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A SEGUITO DI UN VIOLENTO ATTACCO INFORMATICO SCATENATO IL 19 LUGLIO AI MIEI DANNI, E QUINDI ANCHE SUI BLOG CHE SI RIFERISCONOALLA MIA PERSONA O CHE OSPITANO I MIEI SCRITTI, TUTTI I FLUSSI DI COMUNICAZIONI E/O INFORMAZIONI SONO CESSATI FINO AD OGGI. ANCHE LO SCRITTO CHE SEGUE - "UN PO' DI STORIA (2)" - HA SUBITO PICCOLE ALTERAZIONI CHE, IN DATA ODIERNA, SONO STATE DA ME CORRETTE.
GRAZIE A VOI, COME SEMPRE, CHE MI FATE DONO DELLA VOSTRA CORTESE ATTENZIONE ANCHE SEGNALANDOMI QUELLE PARTICOLARITA' CHE, IN DEFINITIVA, RENDONO UNICO E SPECIFICO QUESTO BLOG.
A TUTTI I MIEI LETTORI, AUGURO NELL'OCCASIONE UN BUON PERIODO DI RIPOSO E ARRIVEDERCI DOPO IL 20 AGOSTO!
Roma, 25 Luglio 2014 Giuseppe Bellantonio
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(seguito
della precedente parte)
Sintesi
: E' indubbio che tanto il Sovrano GC Saverio Fera che il SC da lui
guidato, al pari dei successivi, non
hanno dato vita alla GLDI-Gran
Loggia d'Italia degli ALAM-Obbedienza di Piazza del Gesù-Palazzo
Vitelleschi,
sodalizio costituito solo dopo
il 1960; per converso la GLDI non gode di alcuna regolare e legittima
riconducibilità, di alcun collegamento, di alcuna discendenza
storica o rituale o comunque fattuale con tutto ciò che possa essere
antecedente alla propria legale costituzione e che possa essere
riferibile al Fera, al SC da lui guidato, ai successori feriani, ai
successivi SC feriani, a Piazza del Gesù, alla Comunione
Italiana
(determinatasi per l'avvenuta unificazione tra il GOI e Piazza del
Gesù a seguito dell'avvenuta consegna del proprio maglietto dalle
mani di Domizio Torrigiani
–
allora Gran Maestro del Grande
Oriente d'Italia
- a quelle di Placido Martini - Gran Maestro della Comunione
di Piazza del Gesù
– durante l'esilio vissuto in comune, decretato dal regime
fascista. Evento talmente importante sulla cui base si utilizzò da
allora anche l'indicazione “Comunione
Italiana di Piazza del Gesù”.
I
termini “Serenissimo”
e “Comunione
di Piazza del Gesù”,
inibiti ai terzi anche a seguito della già chiarita vertenza
giudiziaria avversa al Fr. Ghinazzi - come pure quello citato a parte
di “Comunione
Italiana di Piazza del Gesù”
- sono purtroppo diventati nelle epoche successive agli '60 del XX°
secolo preda di una moltitudine di soggetti che, ben consapevoli dei
valori e dell'unicità di tali indicazioni, adoperandole
arbitrariamente intendevano fregiarsene per spacciare impossibili
regolarità e legittimità in qualsivoglia collegamento con elementi
e peculiarità di tipo storico/documentale/ritualistico pertinenti
esclusivamente il glorioso vissuto di Piazza del Gesù.
I
gruppi massonici in generale, compresa l'antica e originaria Piazza
del Gesù, usavano originariamente definirsi “Famiglia”, e
allorché il termine “comunione” veniva utilizzato (molto, molto,
raramente; più che altro in epoca tarda del ciclo “moderno”) esso era inteso nel senso
di comunità/aggregazione/unione in associazione tra soggetti aventi
medesime finalità/medesimo sentire/medesime idealità(proprio così
come avvenne nel caso della “Comunione
Italiana”).
