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mercoledì 20 marzo 2013

EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2013

         
         All'Equinozio di Primavera, da millenni, vengono dati significati importanti: da un momento di rigenerazione interiore - che coincide con il risveglio della Natura dopo i rigori invernali - alla pratica di ritualità propiziatorie, da solennità religiose ove il magico ancestrale si coniuga al sempre ricercato contatto con l'Alto, a momenti di rinnovato fervore in quelle pratiche iniziatiche improntate a contenuti di profonda cultura simbolico-esoterica.
         Anche la Massoneria vede in questo momento astronomico un momento particolarmente ricco di significati: antichi come le Tradizioni che ne permeano i concetti fondanti.
        Aggiungere a questo riguardo altre parole ai tanti messaggi che di solito circolano, emanati da Soggetti e Comunità liberomuratorie, è oggi per me superfluo: le loro parole coincidono certamente con il migliore sentire di tutta la Comunità Italiana.   
         Mi permetto, invece, qualcosa di diverso.
         Gli ultimi tempi degli eventi terreni sono stati costellati da tutta una serie di avvenimenti circa i quali, a prescindere dalle loro importantissime ripercussioni sociali ed economiche - tali da investire Popoli e Nazioni intere -, in molti avranno letto la presenza di un simbolismo dai caratteri precisi e ben definiti.
         Al determinarsi degli eventi ha fatto da contrappunto un desiderio di rinnovamento che in molti tentano di "cavalcare": chi aizzando le genti con parole di fuoco esitando - però - a sostenere confronti diretti e liberi, chi tentando una revanche che la storia ha sempre negato, chi stimolando confronti tra strati sociali sempre più distanti tra di loro a causa di una crisi che - giorno dopo giorno - evidenzia colpe e responsabilità di chi, alla polveriera, ha appiccato il fuoco con le mani altrui.
          Ma ciò che molti fanno finta di non vedere, e quindi di non apprezzare, è la grande fame di "credere" in qualcosa di stabile e definitivo da parte di chi - sedotto dal fascino perverso di chi predica l'individualismo, il materialismo e il più deteriore razionalismo - da lunghissimi anni si diletta a disgregare la famiglia, ad indirizzare verso modelli di vita che una volta definire perversi e lussuriosi sarebbe stato dir poco, a spingere verso appiattimenti sociali e culturali che - grazie ad un sistema scolastico sempre più svuotato di contenuti e, soprattutto, di solidi-concreti-tangibili parametri di riferimento - espone le generazioni più giovani ad un qualunquismo di vita inutilmente e perversamente colorato dall'appeal della libertà di sesso, di sballo, di ficcarsi in discoteche non tanto per ascoltare musica bensì per altri "usi".   Così che quelle che sono le nuove generazioni, sempre più precocemente sono di fatto spinte verso "braccia" - spesso immateriali -  che più che alla "leggerezza dei pensieri", alla bella vita e al divertimento, li sospingono verso la morte.  
          Una morte che ancor prima che fisica, colpisce e inaridisce l'animo, stimola all'insoddisfazione e all'odio - anche verso se stessi -, fa diventare poltiglia il cervello.
           C'è quindi questa ricerca di "fede", di "credere" in qualcosa e in qualcuno: credere in qualcuno che, specie attraverso la parola e l'esempio diretto, ci metta in condizione di capire meglio, di comprendere, quasi di toccare con mano le possibili soluzioni ai nostri mali: che ancorché del corpo e dell'anima sono di quel "sé" che in pochi ancora ricercano con ostinata pazienza.
            La Massoneria - e qui parlo di quella "vissuta" e "interpretata" in Italia -, che pure avrebbe potuto e dovuto giocare un ruolo sociale e culturale (e nient'altro!) di tutto rilievo (cosa peraltro avvenuta all'epoca dei nostri Padri e dei nostri Nonni) ha smarrito ormai la coscienza e la consapevolezza del proprio ruolo anche iniziatico, dove l'Antico e il rispetto delle più antiche Tradizioni sarebbero stati sicuro punto di riferimento per una sana crescita: tanto individuale che collettiva.
           Motivo per cui sostengo che la Massoneria in Italia - nel suo complesso e così come oggi è - ha fallito il proprio compito, ha eluso il perseguimento della propria missione simbolico-ritualistico-iniziatica, ripiegandosi su se stessa  per accontentarsi della pratica di modelli forse più legati ad un culto di immagine (anche individuale) e di mondanità che, sostanzialmente, sono belli, persino roboanti ma fine a se stessi.    Se "costruzione" c'è, essa avviene con materiali poveri, al punto da non garantire  pronostici fausti per il futuro e lasciando comunque la bocca amara in quegli Iniziati che desidererebbero operare con serietà, serenità, giubilo e intimo beneficio.
