fa dialogando con un'eminente personalità non laica: sapere che ci sono strutture massoniche - per intenderci, Grandi Orienti o Grandi Logge o altro - che godono di consistenti mezzi economici e finanziari e/o di ingenti beni. mentre al loro interno vi sono Car.mi FFr. bisognosi di aiuto o persino sul punto di divenire indigenti a causa dell'avversità di imponderabili congiunture, stride fortissimamente con tutti i proclami e le belle, pompose, retoriche, chiacchiere che vengono spese in sontuosi hotel o in ovattati e lussuosi ambienti, ovvero in altri luoghi.   Le azioni di beneficenza: troppo poche, anzi esigue e tenui nella sostanza: i FFr. e le SSr.  dovrebbero obbligare il proprio Venerabile Maestro a devolvere almeno il 50% del loro Tesoro in azioni umanitarie e assistenziali: questo sì che sarebbe un bel "farsi riconoscere" come degni Iniziati! E lo stesso dovrebbero fare i c.d. "governi centrali"!   La Massoneria, ossia la Muratoria di un tempo (quando aveva questo nome: ma prima, no...), non era ricca e ben svolgeva il proprio ruolo di "contenitore" dell'insieme dei FFr. in essa presenti.  Usava la forza di chi aveva delle possibilità (e quindi "poteva")  guardando filantropicamente alla realizzazione di quegli obiettivi sociali cui ampi strati della popolazione tendeva pur non avendo la possibilità di concretizzarli.

                         Ben sappiamo che le classi socialmente più povere non esitano a compiere gesti di grande misericordia e di forte solidarietà, mentre - di norma - l'egoismo, l'individualismo, caratterizza le classi più abbienti: chi scrive e quanti la pensano allo stesso modo, si schierano a fianco dei primi.  Ecco allora che è necessario un chiarimento:  porsi con loro in una condizione di massima attenzione e di sostegno, non vuol dire che desideriamo che i poveri possano diventare ricchi, vuol dire che lotteremo per contrastare la povertà con la metodica della "condivisione".     Lotteremo  quindi per alimentare le speranze dei più deboli, perché non solo la speranza stimola le menti al fine di raggiungere ogni "limite del possibile" facendo diventare "realtà" alcune delle "possibilità" che esistono, ma anche per ricordare a noi tutti "cosa" sia la "speranza".   Per noi che crediamo in Dio, e di fede cattolica, la speranza non è solo un termine colmo di profondi contenuti: ancor prima, quantomeno riferendoci agli ultimi 2000 anni...,  essa è la memoria antica che in noi è stata lasciata dalla Resurrezione; ed è questa memoria antica che alimenta quella speranza che, unica, ci sostiene nei momenti più difficili, delicati o tragici.

                  Trovare quindi un giusto equilibrio è oggi non solo possibile ma anzi auspicabile: non si può più sostenere che la Massoneria  concorra a stimolare una profonda rivisitazione soggettiva per così perseguire  una genuina rivoluzione interiore se la Massoneria stessa non è in grado di rinnovarsi, autorigenerandosi!

                  Per concludere, formulo per primo a me stesso una riflessione: l'Iniziato affronta il proprio percorso per dirozzarsi e così procedere alla propria crescita interiore - sia essa morale, etica, spirituale, che sociale (termine inteso come miglior contributo che possa giungere alla societas da una persona che, a seguito dell'adesione ad un qualificato contesto, attraverso studi, confronti, dibattiti e fasi di approfondimento, aumenti la propria preparazione: così trasferendo nella quotidianità della vita tale sua accresciuta capacità, a beneficio della collettività).    Mano a mano che questo non facile e non semplice percorso si dipana, l'Iniziato comprende che il suo sforzo nell'apprendere (senza sosta...!) e nel filosofare ha un obiettivo ammantato di assoluta sacralità.    Quello di potersi avvicinare all'Ineffabile, attraverso l'individuazione e la corretta pronuncia dell'impronunciabile: è questa la Parola Perduta.    Mi chiedo, quindi: in questi strani e persino anomali contesti, popolati da aderenti il cui nome si legge "fratelli" o "sorelle" ma che in realtà ben poco lo sono nella sostanza, che brillano per impreparazione (assoluta o relativa: si pensi solo al Rito che presiede i gradi successivi al III°) e confusione sullo stesso proprio ruolo, come si può pensare di raggiungere gli obiettivi fideistici (massonicamente parlando), simbolico-esoterici, alchemico-filosofici, etici e morali, storici e comportamentali, la cui summa ci può solo avvicinare a quella mèta costituita dalla ricerca della Parola Perduta?  

                 Che contributo c'è quindi da attendersi da costoro? C'è qualcosa di buono, di valido, di concreto, di elevato che possano offrire?