Negli usi e nelle consuetudini dei Massoni italiani – e via via
anche all'estero - il termine sintetico di “Comunione” e quello di "Piazza del Gesù" vennero a
riferirsi al gruppo feriano di Piazza del Gesù, così volendosi
intendere l'unica e regolare “Comunione di Piazza del Gesù”.
Riepilogando,
per copiare dall'unica Famiglia regolare italiana e quindi ricondursi
(impropriamente, irregolarmente, illecitamente e irritualmente) ad
una qualche solennità e parvenza utile e strumentale ai loro fini,
in molti avviarono l'utilizzo quantomeno arbitrario dei termini
“serenissimo”, “comunione”, “comunione italiana” e
quant'altro: qui non volendosi trattare l'anomalo utilizzo di concetti quali "discendenza" e "obbedienza", circa i quali sono comunque già intervenuto in altri scritti di qualche anno orsono.
E'
palese come Fera ed i suoi successori, e nel suo complesso, Piazza del Gesù, facendo punto dal momento
della storica scissione del 1908, avendo tutte le patenti di
regolarità e di riconoscimento internazionale, divennero “oggetto
del desiderio” di quanti intendevano, così come possono continuare
a intendere, di voler/dover dimostrare una riconducibilità
storica/un pedigree/un
qualche legame con un qualche impossibile nobile passato che potesse
giustificarne o motivarne “l'esistenza” stessa.
Il fine? Quello di circondarsi di un'aura fascinosa e, in definitiva, di semplificare e agevolare l'attrazione di iscritti (cui “somministrare” storielle piuttosto che non insegnare la storiografia massonica - in generale – e quella del gruppo cui gli iscritti aderiscono – in particolare -), quindi per lo più a fini di alimentare il sostentamento economico; anche perchè nell'attuale panorama massonico italiano (nota: costituito da oltre 350 gruppi e gruppuscoli di tipo massonico e/o para-massonico o meglio simil-massonico) definirsi o sentirsi definire “nati-ieri-e-senza-passato” sembra essere vissuto come un handicap insuperabile quando non come un cocente insulto. Al riguardo, invito a diffidare fortemente di quei gruppetti che possano "somministrare promozioni" (aumenti di gradi, tanto nell'Ordine che nel Rito) all'approssimarsi dell'estate o dell'inverno: nell'immaginario più smaliziato, indicate come una "raccolta" straordinaria di mezzi utili a propiziare una serena vacanza estiva o un più cospicuo numero di panettoni sul desco natalizio.
Il fine? Quello di circondarsi di un'aura fascinosa e, in definitiva, di semplificare e agevolare l'attrazione di iscritti (cui “somministrare” storielle piuttosto che non insegnare la storiografia massonica - in generale – e quella del gruppo cui gli iscritti aderiscono – in particolare -), quindi per lo più a fini di alimentare il sostentamento economico; anche perchè nell'attuale panorama massonico italiano (nota: costituito da oltre 350 gruppi e gruppuscoli di tipo massonico e/o para-massonico o meglio simil-massonico) definirsi o sentirsi definire “nati-ieri-e-senza-passato” sembra essere vissuto come un handicap insuperabile quando non come un cocente insulto. Al riguardo, invito a diffidare fortemente di quei gruppetti che possano "somministrare promozioni" (aumenti di gradi, tanto nell'Ordine che nel Rito) all'approssimarsi dell'estate o dell'inverno: nell'immaginario più smaliziato, indicate come una "raccolta" straordinaria di mezzi utili a propiziare una serena vacanza estiva o un più cospicuo numero di panettoni sul desco natalizio.
Se dovessi trasporre i concetti di cui sopra nel contesto dell'advertising, parafrasando uno slogan attuale, direi che "non basta avere un tacco 12 per essere una modella" o "non basta essere alti 2 metri per essere un campione di basket".
