Al Vespro del 18 Marzo dell'anno 1314, moriva Jacques de Molay, l’ultimo Gran Maestro dell'Ordine dei Templari: quel giorno, fu consumato dalle fiamme del rogo insieme a 37 compagni d'arme, anch'essi Cavalieri.
Lo spettacolare evento, si consumò sull' ile-aus-juifs di Parigi - un'isolotto sulla Senna, all'altezza del Pont Neuf, alle spalle di Notre Dame: ma si dice che un'aria sinistra avesse poi aleggiato per lungo tempo sul quel luogo, intimorendo tanto chi assistette al tragico rogo che quanti passassero da quelle parti.
Fu una condanna che apparve fortemente ingiusta già all'epoca, e che - anno dopo anno, decennio dopo decennio, secolo dopo secolo - divenne clamorosamente ingiusta.
Si ricorderanno i processi, tutti manipolati dagli zelanti membri della - affatto 'santa' - Inquisizione e dai corrotti funzionari del Regno di Francia, con il corredo di testimoni falsi, prezzolati o ricattati e minacciati -, la spoliazione delle ricchezze - a vantaggio di altro Ordine, in certo qual senso complementare ed il cui fine era certamente meno bellico e più ospedaliero -, il mancato rimborso da parte della Corona di Francia - segnatamente, da parte di Filippo 'Il Bello' - dell'ingentissimo prestito ricevuto dai Templari per evitare il tracollo finanziario della Francia.
Torture, uccisioni, depauperamenti ed esilio degli inquisiti, furono la costante di quella vera e propria ondata persecutoria.
Solo secoli dopo, per la precisione tre secoli e mezzo, una Chiesa Cattolica reduce dalla revisione del proprio malevolo e censorio atteggiamento nei confronti di Galileo Galilei - condannato al 'silenzio' il 22 Giugno 1633 dal Sant'Uffizio -, riconsiderò l'ingiustizia comminata all'Ordine dei Templari, grazie alle ricerche ed agli studi conclusi nel 2007 dalla storica Barbara Frale negli Archivi Segreti dello stesso Vaticano.
La ricerca appurò che la Commissione d'Indagine inviata da Clemente V si fosse pronunciata favorevolmente ai Templari, riconciliandoli con i voti e con i sacramenti, e assolvendoli dalle più pesanti accuse loro mosse. Direi, un comportamento minimale verso chi tanto aveva dato alla causa e soprattutto agli interessi della Chiesa di Roma.
Cosa che costrinse il Papa a cambiare l’accusa di eresia decisa da Filippo IV con quella di abiura. Una mossa, concordata con il monarrca, utile per depotenziare la manovra scismatica del Re - che era pronto a creare la Chiesa di Francia, facendo il paio con lo scisma inglese - ma che non salvò certo i Cavalieri ed il loro Gran Maestro Jacques de Molay.
Papa Clemente V sembrerebbe dunque 'assolto' dalla pesante accusa di essere correo con il Re di Francia Filippo IV dello sterminio dei Templari e della distruzione dell'Ordine in quanto tale; la versione ora accreditata dalla Chiesa, è che egli fosse all'oscuro della macchinazione francese. Ma le fonti storiche da me consultate concordano con le conclusioni cui giunse anche Giovanni Villani - mercante, storico e cronista dell'epoca -, che, dalle pagine della sua Nuova Cronica, diede risalto ad una voce che girava a proposito di un accordo fra il guascone Bertrand de Got - proprio il futuro Papa Clemente V - e il sovrano di Francia, Filippo IV 'Il Bello'. Il re influì certamente nell'evitare la nomina di un prelato italiano, preferendosi così un francese - peraltro neanche Cardinale, poiché Bertrand de Got era semplicemente Vescovo di Bordeaux: Papa francese che fu nominato dopo 11 mesi di Conclave, a Perugia. E il Papa francese Clemente V ricambiò a Filippo IV 'Il Bello' il grande favore fattogli: che sia stato direttamente e concretamente, che possa essere stato semplicemente con il far finta di ignorare (cosa praticamente impossibile, salvo che non si voglia credere che anche gli asini, che hanno il mantello a strisce colorate, possano volare), fatto sta che il risultato fu lo stesso. La barbara persecuzione contro i Cavalieri del Tempio, e la ricerca del loro annientamento fisico.
Peraltro, se fosse stato vero tutto di questo profilo basso della Chiesa, come mai la stessa non restituì, riconsegnandoli, i beni confiscati ai Templari con il loro scioglimento? Non vi fu neanche un tentativo: così che la riconsiderazione storica conclusasi nel 2007, salvifica del comportamento del papato dell'epoca, é quantomeno parziale ed affatto esaustiva della grave ingiustizia storica perpetrata dalla Chiesa.
Jacques de Molay, Gran Maestro di quei Cavalieri che nelle loro piazzeforti prevedevano sempre un locale, un casotto indipendente, ove erano usi adunarsi sempre più autonomamente per rafforzare e potenziare gli usi dei masons nelle loro confraternite.
Secoli dopo, la Chiesa - che non aveva certo esitato ad imporre il suo ferreo potere temporale, comunque al pari di ogni casa regnante o imperante: l'epoca era quella che era - si ripeté, e il 17 Febbraio del 1600, mandò al rogo Filippo 'Giordano' Bruno.
