Cerca nel blog

mercoledì 4 novembre 2015

EQUIVOCI ED EQUIVOCITA'...


EQUIVOCI STORICI ED EQUIVOCITA’ PERSONALI
(prima parte)

           In molti mi hanno chiesto di formulare un ‘pensiero’ riguardo i troppi equivoci che gravitano - pesanti come macigni, purtroppo ormai sedimentatisi: strato dopo strato - sul contesto Massonico Italiano, nonché cosa ne pensassi di quanti – mossi da inquietudine e frenetico impeto – o palesano scontentezza per il loro permanere in questo o quel contesto (in verità, dimostrando di presenziare nei Lavori di Loggia solo con il corpo piuttosto che non  dando un contributo intellettuale continuativo e concreto), o sono vittime di un irrefrenabile moto ondivago che li porta ora qua ora là: comunque, sempre in preda ad una insoddisfazione di fondo, o sono presi dalla mira – mi si passi il brutto termine - di fare carriera nel nostro contesto.
          Affrontare temi così importanti in modo diffuso richiederebbe troppo spazio, rischiando peraltro di tediare quanti non particolarmente interessati… Anche per un personale, diverso sentire (e stile), opposto e contrario a quelli sopra indicati.   Ho scelto allora una sintesi che tratti del generale ma anche delle specificità – sovente sconosciute se non misconosciute – di quella Comunione di cui da sempre faccio comunque parte. 
          Dunque
          Non sono molti i Fratelli che hanno ben chiare le tappe storiche della Massoneria in generale e di quella Italiana in particolare; quale sia il significato della parola Tradizione nel contesto della Massoneria Moderna (1717) e quale esso possa essere nel contesto della Muratorìa antecedentemente a questa data; quali implicazioni ciascuna di queste fasi abbia comportato;  quali conseguenze – infine – ne possano essere derivate tanto sul piano operativo-iniziatico che su quello sociale e culturale, fino ai giorni nostri.  
          In realtà, anche coloro che amano definirsi ‘studiosi’ o più semplicemente ‘appassionati’ della materia, spesso presentano lacune poco edificanti: non solo d’ordine storico, ma anche di cultura esoterico-simbolica nonché di procedure ritualistiche, stentando a individuare – e quindi, comprendere – le sottili sfumature esistenti nei diversi contesti e tra le singole realtà. 
          Un fatto mi preme evidenziare; mentre fino al 1992 l’acculturamento avveniva attraverso lo studio ed il raffronto di testi, nonché attraverso le attività di ammaestramento e approfondimento ma anche confronto a cura di quanti avevano più esperienza – ossia, degli anziani: come si era usi indicare -, da quella data un sempre maggior numero di soggetti si è indirizzato verso quel grande ed inesauribile serbatoio di ‘conoscenza’ rappresentato dalla rete, dal web.          Avrete notato come io abbia volutamente racchiuso il termine conoscenza tra virgolette, per così sottolineare che quella che si può ricavare dalla consultazione dei siti, la summa complessiva dei dati, porta certamente confusione in chi si possa affidare solo, ovvero in via preminente, a questo fin troppo comodo strumento: che è l’opposto della conoscenza, appunto; e spiego i motivi.
          Altro è parlare della rete come di un contenitore che trattenga una mole inesauribile di ‘dati’, altro è sostenere che il ‘tutto’ di tale insieme di dati possa essere definito ‘conoscenza’: quantomeno, così come noi iniziaticamente la intendiamo.  
          Posto che il contenuto di questo tutto sia rappresentato da: dati assolutamente veri e verificati, quindi affidabili; dati parzialmente veri e quindi parzialmente affidabili; dati parzialmente o totalmente falsi, quindi inaffidabili; ammesso pertanto che tutto ciò che si basi sul complesso di tali presupposti rappresenti una ‘conoscenza’ – e non certo “laconoscenza specie iniziatica, comprensiva com’è di verità e bugie, positività e negatività, autenticità e falsità storiche… -,  è chiaro come in realtà ci si trovi davanti ad un fritto misto (di alimenti mischiati, tra loro incompatibili: carne, pesce, vegetali, cacciagione, molluschi e frutta secca … peraltro cucinato in pessimo olio), un ‘tutto’ assolutamente indigeribile, ed anzi tossico.  
          E’ quindi chiaro che solo il possesso – assolutamente a priori – di idonea preparazione, di idonee consapevolezze alla base di una corretta alimentazione, può mettere al riparo da indigestioni e intossicazioni.