Da
quanto sopra, ne deriva complessivamente una serie di incresciosi equivoci i cui effetti si
ripercuotono a catena e non solo a livello nazionale. Specie a causa
di una grande quantità di notizie inesatte ovvero false pubblicate e
sparse anche nel web,
interlocutori esteri, anche blasonati, vengono tratti in inganno
sulla reale riconducibilità storica, e quindi sulla stessa regolarità, di
molti (troppi) interlocutori; per fare un esempio, si pensi a quante
“grandi logge” e “grandi orienti” esistono di nome, senza
averne caratteristiche, attributi e prerogative ritualistiche, e quante "storielle" sono spacciate per vere sulle home page di moltissime di queste entità.
Torniamo
a questo “documento” feriano. Si tratta forse di un reperto unico al cui ritrovamento
attribuire solenne rilevanza? Macchè! Ci si rende conto di quante
centinaia ne esistono? Diverse: oltre che in Italia anche in
possesso di organizzazioni massoniche estere – come quella turca,
che certamente ne avrà altri: tanto di Piazza del Gesù che del GOI
- oltre che a mani di singoli soggetti massonicamente collocati
all'estero. Ogni volta che se ne dovesse trovare uno, occorrerebbe
quindi gridare “al miracolo”, quasi che chi lo possedesse venisse
a subire una sorta di magica e propizia unzione celestiale?
Personalmente non credo: è chiaro che possesso non fa titolo, salvo
il poter dimostrare e documentare i propri diritti ovvero le proprie
pretese. M
Ma che fatica sentirsi investiti dal dovere di dover rintuzzare – precisando, puntualizzando, documentando – ogni tentativo che possa essere concretamente posto in atto da chi tenti di appropriarsi di un qualche pezzo di Storia!
Ma che fatica sentirsi investiti dal dovere di dover rintuzzare – precisando, puntualizzando, documentando – ogni tentativo che possa essere concretamente posto in atto da chi tenti di appropriarsi di un qualche pezzo di Storia!
Quindi,
qual'è “il perchè” della sua conservazione presso l'archivio
massonico di Istanbul? Si tratta della banale archiviazione di normale corrispondenza (così
come altrove se ne può reperire...) pur se riferita ad un autorevole
Personalità della Massoneria Italiana, come dimostra – a
prescindere dagli archivi storici, privati e non - la numerosa
letteratura esistente in materia e come specificamente risulterà
anche dagli archivi della stessa Grande Loggia di Turchia ovvero
della Ozgur
Masonlar Buyuk Locası.
Relativamente
alla citazione nel contesto del Comunicato “...
è da
ritenere che sia stato fornito, all’epoca, dall’Ill.mo e Pot.mo
Fr. Principe Aziz Hazzan PACHA, che figura fra i destinatari ...”,
è da sottolineare che il Fr.
P.pe Aziz Hasan Paşa (scriviamo il suo nome come gli compete: nella
vita profana l'uomo era Principe e anche Generale, nella vita
iniziatica era un nostro Fratello; quindi, se lo intendiamo come
tale, per noi le qualifiche rispettano prima il Fratello. Motivo per
cui il Fratello Principe e Generale Aziz Hasan Paça) fu nel 1908 il
Gran Commendatore del SC di Turchia, e per tanto personalità
eminente anche dopo tale data, piuttosto che non un “semplice”
SGIG: certo, quindi, che vi fosse della corrispondenza di cui egli era stato destinatario.
Circa
poi la successiva riportata indicazione “...
figura tra i destinatari... un altro Fratello residente all'epoca a
Istanbul, il Pot.mo Fr. David J. Cohen...”:
le considerazioni palesi o sottese di chi ha stilato il citato
Comunicato appaiono quantomeno imprecise. Contatti e relazioni
(sempre all'epoca, 1908 e anni segg., e comunque riferite al SC di
Turchia) il SC di Fera li ebbe con il Fr. Davit
Kohen di
Istanbul, soggetto diverso (a parte le assonanze fonetiche) dal David
J. Cohen
cui si attribuisce un nesso sull'asse Turchia-Supremo Consiglio di
Turchia-Istanbul-destinatari balaustra feriana del SC di Piazza del
Gesù.
