Cerca nel blog

mercoledì 13 giugno 2018

TRA SOCRATE E... LARRY SEMON

   


Una eccellente Iniziata, Gerardina Laudato, nel tempo, mi ha reso partecipe di alcune sue riflessioni: che qui in parte traspongo, in quanto perfettamente coincidenti con il mio pensiero e con il mio stato d’animo; riflessioni che qui coniugo liberamente con le mie. Il tema è incentrato sullo stato del Corpo Massonico Nazionale. Mai tanto squassato da situazioni talvolta imbarazzanti, spesso ricche di non-sense, ma soprattutto sminuito nei propri fondamentali pilastri: la Credibilità e la Dignità.  
     
Con questo proclamare, agitarsi, allearsi, determinare intese trasversali ad hoc e alfine lamentarsi, molte aggregazioni di tipo massonico in realtà stanno incarnando la ‘profanità’ – ossia quel contesto esterno che non appartiene al vero mondo iniziatico -, dando a chi legge o ascolta l’idea di trovarsi di fronte ad un contesto complessivamente vociante, disarticolato, privo di coesione e quindi non rappresentativo della pluralità.                                                               Insomma, un insieme disomogeneo, chiaramente preda di un indistinto, confusionario quanto palpabile cicaleccio interno, che assume le caratteristiche di un’armata dai molti generali che lanciano proclami anche ad effetto e quindi strumentali a finalità particolari – e persino di comodo - piuttosto che non generali.                            Credo, e non sono il solo – anzi, l’opposto -, che questa pletora di soggetti che ostentano sbandieramenti massonici, in realtà stiano dando il colpo finale al naufragare di quei concetti e di tutte quelle idealità tipiche della Massoneria classica – riconducibile a quella Tradizione determinata in vitro nel XVIII° secolo e corrente con il nome di Massoneria Moderna, per distinguerla da quella delle più Antiche ed Originali Tradizioni – affossando definitivamente gli impianti massonici italiani, ormai troppo diversi e difformi – nella sostanza, più che nella forma - dagli standard altrove rispettati.                          Proprio questo rumoreggiare composito e non coeso indica lo sfibrarsi di un meccanismo che, se vuole concretamente e seriamente mantenere in vita i propri valori e la propria essenza in modo coerente con gli Alti Ideali che comunque la caratterizzano, deve necessariamente rifugiarsi nel silenzio latomistico per così tornare a operare con pochi eletti in un clima di ritrovata quanto austera concordia.                                                                                     Il silenzio è stato ed è la nostra forza: specie quando nel corso della Storia abbiamo subito attacchi e persecuzioni. Levare, specie nell’ambito di quel contesto Internazionale cui pur ci riconduciamo attraverso la ‘universalità’ del contesto, una voce unitaria e quindi rappresentativa sarebbe stata la cosa migliore da ricercarsi piuttosto che non il protagonismo dei singoli, così preferendo ciò alla giostra delle varie iniziative. Molte voci - e pochi reali contenuti - si sono aggiunte via via al coro dei partigiani che, sdegnati, insorgono a difesa del contesto piuttosto che adottare in modo netto tutti gli accorgimenti necessari a impedire che tra le fila degli ‘ostentati massoni’ alligni quella mala pianta che trova fertile humus in delinquenti, opportunisti, imbroglioni e profittatori determinati a usare il contesto ed i suoi meccanismi al solo fine di trarre vantaggi personali e non.                                                           E’ il momento delle responsabilità piuttosto che non solo quello di lamentarsi e dolersi – così non volendosi negare l’esistenza di tematiche e problematiche di tutto rispetto ed affatto favorevoli -: più che parlare di Massoneria, e sono convinto che se ne ‘sparla’ troppo ed a sproposito,  sarebbe meglio – nel silenzio che fa parte del nostro abito più corretto e reale – concentrarsi nello sgrossare la pietra che è sempre in noi, esaltando l’Apprendista che ivi deve albergare, guidandoci nella continua opera di umano perfezionamento per così renderci  sempre migliori di ciò che siamo.                                                                         Un assioma ben noto alla più parte dei nostri buoni e onesti Fratelli, ma ignoto a coloro che sono solo dei ‘falsi massoni’, a loro volta propalatori di un falso modello dii massoneria non-Massoneria: sono costoro i veri nemici della Massoneria. Indubbiamente, noi stiamo con gli Uomini Liberi, impossibili da piegare specie se sono le ingiustizie a volerli domare; Uomini che sappiano respirare la magia delle energie prodotte dall’immenso patrimonio di Cultura originato – nel tempo - sulla Terra, rispettandone l’ancestrale sacralità.               Le ipocrisie, specie di questi ultimi tempi, hanno l’amaro sapore di qualcosa che disgusta, tanto sono impregnate di pochezza culturale, toni apocalittici, clima da caccia alle streghe, formule discriminatorie e illiberali: un clima che, attraverso atti ammiccanti, pervasi da una luccicante patina virtuosa, trasudano un senso di responsabilità che – in realtà – è pregno di pregiudizi, discriminazioni, illiberalità, bieco assolutismo… e grande furbizia: quella utile ad attrarre e coagulare le masse attorno a inesistenti tesi complottiste.                                         