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giovedì 17 luglio 2014

UN PO' DI STORIA...


      Nei due articoli precedenti - “L'erba del vicino...” pubblicato il 24 Giugno e “A buon intenditor...” pubblicato il 30 Giugno, entrambi su questo stesso blog – era contenuta una documentata analisi (basata su reperti affidabili, quali sono possono essere Verbali ed altri documenti di provenienza e contenuti certi) e delle conseguenti considerazioni anche critiche espresse circa alcuni contenuti di cui al Comunicato del 5 Giugno 2014 da parte della GLDI - Gran Loggia d'Italia degli ALAM - Obbedienza di Piazza del Gesù - Palazzo Vitelleschi a seguito del dichiarato rinvenimento in terra di Turchia di un documento massonico a firma del Sovrano Saverio Fera.
      In questo ultimo articolo – suddiviso in due parti: mi scuso per la lunghezza, ma è un pezzo di Storia dai più sconosciuto - viene non solo analizzato il contesto dell'epoca ma anche i riferimenti storici ed i possibili reali collegamenti con fatti e personaggi pur citati in detto Comunicato, come pure l'analisi della reale riconducibilità storica di situazioni dove il nesso di causa-effetto può venire proposto in modo distorto (ovvero, lasciato all'altrui deduzione dopo aver però fornito pochi e strumentali elementi/suggerimenti). 
      Quindi...

24 Giugno 1908 : nell'immediatezza della storica “scissione”, il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato d'Italia presieduto del Sovrano Saverio Fera – limitatamente alle principali Dignità, anche con incarichi provvisoriamente cumulati ad interim – risultava costituito dai seguenti SGIG:
   Sovrano Gr. Comm. : Saverio Fera
   Luogotenente Gr. Commendatore : Giovanni Miranda
   Gran Ministro di Stato : Giovanni Camera
   Gran Segretario + Gran Cancelliere : Francesco Pellicano
   Gran Tesoriere + Grande Elemosiniere : Leonardo Ricciardi
   Gran Capitano delle Guardie : Cesare Pastore
   Gran Cerimoniere : Cosma Panunzi
   Gran Guardasigilli : Enrico Pegna
   Gran Portastendardo : Carlo Woodyatt

24 Giugno 1910 : viene riferito essere questa la data riportata sulla Balaustra (di cui non viene precisata la data di stesura) per la convocazione del Supremo Consiglio per la Giurisdizione d'Italia di cui era legittimo Sovrano Saverio Fera. Esaminando i documenti fino al 1925, ho rilevato che, con lo scopo di procedere a rinnovo/conferimento di cariche/incarichi ovvero a nomine di nuovi membri (effettivi, aggiunti, onorari) il Supremo Consiglio di Piazza del Gesù – anche quale Sacro Collegio – ebbe a riunirsi formalmente anche nelle date del 24 Giugno 1908, 24 Giugno 1909, 21 Marzo 1914, 24 Giugno 1915, 30 Dicembre 1915, 27 Dicembre 1916, 27 Dicembre 1917, 12 Gennaio 1918, 24 Giugno 1918, 21 Marzo 1919, 24 Giugno 1919, 24 Giugno 1922, 23 Agosto 1922, 24 Giugno 1923, 14 Giugno 1924, 24 Giugno 1924, 24 Giugno 1925.
Con riferimento alla data del 1910, significative furono le nomine a Sovrano GC ad honorem del Fr. Antonio Mar* (ex Sovrano GC e GM della Gran Loggia Antica “Sebetia”) ed a Luogotenente GC ad honorem del Fr. Giuseppe Mar* (ex LgTen. GC del SC e GMA della medesima GL “Sebetia”).
Tra il 1908 ed il 1915, il SC del Sovrano Fera contò 1* Sovrani Grandi Ispettori Generali (SGIG, tutti insigniti del 33° ed ultimo Grado del regolare RSAA per la Giurisdizione d'Italia, sempre della Comunione di Piazza del Gesù), di cui almeno *1 erano in pectore e quindi noti solo al Sovrano ed al suo LgTenente (ve ne era comunque un dettagliato elenco in chiaro – cosa che fecero anche i successori del Sovrano - custodito in busta chiusa e sigillata posta sotto la custodia di un Notaio, a Roma).