A
Piazza del Gesù, nel periodo 24 Giugno 1908 - 29 Dicembre 1915 (data
della morte di Saverio Fera) erano attivi due FFr. aventi come
cognome Cohen, entrambi insigniti del 33° grado e quindi
SGIG.
Uno,
David
Cohen
– ufficialmente in
pectore,
all'epoca, del Sovrano Fera – nato a *or*, nel 1***, con Brevetto
di SGIG rilasciato nel 1910, a firma del Sovrano Fera, e postosi in
sonno nel 1914, allora in stretto contatto per il Sovrano con l'altro
SGIG del SC di Fera Fr. Ar* *olp* di Vienna con il compito di
coadiuvare il Sovrano nel seguire le relazioni con gli USA e con
l''area geograficamente posta a Est e Sud-Est dell'Italia. Negli USA
ebbe stretti contatti con i nostri FFr. che vi si recavano, anche per
motivi di sicurezza/opportunità socio-politica.
L'altro,
David
J.Cohen,
era un British
subject poi
deceduto in *, era in contatto principalmente con i FFr. di Irlanda e Gran Bretagna e, relativamente a quest'ultima, aveva rapporti con
alcuni Consiglieri privati della Corona durante il regno di Edoardo
VII e Giorgio V - tra cui C* S* P*, J* M* e S*
A* A* –; ne derivava
il mantenimento di relazioni fraterne anche con le nazioni soggette all'influenza del Regno
Unito e alla Massoneria inglese, nonché con i personaggi che vi si
riferivano. Era, a prescindere da altri incarichi, “ *** ” per
Piazza del Gesù in due Supremi Consigli a Est dell'Italia. Di lui
scrissero la The
Jewish Chronicle & Anglo Jewry e lo The Amsterdam Evening Recorder.
Tutto
lascia intendere che il “Cohen” citato nel documento possa essere
solo il secondo: un soggetto, quindi, non stabilmente residente in Turchia
bensì solo temporaneamente (nota: e strumentalmente) “appoggiato”
a quella realtà e in quel momento, certamente “riferimento” per
un qualche soggetto esterno ai confini turchi.
Circa
la chiosa finale del Comunicato, che intende sforzarsi a dare enfasi
nel fornire una “spiegazione” sul perchè il “documento”
feriano si trovasse negli “...archivi di Istanbul” (come
ho spiegato, niente di eccezionale: uno dei tantissimi documenti
recanti una firma del Sovrano Fera e una mera testimonianza di
rapporti diplomatico-istituzionali ma anche soggettivi all'epoca - ma
non solo - intercorrenti con il Supremo Consiglio guidato da Saverio
Fera – l'unico regolare per l'Italia - e la realtà massonica
internazionale),
mi permetto di dire che l'ipotesi voluta fornire è complessivamente
di scarsa consistenza.
Appare
del tutto ardita, fantasiosa e inverosimile, invece, la seconda
parte di detta chiosa finale che, circa lo scritto feriano, ipotizza
in alternativa “...
che sia stato affidato ai Fratelli della Turchia quando,
con l’avvento del Fascismo in Italia, parte dei nostri archivi
vennero nascosti per evitarne la distruzione”;
vediamo perchè e limitandoci all'eventuale occultamento - piuttosto
che al “saccheggio” o alla “illecita asportazione” o
“illecita detenzione” subita nel tempo dagli archivi di Piazza
del Gesù.
Se
si intende “mettere al sicuro” degli archivi o parte di
essi, il materiale è cospicuo e di solito aggregato
(ad es.: fascicoli personali, elenchi, bolle, timbri e sigilli, copie
dei decreti e delle balaustre, copia della corrispondenza, ecc.). Ma
il concetto “di solito” nella Massoneria di Piazza
del Gesù non ha mai trovato dimora: la logica di chi è stato colà
cresciuto – direi, “ben allevato” - è sempre stata quella di
“disperdere” in modo disaggregato per poi consentire, a chi
sapesse “come”, ri-aggregazioni e ri-costruzione di parti
eventualmente “smarrite” o non restituite: e questo modus
operandi ebbe proprio inizio con il primo SC di Fera.
