Da più parti sono sollecitato a esprimere delle mie
considerazioni relativamente alle recenti indiscrezioni di Stampa circa una
possibile/ipotetica trama unificativa tra il GOI e la GLRI (ricavo le sigle dai
normali canali di informazione). A
questo ‘trambusto’ di notizie, smentite e ipotesi, si è saldata dapprima una querelle tra una struttura massonica
organizzata e un alto esponente della Curia – segnatamente, l’Arcivescovo di
Ferrara-Comacchio -, successivamente delle esternazioni a seguire la stessa espresse
dal GM di detta struttura e da un Rev.mo Cardinale della Chiesa Cattolica. Non sono ‘parte’ della
vicenda se non come semplice Massone che non intende lasciare ovvero
riconoscere ad altri una ‘rappresentatività’ che, a prescindere dalle
competenze, proprio perché generalista mescolerebbe positività e negatività tanto
soggettive che oggettive, oltre che profondissime diversità sostanziali:
talvolta persino difformi alla lettera e allo spirito di norme / regolamenti /
statuti in uso. Quindi ciascuno – nella
mia ottica - parli per sé, rappresentando se stesso ed i suoi, e quindi
impegnando con parole e/o fatti se stesso e gli associati all’ente associativo
rappresentato. Né può essere diversamente: per fortuna, ancora non siamo
arrivati al condominio delle varie comunità massoniche, tenute poi a designare
la loro comune figura apicale, l’ ‘amministratore’ che possa rappresentarli. Ciò utilmente premesso, qui riporto
stralci di taluna corrispondenza liberamente intercorsa con altri soggetti – con
i quali, con grande semplicità e umiltà, ci siamo fraternamente riconosciuti – e
in qualche modo pertinenti a quanto sopra indicato.
… L'attesa per un evento di tipo 'unificativo' o 'riunificativo' data ormai da troppo, lunghissimo, tempo: specialmente alla 'base', mentre i vertici trattano la materia in modo possibilista ma salottiero, badando a non farsi scappare le opportunità che la loro condizione comporta. Non spenderei in questa sede altre considerazioni (peraltro, il tema era sempre oggetto delle comuni riflessioni con l'ottimo e ineguagliabile Alfredo Di Mambro): mi permetto unicamente di osservare che 1) con la scusa che detengono il 'cordone' dei riconoscimenti, inglesi o altri, di fatto impongono (più che suggeriscono) delle 'soluzioni' o delle 'alleanze': benedicendo le nozze o girandosi dall'altro lato quando queste naufragano (il tutto, sempre e comunque secondo la loro, e non di altri, ottica). E questo equivale a quella pesante 'colpa' che corre con il nome di INGERENZA negli affari di una Gran Loggia o di un Grande Oriente o di altro. 2) Esiste un precedente storico in materia, non andando a soppesare valenze attuali e di allora, e cioè quello della RIUNIFICAZIONE tra la Comunione di Piazza del Gesù (GM Francesco Bellantonio) ed il Grande Oriente d'Italia (GM Lino Salvini). Anche in quel caso grandi furono le pressioni dall'estero perché si superasse la diaspora del 1908. Sappiamo tutti come andò a finire: accordi (bellissimi, in splendide cornici) disattesi, Logge prima inserite poi smembrate, purgatorio dei FFr. per vedere riconosciute le loro qualità (nel senso: noi siamo sempre noi, voi arrivate adesso), denuncia dei trattati, fallimento dell'iniziativa. Ma da ciò che si firmò, formalmente non si tornò indietro e nessuno di quanti sostenne e favorì i protocolli d'intesa si mosse ufficialmente. Pacche di consolazione sulle spalle, tantissime. Azioni concrete 'zero': ‘ormai... cosa possiamo fare, noi?’ (con quanto piglio essi stessi sostennero con fermezza che non potevano INGERIRSI nella vicenda, avrebbero mancato gravemente ai loro obblighi). E siccome la 'storia' si ripete, specie nei cicli storici medio-lunghi, io per primo accantono ogni minimo entusiasmo…
… e ancora…
Grazie… per la tua cortese risposta....
Si, certamente le pressioni ci sono, e molto 'significative' e 'autorevoli': danno la dimostrazione non di una volontà MASSONICA a tutto tondo, con le sue regole e secondo le regole, quanto di un intendimento inteso a FAR FARE ciò che ci si prefigge.
L'Italia è stata spesso considerata una COLONIA: politicamente, economicamente, finanziariamente, e quant'altro.