          Chiarito che il web contiene di tutto e di più; posto che anche i siti ufficiali di riferimento – peraltro a livello mondiale – hanno espressamente dichiarato in questi ultimi due anni di ospitare contenuti che – in quanto frutto di interventi ed inserimenti i più disparati – hanno notevolissimi margini di imprecisione e/o errore (pur se il processo di revisione dei dati inseriti è costante); posto che i dati inseriti altro non sono se non le pagine o gli interventi di chi abbia non solo interesse a pubblicare, e quindi a ‘far conoscere’,  ma anche e soprattutto interesse a ‘far leggere’ e ‘far recepire’ la sua storia (peraltro più verosimile quando tratti di temi e soggetti lontani nel tempo, e ancor più quando vi possano essere difficoltà nell’acquisire dati certi per riconducibilità e autenticità delle storie evocate); posto che moltissime delle pagine del web – e quindi dei siti – stranamente si somigliano (per non dire che sono simili, non solo per contenuti ma anche nella forma…! E’ indubbio che la schiera dei mestieranti del copia-e-incolla è molto folta); posto – infine – che proprio per colpa degli amanti del fai-da-te nell’assemblaggio dei dati più disparati, come pure per colpa degli amanti del copia-e-incolla, ogni errore trova un moltiplicatore enorme, quasi infinito, producendo così tantissimi altri errori, a cascata… tutto ciò utilmente premesso, ancora una volta abbiamo la certezza di quanto possa essere pericoloso nutrirsi attraverso il web.             
          Ciò non significa certo demonizzare la rete ed i suoi contenuti, quanto stabilire che i dati colà contenuti quasi mai rappresentano la fonte unica, certa e cristallina cui abbeverarsi con disinvoltura; rappresenta invece, un contenitore, un insieme di dati ed elementi che sono stati aggregati e la cui libera consultazione spesso – ma non sempre – aiuta nel  trovare, specie attraverso l’incrocio di notizie/fonti/autori/date, una qualche sfumatura nuova e diversa con cui ‘completare’ le notizie che si possa aver già acquisito.  In termini spiccioli: è negativo basare il proprio processo di acculturamento solo sui dati contenuti nel web, leggendo poi un qualche testo cartaceo; è invece indispensabile – mi riferisco sempre al nostro particolare, ma non certo limitato, contesto – lo studio preliminare, progressivo e ricco di sostanza attraverso i libri, per poi consultare il web al fine di carpire una qualche diversa notizia che possa aiutare a completare ciò che già si possa aver appreso. 
          Quanto sopra, giova almeno in parte a comprendere come originino e si moltiplichino perfidamente delle anomalie e/o equivocità basate su incompletezze, inesattezze, storture, quando non menzogne: specie d’ordine storico-documentale.  Basti pensare ai moltissimi testi, anche in formato digitale, che riprendono precedenti errori, donano loro la forma solenne del  vero, non solo propagando l’errore ma anche compiacendosi nel citare e farsi citare nelle fonti bibliografiche! 
          Formulate queste premesse, mi indirizzo ora alla sostanza di questo mio scritto, di questa mia analisi, evitando di offendere chicchessia e quindi rivolgendomi a quanti già mi conoscano o mi frequentino.
          Cosa intento per equivocità personale?   Per me è quella basata sul modo di comportarsi di questo o quel soggetto, sullo stesso animus che lo muove: equivocità che, pur se riferita al singolo, è spesso contagiosa, specie se ammantata di pseudo-ragioni, in realtà complesse e arzigogolate quanto futili ed iniziaticamente inconsistenti, utili solo a fungere da alibi per camuffare il reale comportamento di quanti in definitiva rifuggono il confronto.
          Ma l’equivocità personale oggi è racchiusa anche nei comportamenti proprio di chi – gestendo amministrativamente e ritualisticamente un contesto massonico – opera con grande superficialità iniziatica e grande propensione commerciale, mercantile; un atteggiamento che, gioco forza, si riverbera verso il basso della piramide, portando ad adesioni interessate ed a gestioni basate anche (se non specialmente) su aspetti utilitaristici. 
          Equivoci sono certamente anche i comportamenti di coloro che cincischiano nell’affrontare il loro normale percorso di crescita all’interno di una Loggia, prediligendo deviazioni personali che finiscono nel masturbarsi il cervello con il solito dilemma del “chi sono - dove sono - dove vado - dove vanno - che fanno”: attenzione, un dilemma che talvolta emerge prepotente dopo anni, come tappo di sughero riposto nelle profondità marine.