Fu definito 'eretico': ma il monaco domenicano, filosofo, scrittore, pensatore dalla mente libera e spaziale, con un pensiero che univa svariate tra le tradizioni filosofiche del tempo (dal materialismo antico al copernicanesimo, dal neoplatonismo all'ermetismo, alla mnemotecnica, unendo influssi cristiani, ebraici, qaballistici) era in realtà un precursore di molte tendenze affermatesi solo svariato tempo dopo. Dava fastidio il suo non allineare il proprio libero convincimento ai voti di obbedienza pur enunciati, davano fastidio i suoi scritti - definiti rivoluzionari e temuti per il loro impatto sulle classi all'epoca meno tutelate -, dava fastidio la sua idea centrata su un infinito che si rispecchiava nella determinazione di un Dio Infinito che ha voluto un Universo Infinito costituito da infiniti Mondi voluti da un Dio ugualmente Infinito. Dio da amare infinitamente unitamente a quanto da lui creato.
Dopo toccò agli appartenenti alle gilde, alle confraternite, ai liberi muratori, che propugnavano il libero pensiero: una libertà deferente verso la Fede ma svincolata dai limiti che l'amministrazione di questa imponeva.
Costoro, che pur operavano in modo strettamente correlato alla Fede, furono invece emarginati, perseguitati, additati addirittura come 'senza Dio', eretici, ribelli, peccatori legati diabolicamente, furono anch'essi messi all'indice, scomunicati, imprigionati, spogliati dei loro averi, processati, uccisi, mandati sul rogo!
Così come sul rogo continuavano a finire le così dette streghe, ed i così detti maghi!
Nelle varie epoche, coloro che pensavano liberamente e che non avevano paura di criticare chi gestiva il potere in modo arbitrario e nel segno dell'ingiustizia, erano invisi a chi governava. ed erano invisi anche alla Chiesa di Roma che governava le terre e le genti sotto il suo controllo diretto.
Liberi pensatori, già...
... liberi pensatori, scomodi in tutte le epoche e con tutti i regimi assoluti e totalitari.
Scomodi perché si chiamavano Garibaldi o Cavour o Bandiera o Bixio... Scomodi perché - pur acclamati come eroi in molte terre del Mondo, liberate dall'oppressione - qui erano perseguitati e condannati proprio perchè avevano operato contro il potere temporale della Chiesa, favorendo l'Unità d'Italia.Oltre tutto, questi Eroi - additati quali Satana - erano 'anche' Massoni.
Liberi Pensatori, Eroi e Massoni: capirete bene che il loro coefficiente di pericolosità era alto per coloro che erano avvezzi operare in modo opposto.
Ma non solo la Chiesa ebbe a perseguitare costoro: lo fecero anche i fascisti - ricorderete le odiose leggi del 1925, le violenze squadriste, il bando della Massoneria, le persecuzioni - e ancor più i nazisti.
Nei loro campi di concentramento, oltre agli ebrei, agli zingari, ai minorati ed agli invalidi, tra i 'politici' finirono anche i Massoni: non meno di 300.000 furono quelli uccisi solo per le loro idee di libertà, uguaglianza, pace e fraternità.
Ma soprattutto per i loro ideali di Libertà e Democrazia.
Ma sono in pochissimi a ricordarlo, specie sui libri di scuola: sempre per lo stesso motivo per cui fu condannato al rogo anche Giordano Bruno.
... liberi pensatori, scomodi in tutte le epoche e con tutti i regimi assoluti e totalitari: che non si piegano alle chiacchiere degli imbonitori, che cercano di contrastare il declino dei popoli, che contrastano le ingiustizie.
Certo non tutte le pecorelle di uno stesse gregge sono uguali tra loro o hanno lo stesso comportamento: qualcuna sarà pur grigia, qualcun'altra sarà anche nera.
Ma questo vale per tutte le greggi, a tutte le latitudini; vale per la bocciofila come per la filodrammatica, per un gruppo politico come per un sindacato, come per gli amanti della lirica o del jazz o della musica da camera.
Gruppi, libere unioni di persone, associazioni, categorie... e quant'altro.
Sistematicamente la scure di certa censura si abbatte pesantemente prendendo a spunto la teoria del complotto: teoria generalizzata e quindi applicata ad ogni componente.
Anziché cercare e colpire le pecorelle grigie o le pecorelle nere, si tende a cacciare tutto il gregge.
Troppo facile... troppo ingiusto...
... come ingiusto fu il rogo che ridusse in cenere Jacques de Molay, Godefroi de Charney e altri 36 Cavalieri; come fu ingiusto il silenzio imposto a Galileo Galilei, uccidendolo socialmente e scientificamente; come fu ingiusto fu il rogo che arse Filippo 'Giordano' Bruno; come furono ingiuste le molte esecuzioni di chi combattè per la Libertà di questa nostra Italia - come avvenne alle Fosse Ardeatine - ; come furono ingiuste le morti dei Massoni torturati o gasati nei campi di concentramento; come furono ingiuste le persecuzioni fasciste, le liste di proscrizione, le schedature...
... Avranno avuto termine queste ingiustizie o c'è chi ancora le coltiva e le persegue, volendo colpire indiscriminatamente i Liberi Pensatori, i Massoni?
Roma, 18 Marzo 2017 Giuseppe Bellantonio
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