Di fronte a tutto questo insieme di situazioni, spesso tra loro confliggenti ma certamente degne di attenzione, anche perché – come una cartina di tornasole – hanno offerto ed offrono la possibilità di valutare ogni dichiarazione e quindi la posizione concettuale ma anche operativa di componenti tra di loro diverse, vale la pena di soffermarsi su taluni elementi.                                       Vi è stato – nella grande confusione certamente determinatasi – chi ha invitato i responsabili delle svariate Comunità massoniche italiane a concordare una comune linea d’azione, ad esprimersi con voce unica ed univoca, per sostenere le ragioni, ovvero i ‘diritti’, degli aderenti alle stesse di fronte all’ipotesi di ‘illiberalità’, ‘persecuzioni’, ‘discriminazioni’, ‘intimidazioni’, ‘timori’ suscitati e ‘attacchi’ posti in essere all’insegna di un bieco giustizialismo persino celato da una parvenza di garantismo.                                                                                 Ma, al di là dell’interesse suscitato dalla proposta – persino sin troppo semplice -, far ciò non era né semplice né agevole, e difatti non è avvenuto: anche qui le chiavi di lettura sono molteplici. La principale è che una corretta rappresentatività di tutto il contesto, di quello che io definisco essere il ‘popolo massonico’, non era né è facile da raggiungere. Ed i motivi trascendono dall’ordine di grandezza delle singole componenti. Difatti, fermo restando che in Italia la disordinata proliferazione dei più disparati contesti ha ormai toccato cifre impensabili e persino ridicole, ben superiore alle 300 unità (tra Ordini, Riti e quant’altro), non è possibile coinvolgere in uno stesso contesto, in una medesima iniziativa, soggetti che – per quanto possa essersi appreso attraverso la ‘rete’ informale che capta informazioni, al netto di possibili chiacchiericci  – non abbiano quei requisiti di correttezza e trasparenza che pur la sottoscrizione di un documento comune di matura pubblica è ovvio che debba prevedere, sottolineare ed enfatizzare.                                                                                     Altro motivo è la ‘spocchia’ con cui taluno – al di là dei contenuti – possa pensare di essere il ‘solo e unico esponente’ dell’Italica Massoneria, oppure l’unico in possesso dello strano crisma definito regolarità (in realtà, tutte le associazioni italiane, ancorché di tipo massonico, regolarmente costituitesi a termini di legge e operanti in ossequio delle Leggi dello Stato Italiano, sono ‘regolari’. Perché poi quelle operanti nel nostro contesto – quello ‘massonico’, appunto – possano dirsi massonicamente regolari, è quindi sufficiente che nello svolgimento delle loro attività di tipo iniziatico-ritualistico seguano con solerzia le prescrizioni previste in materia da norme e regolamenti esistenti da lunghissimo tempo) o di quei pezzi di carta bellamente incorniciati e che fanno bella mostra su qualche parete, che rispondono al nome di ‘trattati’ o ‘riconoscimenti’ (anche in questo caso, l’ampia casistica, e quindi l’esperienza, ci insegnano che una qualche Comunità che, dopo la stipula di un simile accordo, non sia stata più controllata per verificare il mantenimento dei requisiti - requisiti che peraltro, per vicende di dominio pubblico, possano risultare persi o fortemente appannati – meritano più ‘disconoscimento’ e riprovazione che non approvazione e ‘riconoscimento’!).  Situazioni, quelle di cui sopra, che vedono i c.d. ‘vertici’ librarsi sopra tutto e sopra tutti, all’insegna del detto caro al Marchese Onofrio del Grillo… “io so’ io, e voi nun contate un …”, così rivendicando una esclusività di fatto inesistente.                                                       Proprio questo porsi in modo ‘sparpagliato’, con linguaggi e contenuti tra loro difformi e persino ‘massonicamente irregolari’, in questi ultimi anni ci ha posti – tutti, indistintamente – alla scorretta e anche malevola attenzione di un’opinione pubblica facilmente solleticata – e quindi influenzata - dall’idea di scandali, di irregolarità, illiceità, collusioni e quant’altro.                                          Non è poi possibile coinvolgere nel medesimo contesto soggetti che – vivano ed ‘interpretino’ la vita massonica (tanto iniziatica che pratica) – in modo disinvolto e discrezionale o che – stando alla vulgata dell’ambiente che, anche se non del tutto precisa, pur descrive in modo spietato e crudo le incongruenza, le illiceità, le (poche) virtù ed i (molti) vizi di questo o quel soggetto, di tale o tal altro ambito – non abbiano i più idonei requisiti, peraltro l’un l’altro parametrabili: per storicità, per correttezza e trasparenza nel comportamento ritualistico e non, per flebilità della loro voce, ecc. ecc.                                            Va subito detto che la responsabilità di ciò, per una qualche parte, è da attribuire ad un’informazione disordinata, parziale, culturalmente ‘ignorante’ (sotto il profilo storico, esoterico-simbolico, delle tradizioni, dei riti e via dicendo) e gravata dal forte sospetto di essere fors’anche ‘sensibile’ alle sollecitazioni di chi – di questioni facilmente omologabili ai più svariati contesti -  vuol farne strumento di accusa a senso unico.                                                        