          Ora, di Fratelli così – purtroppo – ce ne sono sempre stati e ce ne saranno, nonostante l’adozione di ogni più opportuna misura, a monte: ma attenzione, non sono piccoli fratelli che, improvvisamente, sono rosi dal tarlo di un proprio dubbio, fors’anche alimentato pretestuosamente da qualche addetto a quel marketing (poco) iniziatico posto in essere da quanti non esita a rubacchiare aderenti di qua e di là, procedendo a veri e propri ingaggi.
          In realtà si tratta o di piccoli e modesti soggetti – sotto il profilo umano - o di elementi ignoranti (ossia, che non conoscono e non vogliono conoscere: per loro la Massoneria è in realtà un tabù; la frequentano ma non la praticano, la recitano, ne frequentano i Lavori ma essa non è mai veramente nel loro animo, nei loro pensieri, nel loro stile).   
          Potrebbe darsi che siano in buona fede, convinti di essere nel giusto?
          Mah!... Solo teoricamente: poiché in realtà sono soggetti ondivaghi, che passano di qua e di là persino con disarmante disinvoltura, contagiando con il loro seminare dubbi ma anche zizzania adducendo ora questa ora quella motivazione.   Attenzione, li contraddistingue sempre una costante: ‘loro’ non sono mai in difetto, in torto; la ‘colpa’ è sempre di qualcun altro che – a loro avviso -  o ‘non li capisce’ o ‘non si comporta bene’.
          Vaghezze… Ma sono le vaghezze di chi disdegna il leale confronto, con comportamenti dal subitaneo mutare: dal finto spirito fraterno all’acrimonia, spesso persino fortemente perfida. 
          Vaghezze che, in ogni caso, riconducono ad una scarsa – se non inesistente – preparazione tanto culturale che massonica e – forse – persino ad un possibile sovradimensionamento in Loggia, loro offerto con troppa facilità, con eccessiva amorevolezza fraterna; vaghezze, nebulosità, astrattezze… testimoni di quella che, in definitiva, altro non è se non mancanza di sostanza.
          Soggetti che poco o niente apportano e quel po’ che costruiscono è traballante  e viziato da insicurezza, ma che sono invece sempre pronti ad ergersi a censori brandendo il loro spadino di latta!    A ben vedere soggetti che, insieme ai tanti altri come loro, sono uno dei più importanti motivi dello stato in cui versa la Massoneria Italiana: dilaniata, smembrata, vilipesa, incapace di lanciare il benché  minimo messaggio sociale, scarsa di contenuti – quelli solidi e concreti, degni di passare nelle pagine dei libri di Storia – e abbondante di quella vacua esteriorità che illumina una ribalta affollata di vanesi, superbi, boriosi e pavoni tutti immedesimati a far la ruota.
          Mi chiedo incessantemente cosa si possa fare per eliminare queste sacche di cialtroneria, queste scorie inquinate e fortemente inquinanti – impossibili da ‘riconvertire’ -, per ricondurre la Massoneria – nel suo complesso - al proprio spirito originario, all’alacre lavoro dei suoi Operai impegnati della Grande Opera, a quel laboratorio dove menti eccellenti – attive per amore degli Ideali iniziatici, alimentate dalla Cultura e dagli approfondimenti esoterico-simbolici, con a cuore i valori e gli interessi della Patria – scrissero fulgide pagine di Storia, dagli esemplari valori di onestà e altruismo…
          Ma non riesco a trovare risposte adeguate, o quantomeno appieno soddisfacenti: e riconduco il tutto alla scarsa sostanzialità di troppi tra gli iniziati - troppo poco preparati, troppo poco ‘iniziati’, troppo fragili, troppo vulnerabili alle sollecitazioni esterne - sui quali poter basare una sana riviviscenza delle più genuine Tradizioni e del più corretto Spirito Iniziatico.  Questo, proprio perché la crisi è prettamente una crisi di uomini e quindi una crisi di quei valori correlati agli umani comportamenti: un tempo, la Massoneria – quella che era scuola di pensiero ed azione corretta, finalizzata all’interesse della Patria e dei suoi Cittadini – era avulsa dalle possibili contaminazioni, dalle tentazioni e sollecitazioni insite nelle forme più deteriori di quel ‘mondo profano’ da cui comunque ci si differenziava in modo netto. Anche per espresso obbligo delle norme valide in tutto il mondo: politica e religione, non vanno trattate, specie in Loggia; ovverosia nel contesto iniziatico ove si operi.