Gli
archivi “messi al sicuro” specificamente in epoca fascista
(ma, se vogliamo parlare seriamente, dobbiamo riferirci
pragmaticamente alla sola “parte importante degli archivi”)
seguirono i principali protagonisti massonici dell'epoca, ovvero li
seguirono temporaneamente quando questi si rifugiarono anche
temporaneamente in Francia, in Svizzera, in Gran Bretagna, negli
Stati Uniti d'America. Quando indico “li seguirono”, specifico
meglio: non sempre seguirono materialmente (es.: valigie, casse,
ecc.) i nostri Fratelli, ma occorrendo furono spediti con mezzi
sicuri (nota: plichi coperti da immunità) tali da non consentire che
potessero essere “intercettati” da soggetti terzi specie se
ostili o avversi.
In
realtà, anche contando su una rete fidata e fedele, durante il
fascismo (nota: sarebbe il caso di dire “durante le fasi che
portarono alla degenerazione del regime fascista”) la gran
parte dei documenti – sempre riferendoci a Piazza del Gesù –
rimase in Italia.
Anche se furono moltissime le Logge saccheggiate o date alle fiamme dallo squadrismo estremista di allora, anche con perdita di documentazioni e/o archivi, il rigore storico obbliga a ricordare che una cosa erano gli archivi delle singole Logge (definiamoli “archivi locali”) mentre ben altra cosa erano gli archivi principali o centrali (anche riassuntivi delle attività “periferiche”) tenuti dalla Famiglia massonica.
Anche se furono moltissime le Logge saccheggiate o date alle fiamme dallo squadrismo estremista di allora, anche con perdita di documentazioni e/o archivi, il rigore storico obbliga a ricordare che una cosa erano gli archivi delle singole Logge (definiamoli “archivi locali”) mentre ben altra cosa erano gli archivi principali o centrali (anche riassuntivi delle attività “periferiche”) tenuti dalla Famiglia massonica.
Quindi,
ipotizzare che documentazione di Piazza del Gesù possa aver preso la
strada della Turchia per colà esservi celata, così sottraendola
alla requisizione/distruzione da parte del regime fascista, è
esercizio arbitrario oltre che un vero e proprio atto di “equilibrismo
storico”: e questo anche se dovessero/potessero venire alla luce dagli
archivi turchi altri “documenti” feriani e non. Cosa probabile
oltre che possibile: null'altro di più e di più banale, come dicevo prima.
Conclusione
: ancora una volta, come ho già fatto in altra sede, desidero non
alimentare alcuna conflittualità con i FFr. e le SSr. della
GLDI-Gran
Loggia d'Italia degli ALAM-Obbedienza di Piazza del Gesù-Palazzo
Vitelleschi–
cui va la mia personale e più fraterna stima e considerazione -; per
tale motivo voglio credere che la serie di “imprecisioni”
contenute nel loro Comunicato del 5 Giugno 2014 siano
da attribuire alla frettolosa stesura di un compilatore superficiale
e purtroppo forse poco preparato sulla Storia della Massoneria
Italiana, preso da uno schietto, fanciullesco, brioso, entusiasmo
nel porgere al pubblico e agli “addetti ai lavori” questa
notizia.
Fermo
restando che la citata GLDI
non
aveva, non ha né potrà mai avere alcun collegamento – né di
causa né di effetto - con Fera ed il suo Supremo Consiglio, né
con
fatti/elementi/personaggi/storiografia antecedenti la nascita –
nella forma attuale - di detto sodalizio massonico nella seconda metà
degli anni '60 del 1900, io non posso né voglio pensare ad una
qualche manovra specifica o ad un qualche intento doloso o colposo da
parte di una Famiglia con tanta propria, autorevole, storia.
Roma,
20 Luglio 2014
Giuseppe Bellantonio
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