Cerca nel blog

giovedì 23 marzo 2017

RICORDANDO LA TRAGEDIA DELLE FOSSE ARDEATINE

Risultati immagini per BANDIERA ITALIANA


   '... La Memoria, con il suo ritmico scandire,  porta prepotentemente le nostre menti alla tragica data del 24 Marzo 1944...': così iniziò un mio precedente scritto,  ricordando l'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE, e nello stesso modo inizia anche oggi.
    Oggi - di fronte agli avvenimenti tragici e sanguinosi, umanamente feroci e quindi orridi, che si susseguono - lo smarrimento porta a chiedersi: possibile che la Storia abbia insegnato così poco? Possibile che, ancora una volta, la creatura divinamente creata e dalle caratteristiche tanto uniche quanto stupende, si ostini ad uccidere altri suoi simili in nome della più odiosa delle parole - ‘TERRORISMO’ – e della sua compagna - 'GUERRA' -?
    Eppure tutti abbiamo udito, attraverso le radio e le televisioni, il pianto e le grida di chi aveva le carni e l'animo lacerati: pianto e grida non certo dissimili da quelli di quanti, in ogni parte del mondo, subiscono la violenza e lo scempio delle bombe, le violenze degli uomini in armi.      
      Atti di barbarie e di feroce crudeltà in nome di idee e ideali deviati, folli: da chiunque siano perpetrati.
      Oltre settanta anni fa, si consumò uno dei tanti drammi della Seconda Guerra Mondiale; quello poi divenuto rappresentativo delle angherie e dei soprusi subiti dall'odioso occupante: l'Eccidio delle Fosse Ardeatine.
   Un'operazione militare, una rappresaglia giustificata: sostenne l'odioso occupante.
      In realtà una barbarie, un eccidio: ennesimo episodio di una Guerra allora sempre più crudele, dove il gioco delle parti si era via via cancellato. 
      Un assassinio ingiustificabile, per quanti sopravvissero a quei tragici momenti, e da condannare con fermezza: non con la legge dell' 'occhio per occhio' ma applicando le Leggi.
     Quel giorno, 335 Persone, 335 Civili e Militari Italiani, caddero sotto il piombo dell'odioso oppressore nazista: un nemico che, con ogni mezzo, cercava di osteggiare le sempre più forti istanze di quegli Italiani che - anche a prezzo della propria Vita - sognavano la Libertà.
     Tra di loro, tra questi 335 Esseri Umani, molti erano nostri Fratelli iniziati alla Massoneria: e non a caso, poiché proprio loro - forse più di altri, tra coloro che amavano la propria Patria - avevano ben chiari i principii scolpiti nell'antico, classico,  Trinomio LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATERNITA'!
     Scrissi allora, ed oggi ripeto '... Chi vive nella Luce di Alti Ideali - quali sono quelli esoterici e simbolici, culturali e sociali, filosofici e spirituali, della Massoneria: quella, ovviamente, più genuina e incontaminata, legata alle più Antiche Tradizioni Cavalleresche - non esita a esprimere le proprie Idee ed a farne strumento utile al progresso dell'Umanità in generale, ma più in particolare non ha indugi nel mettersi a disposizione di chi soffre: ovverosia di quel prossimo nei confronti del quale il Vero Massone deve porre in atto il proprio massimo impegno a ben dire, ben pensare,  ben fare, nel contesto di un vero e schietto sentimento di amore fraterno.
     Ciò, lungi dalle lusinghe e dagli onori, lontano dal luccichio degli orpelli, all'opposto dei luoghi ove dimorano interessi specie se mercantili.
   Un Potere positivo, propositivo e costruttivo, fatto di cultura, pensiero e azione; di Qualità delle persone; di Bellezza delle idee, di Nobiltà d'animo, di Disinteresse nell'agire, di vocazione al Sacrificio: ossia vocazione al sacrum facere, all'operare con azioni ricche di contenuti e pregne delle tinte più trasparenti e luminose, quasi che ogni azione fosse tanto elevata nei contenuti da poter assurgere al valore di sacralità...'. 
   Proseguo - insieme ai miei Fratelli più Cari ed intellettualmente onesti, da coinvolgere in questo momento così solenne, ove la  Memoria di quanto accaduto è più viva che mani - a ricordare tutti i nostri Fratelli uccisi alle Fosse Ardeatine: indifferentemente che appartenessero alla Comunione di Piazza del Gesù o a quella di Palazzo Giustiniani (tanto per riferirci ai toponimi storici a tutti noti);  con ciò, citando per tutti Placido Martini, Gran Maestro della Massoneria allora unificata  ed Eroe d'Italia (apparteneva alla "Brigata Vespri" del Fronte Clandestino di Resistenza Romana, e venne insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare), il cui sangue si unì per sempre a quello delle altre 334 Vittime innocenti.
     La Memoria va così oltre: va anche a quei nostri Fratelli Massoni morti non solo nel corso di azioni per la loro Patria, ma anche a quelli deceduti nella ristrettezza della prigionia o del confino, come pure nei campi di concentramento - o meglio, di 'sterminio' - nazisti.
     Ricordiamo quindi con animo memore, e con immutata commozione, le Figure del nostro Gran Maestro Placido Martini - Massone Illustre ed Eroe Intrepido - il cui sangue si mescolò al quello degli altri Martiri di quel barbaro giorno: tra questi, i Suoi e nostri Fratelli Teodato Albanese, Carlo Avolio, Silvio Campanile, Giuseppe Celani, Mario Magri, Giovanni Rampulla, Carlo Zaccagnini. Tutti riconducibili alla loro appartenenza alla Comunione di Piazza del Gesù.
Ma ricordiamo anche - con medesimo, commosso, sentire – i Fratelli Alberto Bucci, Salvatore Canalis, Renato Fabbri, Fiorino Fiorini, Manlio Gelsomini, Umberto Grani, Attilio Paliani, Umberto Scattoni, Mario Tapparelli, Angelo Vivianti, Giulio Volpi (*), aderenti al GOI-Grande Oriente d'Italia, ugualmente trucidati nella mortale Cava di Pozzolana sull'Ardeatina.
19 (*) Valorosi, 19 Uomini Liberi, 19 Eroi sottratti alle loro Famiglie ed alla Patria, 19 Uomini colpevoli di essere Italiani, 19 Uomini uccisi dall’odio nazista.
Citiamo questi fatti per sottolineare quanto noi si sia lontani da certa gente avvezza a praticare una “massoneria non-Massoneria”; anzi, più che lontani siamo opposti a certi raggruppamenti che le cronache ci consegnano, a certa gente ed al malaffare che possano praticare.
I Massoni della storica Comunione di Piazza del Gesù, così come tutti gli altri Iniziati – mai come in questo caso si deve prendere atto come i classici distinguo, i ‘noi’ ed i ‘loro’, o ‘gli altri’, non hanno senso - chinano il capo di fronte a questi Martiri come pure dinnanzi alla Memoria delle altre Vittime, auspicando che il loro sacrificio sia di monito per quanti accarezzano la dissennata pretesa di dominare altri uomini, giungendo persino ad eliminarli fisicamente.
Voglia Dio, Grande Artefice degli Universi, tutelarci e salvarci dalla barbarie dilagante; dal tramonto dei più nobili ideali; dalle meschinità dei piccoli uomini.
VIVA L'ITALIA!