Ma se la comunicazione, e quindi l’informazione, sono affette da palese zoppìa intellettuale e da strumentale miopia – la grande responsabilità è di chi, adombrando ma anche alimentando temerarie ipotesi complottiste, non ha saputo volgere il proprio sguardo verso se stesso ed il contesto ove operava; non ha scelto l’agile via della ‘pulizia sempre e ad ogni costo’; non ha emarginato gli ‘infetti’, così salvaguardando il buon nome e l’onore degli altri sodali; non si è reso spontaneamente collaborativo con le Autorità, così alimentando sospetti e soprattutto discredito.       Se è vero – così com’è vero – che il Massone è fedele cittadino del proprio Stato  e ne osserva le Leggi, rispondendone – anche sotto forma di ottemperanza all’emanazione delle stesse come pure alle norme di corredo – al Magistrato Supremo, è altrettanto vero che l’assunzione di  atteggiamenti di segno diverso, ivi incluse forme di ‘resistenza’ non solo sono socialmente biasimevoli ma sono persino intollerabili: se posti in essere, rappresentano proprio l’opposto di ciò che ogni ‘buon’ Massone deve essere.    Se mai si possa avere il sospetto che una Legge abbia un qualche fondamento di illiceità, ovvero che venga artatamente interpretata in modo tale da nuocere, ebbene ci sono metodi per rappresentare tali presunte irregolarità nelle opportune sedi, piuttosto che non dar luogo a clamori persino sguaiati, evocando presunte tesi complottiste. Prima si ottempera, poi si sollevano eventuali dubbi interpretativi/valutativi/applicativi.     Le ipocrisie, ogni ipocrisia, specie in questi ultimi anni, hanno l’amaro sapore del rancido: non basta impregnare le parole con toni da Giudizio Universale, occorre coerenza e correttezza nelle azioni: ponendole al di sopra di ogni possibile sospetto.  Se non ci si pone correttamente a disposizione delle Autorità, fornendo ogni possibile contributo, ed anzi ringraziandole allorché possano svelare elementi di allarme dapprima ignorati, ogni diverso comportamento assume i connotati della frapposizione furbesca di ostacoli piuttosto che non quelli di atti virtuosi e densi di responsabilità.                                                                                                   Se a queste anomalie si aggiungono poi coloro che, pur dai più diversi pulpiti, fanno da coro ai presunti arbitrii, agli apparenti vulnus che la Libertà e la Democrazia, la libertà di associazione, di pensiero e di espressione,  sembrerebbero subire nei contesti massonici; se si sollecitano persino ‘solidarietà’ e ‘pronunciamenti’ difensivi da parte di terzi ancorché appartenenti a contesti iniziatici in Italia e/o all’estero, ebbene il quadro diviene ancora più complesso poiché dà inaspettato spazio a modeste entità per dimostrare - a se stesse ed ai propri aderenti – che si esiste.   Strani trasversalismi che, anziché chiarire e semplificare il contesto massonico nazionale, lo complicano enormemente.        Senza contare che siffatto modo di operare, si presta a ‘fare politica’: altro grave errore.                                                                                È invece il momento delle responsabilità: e chi scrive attribuisce severa responsabilità a quanti, protagonisti a vario titolo della questione, hanno scelto una rigida contrapposizione piuttosto che non ringraziare le Autorità per aver loro aperto gli occhi sull’eventuale esistenza di possibili quanto pericolosissime anomalie interne, ponendoli così nella condizione di avviare immediate azioni di verifica anche di concerto con le Autorità stesse ovvero riferendo rapidamente loro.  Questo innescarsi di fattori – strettamente correlati a comportamenti, atteggiamenti e dichiarazioni delle parti - ha determinato il boomerang socioculturale che trova nelle attuali allarmate prese di posizione dell’opinione pubblica la propria esplicitazione più evidente.                                                         A torto o a ragione che possa essere.                                                            È il momento delle responsabilità, quindi: il momento in cui proprio all’interno dei contesti coinvolti, e più in generale nel corpo massonico nazionale, gli aderenti devono aprirsi a una verifica profonda e radicale: via coloro che cercano vantaggi personali e non, via coloro che con tutta evidenza non operano in modo massonicamente corretto, via coloro che hanno appetiti discutibili e quindi una tenuta morale altrettanto discutibile… in definitiva: via i mercanti dai Templi!  Se i ‘buoni’ Massoni non lo faranno, se i ‘buoni’ Massoni – persino invocando pseudo-principi di tolleranza ovvero alibi pretestuosi – non prenderanno le debite distanze da chi possa ‘gestirli’ in modo improprio ovvero scorretto (quindi, diametralmente opposto ai principii dell’autentica, sana Massoneria: quella dai Nobili Ideali e dalle Nobili e più Antiche Tradizioni), vorrà semplicemente dire che a loro sta bene così e che per loro essere o diventare oggettivamente complici di certa gente non cambia la propria vita né li fa sentire in imbarazzo con un contesto ove la Trasparenza, la Correttezza, l’Onestà, la Verità, la Giustizia e la Dignità dovrebbero albergare, come norma. D'altronde, da sempre si sa che sono i modi a fare l'uomo.                                                        