Saverio Fera, la firma : lettere con carattere di circolarietà (balaustre), relazioni, disposizioni e decreti (ovverosia, norme edittali), indirizzi, tavole interlocutorie o di chiarimento, stampati, libri recanti disposizioni e norme interne - dal tempo di Saverio Fera, qui preso in esame, e comunque fino ai sovranati dell'immediato dopoguerra - molto spesso recavano stampigliata una firma riconducibile al Sovrano, ma questa non era una firma c.d. autografa. Posto che per firma autografa si deve intendere solo quella che un soggetto appone di suo pugno su un documento al fine di assumere la paternità dei contenuti tutti, resta da verificare e stabilire se la c.d. firma autografa di Saverio Fera citata nel Comunicato della GLDI sia solo una firma originale ma stampata ovvero autentica e autografa. Del pari, sarebbe utile conoscere se la “carta intestata” su cui il “documento” è stato tracciato abbia inchiostratura nera ovvero rossa, se la firma del Sovrano sia stata lì apposta con inchiostro nero oppure rosso, se possa essere rilevabile anche la presenza della firma di un Gr. Segretario/Gr. Cancelliere/Gr. Guardasigilli, se siano stati apposti i necessari sigilli anche del tipo “a secco”, se possa trattarsi di una copia “silente” o avente caratteristiche di una qualche particolarità atta a garantire la riconducibilità al responsabile qualora la lettera fosse stata impropriamente diffusa.   
A Piazza del Gesù era consuetudine dei vertici adottare cautele e prassi particolari: dalla colorazione delle carte intestate all'adozione di più protocolli (di tipo istituzionale, l'uno, di tipo riservato l'altro), da una o più delle firme non apposte in originale all'utilizzo di timbri/sigilli in gomma o “a secco”, dal colore dell'inchiostro utilizzato per le firme all'allineamento di timbri/sigilli secondo schemi particolari quanto ermetici ma esotericamente significativi per i pochi che “conoscevano” e quindi erano in grado di cogliere e interpretare ogni più sottile sfumatura, all'apposizione di segni minuscoli quanto particolari che facevano di ogni copia un esemplare unico che riconduceva inequivocabilmente ad uno ed uno solo dei destinatari (specie nel caso di una molteplicità di riceventi). 
Una sofisticatissima prassi che lasciava una molteplicità di opzioni a disposizione di chi inviava della corrispondenza (e delle funzioni che rivestiva), specie se di contenuto delicato/riservato/segreto (nota: quando la “segretezza” in Massoneria era una prassi costante, piuttosto che non un “peccato” socio-giuridico).
Chiarimenti, quelli di cui sopra, certamente noti solo a pochi all'epoca e ancor più pochi oggi, e che sono utili a individuare la specie, la natura, la ritualità e quindi la regolarità di testi assolutamente “interni” ma che hanno bisogno di quei doverosi “requisiti essenziali” per il rispetto dei quali – la c.d. ortodossia formale e sostanziale, almeno a questo proposito - proprio la Famiglia di Piazza del Gesù era ed è nota; ma anche, tutto sommato, chiarimenti oggi forniti per una manciata di “addetti ai lavori” che abbiano il giusto livello di “conoscenza” e amanti della Storia. Dati non essenziali per i più, quindi, anche se io voglio dare comunque per scontata l'originalità complessiva del citato “documento” proposto dalla GLDI e dei suoi contenuti.