                  
Roma, 22 Dicembre 2014                                  Giuseppe Bellantonio
h. 00,03 Solstizio d'Inverno
 
-------------------------

Disclaimer / Avviso 1
L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue: 1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.
2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservato.
Disclaimer / Avviso 2
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori.
Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal web, ciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail ai recapiti di posta elettronica giuseppebellantonio@infinito.it  e/o bellantoniogius@gmail.com al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa.
L'autore di questo blog, confermando di voler operare nel pieno rispetto delle norme di Legge in vigore, esprime anche la volontà di operare in armonia con le nuove norme entrate in vigore il 1° Aprile 2014 ed emanate dalla AGCOM, relativamente all'introduzione di nuove norme sul copyright digitale e online.
L'autore del blog, inoltre,  non è responsabile della gestione dei siti collegati ovvero collegabili tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta.  Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.
 




 

2 commenti:

  1. Seguo da qualche tempo questo blog, e volevo innanzitutto attestarti la mia massima stima per le cose che dici e l'uso che fai di questo blog. Non sono mai intervenuto finora, ma lo faccio adesso perché veramente concordo 100% sull'analisi dei problemi che hai sollevato. Vorrei aggiungere solo una cosa: a mio avviso la soluzione delle soluzioni è tegolatura, tegolatura, e ancora tegolatura.
    Già, ma... chi tegolerà i tegolatori?
    Bisognerebbe veramente mettere davanti alle porte del Tempio delle colonne di ferro, capaci di attrarre ed imprigionare i metalli in maniera così radicale da fre in modo che il bussnte ne entri necessariamente scevro.
    Prima o poi una cosa del genere dovrebbe essere inventata...
    Saluti e buon Natale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Preliminarmente, Ti ringrazio per gli auguri per uni sereno Natale ed un prospero 2015.
      Ti ringrazio per la tua considerazione e per la tua condivisione delle tematiche da me affrontate.
      La tua 'medicina' è effettivamente l'unica praticabile, ed il non citarla - da parte mia - è forse fare un eccessivo o ottimistico affidamento sull'altrui analisi.
      Hai ragione: solo una corretta 'tegolatura' - fatta seguendo quegli 'antichi', classici, criteri cui certamente tenevano di più in un passato non eccessivamente lontano - può consentire e una corretta valutazione del soggetto che si avvicina a noi Massoni (comprendendone già i reali intendimenti al pari degli eventuali limiti personali che - al limite - possano suggerire l'inopportunità di proseguire) e un corretto indirizzo al percorso di crescita attraverso una fase di 'avviamento' ed acculturamento preliminare alla vera e propria fase dell'Iniziazione.
      Le qualità di cui dovrebbe essere portatore il Fratello tegolatore, sono tante, non ultime quelle legate ad una buona sensibilità percettiva oltre che a molte delle qualità tipiche del percorso psico-analitico: proprio perché il focus del tema, sempre a mio avviso, è proprio basato per un 30% sul livello culturale del soggetto, mentre il restante 70% del sondabile riguarda i vari livelli dello stato d'animo del soggetto medesimo, lo spessore dei reali intendimenti rivolti alla propria crescita interiore, il carattere, la disponibilità ad accettare gli altrui consigli nel farsi guidare in questo cammino, la capacità a 'dare', donando tutto se stesso alla filantropia ed a 'far bene' il fare del bene. Così come sosteneva il nostro ottimo Sovrano Carlo de' Cantellis nel suo volumetto L'ESSENZA DELLA MASSONERIA SPIEGATA AL POPOLO ITALIANO, se non vengono praticate la filantropia e la beneficenza (nell'accezione più ampia di entrambi i termini) NON C'E' MASSONERIA.
      I tegolatori di 'una volta' - per intenderci: quelli preparati e capaci - erano sempre i soggetti più anziani e massonicamente più preparati di una Loggia, proprio perché l'esperienza e la cultura ben si coniugavano per questa importantissima, essenziale, funzione: che durava a lungo, normalmente, proprio nel segno della serietà della metodica.
      Oggi, purtroppo, mancano queste figure INDISPENSABILI, ovvero sono talmente poche da non essere percepite.
      Come fai intuire anche tu, se si vuol fare cosa 'buona e giusta' nell'intraprendere una dinamica di rinnovamento, di RINASCIMENTO DELLA TRADIZIONE come io amo sostenere, occorre avere le idee chiare e la mano fermissima nello spingere l'unico pulsante possibile: RESET !
      Resettiamo - scusami il brutto neologismo - i soggetti più capaci per questa funzione: gli anziani più validi lo facciano, sostenendoli nel rivedere le proprie posizioni, approfondendo, modificando, sostituendo, esaltando le loro cognizioni di base.
      La mia 'medicina' non sarà forse risolutiva, ma consentirebbe una inversione di tendenza: indispensabile per poi procedere ad altri buoni correttivi.
      Per ora un cordiale, fraterno, saluto: invitandoti, sempre che tu ne possa aver piacere, a metterti in contatto con me.
      Giuseppe Bellantonio

      Elimina