Temo - e forse credo, soggettivamente - che questa visione, in nome dei famosi RICONOSCIMENTI, abbia contaminato - e da tempo: ma con progressione non più aritmetica, bensì geometrica - un certo mondo iniziatico italiano.
Come noterai, rifuggo dall'utilizzare in questa sede il termine MASSONERIA ITALIANA: sono consapevole di non poter parlare certo in suo nome, come mi sembra che taluno si ostini a fare.
Però sono consapevole di parlare - a volte, questo sì - in nome e per conto di quei bravi e corretti Fratelli (ma anche Sorelle, per carità) che ancora vivono l'IDEALE MASSONICO, e pertanto le IDEALITA' E LE TRADIZIONI INIZIATICHE, con consapevolezza, spessore, trasparenza e lealtà d'animo…
Si, certamente le pressioni ci sono, e molto 'significative' e 'autorevoli': danno la dimostrazione non di una volontà MASSONICA a tutto tondo, con le sue regole e secondo le regole, quanto di un intendimento inteso a FAR FARE ciò che ci si prefigge.
L'Italia è stata spesso considerata una COLONIA: politicamente, economicamente, finanziariamente, e quant'altro.
Temo - e forse credo, soggettivamente - che questa visione, in nome dei famosi RICONOSCIMENTI, abbia contaminato - e da tempo: ma con progressione non più aritmetica, bensì geometrica - un certo mondo iniziatico italiano.
Come noterai, rifuggo dall'utilizzare in questa sede il termine MASSONERIA ITALIANA: sono consapevole di non poter parlare certo in suo nome, come mi sembra che taluno si ostini a fare.
Però sono consapevole di parlare - a volte, questo sì - in nome e per conto di quei bravi e corretti Fratelli (ma anche Sorelle, per carità) che ancora vivono l'IDEALE MASSONICO, e pertanto le IDEALITA' E LE TRADIZIONI INIZIATICHE, con consapevolezza, spessore, trasparenza e lealtà d'animo…
Anche le
dichiarazioni – attenzione: né banali né superficiali formulate – da due
Illustri Personalità del mondo cattolico, Alti Prelati di grande spessore
culturale e studiosi di chiara fama, bisogna saperle leggere così
interpretandole: ma non certo manipolandole ovvero strumentalizzandole per
adattarle, con un qualche trasformismo, ad una qualche realtà.
E parlare in linea
generale, senza confini, barriere e distinguo, può aiutare a collocare le
tematiche nel loro giusto ambito: fermo restando che stiamo trattando di quella
‘Massoneria Moderna’ nata nel 1700, che – salvo tematiche affascinanti e molto
spesso affabulatorie e leggendarie, oltre che culturalmente interessanti per
gli studi e approfondimenti di tipo filosofico, esoterico, simbolico e
iniziatico – ignorando gran parte dei contenuti fino a quel tempo espressi dai
gruppi aggregati operanti all’insegna dei mestieri
(ma non solo…). Fu questa una realtà nata in un contesto dove la religione non
era cattolica e sviluppatasi rapidamente proprio nei Paesi sottoposti alla
monarchia dominante, di fatto a capo anche di questa nuova realtà. L’anticattolicesimo
di fondo (in nome degli ideali legati all’illuminismo e alle formulazioni
contenute in quel 'libero pensiero’ che, nel tempo, ha assunto derive
anarcoidi) e la divisa laica adottata (laicità che, in realtà, ben presto
degenerò in deteriore e caustico ‘laicismo’), hanno conferito all’istituto
massonico una ben precisa caratterizzazione. Vero
è che – ad esempio, in Italia – il retaggio della grande cultura latina e greca
(attraverso le colonie della Magna Grecia), le profonde radici cattoliche, il
grandissimo bagaglio dell’umanesimo – prima – e del rinascimento – poi -, hanno
fatto sì che la Libera Muratorìa Massoneria italiana avesse un substrato
grandemente diverso da quello imposto dal modello targato 1700. E queste vere e
proprie macro-differenze d’ordine culturale e storico sono rimaste intatte,
dimostrandosi peraltro altrettanto sussistenti tanto nei confronti di analogo
mondo iniziatico nord-americano, che di quello prettamente centro europeo -
contiguo al pensiero luterano -, nonché di quello francofono (connotato da un
laicismo eccessivo e da un attaccamento viscerale all’epoca dei lumi ed a
quanto correlato al concetto di libertà) e per ultimo di quello riferentesi
alla comunità valdese. Tutte situazioni ‘anomale’