Roma, 24 Marzo 2017
Giuseppe Bellantonio

(*) NOTA: Riceviamo dal Lettore Francesco Guida la gradita segnalazione che segue, così riprendendola ad integrazione dello scritto di cui sopra: "...Bellantonio, erano 20, e non 19. Devono essere compresi Gerardo De Angelis e Aldo Finzi di Piazza del Gesù. Deve essere escluso il nominativo di Giulio Volpi, che non risulta affatto tra le 335 vittime...".
Inutile dire che una verifica incrociata ha dato pieno riscontro alla segnalazione: riscontro fatto non per sfiducia, bensì per correttezza deontologica. 
Segnaliamo altresì che anche il GOI, nel suo comunicato relativo all'evento, è incorso nel medesimo equivoco.  
Grazie di cuore, Francesco Guida!

4 commenti:

  1. Bellantonio erano 20, e non 19. Devono essere compresi Gerardo De Angelis e Aldo Finzi di Piazza del Gesù. Deve essere escluso Giulio Volpi, che non risulta affatto tra le 335 vittime.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gent.mo Francesco, buona serata.
      Preliminarmente, grazie per il tuo contributo.
      Per correttezza, e proprio riferendomi alla tua segnalazione, farò una correzione in coda all'articolo.
      Se mai tu avessi qualche altro eleòento su quella tragica giornata, ti sarò grato ove potessi segnalarmelo, così da evitare altri erronee citazioni.
      Grazie e un fraterno saluto.
      Giuseppe B.

      Elimina
  2. Figurati, caro Giuseppe. Ti aggiungo una notizia di ultima ora. Con il Goi è stato tempo perso tentare una correzione, essendo fonte di verità e di sapere, intanto ieri ha aggiunto ha aggiunto il ten.col. Manfredi Talamo, per bocca del suo potentissimo Gran Maestro aggiunto, lo storico Santi Fedele, che ovviamente non se l'è inventato ma gli è stata fornita dal bibliotecario archivista Fioravanti. La stranezza è che quando chiesi io allo stesso signore documenti che attestavano la qualità massonica dei martiri mi dette la nota lista che hanno pubblicato sino a ieri. Caro Giuseppe, è così che si promuove la cultura e la ricerca storica da quelle parti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Serena Domenica, Francesco, e ancora grazie. Prendere atto di un errore, ancorché involontario, e quindi correggersi e correggere il proprio elaborato, é doveroso specie se si porga all'altrui attenzione, ma soprattutto in chi si rivolga ad un proprio contesto numericamente elevato. PURTROPPO, la smania dell'ipse dixit e della infallibilità di taluni e di taluni contesti è da sempre evidente.
      Permettimi di fermarmi qui, senza altri distinguo; salvo un mio antico monito per tutti: tenete sempre occhi, orecchi e menti bene aperte, per verificare dove e con chi possiate avere a che fare, e soprattutto se quello che vi possa essere detto, e quindi insegnato,sia corretto e valido.
      A te, Carissimo Fratello, un sommesso invito: qualora ti capitasse di cogliere una inesattezza nei miei scritti, dammene cortese e sollecita notizia.
      Te ne sono grato fin da adesso.
      Un fraterno saluto, con spirito antico.
      Giuseppe

      Elimina