         La colpa? Forse nel modello imposto nel 1700, che del passato bene poco riprendeva specie nello spessore e nell'eredità delle Tradizioni originarie; forse di quella Rivoluzione che dal 1789 ha innescato un processo di laicizzazione-secolarizzazione via via più rapido; forse le colpe sono plurime e complesse, al punto che non è forse importante  enumerarle.   Perché se c'è chi è responsabile di aver dato riferimenti viziati, c'è pure chi con ciò e attraverso ciò ha costituito "modelli" viziati e corrotti negli ideali di fondo: così che i fruitori del modello corrente di Arte Reale, in realtà si trovano ad assorbire elementi talmente viziati da alterare profondamente - e sovente senza che essi se ne accorgano - la loro Opera, svuotandola dei contenuti pregnanti che le Antiche Tradizioni implicavano.
        Tutto questo porta me - ma non solo me: c'è una moltitudine di buoni Fratelli e di buone Sorelle che la pensa allo stesso modo, impaziente di ri-avviarsi sul percorso del continuo e franco apprendimento e della sana crescita interiore - a collocarmi in una posizione che definirei (pur con il dovuto garbo e rispetto verso quanti abbiano diverso sentire e quindi pratichino diversamente il loro "essere" liberomuratorio) di "distacco" da questi modelli: qualcuno potrebbe chiamarlo "eremitaggio" (ma non mi sento tale), qualcun altro potrebbe definirlo "esilio" (parola poco attinente lo spirito e la cultura), altri con altri termini ancora.
         Sicuramente non è una "fuga".
        E' la decisione - che forse un pugno di Uomini potrà realizzare, in un tempo oggi indefinibile e quindi indefinito - di concretizzare le migliori aspirazioni in un  modello profondo e più vicino alle originarie "radici", che più che "innovare" ciò che di per sé è ormai poco duttile e quindi modificabile, segni l'avvento di un "nuovo" denso di contenuti e scevro di equivoci ed equivocità.   
        Un qualcosa che non si pone come paragone e che non vuole né può essere paragonata o paragonabile a ciò che possa esistere; un "nuovo" che tolga la voglia di indossare abiti ormai consunti per indossare nuovamente una veste diversa: quella antica dei "monaci combattenti", quella dei "cavalieri" custodi delle Antiche Tradizioni, quelli che alle forme esteriori preferiscono le qualità che lo studio delle scienze sapienziali offre con abbondanza.  
        Un qualcosa che nessuno debba temere, perché non è un "concorrente".
        Un qualcosa che sia alter ac alterius, cioè "altro e diverso". 
        Ma anche qualcosa che aiuti a combattere l'otium muscolare e quello intellettuale che ha fatto di molti dei soggetti iporeattivi cui tutto si può dire e a cui tutto può essere sottoposto.
        Semplicemente questo.
        E' questo un desiderio di aria nuova simile a quello che in apertura evidenziavo; è un desiderio di tranquillità e di serenità dell'animo; è la volontà di rendere proficuo ogni nostro percorso di evoluzione della cultura iniziatica  e dello spirito;  è un desiderio di non venire più coinvolti  in quell'inutile bla-bla-bla, in quel cicaleccio improduttivo in cui è dispersa oggi la massa.
        Quella massa che si vede citata dalla stampa, da tutti i mezzi di comunicazione e informazione, da pennaiuoli e predicatori veri o presunti tali, come facente parte di innominabili complotti; come legata a truffe-intrallazzi-macchinazioni; come cospiratrice e sediziosa; come sostanzialmente prigioniera di un "dio tutto proprio" che non è il Dio della Fede o delle Fedi; come anti-religiosa/anti-cristiana/anti-cattolica; come dedita a riti magico-alchemici contigui al satanismo; come - in sintesi - parte integrante dei problemi piuttosto che non elemento utile a concorrere alla soluzione degli stessi.
         C'è bisogno - per dei veri Iniziati - di ritrovarsi quantomeno sotto il profilo più congeniale: quello dello studio, della cultura, degli Alti, Antichi e più Nobili Ideali.  La Massoneria "povera e sana", certamente  diversa da quella "ricca e dei vantaggi personali" che certa propaganda, per lo più "trasversale", ci propina ormai in modo battente.
         Quei riferimenti, per intenderci bene, che appaiono oggi smarriti e che non sono certo opera o appannaggio esclusivo degli artefici di quel "nuovo" targato 1700 e rotti.
         A tutti indistintamente il mio saluto personale, il mio apprezzamento altrettanto personale, il mio migliore auspicio che l'Equinozio primaverile di oggi abbia la stessa funzione di una porta spalancata sul futuro, dalla quale possa entrare prorompete aria nuova e fresca.  
       Dalla quale anch'io, preda della vecchiezza,  possa trarre boccate vivificanti! 

Equinozio di Primavera 2013, h. 12,01              
                                                                    Giuseppe Bellantonio



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