Atteggiamenti, questi, che – con tutta evidenza - non possono richiamare condivisione, pietismi o solidarietà: lo scaricabarile, da qualche parte deve pur finire e la solidarietà mai può degenerare in complicità!                                            Quanto sopra non vuol dire che si vedano di buon occhio cesure e censure verso i Massoni. Ma la critica, sempre nei giusti toni, deve seguire l’impronta generale piuttosto che non quella del particolare, ricordando che norme e Leggi di uno Stato non possono essere politicamente affrontate, poiché si violerebbe il principio cardine di quella Massoneria Moderna le cui regole pur fanno da comune riferimento. Non si parla di politica né di religione, ma si possono ugualmente affrontare tematiche sociali importanti usando equilibrio e misura. Chi dovesse usare altri metodi – nella forma e nella sostanza – per comunicare, manifesta evidentemente il risultato di una cultura iniziatica limitata, persino debordante in un litigio feroce con la propria intelligenza nonché con i propri stessi enunciati. O, per meglio dire, è persino in conflitto con quel barlume di intelligenza nascosto in un pensiero atrofizzato, assolutamente ‘non-massonico’, abortito sul nascere.                                                                                                     Questo, ancora una volta, dimostra che i ‘buoni, veri, autentici Massoni’, per uscire dall’attuale realtà devono modificato l’impianto dello stesso pensiero su cui basano le loro azioni: abbandonando al loro misero destino, e quindi disdegnando, re e regine dei gradassi.
Chi scrive, si schiera – e con ogni migliore energia – dalla parte dei veri Iniziati, dei veri Massoni; dalla parte di quegli indomabili Spiriti Liberi che hanno la rara capacità di lasciare nel Tempo e nello Spazio le tracce feconde del proprio passaggio. In un continuum perenne dove l’essere ed il divenire si intrecciano in modo indissolubile.                                                                                                Mi schiero con quegli Uomini che sappiano percepire e respirare la magia, il ritmo, il respiro profondo: del Mondo, del Creato, degli Universi, degli immensi livelli di Conoscenza che pur ci circondano.                                                              Rispettandone la sublime armonia.                                                        Qui mi piace ricordare a tutti coloro che apprezzano la Storia della Massoneria Italiana, piuttosto che non le storielle e i falsi storici e documentali, che i Massoni della ‘Comunione di Piazza del Gesù’ hanno sempre saputo librarsi al di sopra delle contingenze; non siamo scalatori di colline, o di montagne: siamo scalatori di orizzonti.  Come tali, cultori e seguaci delle più Antiche Tradizioni (anteriori a quelle prettamente ‘moderne’, per intenderci), nello spirito di quella che abbiamo individuato essere la Maestrìa delle Antiche Pietre, abbiamo sempre operato con buonsenso, disprezzando le avventure temerarie, consapevoli che commettere due volte lo stesso errore possa equivalere a ‘scegliere di sbagliare’.                                                                                           Siamo certi che operando per un vero e proprio Rinascimento delle Antiche Tradizioni – adottando il meglio di regole antiche, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro (altrimenti, che Massoneria sarebbe?) – si potrà perseguire la via dell’Unione tra forze sane, omogenee e tra loro compatibili; un’Unione che – forte degli errori del passato – non significhi necessariamente Uniformità, ma che giovi invece a raccogliere, stimolare, porre a confronto progetti, iniziative, realizzazioni creative e solidali, che fioriscono nel bel mezzo della crisi di civiltà che stiamo vivendo.                                                                                              Solo questo potrà concorrere a ridare voce forte, equilibrata ma incisiva, e soprattutto ricevibile, alla Massoneria Italiana. Una Massoneria che deve liberarsi di molti limiti, primo tra tutti il taboo delle Donne: un taboo nato 300 anni orsono, allorché le donne erano considerate né più né meno come degli oggetti, di cui poter disporre; e quindi sottomesse (a padri, fratelli maschi, ecc.ecc.) ‘non libere’, al pari di chi fosse schiavo. Un taboo che proprio la Comunione di Piazza del Gesù – per prima in Italia, con il supporto ufficiale delle Massoneria di USA e Inghilterra – fin dalla seconda metà degli anni ’50 del 1900 interruppe, dando vita alle Tessitrici: Sorelle che, allora in regime di Logge di Adozione, operavano ufficialmente nel contesto della Comunione stessa.                    Solo questo insieme di azioni liberatorie potrà far meglio e univocamente comprendere la funzione dell’iniziazione nel cammino della nostra stessa riunione con Dio, all’insegna di un nuovo trinomio IDENTITA’, TRADIZIONE, INNOVAZIONE: viaggio nell’universo massonico post-moderno.                
                                                                                                         Roma, 10 Giugno 2018
                                                                                                        Giuseppe Bellantonio