massonicamente, dato che il nostro mondo iniziatico non è quello di una comunità
religiosa, che aspira a intese, accordi, o riconoscimenti con un suo pari. Questo può spiegare anche
se solo in parte – non è questo il contesto idoneo ad una disamina puntuale ed
esaustiva - perché la Chiesa Cattolica –
direttamente o per mezzo di suoi autorevoli ed eminenti prelati (basti pensare
solo a Padre Amorth, con il quale ho avuto l’onore di intrattenermi) - non veda
certo di buon occhio quella parte di strana
massoneria i cui aderenti possano praticare devianze sataniche o legate a forme
di culto magico; quella strana
massoneria che rifiuta ad oltranza la figura del Cristo pur dichiarandosi
‘credente’ (dichiarazione fideistica invero limitatissima nella realtà dei fatti,
fermandosi solo ad una Figura Divina resa astratta e ad un Libro Sacro posto
sull’Ara) con assunti che potevano sembrare ‘adeguati’ oltre 300 anni orsono,
ma non certo oggi); quella strana
massoneria che – specie in terra francofona – ostenta il proprio laicismo non
collocando i simboli che riconducano
alla Divinità e quindi ad una ‘qualche’ espressione di fede (una condizione,
peraltro, adottata ed ostentata anche in Italia da più di un raggruppamento
massonico: niente simboli che possano ricondurre al ‘sacro’, al ‘trascendente’,
al ‘divino’): e ancora, quella strana
massoneria che si dichiara apolitica pur strizzando continuamente l’occhio alla
politica; o quella strana massoneria
che non dovrebbe trattare di religione eppur non lesina di sottolineare persino
con asprezza atteggiamenti o enunciati del mondo clericale; o quella strana
massoneria ancora pervasa da sacche ove esiste ancora il segreto, o troppo
prossima/equivocabile con situazioni di stampo affaristico, o che sgomita per
aspirare ad eredità che poco hanno di intellettuale e di culturalmente valido o
di iniziaticamente significativo. Ecco,
io per primo – e con me tanti, tanti, tantissimi Fratelli e Sorelle - sono
lontano da questi modi di fare: modi che, se valutati correttamente, non
appartengono neanche lontanamente agli IDEALI enunciati nel 1700. E ancor più lontani lo sono da quelle
TRADIZIONI cui solo a parole talvolta si riconducono: Tradizioni che parlano un
linguaggio nettissimamente antecedenti al 1700. Ma quando un
uomo di Chiesa deve valutare e parlare dell’istituto massonico, non fa e non può
fare ‘distinguo’ che tengano conto di latitudini diverse, di culture diverse,
di storie diverse, di DNA sociali e spirituali diversi: come si può pretendere
che qualcuno ‘scelga nel mazzo’ questo, respingendo quello o viceversa? Da
qui, il fare di ‘tutta l’erba un fascio’, senza distinguo se non delle caute
parole che possono sembrare di ‘apertura’, ma che in realtà non lo sono: esse
rappresentano solo un modo colto ed elegante per indicare il ‘possibile’ senza
però entrare nel merito delle ‘possibilità’ di concretizzazione. Non lesinando cocenti critiche ad una
controparte con tante stranezze nel
proprio bagaglio. L’esperienza e l’insegnamento che origina dallo studio della
Storia, mi suggeriscono che quando si desidera con forza una cosa, per
realizzarla non si esita anche a rivedere quelle posizioni che, perso lo smalto
e ricoperte dalla ruggine del tempo, non agevolano il possibile dialogo ed anzi
lo frenano. E l’opera di revisione non può iniziare se non rivedendo le
posizioni di un anticlericalismo che è anticattolicesimo, sospinto dal retaggio
di una laicità debordata nel
laicismo, in virtù di un tanto sbandierato spirito illuministico che – nella realtà
- ritengo concettualmente e storicamente superato.
E sono le cronache, ancor prima della
Storia, a dare testimonianza di tutto ciò: sempre che ci sia chi voglia vedere, chi voglia
ascoltare, chi desideri comprendere.
E, quando comprenderà, si accorgerà che 'questo' modo di fare/vivere la libera muratoria è tutt'altra cosa di quello che le Tradizioni, e quindi la Storia, con serietà e univocità ci trasmettono.
Roma, 20 Febbraio 2016 Giuseppe Bellantonio
Roma, 20 Febbraio 2016 Giuseppe Bellantonio
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