Saverio Fera, i destinatari : una convocazione regolare è tale se è destinata ai soli soggetti titolati – per Dignità, grado e qualità – a riceverla, considerarne i contenuti, predisporsi alla trattazione degli argomenti posti all'Ordine del Giorno, decidere se presenziare ovvero farsi rappresentare da altro elemento aventi pari e idonea Dignità/titolo/grado. Anomalo, irrituale, irregolare, qualora invece possa contenere altri destinatari “non aventi titolo”. E conoscendo l'ortodossia di Fera e dei suoi Pari componenti i SC dell'epoca, attenti a non operare ultra vires, ossia non in sintonia con le norme tipiche dello scozzesismo, tale fatto non rituale sembra non aver campo: la citata lettera non ricapitolava i SGIG (quelli noti, poiché quelli in pectore non potevano evidentemente risultare) all'obbedienza del Sovrano, bensì una serie di SGIG che erano o Garanti di Amicizia di Piazza del Gesù presso altri Corpi in regime di relazioni con il SC feriano, o che avevano ricevuto delega dal Sovrano per particolari incarichi o funzioni, o che – residenti all'estero – rappresentavano il loro SC presso il SC di Piazza del Gesù con il quale erano in relazione attraverso Patti espressi o meno. 
In più - particolare affatto secondario: anzi, tutt'altro - a Piazza del Gesù (ricordiamolo ancora una volta: l'unica Massoneria riconosciuta internazionalmente come regolare per l'Italia) venivano ospitati membri e Logge di altre Nazioni che non vivevano un regime politico e sociale di libertà e che, nella loro Patria, non potevano liberamente esprimere le proprie idee né potevano riunirsi liberamente e senza controlli opprimenti/oppressivi. 
Tali soggetti esteri, che operavano secondo le loro tradizioni comunque non tradendo l'ospitalità loro concessa, durante questo loro “esilio” si preparavano in ogni caso a tornare al più presto possibile nella loro terra d'origine, per qui dar vita ad un Supremo Consiglio regolare della Massoneria Scozzese. E' questo il caso di quei Supremi Consigli che “allevati” o “ospitati” nelle schiere scozzesi del SC di piazza del Gesù, crebbero in spessore, tornando alfine nelle loro terre d'origine per dare forma e sostanza a Supremi Consigli che si posero “sotto gli auspici” del SC di Piazza del Gesù e, nella particolare fascia temporale che samino, di Saverio Fera (tra il 1908 e il 1915) e dei suoi successori nel sovranato.
E' il caso – qui prescindendo da altre Nazioni – di un gruppo di SGIG di Varsavia che dapprima operarono in sicurezza a Roma, nel SC di Piazza del Gesù, per poi rendersi autonomi per dar vita nel 1922 ad un nuovo SC di Polonia, operante sotto gli auspici del Supremo Consiglio d'Italia di Piazza del Gesù.
Come gli estensori del Comunicato della GLDI certamente sanno, operare “sotto gli auspici” di un SC regolare - riconosciuto a livello mondiale, e dal quale si è ottenuta tutta una serie di riconoscimenti formali – vuol dire ottenere sostegno formale e materiale e, per “luce riflessa”, i migliori accreditamenti per essere a propria volta riconosciuti dalle altre Nazioni: tutte cose che prevedono, tra l'altro, una vicendevole presenza nei rispettivi SC attraverso “garanti” e “rappresentati” di Pari dignità.
Questo la dice lunga sul rilevante ed esclusivo ruolo che solo Piazza del Gesù ebbe nel lungo arco che vide i due conflitti mondiali; peraltro, queste sono norme di ritualità e “diplomazia” massonica, valide allora come oggi, pur se molti “cerimoniali” hanno perso la solennità della forma più corretta, ma non la sosta nzialità.