         Oggi, tutto è mutato: oserei dire che le contaminazioni se non ci sono, si cercano; così che la crisi – soprattutto di valori – che attanaglia il mondo profano ha contaminato la più parte del Corpo Massonico, creando situazioni paradossali quanto atipiche, di forte debolezza e determinando equivoche e pericolosissime sovrapposizioni tra ‘mondo esterno’ e ‘mondo interno’.
          Ora, in chiusura di questa prima parte, una riflessione: c'è bisogno che certa gente, questi 'strani fratelli', siedano tra le colonne di un Tempio, o è più opportuno che - ove possibile -  dirigano fin dal momento della prima (giusta e corretta) tegolatura altrove i propri interessi?  Sarebbe più che auspicabile che il fardello della loro ingombrante presenza, non faccia perdere del tempo e della sana concentrazione in chi, invece, vuole operare bene e nel Bene: che vadano altrove, e che non si rivolga loro alcuna particolare attenzione, allorché viene fuori la loro vera indole!
            Faccio questo semplice paragone: sia chi lavora bene e vuol proseguire lungo questo percorso, che questi 'strani e anomali soggetti', stanno sulla riva di un vasto specchio d'acqua che - almeno in teoria - entrambi si preparano ad affrontare: per navigarlo ovvero per attraversarlo verso una certa destinazione.
            Gli 'strani e anomali soggetti' stanno sulla battigia, presi ad ammirare la luna ed a contare le stelle, filosofando sulla natura delle cose, e sul modo migliore per solcare le acque che nel buio pur si frangono dinnanzi a loro: anzi, pensano a quale ciurma associarsi e l'abilità di quale capitano poter sfruttare, senza troppo faticare.  Ma è notte, e non hanno prospettive per poter ben valutare: e neanche cercano elementi per tale fine... tanto qualcuno ci penserà, se proprio si vuol prendere il mare.
             I Fratelli che intendono lavorare, invece, sono in pieno giorno, nella luce del Sole, misurano le loro forze e sono lieti se un nocchiero li chiamerà a far parte del proprio equipaggio: per scoprire insieme nuove mete.   Mete che hanno sempre in comune la ricerca della Vera Luce: con coraggio, condividendo gli sforzi, le fatiche, le attese e l'entusiasmo di tutti gli altri, per un obiettivo comune, ben identificato e condiviso, per affrontare il quale non è previsto il voltarsi indietro o il rigirarsi i pollici, poiché chi abbraccia con entusiasmo e spirito di servizio l'Ideale Massonico, sa che dovrà sempre dare il meglio di se stesso senza nulla chiedere in cambio o - peggio - pretenderlo!  
              Ma ci pensate? Ci si imbarca tutti assieme, ciascuno riceve dei compiti e le direttive per eseguirli impratichendosi vieppiù nel contempo, poi - un ben giorno - qualcuno si accorge o di patire l'ondeggiare del naviglio, o la compagnia degli altri membri dell'equipaggio, o non gli sta bene se il capitano porti i capelli con la riga a destra: vorrebbe persino scendere o far tornare indietro il battello: così vanificando gli sforzi di tutti gli altri.
              La differenza c'è e non è da poco: è anzi esiziale, nel nostro particolare contesto libero-muratorio.
 
 (fine prima parte)

Roma, 4 Novembre 2015                                               Giuseppe Bellantonio
------------------------------------------------------------
Disclaimer / Avviso 1
L'autore nonché titolare deDi diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue:
1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.

2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservato.

Disclaimer / Avviso 2
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori.
Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal web, ciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito giuseppebellantonio@infinito.it al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa.

L'autore di questo blog, confermando di voler operare nel pieno rispetto delle norme di Legge in vigore, esprime anche la volontà di operare in armonia con le nuove norme entrate in vigore il 1° Aprile 2014 ed emanate dalla AGCOM, relativamente all'introduzione di nuove norme sul copyright digitale e online.
L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati ovvero collegabili tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.   

Nessun commento:

Posta un commento