Disclaimer / Avviso 1

L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue: 
1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.
2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservato.

Disclaimer / Avviso 2

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal webciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito bellantoniogius@gmail.com al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.  

1 commento:

  1. Dall'Illustre Sr. Gerardina Laudato, è pervenuto il seguente messaggio, principalmente riferito alla condizione della Donna in Massoneria, per quanto trattato nell'articolo.
    ........ inizia
    Apre un'altra finestra sulle situazioni conflittuali e organizzative del 'popolo massonico' ,come l'hai definito in quello scritto che farà imbestialire molti nocchieri e rematori della scalcagnata barca italica. È un bel documento, per chi abbia una mente davvero libera, ma è anche un'ascia bipenne per tanti tacchini che pretendono di essere uccelli del paradiso.
    Sai che questo secondo tipo di magnifici pennuti ha una voce sgradevolmente ridicola e che riesce ad incantare fino a quando tace o , tutt'al più si muove per mostrare i suoi colori variegati.
    Tante organizzazioni si riducono, agli occhi disincantati e oggettivi dell'iniziato, ad uno squallido banchetto da mercatino che , comunque , riesce ad incuriosire e ad attrarre poveri gonzi. A molti mercanti del nulla è ben chiara l'importanza della piaggeria e dell'apparire. In costoro, e ahimè, sono davvero la quasi totalità, ravviso sempre più la maligna volontà di attrarre curiosi o ingenui che sperano di scorgere o trovare, al di là del velo, il senso del divino.

    RispondiElimina