Massoneria in Turchia : quanto sopra indicato non deve trarre in errore nella valutazione dei fatti, specie alla luce di quanto più o meno esplicitamente/più o meno implicitamente vuol lasciare intendere il fraseggio del Comunicato della GLDI, creando una sorta di causa-effetto tra i contenuti della balaustra feriana, i suoi destinatari, la sua detenzione in archivi turchi, un possibile/probabile nesso con (possibili) rapporti esclusivi/preferenziali all'epoca esistenti tra il Supremo Consiglio di Piazza del Gesù e un SC di Turchia (nota: oppure con singoli SGIG di quel SC, o con SGIG solo presenti in quel SC in quanto ospitati colà).  
Per far capire ai Lettori, occorre tornare al lontano 1909: immedesimandoci nella realtà dell'epoca, in una Turchia islamica già crocevia di diversi interessi internazionali e con una consistente presenza in questo Paese islamico di colonie di occidentali (inglesi, francesi e tedeschi e – cosa non usuale, allora – di cittadini statunitensi, pur se pochi). Testimonianza di forti interessi commerciali ma, soprattutto, di forti mire politiche e commerciali per ricercare intese strategiche in uno scacchiere che – la Storia contemporanea continua ad insegnarci – definire delicato sotto il profilo internazionale era dir poco.
Oltre tutto, la panoramica di fatti pertinenti il Rito non può prescindere dall'esame di fatti relativi all'Ordine Simbolico (sempre con riferimento all'epoca in esame), poiché nel 1910 non era ancora vigente la specifica deliberazione dei Conventi Internazionali che vietata commistioni tra Ordine e Rito, così stabilendo per i due Alti Corpi rispettiva autonomia e sovranità.
Nel 1908, la Rivoluzione condusse in Turchia al ripristino della Costituzione; ma già il 13 Aprile 1909 Istanbul fu teatro di violentissimi e sanguinosi disordini che condussero ad una contro-rivoluzione che condusse all'estromissione e al conseguente esilio del Sultano Abdul-Hanid II°.
Momenti ricchi di avvenimenti e azioni, dunque, che sempre nel 1909 condussero i Massoni ottomani ad approfittare dell'abrogazione della norma che vietava la libertà di associazione tra i cittadini dell'Impero ottomano per uscire allo scoperto, decidendo di dare forma ad un Grande Oriente nazionale. Fino a quel momento i Massoni ottomani (nota: sottoposti al Supremo Consiglio di Turchia, costituito nel 1861 dal massone Principe Abdul-Halim I°- ultimo figlio del vice-Re d’Egitto, Mehmet Ali Paşa -, sotto l'egida inglese, che aveva decretato la sospensione dei lavori a causa di detto divieto) operavano occultamente, o accolti in modo segreto in logge straniere (ossia, alle dirette dipendenze di GL estere) attive nel territorio dell'Impero, oppure lavorando - ritualmente ma sempre in modo segreto – direttamente in terra straniera, quali esuli perseguitati o fuorusciti volontariamente. 
Proprio per l'avvenuta caduta del divieto di libera associazione, il 3 Marzo 1909 il SC di Turchia riprese “forza e vigore”, forte dell'obbedienza ricevuta inizialmente da 4 logge turche cui si unirono dopo poco tempo gli esuli riunitisi in 3 logge egiziane, 3 italiane, 1 spagnola e 2 francesi: in totale, in poco tempo, il SC di Turchia ebbe alle proprie dipendenze 13 logge regolari (nota: in questa fase fu consistente il sostegno e la diretta confluenza di FFr. di numerosi Orienti esteri. Quindi, tra il 1909 ed il 1912 vennero complessivamente costituite 29 logge regolari).
La ripresa dei lavori da parte del SC di Turchia non fu semplice, anzi: in pratica, per qualche tempo, questo di fatto esistette solo sulla carta. Fu così che il 13 Luglio 1909 quattordici FFr. turchi si ritrovarono presso il Fr. Davit Kohen – ebreo e con un importante ruolo in un consesso religioso, in stretto contatto in Francia con la loggia “La Renaissance” -, per mettere fine a questa situazione di “molle” incertezza e per tratteggiare il futuro possibile della Massoneria Turca; alla riunione erano presenti FFr. peraltro rappresentanti varie confessioni religiose oltre quella musulmana, quali FFr. ebrei e cristiani.  Cristiano, in quanto battezzato, e presente a quella riunione il P.pe Fr. Aziz Hasan Paşa (nato a Il Cairo l'8 dicembre 1873 e deceduto a Shubra al-Balad – sempre nei pressi de Il Cairo - l'11 dicembre 1925).
Su questa figura occorre offrire al Lettore qualche chiarimento: dai dati sempre a conoscenza di chi scrive – anche consultando la dettagliata bibliografia estera esistente, tra cui i libri Buyuk Ustad Sehid Faik Paça sulla fine dell'Impero Ottomano e Arabic Political Memories & Other Studies - risulta tra l'altro che il P.pe Fr. Aziz Hasan Paşa, militarmente formatosi all'Accademia Militare Prussiana di Berlino, fu Generale di Cavalleria dell'Esercito Imperiale Ottomano, sposò la secondogenita del vicerè d'Egitto Ismail Paşa con cui era comunque imparentato (per cui, divenne membro della Famiglia reale egiziana), successivamente esiliato dall'Egitto dalle autorità britanniche durante la Grande Guerra e nuovamente per attività politica “irregolare” dal 1922 al 1924, fu fondatore e membro di una fazione politica e fece pressioni sulla Gran Bretagna per concedere l'indipendenza sotto forma di monarchia costituzionale prima di subire l'esilio in Spagna. Persona di grande cultura, si avvicinò al mondo esoterico/iniziatico già durante l'Accademia militare, fu poi iniziato – elementi sembrerebbero attestare che dapprima si fosse legato al Grand Royal Arch Chapter anglosassone - intraprendendo e mantenendo contatti con altri illustri FFr. inglesi, tedeschi, francesi, italiani e statunitensi, per lo più in posizione di prestigio e anche appartenenti alla nobiltà. Ricoprì innumerevoli incarichi di prestigio in vari settori della vita pubblica e sociale. Nel 1908 fu designato Gran Commendatore del Supremo Consiglio del RSAA in Turchia, continuando  anche dopo tale data a mantenere rapporti anche con il Sovrano Fera.
Quindi, fu praticamente da quell'incontro del Luglio 1909 che ebbe origine il Grande Oriente Ottomano dando configurazione alla Gran Loggia, le cui cariche risultano essere state le seguenti:
Gran Maestro Talat Paşa, I° Gran Maestro Agg. Miralay Galip, II° Gran Maestro Agg. Emanuele Carasso, Primo Gr. Sorvegliante Mehmet Ali Baba, Primo Gr. Sorvegliante Agg. Edoardo Denari, Primo Gr. Assist. Osman Fehmi, Secondo Gr. Assist. Agg. Nadra Mutran, Grande Oratore Riza Tevfik, Gr. Oratore Agg. Michel Noradunkian, Gr. Segretario Osman Talat, Gr. Segretari Agg. Fevzi Manahem, Solon Kazon e Dario Errera, Gr. Tesoriere Sarim Kibar, Gr. Tesoriere Agg. Ilyas Modiano, Gr. Revisore Jak Suhami, Gr. Primo Revisore Nail Reşid, Gr. Secondo Revisore Bohur Kamhi, Gr. Terzo Revisore Victor Algranti, Gr. Quarto Revisore Tevfik, Gr. Cerimoniere Rafaello Ricci.
Il SC di Turchia riconobbe rate e valide tali designazioni e pose formalmente sotto i propri auspici il GO Ottomano, dando così inizio alla fase di contatti internazionali attraverso delegazioni itineranti il cui scopo era quello di stabilire relazioni e sottoscrivere trattati idonei a pervenire a “riconoscimenti” ufficiali, tali da consentire anche al Grande Or. Ottomano di poter accedere ai Conventi mondiali.
Tra le tappe in Europa fatte sempre nel 1909, vi fu anche la visita in Italia effettuata tanto al GOI che – riservatamente, da parte di due componenti la delegazione ottomana - a Piazza del Gesù. L'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire: la delegazione turca era attratta dal concetto di Grande Oriente piuttosto che non da quello di Gran Loggia, così propendendo per ottenere un “riconoscimento” dal GOI; organizzazione quest'ultima, nel post-terremoto della scissione del 1908, che, fatta una rapidissima ricognizione/verifica della documentazione esibita, l'8 Dicembre del 1909, attraverso una delibera in sede di Giunta Esecutiva su proposta del GM Ettore Ferrari, stabilì di accordare al GO Ottomano il richiesto riconoscimento. 
Fu, allora, un match risolto sul filo di lana dal GOI, che bruciò letteralmente le tappe temporali con lo scopo di battere sul tempo Piazza del Gesù: concorrente pericolosa che si era già mossa specie tra le logge di Costantinopoli per stabilire dei contatti preferenziali, secondo procedure “classiche” e quindi naturalmente caute e lente. Ma i contatti tra SC di Turchia – ovvero, elementi allo stesso appartenenti – e Piazza del Gesù – ovvero elementi del suo SC e della sua GL - non si esaurirono di certo, anzi si mantennero vivi e in parallelo con quelli “ufficiali” con il GOI, poiché elementi del SC ottomano che seguivano le religioni cristiana ed ebrea, si trovarono presto in distonia con certe posizioni politico-massoniche allora espresse in seno al GOI: tra questi perplessi proprio il Gran Commendatore Fr. Aziz Hasan Paşa la cui adesione al Grand Royal Arch Chapter probabilmente influì non poco nella decisione da loro presa.
La presenza della Massoneria nella vita sociale della Turchia fu rilevante, al punto da poter affermare che fu un “governo massone” a guidare la Turchia tra il 1909 e la fine della Prima Guerra Mondiale. Dopo tale fase- siamo già nel 1929 - il GO Ottomano decise di adottare un nome di copertura - Società Turca per lo Sviluppo, Turk Yukseltme Cemiyeti – al fine di consentire ai propri aderenti di celare la loro appartenenza, così da confondere avversari e spie (nota: nel 1933 i FFr. Turchi decisero di tornare parzialmente alle loro origini, dando così luogo alla “Società Turca per lo Sviluppo – Grande Oriente di Turchia”).
Nel 1923 nacque la Repubblica turca, in cui numerosissima e ad ogni livello fu la presenza di massoni: lo stesso Mustafa Kemal non lesinò ammirazione per la Massoneria, tanto che vi sono tracce certe di sue partecipazioni, nel biennio 1925 1926, a importanti riunioni nel cui ambito espresse il proprio apprezzamento per la Massoneria in generale e per le finalità che questa si prefiggeva per combattere l'ignoranza, favorendo l'elevazione materiale e spirituale dell'uomo. 
La seconda parte di quest'ultimo scritto, sarà pubblicata il giorno 20 Luglio su questo stesso blog.

Roma, 16 Luglio 2014                                      Giuseppe Bellantonio

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